27.10.05

scritto male

parla! dici quello che hai da dire. è l’unico modo che hai per portare il mondo dalla tua. il modo che hai. Il mondo che ancora non hai. cazzo c’ho? un cazzo da dire. per anni solo parole scivolose che mai ho gestito. discorsi velleitari mai compiuti. anni in cui non è che si dicesse molto. come avrei potuto ben razzolare? dimmi tu. tu che peschi le risposte dalla sacca che porti a tracolla. tu che presti orecchie a chi te ne fa richiesta. sempre ossequiente. mai sopra le righe. nel 2027 ci manderemo gli auguri per natale? sorrideremo degli ingrippi di oggi? avremo finalmente qualcosa di sensato da dire? parla!

devo lustrare il mio nome. parto dalla m di maynardo.

25.10.05

bipolaristi, altroché!

non esistono più le mezze stagioni
perché per la "gente" è una noia
distinguere l'autunno dall'inverno
e la primavera dall'estate!

23.10.05

per fare il blogger

occorre documentarsi,
cimentarsi,
commentarsi (l'un l'altro),
cementarsi (come intarsi?)

e

NON SCRIVERE MAI UN POST COME QUESTO!

20.10.05

parabola ad uso e consumo personale

crispino partì per il mare, sotto un'acqua furiosa. camminò per chilometri e negli occhi aveva lei. lei ed il mare. dietro una curva scorse la spiaggia, grigia e solitaria. finalmente si fermò, cadde in ginocchio, fradicio di pioggia, con le gambe che gli dolevano e bisbiglio: "ti amo!". il mare continuava con il suo moto. ma la pioggia cessò di cadere.

19.10.05

l'amore pensato

uscire fuori da qui dove tutto scivola addosso senza imparare. per l'ispirazione serve angoscia colante. colla che tiene insieme i pezzi. sfiancati da prove non necessarie, da esami inutili, cosa resta? il tuo sguardo ignaro e la mia lacrima abortita. il bacio mai dato. l'amore pensato.

17.10.05

4'299'277

mancavo solo io...

16.10.05

primarie

a un minuto dalla sveglia, mi getto in strada a caccia di un giornale. e tu non sei qui. e tu non chiami. e tu chissà dove diavolo sei infognata. l’aria fresca mi rinfranca e ogni passo è una trovata. scontata. più cani che padroni, miracolo della domenica mattina e coppie di anziani che s’affrettano, un tempo si sarebbe detto per la messa, ma oggi niente è più sicuro. ruini affonda! il giornale sputa notizie ingombranti. follini si autosfratta dall’UDC, ingrato pierferdi e ci resta quel “qualcuno pensa che berlusconi sia il candidato migliore. io no.” scagliato in faccia al re visibilmente disorientato, sul punto di cadere. noi, invece, pensiamo che il re sia ineleggibile. a prescindere. il virus dei polli sbarca in europa. la pollimonite colpisce i più deboli, bambini ed anziani. no alla ressa alle farmacie. il vaccino che in ogni caso non ti salva basta per tutti. in iraq si vota la costituzione. solo quattro i morti per gli attacchi della guerriglia. contro i quaranta delle scorse elezioni. evidentemente esportiamo contabilità imputridita oltre la democrazia. e intanto tu non ci sei. tu non telefoni ancora. e tu chissà dove sei ingabbiata. nel giorno delle primarie. per una sfortunata concorrenza di eventi, diserto il seggio e me ne duole, non sai quanto. così faccio il gioco del re. e i miei oppositori-interni salgono sull’aventino a fare cagnara. purtroppo da studentello fuori sede, ho dimenticato di cambiare lista elettorale. ma costringo parenti prossimi a non mancare. per contrappasso passerò la notte ad attendere le prime proiezioni (ci saranno mai? sì, ci sono sempre!). una conta più delle altre. la partecipazione. un milione e dispari: vaticinio o solo speranza? e tu, domani, ci sarai? e tu quando mai mi hai cercato? e tu, se davvero inguaiata, ci sarà un motivo! che mi ero proposto nella notte insonne (e per questo folle) di districare, una buona volta, la matassa. buttare giù il muro di afasia. afasia. afasia. però avrei bisogno di fare affidamento sulle orecchie degli interlocutori, più che sul loro buon cuore. e nella mia capacità di annientare questa voce che talvolta prorompe da dentro, forte e chiara, senza risposta e che chiede: cosa voglio?…cosa voglio?…io voglio…

14.10.05

cinque minuti nella tua testa

e improvvisamente mi sono fermato
a pensare quante esistenze sto perdendo
se davvero, in questo tempo, una sola ci è data

11.10.05

avellino come un'altra...o quasi!

provo a scrivere della mia città. chissà se poi esiste davvero? se è solo nella mia testa ed in quella dei miei non illustri concittadini. premessa necessaria: abito ad un paesino a qualche chilometro di distanza ma come non dirsi avellinese? dopodiché se quello che viene è soltanto una noiosa sequela di cazzate, dipende da me, mica dal fatto che non sono un autoctono.

città terremotata ma fu la provincia a piangere i morti. e pure le etichette ingialliscono col tempo. resta il corso principale – groviera, un palazzo mancante ogni quattro, a non disperdere la memoria, oramai venticinquennale. e sparsi prefabbricati pesanti. amianto a cena. per celare gli scempi della ricostruzione, occasione gettata al vento, o quasi, di sicuro si vive in case meno traballanti. montevergine continua a proteggere la nostra isola felice. eppure infiltrazioni camorristiche sono evidenti, racket e attività commerciali aperte con denari di dubbia provenienza. in ogni caso sarebbe falso affermare che la città sforni nidiate di malavitosi, mancano i presupposti. spiantati, sì, a bizzeffe, ma d’altronde, cresciuti con queste prospettive, come potrebbe essere altrimenti? e poi, forse, è così pure a nuoro o a taranto, e mica ne fanno una questione di campanile. realtà di provincia profonda!

la politica avellinese è al contempo più facile e più difficile da spiegare rispetto al quadro nazionale. più facile perché non esistono gli sconquassi di una coalizione: il centrodestra. solo qualche volenteroso a reggere le insegne sul campo di battaglia, in nome di un ipotetico principio di alternanza democratica; per il resto personaggi privi di spessore, incapaci di sovvertire un sistema di potere auto-perpetuantesi. più difficile perché non esiste un vero centro-sinistra. esistono De Mita (ex presidente del Consiglio) e Mancino (ex presidente del Senato) e subalterni contro Opposizione al governo. e sottolineo le ex cariche dei due, perché, qui, il discorso politico è talmente antidiluviano che la contrapposizione ex DC-ex PCI è attualissima come il rimpianto e la deferenza per il tempo che fu. i DS starnazzanti si battono contro lo strapotere dei popolari, lampante in tutti i palazzi di governo, enti pubblici, televisioni e giornali. ma criticare il “vecchio” con gli stessi dirigenti di venti anni fa deprime. e tutto il gioco politico si riduce alle crisi minacciate dai consiglieri/assessori DS al comune, guidato da un Margherita, e alle imminenti dimissioni degli assessori Margherita alla provincia, governata dalla De Simone, DS. guardiamo avanti!

e l’immondizia che s’ammassa ai bordi delle strade, quando l’emergenza si fa grossa. quando tutti cominciano ad alzare la voce, caro bassolino, non ti voto più! interi paesi in rivolta dietro la fascia tricolore del sindaco, ché nessuno vuole discariche, né CdR, né termovalorizzatori a fare scempio delle bellezze naturalistiche. e quando queste non ci sono, a devastare i campi di patate. i nostri rifiuti costretti ad emigrare in germania, come i nostri zii. e vedrai che non torneranno! intanto differenziamo quel poco che basta a uniformare la coscienza mentre un poco più in là le ecocamorre contano i milioni, che, loro sì, sanno come riciclare. eppure, lo sento, è questo l’affare su cui puntare. finanziatemi, che ci punto!

il traffico peggiora quando c’è la pioggia e tutti si trasformano in guidatori stanchi, in guidatori funky, fanculo a tutti quanti. specie ad avellino, con tre vie, cinquantamila abitanti e centomila auto. fondo stradale dissestato e segnaletica orizzontale oramai svanita. ma i lavori di rifacimento si rinviano oltre, ché se chiudi una strada, scoppia il ’48. auto in doppia e in tripla fila e vigili urbani che multano i pedoni distratti. però, non quelli che per una strana abitudine attraversano sempre seguendo una linea obliqua, mai sulle strisce zebra, e resistono in strada, con arditi slalom tra le auto-paletti, anche per trenta, quaranta metri, indecisi sul marciapiede da attraccare. corsia preferenziale per gli autobus, trasformata in corsia di sorpasso, non importa quale sia il senso di marcia. indiani sioux ingaggiati dall’amministrazione comunale per educare gli automobilisti all’utilizzo delle frecce bidirezionali. nuova autostazione pronta ma inagibile per pastoie burocratiche, i vandali ne approfittano. insomma un macello. come la piazza!

e l’eterna questione dei palloni da calcio sgonfi o peggio bucati. costringono giovani numeri 10 a calibrare con maestria il tiro e a perdere tempo prezioso quando la palla s’incaglia sotto le 127. il tabaccaio che ci vendeva tre o quattro supersantos al giorno, alla modica cifra di £ 3'500, ora sverna in Brasile, e mai ci consigliò di spostarsi dal filo spinato. saracinesche che fanno da porta, sbang! quando è gol, e traversa immaginaria, variabile a seconda dell’altezza del portiere di turno. vincere, tre contro tre, trentasette a trentacinque, sedici gol e dieci assist, ti faceva sentire il nuovo anastopoulus. poi consolare gli avversari, dicendogli che l’avevano persa a centrocampo, era fair play. chi diventerà mai un campione, quello con la maglia taroccata dell’inter e le scarpette da tennis, o il chiattone dalla tecnica fina?

lo stadio partenio ha la sua legge. da ultimo ripetutamente violata. da scorribande avversarie. ultras che si difendono dalle diffide e criticano decreti. tifosi veri confidano nella cura colomba e in una pasqua tranquilla. palazzetto dello sport semivuoto, in cui la seria a di basket si alterna al saggio di ballo latino americano della scuola di Castellammare. e di fronte una piscina in costruzione, non olimpionica, forse nemmeno semi olimpionica, per il giustificato timore di fare qualcosa di lungimirante. campo coni, atletica in centro città, meeting annuale senza sponsor e per il resto jogging per gli appassionati o solo soprappeso. scuola tennis gestite dal figlioccio di galgani, affarista e da anni lontano dai campi. meglio il sosia di jim courier.

clima ostile incentiva attività ricreative al coperto. piove e le palestre spuntano come funghi. un’intera generazione prende confidenza con presse e bilancieri. misura il carico. puntella il fisico. e nello sforzo più estremo soffia via un pizzico d’anima. ci siamo passati anche noi, per carità, né ci placa passare per bacchettoni. è che fingersi ipersportivi, restando fermi, è un controsenso!

7.10.05

outsiderismi

oggi mi sento un outsider...come scalfarotto!

5.10.05

segreteria

sono momentaneamente assente. lasciate un messaggio dopo il segnale acustico.

silenzio.

silenzio.

silenzio.

beep!

2.10.05

impressioni d'ottobre

impressioni d'ottobre. sfogo su carta una certa gioia di vivere. e di scrivere. che, forse, viene dalle prime ore del giorno quando, in dormiveglia, scorrono nella mia mente post verbosi e immaginifici, mentre i post prandiali come questo, nascono loffi e destinati all'oblio. ma più che gioia di vivere, è fiducia nel giorno che verrà, fino ad ora oscurato da uno spesso strato di diffidenza, in cui siamo forgiati sin da bambini. il mondo è pieno zeppo di brutture e di bruti che le compiono, d'accordo; indignarsi, spesso, è d'obbligo, ma resistere alla vita è una forma di protesta folle!

30.9.05

vite parallele


nasce (con problemi di visualizzazione) la nuova rubrica di inadeepsleep (che ideona!). si chiama vite parallele!

Luigi Crespi, sondaggista VS Micheal Moore, regista

29.9.05

piccoli calvari quotidiani

mi convinci a risorgere ma dalla croce scendo da solo. errori su correzioni. passi, doppi passi, contrappassi. condanno a morte la mia confusione. che al patibolo non si presenta, dietro certificato medico. non c'è verso, chi mi cerca s'avvita e torna indietro. gli mando saluti autentici e cartoline autografate. da oggi vorrò fare meglio ogni piccola cosa e fugare la nebbia che mi tiene sospeso. non è questione di tre giorni...

27.9.05

postrazio

conosci te stesso. e poi il mondo. sapienza greca male (e tardi) attecchisce qui dove si è. non hai esperienza, dici tu. discorso banale e generalizzante, dico io. diciamo e diciamo, insomma. ruotiamo come le statuine dell’orologio; il sole c’illumina, ma c’irrigidiamo irrimediabilmente. che poi, dei due, m’irrigidisco più io. entro in catatonia. lascio a spasso i pensieri. e giù con la logica degli “avrei dovuto” e degli “avrei voluto”. e digrigno i denti. e i nervi ballano. e il sangue ribolle. ma non desisto. perché sei l’incontro più prezioso dopo quello che ho fatto con me stesso. figurati!

26.9.05

cadute di stile

quando perderò i capelli non mi attaccherò a niente

25.9.05

sicurezza personale

sono più i giorni in cui sopravvivo che quelli in cui muoio!

20.9.05

aforisma (?) mancato (!)

c'è chi cambia casa per studiare e chi cambia studi per vivere.
preferisco i secondi!

18.9.05

pomeriggio bianco

tigri di zanzare, vigliacche come nessuno, succhiano quel che resta di vitale. curvo sulla mia distonia distolgo lo sguardo dalla loro ingordigia. e le parole che non so dire deridono l'uomo che sono, taglieggiano l'uomo che non so essere. che spaventato va a nascondersi in un cantuccio in attesa di pomeriggi migliori. ciò per dire, che domenica del cazzo!

13.9.05

calembour...mica tanto!

d'un tratto, evaporata. il tempo di perdersi di vista un attimo che già ci si è persi per sempre. e nel frattempo attracco nel mio vecchio porto, bevo nel mio vecchio bar, senza pensarvi. perché, andandomene, ho pure sbattuto la porta sul muso a due miei parenti, a due miei amici, a due miei cani. ho un brutto carattere. importa?

10.9.05

soffoco tra la gente che pure amo

luciano non ci sarò e non solo perchè musicalmente mi sei indifferente. sono i concerti che letteralmente mi soffocano. come pure le megafeste di compleanno, le disco-balere, le spiagge d'agosto, le sagre di paese, le messe, i comizi, le assemblee, le processioni, i cortei, le partite allo stadio, le file postali e non, i centri commerciali (comunque), le code autostradali, gli ingorghi cittadini, le riunioni condominiali, i cessi pubblici, la metro in piedi, i musei di massa, i cinema multisala, i fast food dove s'ingrassa. insomma qualsiasi assembramento umano mi procura una noia fisica fin da bambino. m'opprime la calca. quindi (e questo è diretto a voi) la prossima volta che ci si incontra, non buttatevi addosso!

7.9.05

i bimbetti del quartierino

sono cresciuto con un supergiovane menefreghista, un autista solitario, un attore logorroico, un artista dialettale, un militante apolitico, uno scaricapacchi omofobico, uno studente ansiogeno, un informatico triste, un artigiano fighetto, uno scienzato credulone, un bancario raccomandato, un operaio scorbutico, un nevrotico pasticcione, un violinista depresso....

6.9.05

diversa accezione

settembre scontra con la realtà. fuori dalla favola dai risvolti amari. fuggo nella città che da tempo mi sfugge. e scelte che non saranno decisive ma magari, per via dell'eterogenesi dei fini, indicheranno la strada. non viene mai il dubbio che se ne percorre comunque una ed una soltanto, a dispetto delle rivoluzioni domestiche di ciascuno? per certi versi è l'insoluto problema della predestinazione. nel frattempo mi consolo con la grazia del tuo amore possibile.

3.9.05

il costo dell'innovazione

si aggiungano pure successivamente tante diligenze quante si vogliano, non si otterrà mai una ferrovia!

Joseph Alais Schumpeter

2.9.05

'a legge dò cuzzetto

deriva esistenziale deriva da chissà cosa. l’unica certezza è il sicuro attaccamento al tormento. al groviglio. al rovello. allo struggimento. alla macerazione senza causa. senza margine. declino dell’occidente o forte contusione alla zona occipitale? dopo il taglio dei capelli, “ ‘a legge dò cuzzetto è implacabile! ”

1.9.05

senza titolo

per risollevare le sorti di questo blog scalcagnato e pressoché privo di contenuti sono indeciso tra forme di incentivazione economica e le foto porno. strategie markettare impongono di lasciare commenti in ogni dove, arguti e magari accattivanti. ma raramente io accattivo, né mi piace una promotion d’accatto. di primo acchitto la blogosfera m’incuriosì. vagai per post di stralunati, in un tempo in cui mi cingevo di uomini-squadra. per i quali è fondamentale il risultato, il loro, non lo spogliatoio. intanto non sapevo che ruolo avere. perché se scegli un ruolo, rischi di non cambiarlo più. fingevo di essere fuori ruolo. insomma temporeggiavo. mi nascondevo tra le righe non sense di inadeepsleep e nel frattempo mi riappropriavo delle mille (e cangianti) espressioni del mio volto.

primo settembre: piove!

se ora vivessi, non scriverei!

lo shinystat è per gli stolti, dunque lo sono!

quando smetterò questi abiti, partirà un applauso pre-registrato!

postare presunte frasi ad effetto, con l’insopportabile spazio di un rigo, convengo, fa cagare!

30.8.05

sagrifizio

speriamo che quello di berlusconi sia un sacrificio come dio comanda!

29.8.05

visioni

se andiamo avanti così, fra qualche anno sulle spiagge campane i bambini costruiranno di nascosto, invece del solito castello, un termovalorizzatore!

27.8.05

post litigio

sorrido. come allo specchio quando piango. il fascino del contrasto. suggestione infantile. ok, proseguo!

26.8.05

sottoscritto

le teorie che parlano di un mondo interamente buono o totalmente cattivo gli sembrano sciocche. di coloro che credono in un mondo interamente buono dice che non comprendono la perversità. quanto ai pessimisti la domanda che rivolge loro è: "tutto qui, ciò che vedono tali persone?". per lui il mondo è buono e cattivo, e perciò né buono, né cattivo. dare un giudizio è, per i sostenitori così dell'una come dell'altra teoria, una soddisfazione di per sé. mentre per lui il giudizio viene dopo la meraviglia, lo studio degli uomini, lucidi e obnubilati, gelosi, ambiziosi, buoni, soggetti alla tentazione, curiosi, ognuno nel suo tempo e con le sue abitudini e i suoi motivi, e con l'impronta della stranezza nel mondo. in un certo senso, tutto è buono, perché esiste. o, buono o no, esiste, è ineffabile e per questa ragione meraviglioso.

Saul Bellow, L'uomo in bilico

25.8.05

slealtà

sto dietro alla mia ossessione come un segugio distratto. ne perdo le tracce. ritorna insieme alle altre ossessioni ed io a correre smarrito. avremmo pure potuto risolvere da soli!

24.8.05

scoloro...

perché non voglio scambiare un'oncia di anima
con un chilo di prestigio sociale!

20.8.05

da destra a sinistra

Ho bisogno di svuotarmi:

Pino Rauti. E l’ingegnere di provincia che lo sostiene. Adriano Tilgher. Roberto Fiore. Forza Nuova, Alternativa Sociale, Destra Nazionale, i neofascisti , i nostalgici, quelli che attaccano AN da destra, quelli che attaccano i manifesti neri neri a Piazza Bologna, tutti quelli che barrano i simboli su cui campeggia una fiamma. Ovviamente Alessandra Mussolini. E i Mussolini, in genere. E perfino la Sofia Loren (che è la sorella della mamma, che ha sposato il figlio di Benito, che…). E la memoria di Almirante. E la moglie, donna Assunta, che pontifica in romanesco. Alleanza Nazionale. E le correnti. Destra sociale. E i vice di Fini che malignano al bar. Gianfranco Fini. Le svolte di Fini. Gli incarichi di Fini. Le incazzature di Fini. Maurizio Gasparri e la sua imitazione. Ignazio La Russa. Altero Matteoli. Francesco Storace che perde e diventa ministro. Mirco Tremaglia, ministro repubblichino. Giovanni Alemanno. Urso, Buontempo detto “er Pecora”, Landolfi, Gustavo Selva, la Santanché ed il Billionaire, Italo Bocchino, Alfredo Mantovano. La lega Nord. Umberto Bossi ed il culto di Bossi. La Padania come entità geografica. La Padania come giornale. Il suo direttore delirante. Il tg nord raccapricciante. La radio Padana farneticante. I raduni di Pontida. Lo svilimento del verde. Le camice verdi. I fazzoletti verdi. Il Dio Po. Il rito dell’ampolla alla sorgente. Le parole d’ordine: secessione, federalismo, romaladrona, chi fa andare avanti il Paese?, il sud assistenzialista, le riforme. Roberto Calderoli, lo sparacazzate. L’Ing. Castelli, ministro di Grazia e Giustizia. Bobo Maroni. Pagliarini. Il capogruppo Cé. Borghezio, la xenofobia, l’islamofobia. Libero e Vittorio Feltri. Oriana Fallaci. SILVIO BERLUSCONI (che merita puntata a parte). Gianni Letta. Forza Italia. Il partito azienda. Il partito che non c’é. Il partito delle convention. L’inno di Forza Italia. Il simbolo di Forza Italia. Gli azzurri. La retorica della “discesa in campo”. La fine del 1993. Il 1994. Tutte le annate successive fino ad oggi. Marcello Dell’Utri. Cesare Previti. Gli avvocati di Previti. Gli avvocati di Dell’Utri. Gli avvocati di Berlusconi. Ovvero i parlamentari di Forza Italia. Nicola Ghedini. Carlo Taormina. Il portavoce di Berlusconi, Paolo Bonaiuti. Schifani ed il riporto che non c’è più. L’indimenticabile On.Vito. L’ossequiente Bondi. L’Avv. Biondi, che ora perde tempo a difendere il Genoa. La Prestigiacomo, con annessa presunta liason con Fini. Martusciello. Urbani&Sgarbi. Tajani. Scajola. Beppe Pisanu, Frattini, Letiziona Moratti. Il filosofo popperiano, Marcello Pera. Il Presidente della Regione Lombardia e CL. Il giornalista Jannuzzi. Il Foglio di Giuliano Ferrara. Il Giornale e Maurizio Belpietro. L’UDC. PierFerdinando Casini, futuribile premier. Lo charme di Casini. La moderazione di Casini. Marco Follini. I distinguo di Follini, i silenzi di Follini, i ripensamenti di Follini. Il teo-con Bottiglione. Il costituente D’Onofrio. Bruno Tabacci e le sue bordate. Volonté , non l’attore. Il presenzialismo di Carlo Giovanardi. Totò Cuffaro e i siciliano. Raffaele Lombardo e gli autonomisti. I voti di Baccini. Il partito unico e la casa dei moderati. La nuova Dc e tutti quelli che la evocano. Gianfranco Rotondi. Paolo Cirino Pomicino. I relitti post DC. Francesco Cossiga. Giulio Andreotti. Mino Martinazzoli. Il Partito Repubblicano a destra. La Malfa. Il partito socialista a destra (?). Gianni De Michelis. Bobo Craxi. Chi oscilla tra un polo e l’altro. Chi non è fuori dai schemi. I radicali. Marco Pannella. Gli scioperi della fame di Pannella. La mole di Pannella. Emma Bonino. Daniele Capezzone. Luca Coscioni. Radio Radicale. Clemente Mastella e la politica del “che mi dai?”. L’UDEUR, di cui stranamente non mi viene nessun altro esponente. Ceppaloni e Telese Terme. La Margherita e i suoi petali. La Margherita: democrazia e libertà. La Margherita sola al proporzionale. La Margherita che dice no alla Fed. Ma sì alla Gad. Francesco Rutelli, che già ha perso. Rutelli e la cicoria. Rutelli e la Palombelli. Rutelli ed il suo cipiglio. Franco Marini che fa e disfà. Ciriaco De Mita che fa e disfà solo qua. Nicola Mancino. Pierluigi Castagnetti. Arturo Parisi, Willer Bordon e i prodiani della Margherita. I diellini. Enrico Letta, il giovane. Beppe Fioroni. I due Bianco. Dario Franceschini. Rosi Bindi. Tiziano Treu. Franco Lusetti. Enzo Carra. Naturalmente Romano Prodi. Il professore. Il pulman del Professore. La Fabbrica del Programma del Professore. Lo staff del Professore. Bologna e il Professore. Le Primarie del Professore. I diktat del Professore. L’Italia dei Valori di Antonio Di Pietro. Il cerchiobottismo di Di Pietro. I Repubblicani Italiani della Sbarbati. Lo Sdi di Enrico Boselli e Villetti. L’avversione per i “processi pubblici”dello SDI. I Democratici di Sinistra. Il Correntone o sinistra DS. La transizione PCI-PDS-DS. I padri nobili dei DS. Botteghe Oscure ed il Botteghino. Il direttivo DS. Piero Fassino. La probità di Fassino. La magrezza di Fassino. Fassino fordista. Fassino e Torino. Massimo D’Alema. I baffi di D’Alema. Le barche di D’Alema. La supponenza di D’Alema. La stucchevole moderazione di D’Alema. Il doppiogiochismo di D’Alema. Il D’Alema della Bicamerale e il D’Alema del ’98. Walter Veltroni. Il kennedismo di Veltroni. L’Unità di Veltroni. Il cinema di Veltroni. I libri di Veltroni. L’Africa di Veltroni. Roma e Veltroni. Luciano Violante. Il giustizialismo di Violante. Le tranvate di Violante. Gavino Angius. Fabio Mussi. Mussi, amico di D’Alema a Pisa. Giorgio Napoletano. Franco Bassanini. Salvi. Livia Turco. Morando. Vannino Chiti. Marco Minniti. Ranieri. La speranza Cofferati. Cofferati e i tre milioni al Circo Massimo. Cofferati, sindaco di Bologna. Le regioni rosse. Emilia Paranoica. I girotondini. Paul Ginsborg, Pardi. Flores D’Arcais e Micromega. Santoro e gli epurati di Sofia. Lilli Gruber. L’Unità. Le feste dell’Unità. Le cooperative rosse. Unipol, Consorte e tutto l’ambaradan. Il posizionamento di Achille Occhetto. I Verdi. Il Sole che ride. Pecoraro Scanio. Paolo Cento. Gli ex portavoce ora defilati, Manconi, e la donna di cui non mi viene il nome. Le battaglie ambientaliste. Il PDCI di Cossutta. E della figlia di Cossutta. Diliberto. I calci di Katia Bellillo. Il castrismo di Rizzo. Rifondazione Comunista. Fausto Bertinotti. Il portaocchiali di Bertinotti. I salotti buoni di Bertinotti. La parlata di Bertinotti. La svolta non violenta di Bertinotti. I movimenti e Bertinotti. Porto Alegre e la mondializzazione. L’Avv. Pisapia. Nichi Vendola. L’omosessualità di Vendola. Chi, nel partito, vuol togliere di mezzo Bertinotti. I no global. Agnoletto. Luca Casarini e Caruso. Lo sfondamento della zona rossa e le guerre mediatiche. Gli autonomi. ….eccetera, eccetera, eccetera

“IL TASSO DI DEMOCRAZIA E’ DIRETTAMENTE PROPORZIONALE ALLE RISORSE UMANE DISPONIBILI”

parigi

19.8.05

credo in un solo dio...

giovani israeliani, irretiti da rabbini intransigenti, difendono i territori.
giovani cattolici accolgono festanti b16 e cantano e pregano.
giovani islamici studiano il corano mentre giovani imam incitano all'odio.
dio è morto.
ma il culto dei morti, evidentemente, è inestirpabile!

17.8.05

silenzio

...questo era l'uomo: il più fermamente nichilista e il più tranquillamente disperato, che avrebbe posto la letteratura al di sopra di tutto se non avesse pensato che esisteva qualcosa al di sopra della scrittura: il silenzio!

promesse

infiltrati ritardano il ritiro dai territori occupati. estremisti religiosi sognano il grande Israele, la terra promessa dal dio delle scritture… a me, a voce, lo stesso dio (?) ha promesso un trilocale al testaccio, non ci scommetterei, pure se vuoto!

14.8.05

perchè postare una canzone allenta la tensione

Ho calcolato col pallottoliere
tutte le ansie che in un giorno
riempiono il bicchiere fino all’orlo
ma poi la bocca le beve, chissà
Quale aiuto potrei ricevere a notte fonda
telefonando a un numero verde?
Parlarne con l’estraneo a cosa serve
se ascoltarmi non sa…

L’ampiezza di un ombrello non è proporzionale
alla grandezza di certe gocce, che piegherebbero
un tergicristallo prima di arrendersi alla sorte

Il sonnifero entra in funzione fra le sei e mezza e le nove,
mi addormento pensando alle code in autogrill
Gli occhiali non mi servono più per vedere
ma per piacere a tutti gli altri
Per questo che non erano lì sul comodino
ma dentro al cestino dei panni sporchi

L’ampiezza di un ombrello non è proporzionale
alla grandezza di queste gocce,
che sbandano nel vento parallele,
come due barche col mare forte

Cigolando su vecchie altalene
volo via a gambe distese
Il colore del cielo è turchese
e in teoria conforme alla CEE
Va di moda la carta carbone
negli hotel dove rubo il sapone

Cigolando su vecchie altalene
volo via a gambe distese
Il colore del cielo è turchese
e in teoria conforme alla CEE

Ho saldato le multe sospese
luce e gas bollette comprese
Il narcotico dallo al leone
casomai volasse il tendone

Cigolando su vecchie altalene
volo via a gambe distesea
nche un calcio nel culo va bene

purchè sia conforme alla CEE



Samuele Bersani, Conforme alla CEE

12.8.05

pax agostana

in disparte nella blogofera di chi ha cose da dire, e in quella di chi, pur senza argomenti, sparla a gran voce, raccolgo riflessioni sparse, spendo una retorica d'antan, volutamente urticante, difendo la mia fortezza bastiani, ai margini del deserto, unknown blogger, straniero nella comunità di provetti internauti, vomito parole a caso perchè intuisco, a debito di precedenti intuizioni, che, in fondo, è questa l'essenza del mezzo o di un'epoca.

10.8.05

marketing

far fuori un europeo è prendere due piccioni con una fava, sopprimere allo stesso tempo un oppressore ed un oppresso: restano un uomo morto ed un uomo libero.

Jean Paul Sartre

29.7.05

goccia di sudore

e giù la voglia di scrivere un post gioioso. in un blog ultimamente accasciato. che se arrestano l’attentatore islamico di londra a roma, mica male, vuol dire che aveva cambiato idea e dove redimersi se non nella città santa. che se il governatore della banca d’italia riceve telefonate notturne un tantinello affettuose dal banchiere raider, mica male, i rapporti distesi rendono meno gravoso il controllo e danno una mano all’economia nazionale. che se il berlusca assicura la sua ricanditura a premier, mica male, può essere che per una volta si vince a mani basse. che se per un giorno ci sono quaranta gradi, mica male, è l’estate che accampa i suoi diritti e noi allegri possiamo pure offrirle qualche goccia di sudore!

27.7.05

parto

prima o poi parto. che è tempo di recidere questo cordone ombelicale!

23.7.05

meglio pelè o maradona?

uno scatto in salita di pantani vale più di 77 tour targati armstrong. in ogni caso, chapeaux!

21.7.05

viandante

ma forse non c'è niente da capire!

19.7.05

citazioni maynardiane

"Nel lungo andare saremo tutti morti"


Parlando della forma più cruda della teoria quantitativa della moneta come valida solo a lungo termine egli osserva: "Ma questo lungo andare è una guida ingannatrice negli affari correnti. Nel lungo andare saremo tutti morti. Gli economisti si attribuiscono un compito troppo facile e troppo inutile se, in momenti tempestosi, possono dirci soltanto che, quando l'uragano sarà lontano, l'oceano tornerà tranquillo."

Al banchetto in suo onore per il ritiro dalla direzione della Royal Economic Society, 1945

"Vi porgo il saluto della Royal Economic Society, dell'economia e degli econisti che sono i depositari non della civiltà, ma della possibilità della civiltà.

e soprattutto...

"Il rischio nell'adottare la scelta apparentemente più audace è generalmente inferiore al rischio dell'inazione"
Tutte le citazioni sono riprese da "Vita di John M. Keynes" di Harrod (1951)

15.7.05

devozioni

ho superato il ponte sulla ferrovia. nelle cuffie airbag dei radiohead. sapevo che era un simbolo, ma non sapevo perchè era un simbolo. ho combattuto il caldo respirando affannosamente, da asmatico. dà sollievo a discapito dell'impressione nei passanti. percorso accidentato di una periferia ancora dura da venire. accoglienza freddina come da abitudine. sottili violenze psicologiche. uno schiaffo per scherzo. fuggo via per il contegno. un'ora di pensieri folli sulla strada che ora corre in un attimo. poi riappacificati via sms. non posso permettermi di perderti. non posso permettermi di perdermi.

5.7.05

pozzo che fissa il cielo

c'è luce in fondo al tunnel. pare di vederla. a meno che questa sia una notte buia e senza luna e lì in fondo una galleria iperilluminata!

1.7.05

extra time

ormai con te lontana le cose sono lasciate al suo corso. e non è che vadano peggio. procedono fluide. incommensurabili. incomprensibili. sono qui a scaricare la solitudine. voglio mapparla. che ora sono solo ed è facile. ma io ci provo pure quando sono in mezzo alla gente. in genere me ne esco con battute poco felici, e addosso la riprovazione gelida della bella compagnia. la mia solitudine, piacere! quella distanza dalle cose del mondo. quell’infinito malessere per le cose del mondo, che si riflettono sulla tua esistenza mediocre, inumana per certi aspetti, quali aspetti?, forse è così da secoli. tu lontana dicevo, a raccogliere capi d’accusa per inchiodare il tuo uomo o, chissà, a parti inverse, sei tu sotto torchio. mi dispiacerebbe, non credere! sei al contempo la persona che ho amato di più e quella per cui ho provato più pena. rinsecchita e inguaiata, mia cara, come avrei scommesso su una tua resurrezione. la tua qualità è l’ostinazione. zelante come nessuna, una volta individuato l’obiettivo, lo centravi, nulla da fare. è anche la tua rovina, però. se l’obiettivo è su una nuvola, poi cadi giù. ma magari ora è tutto passato. magari ora sei una donna felice, realizzata con un uomo grasso e ruttante accanto, quello che ci vuole per te, anche perché rutto&intelligenza convivono meravigliosamente. io non ruttavo al tuo cospetto, solo singulti, insomma rutti abortiti, con sobbalzo pettorale, accade quando mangi troppo velocemente ed io ingurgito tutto con una foga selvaggia. tradizione contadina. la prossima volta, se capita d’incontrarci, ti saluterò con trasporto, promesso e spero peserai il giusto.
la solitudine dicevo, qui, nella città che mi ha accolto (?) da quattro anni. lo stesso appartamento. le stesse tapparelle verdi su grigio. il palazzo di fronte è giallo con tapparelle arancioni. quanto tempo a fissarle, negli attimi di stand by. se uno potesse raccogliere tutti gli attimi sprecati, tutti gli attimi volati via a non pensare ad un tubo, metterebbe insieme parecchi mesi, che in una vita di lunghezza media, mica sono da buttare. poi dipende dalle persone. io farei meglio. si potrebbe chiedere a chi gestisce le COSE, di poter riutilizzare il tempo sprecato a fissare oggetti inanimati senza pensare ad un tubo, sì, potrebbe essere una buona rivendicazione, dopo tutto. termini la tua esistenza terrena, che so, a 61 anni, 7 mesi, e 231 giorni, un occhio a bordo campo, e “chi di dovere” alza la lavagna luminosa, e mostra un recupero di 8 mesi e 26 giorni. il pubblico si rianima. si alza in piedi ad incitare. è vero, sono gli ultimi 8 mesi e 26 giorni, cazzo!, ma la partita la si può ancora aggiustare.
e magari recuperare anche il tempo passato a scrivere post inutili, che la serata la si può ancora vivere!

sconcerto

ieri sera grande sconcerto. sul palco lei, urlante e spaccachitarre. peccato ci fossi solo io a guardarla. peccato per il mio naso!

29.6.05

evidentemente io non sono!

certuni son soddisfatti di essere. ESSERE. altri han voluto divenire. a quelli che sono tocca il meglio. quelli che divengono debbono sempre presentare spiegazioni e giustificazioni a quelli che sono. quelli che sono invece provocano tali spiegazioni.

Il re della pioggia, Saul Bellow

28.6.05

nuovo template

ho cambiato il template. non c'è più spazio per la prima cosa che scrissi sul vecchio. la lascio qui. a futura memoria!

ho dormito fino a poco fa, profondamente. non ricordo cosa ho sognato. ora, lentamente, mi rialzo. mi stropiccio, sbadigliando ebetamente...continuo a dormire, inavvertitamente!

25.6.05

in attesa del download

navigo a vista. intanto scarico un anti spyware (che magari si chiama in un'altra maniera). il mio pc è allo stremo. le sue difese immunitarie sfiancate da questa orda di files maligni che si annidano negli anfratti più nascosti del disco fisso. appena rientrato. fuori un caldo che sembra kinshasa. eppure si gesticola agli incroci. grugniti ammessi. parole significanti rare. in realtà si attende con ansia la stagione delle sagre, delle feste patronali, delle serate ballo liscio e discoteca per i giovani, delle puntate a mare, dei "da quanto non ci si vede?", e "ora quando ci vedremo?", dei "sei ingrassato?", dei "è morto due mesi fa", quest'ultima giusto per chiudere la serie dei virgolettati. (siamo ancora al 37% del downloading). in tv ripassano i vecchi film di sordi. tutti sottotitolati alla pagina 777 del televideo. quelli che già conosci le battute e ridi prima che le pronunci. diventi così insopportabile se sei in compagnia di una persona che non li ha mai guardati. ma magari fossi insopportabile solo per questo. oggi ho appreso che la yahoo! ha sofferto molto sotto l'amministrazione di tim koogle (ironico?) e che a stare lontano da te soffro io soltanto.

21.6.05

pollice verde

ad una mia amica che maltratta le sue piante ho detto, per farle riprenderle non ci vuole il pollice verde, qua ci vuole l'incredibile hulk!

19.6.05

post di serie b

sì, volevo evitare di far menzione della mia città, un po' per pudore, un po' per irrilevanza, ma ora la gioia (per me) è incontenibile, qui no, a duecentoquarantatre chilometri dal partenio, l'attenzione è per le nozze del pupone e ho detto tutto! forza avellino, forza lupi!

eu(i)ronia

"mi scuso se la mia conferenza dovrà concludersi presto ma debbo imbarcarmi fra qualche ora per gli Stati Uniti dove illustrerò al presidente Bush la forza ed il vigore di questa Europa."

Jean Claude Juncker, Primo ministro lussemburghese, Presidente di turno dell'Unione Europea.

16.6.05

aut aut

e così ho messo le ali, mi sono alzato in cielo, accarezzato da una leggera brezza estiva, ho sorvolato il mio quartiere che confina con il tuo, separati dalla ruggine dei binari della ferrovia, che si incrociano, che si dividono, che si sovrappongono, che scompaiono in sterpaglie ingiallite, sotto carrozze sventrate. e qui, in alto, solo l'indistinto ma costante rumore di sottofondo di questa città, chissà da quanto tempo non si ferma, ora vicino, ora lontanissimo, ora soffuso, ora fortissimo, una sirena impazzita, il lamento del vicino del terzo piano ne fanno parte, io volo e li porto con me. mentre piccoli omini s'affaticano a dar un senso alla strada che percorrono, mentre tu ottieni la tua razione di vita, distante da me, oltre i binari, divisa con chi sa chi. e seppure queste parole risultano vuote e inefficaci, m'accade quando volo sai?, mi faccio (sor)prendere dalla vastità, dalla impressionante numero di volontà che cozzano, la tua e la mia, e così smetto di battere le ali (così fragili), e non precipito, continuo a volare sospinto dal vento, non scelgo, e nonostante il rumore di questa città, resto in silenzio a sbirciare gli omini affaccendati che decidono di decidere.

14.6.05

doblin

...e vinse la sua vita nel momento in cui la mise in gioco senza riserve...mi assento per un po'...sono senza riserve!

12.6.05

si, sì, si, sì

i miei quattro sì in un seggio desolatamente vuoto. e sulla strada milioni di bambini che uscivano dalla prima comunione...

11.6.05

barra spaziatrice

slanci di vitalità - spazio vuoto - sprazzi di fantasia - spazio vuoto - solenni infatuazioni - spazio vuoto - liriche sovrastimate - spazio vuoto - progetti di vita - spazio vuoto - spazio vuoto - spazio vuoto!

10.6.05

rampogna

...mamma come spiego male le cose....

9.6.05

disimpegno

marchi una posizione. ricopri una carica. credi in una causa. sostieni un'ideale. ti batti per un fine. che fatica! abbandona tutte le tue inutili parole (bla, blaa, blaaa): benvenuto nell'era del disimpegno (per forza di cose ottimista).

7.6.05

vuoto siderale

ho preso un granchio. il gambero m'incoraggia: "andiamo avanti!"

6.6.05

evidenze

annaffia i saperi. germogliano i pareri.

5.6.05

risate

l'esternazione di ieri del ministro calderoli, "sull'euro, ciampi ammetta la sconfitta", è una delle più esilaranti di sempre. se la giocherebbe solo con "sulla spedizione dei mille, garibaldi riconosca la pretenziosità". che ridere, signor ministro, che ridere!

2.6.05

invidia

una volta linkati, sono assicurate le mie venti visite mensili. non male in una blogosfera in cui sono i counter, più di ogni altra cosa, a sancire il buon esito di una scrittura. questo per dire che ho deciso di aggiungere una manciata di links alla mia lista. mi preparo per la navigazione. m'accingo ad aprire le finestre. m'aspetto sorprese. d'altronde in ballo ci sono una ventina di visite mensili, mica poche!

31.5.05

20/12/2004

sovvertire la scala di valori familiare: il sonno è sacro. dormi che ti passa! rubare ore al sonno, nuovo paradigma. (sonno come metafora). forme velate di dissenso già se ne erano viste in passato, per la verità. ma si era confidato nella resipiscenza del principe. ora che la stagione delle speranze è sfiorita, occorre trarre il dado, pur nell'incertezza dei risultati. è probabile che prima dell'insonnia completa, si debba combattere con gli sbadigli!

29.5.05

scrivere - parte seconda

finché un giorno mi sposai, diciasettenne battutista, con lei che mi cercò e ti dico sposi, sì, sposi. non perchè lo fossimo ufficialmente, non perchè rispettassimo le formalità noiose di un matrimonio. non si conviveva. non si cenava insieme. i nostri genitori non si conoscevano. né io conoscevo i suoi, né lei i miei. però sposi, perchè il nostro era un vincolo, che, credevamo, fosse destinato a resistere. alcune coppie si consumano rapidamente. noi pensavamo di avere tutta la vita davanti. per tutto quello che non avremmo fatto subito, ci sarebbe stata un'altra occasione. per tutte le incomprensioni, era prossima la soluzione. naturalmente è finita. e, a distanza di tempo, mi dico, non poteva essere altrimenti. cazzo è finita molto male. e, dopo un po', mi son convinto, cazzo, non poteva essere altrimenti. così, mentre il dolore mi perforava, mi son trovato con un pennarello viola in pugno, e ho cominciato a scrivere. qualcosa di più rispetto ad un diario personale perchè non raccontavo quello che mi succedeva. un diario interiore. qualcosa simile al libro dell'inquietudine di pessoa, se solo non fosse pretenzioso il riferimento. dunque periodi marcatamente esistenzial-introspettivi. e tutto quello che raccoglievo, talora effettivamente di men che minimo valore, lo nascondevo. era qualcosa di cui avrei potuto disfarmene in quattro e quattr'otto qualora fosse stato necessario. non scrivo per vivere. vivo per scrivere. ma questo già l'hanno ripetuto in tanti prima di me. mi bastava che a lasciarmi non fossero gli unici lettori per i quali avevo iniziato quest'avventura, i miei vari io. che d'altronde non hanno tardato a venir meno. poi è venuto il blog. non la diretta prosecuzione di quello che facevo. tutt'altro. un esperimento a cielo aperto. senza grosse pretese. ma con un indubbio vantaggio, sul web le mie cose sono molto meglio nascoste!

FINE

28.5.05

analogia

avevo lasciato il blog a se stesso. come l'italia...

23.5.05

sul referendum

se credono che l'embrione sia già vita, perchè non festeggiare il giorno del concepimento invece che quello della nascita?

21.5.05

altro che rutelli...

i "de marghemita" (leggi ex DC) hanno di nuovo messo le i sotto i puntini della politica italiana. sbagliano ma bisogna riconoscere che il loro ragionamento risponde ad una logica ben precisa. a cui rispondere con un ragionamento più forte, che sia capace di convincere, e non con battute rancorose né con profezie suicide.
p.s. oggi mi sento particolarmente sulla notizia!

cartine da tornasole

sulla copertina dell'economist: se fossi sardo non farei rilevare l'errore...penserei di averla scampata, più che altro...

18.5.05

scrivere - parte prima

ho cominciato a scrivere che ero già bello e maturo. o meglio, se proprio la devo dire tutta, io già scrivevo a due, tre anni, come tutti i bambini d'altronde. scarabocchiavo pagine e pagine. la prima parola di senso compiuto che ho imparato a scrivere credo sia stata il mio nome, o mamma, o cose così. ma allora scrivevo per gli altri. scrivevo perché volevano che scrivessi. mi dicevano, guarda, questa è una d, la mano di mia madre che lentamente tracciava sul foglio quelle linee tondeggianti, ora provaci tu, e io ci provavo. ma non è che questo che intendo con scrittura. io parlo dello scrivere per me. quello l'ho imparato molto più tardi. sì, quello sfogo d'introspezione su carta di cui bene o male tutti si ammalano nell'adolescenza. ebbene, io no, io, almeno formalmente, il diario l'ho schivato. formalmente dico perchè io non avevo un diario scritto, ma uno orale. mi spiego. a quattordici, quindici anni impazzivo per le radio. il mio sogno era quello di aprire una radio libera su cui far girare quello che ci pareva. ma ero professionale, mica scherzi. m'informavo sul costo delle attrezzature, sui diritti siae (libera sì, ma nell'eventualità si volesse regolarizzare), sul costo delle frequenze e via discorrendo. voglio dire, io non ero uno di quelli che aspiravano a diventare d.j. per fare il figo, no, per carità. io volevo gestire una radio, viverci dentro ventiquattro ore su ventiquattro, riempire, magari, il palinsesto quando c'erano buchi, ma avrei lasciato spazio a tutti o quasi. cosa c'entra questa storia con il diario? beh, per un periodo, ho coltivato il sogno registrando su nastro la mia voce. qualche minuto al giorno di un programma radiofonico immaginario. argomento principale: la mia vita. tono di voce il più delle volte bassissimo, contenuti agghiaccianti. talvolta i miei racconti erano intervallati dalle hits del momento. di una monotonia devastante. dopo qualche mesetto abbandonai il progetto. troppo sperimentale. ma ho conservato i nastri fino a poco tempo fa. quando in uno scatto d'orgoglio li ho distrutti brutalmente...
continua!

mi ha bloccato un virus. soffro per amore.


14.5.05

rivoluzioni

in uzbekistan, integralisti wahabiti insorgono contro il presidente karimov, il cui nome, paradossalmente, è islam!

11.5.05

!

bearsi della propria mediocrità, credersi irremovibili, poi una scossa, certezze pericolanti, rinforzare l'impianto per non rinfocolare il rimpianto.

9.5.05

autobiografia

dirompente stupidità, quanto dolore vi ho curato?!?...o per davvero sono stupido?

7.5.05

sulla rinascita

...come lacerazione di quella fiducia a cui ci eravamo consegnati, il tradimento può segnare l'atto di nascita della nostra autonomia, con cui ci congediamo dalla beatitudine infantile che è tale perchè non conosce il male, l'aspetto sinistro che sempre si nasconde dietro il volto rassicurante degli uomini, delle situazioni, delle cose... umberto galimberti su D.

indubbiamente così è meglio espressa, ma resta una delle mie poche riflessioni (di peso) da tre anni a questa parte.

6.5.05

non ho capito

dopo bush, si riconferma anche blair (proprio i due che ne avevano raccontate di tutti i colori al mondo per dichiarare guerra all’Iraq). ma siamo sicuri che la politica estera sia decisiva per vincere le elezioni? naturalmente subito mi smentisce d’alema (mica cazzi), il quale, in un dibattito organizzato dalla sua fondazione, dice che difendere e diffondere la democrazia è la missione della sinistra (vedi anche intervista di oggi a repubblica). si può discutere sul ragionamento fatto da d’alema, ma siamo sicuri che questo sia un tema decisivo del programma per le elezioni del 2006 ? è proprio necessario che via sia sempre convergenza tra i (cosiddetti) riformisti e la (cosiddetta) sinistra pacifista? la diversità di vedute sulla politica estera preclude la formazione ed il funzionamento di un governo? avere un sistema bipolare (ma non ancora bipartitico) significa che tutte le forze di uno schieramento debbano essere d’accordo su tutto? no, no, non ho capito, spiegatemi, per favore, spiegatemi!

5.5.05

scelte

mi dicono che i maniaci dello shopping sono sempre indecisi su cosa acquistare. se ne avessero la possibilità svuoterebbero i negozi che frequentano. avrei bisogno di un paio di scarpe. ho cercato un paio che mi piacesse. nulla. forse sono troppo affezionato alle mie, oramai bucate. esausto ho ripiegato sulla feltrinelli. ho comprato ogni cosa è illuminata di foer. da leggere scalzo.

3.5.05

senso

ha un senso conversare amabilmente, appoggiati entrambi allo stipite delle due porte di questo bilocale, distanti quei cinque metri del corridoio su cui entrambe danno, come in un duello (in cui giocavo in casa), e poi seduti ai due angoli della tavola, e poi in metropolitana fermi ad aspettare la frase giusta...ha un senso questa empatia?

2.5.05

della (non) ispirazione mattutina

c'è chi ha delle aspettative sul mio conto. nel brevissimo, nel breve, nel medio, nel lungo periodo. c'è chi si aspetta che collabori per un buon esame. chi desidera conoscermi meglio. chi spera in un figlio "realizzato". chi in un uomo degno. cosa volete che vi dica, non aspettatevi nulla di straordinario...aspettate!

29.4.05

dubbi

...ma che cazzo sto facendo???...

28.4.05

mangiate merda

Un'illustrazione della favola del lupo e dell'agnello
La retorica è una tecnica della persuasione, ed è stata elaborata e studiata perché su pochissime cose si può convincere l'uditore attraverso ragionamenti apodittici, ovvero scientificamente inoppugnabili. In genere si discute intorno a cose circa le quali si possono avere diverse opinioni. La retorica antica si distingueva in giudiziaria (in tribunale è discutibile se un dato indizio sia probante o meno), deliberativa (in cui si dibatte per esempio se sia giusto costruirela variante di valico, rifare l'ascensore del condominio, votare per Tizio) ed epidittica, e cioè in lode o in biasimo di qualcosa, e tutti siamo d'accordo che non esistono leggi matematiche per stabilire se sia stato più affascinante Gary Cooper piuttosto che Humphrey Bogart, o se Irene Pivetti appaia più femminile di Platinette. Naturalmente ci sono dei discorsi persuasivi che possono essere facilmente smontati in base a discorsi più persuasivi ancora, mostrando i limiti di un'argomentazione. C'è una pubblicità immaginaria che dice "mangiate merda, milioni di mosche non possono sbagliarsi", e che viene talora usata ironicamente per contestare che le maggioranze abbiano sempre ragione. L'argomento può essere infatti confutato chiedendo se le mosche prediligano lo sterco animale per ragioni di gusto o per ragioni di necessità - se cioè, cospargendo campi e strade di caviale e miele, le mosche non sarebbero forse maggiormente attirate da queste sostanze, e mangino quello che mangiano perché non hanno altro, come avviene nelle carceri, negli ospedali o durante le carestie. La retorica tende a ottenere consenso e pertanto non può che fiorire in società libere e democratiche. Se io posso imporre qualcosa con la forza, non ho bisogno di richiedere il consenso: rapinatori, stupratori, saccheggiatori di città, kapò di Auschwitz non hanno mai avuto bisogno di usare tecniche retoriche. Ma esiste anche una retorica della prevaricazione. Sovente chi prevarica vuole in qualche modo legittimare il proprio gesto e persino ottenere consenso da parte di chi soffre quell'abuso di potere. Uno degli esempi classici di pseudo-retorica della prevaricazione ci è dato dalla favola del lupo e dell'agnello di Fedro. Il lupo - che sta a monte del ruscello - cerca un pretesto per divorare l'agnello e lo accusa di intorbidare la sua acqua. L'agnello lo confuta in base all'opinione ragionevole per cui l'acqua trascina detriti e impurità da monte a valle e non viceversa. Il lupo cerca un altro pretesto e lo accusa di aver parlato male di lui sei mesi prima. L'agnello chiarisce che sei mesi prima non era ancornato. Al che il lupo ribatte: se non sei stato tu sarà stato tuo padre. E divora l'agnello. Il lupo usa argomenti speciosi, la cui falsità sta sotto gli occhi di tutti. Talora però gli argomenti sono più sottili perché sembrano prendere come punto di partenza un'opinione compartecipata dai più, e su quella lavora, noncurante delle contraddizioni che ne seguono. Leggiamoci questo brano: "Di quando in quando i giornali illustrati mettono sotto gli occhi del piccolo borghese (...) una notizia: qua o là, per la prima volta, che un Negro è diventato avvocato, professore, o pastore o alcunché di simile. Mentre la sciocca borghesia prende notizia con stupore d'un così prodigioso addestramento... l'ebreo, molto scaltro, sa costruire con ciò una nuova prova della giustezza della teoria, da inocularsi ai popoli, della eguaglianza degli uomini. Il nostro decadente mondo borghese non sospetta che qui in verità si commette un peccato contro la ragione; che è una colpevole follia quella di ammaestrare una mezza scimmia in modo che si creda di averne fatto un avvocato, mentre milioni diappartenenti alla più alta razza civile debbono restare in posti incivili e indegni. Si pecca controla volontà dell'Eterno Creatore lasciando languire nell'odierno pantano proletario centinaia e centinaia delle sue più nobili creature per addestrare a professioni intellettuali Ottentotti, Cafri e Zulù. Perché qui si tratta proprio d'un addestramento, come nel caso del cane, e non di un "perfezionamento"scientifico". Di chi è questo brano? Di Bossi? L'ipotesi non sarebbe inverosimile, ma il brano è di Adolf Hitler, da Mein Kampf. Hitler si trova a dover confutare un argomento molto forte contro l'inferiorità di alcune razze, e cioè che, se un africano viene messo in condizioni di imparare, si rivela altrettanto capace di un europeo. Hitler confuta l'argomento chiedendosi come sia possibile che un essere inferiore impari, se non per addestramento meccanico come avviene con gli animali da circo. L'argomento, che tendeva a dimostrare che i neri non erano animali, viene confutato ricorrendo all'opinione indiscussa che i neri siano animali. Ma torniamo al lupo. Esso, per divorare l'agnello, cerca un casus belli, cerca cioè di convincere tutti, e forse persino se stesso, che egli mangia l'agnello perché gli ha fatto un torto. La storia dei casus belli mette in scena dei lupi un poco più avveduti. Tipico è il casus belli che ha dato origine alla prima guerra mondiale. Nell'Europa del 1914 esistevano tutti i presupposti (economici, militari, coloniali, ideologici) per una guerra, ma nessuna di queste premesse la giustificava. Ed ecco che, a Sarajevo, il 28 giugno 1914, uno studente bosniaco uccide in un attentato l'arciduca ereditario d' Austria-Ungheria Francesco Ferdinando e la consorte. E' ovvio che il gesto di un fanatico non coinvolge un intero paese, ma l'Austria coglie la palla al balzo. Dopo aver comunicato alla Serbia un ultimatum inaccettabile, essa le dichiara guerra, e in breve tempo tutti gli altri stati europei entrano in lizza. Esiste un'altra forma di giustificazione della prevaricazione, ed è il ricorso alla sindrome del complotto. Uno dei primi argomenti che si usano per scatenare una guerra o dare inizio a una persecuzione è l'idea che si debba reagire a un complotto ordito contro di noi, il nostro paese, la nostra civiltà. Il caso dei Protocolli dei Savi Anziani di Sion, il libello che è servito di giustificazione allo sterminio degli ebrei, è un tipico caso di teoria del complotto. Chi ha saputo creare intorno a un casus belli un efficace contorno di teoria del complotto è stato Mussolini, nel discorso dell'ottobre 1935 con cui annunciava l'inizio della conquista dell'Etiopia. Sin dai tempi di Adua l'Italia non aveva potuto sottomettere l'Abissinia, paese di antichissima civiltà cristiana che, a modo proprio, cercava di aprirsi alla civiltà occidentale. Il casus belli era stato dato da un incidente di frontiera, che avrebbe potuto risolversi per vie diplomatiche. Rileggiamo i punti salienti di quel discorso. Anzitutto Mussolini annuncia che "Venti milioni di uomini occupano in questo momento le piazze di tutta Italia... un cuore solo, una volontà sola" e dunque cerca una legittimazione per volontà popolare. In secondo luogo la decisione avviene perché così vuole "la ruota del destino", e cioè gli italiani fanno quello che fanno perché interpretano i decreti del Fato. In terzo luogo la volontà di impossessarsi dell'Etiopia viene presentata come la volontà di opporsi a un furto: i paesi che ci hanno comminato le sanzioni vogliono "toglierci un poco di posto al sole". In verità essi non volevano toglierci una nostra proprietà, si opponevano a che rubassimo quella altrui. Ma ecco che emerge l'appello alla teoria del complotto. Infatti segue un appello alla frustrazione nazionalistica, con la ripresa del tema della vittoria mutilata. Noi abbiamo vinto una guerra mondiale e non abbiamo avuto quello che a cui avevamo diritto (la sindrome del complotto prevede sempre un complesso di persecuzione). Di qui il colpo di scena finale: "con l'Etiopia abbiamo pazientato quarant'anni, ora basta!". In effetti era l'Etiopia che aveva pazientato con noi, poiché noi andavamo a casa sua mentre essa non stava venendo a casa nostra, ma il colpo di scena funziona, la folla esplode in boati di soddisfazione. Naturalmente la teoria del complotto non è stata usata solo da Mussolini e da Hitler (né soltanto da Berlusconi). Altrettanto preoccupante è la ripresa dei Protocolli e del complotto giudaico per giustificare il terrorismo arabo. Dopo decenni e decenni che i Protocolli sono stati dimostrati un falso, basta visitare tanti siti Internet e controllare la diffusione anche ufficiale che hanno nel mondo arabo. Ci sono casi in cui il casus belli viene creato ex novo. Mi rifaccio ai testi dei neo conservatori americani, i quali sostengono che gli Stati Uniti, essendo il paese democratico più potente del mondo, hanno non solo il diritto ma anche il dovere di intervenire per garantire la pax americana. Essi sostenevano da tempo che gli USA avessero dato provadi debolezza non portando a termine l'occupazione di tutto l'Iraq. Dopo la tragedia dell'undici settembre, ricordavano che l'unico modo per tenere a freno il fondamentalismo arabo (e per difendere gli interessi americani in Iraq) fosse dare una prova di forza dimostrando che la più grande potenza del mondo era in grado di distruggere i suoi nemici. In una lettera inviata al presidente Clinton nel gennaio 1998 i massimi esponenti del Project for the New American Century, tra i quali Donald Rumsfeld, avvertivano: "La nostra capacità di assicurare che Saddam Hussein non stia producendo armi di distruzione di massa è notevolmente diminuita... Poiché gli ispettori non sono stati in grado di accedere a molti impianti iracheni per un lungo periodo di tempo, è ancora più improbabile che riusciranno a scoprire tutti i segreti di Saddam.... L'unica strategia accettabile è quella di eliminare la possibilità chel'Iraq diventi capace di usare o minacciare. Nel breve periodo questo richiede la disponibilità a intraprendere una campagna militare... ". Il senso del testo è inequivocabile: per proteggere i nostri interessi nel Golfo dobbiamo intervenire; per intervenire bisognerebbe poter provare che Saddam ha armi di distruzione di massa; questo non potrà mai essere provato con sicurezza; quindi interveniamo in ogni modo. La lettera non diceva che le prove dovevano essere inventate, e Clinton nel 1998 non ha cercato di inventarle, ma sei anni dopo, dopo aver ricevuto altre lettere dello stesso tenore, lo ha fatto Bush. Ecco un altro modo di legittimare un atto di forza. Ma l'ultimo passaggio del discorso mussoliniano esibiva un altro argomento. Per confermare il diritto di conquista italiano ricordava che noi eravamo pereccellenza un popolo di poeti, artisti, eroi, santi e navigatori (come se Shakespeare, i costruttori delle cattedrali gotiche, Giovanna d'Arco e Magellano fossero nati tutti tra Bergamo e Trapani). L'argomento si può così sintetizzare: "noi abbiamo il diritto di prevaricare perché siamo i migliori". Nella sua retorica da autodidatta Mussolini ignorava un modello, e comunque non avrebbe potuto farvi ricorso, perché rappresentava una lode dell'odiata democrazia. Il modello era il discorso di Pericle quando stava per iniziare la guerra del Peloponneso (riportato daTucidide). Questo discorso è ed è stato inteso nei secoli come un elogio della democrazia, ed è una descrizione superba di come una nazione possa vivere garantendo la felicità dei propri concittadini, lo scambio delle idee, la libera deliberazione delle leggi, il rispetto delle arti e dell'educazione, la tensione verso l'uguaglianza. Ma questa idealizzazione della democrazia ateniese mirava (si legga il discorso) a legittimare l'egemonia ateniese sulla Grecia e sui paesi vicini. Però lo stesso Tucidide ci offre un'altra e estrema figura della retorica della prevaricazione, la quale non consiste più nel trovare pretesti e casus belli, ma direttamente nell'affermare la necessità e l'inevitabilità della prevaricazione. Nel corso del loro conflitto con Sparta gli Ateniesi fanno una spedizione contro l'isola di Melo, colonia spartana che era rimasta neutrale. Gli Ateniesi mandano una delegazione ai Meli avvertendoli che non li distruggeranno se essi si sottometteranno. Dicono che non tenteranno di dimostrare che è giusto per loro esercitare la loro egemonia perché hanno sconfitto i Persiani (eppure negandolo lo sostengono), ma invitano i Meli a sottomettersi perché i principi di giustizia sono tenuti in considerazione solo quando un'eguale forza vincola le parti, altrimenti "i potenti fanno quanto è possibile e i deboli si adeguano". I Meli chiedono se non potrebbero restare fuori dal conflitto senza allearsi con nessuno, ma gli Ateniesi ribattono:"No, la vostra amicizia sarebbe prova di una nostra debolezza, mentre il vostro odio lo è della nostra forza". In altri termini: scusate tanto, ma ci conviene più sottomettervi che lasciarvi vivere, così saremo temuti da tutti. I Meli dicono che confidano negli dèi, ma gli Ateniesi rispondono che tanto l'uomo che la divinità, dovunque hanno potere, lo esercitano, per un insopprimibile impulso della natura. I Meli resistono, per orgoglio e senso della giustizia, l'isola viene conquistata, gli Ateniesi uccidono tutti i maschi adulti e rendono schiavi i fanciulli e le donne. E' lecito sospettare che Tucidide, pur rappresentando con onestà intellettuale il conflitto tra giustizia e forza, alla fine convenisse che il realismo politico stesse dalla parte degli Ateniesi. In ogni caso ha messo in scena l'unica vera retorica della prevaricazione, che non cerca giustificazioni fuori di sé. Gli Ateniesi semplicemente fanno un elogio della forza. Persuadono i Meli che la forza non ha bisogno di appoggiarsi alla persuasione. La storia non sarà altro che una lunga, fedele e puntigliosa imitazione di questo modello, anche se non tutti i prevaricatori avranno il coraggio e la lucidità, come abbiamo visto, dei buoni Ateniesi.

shinystat

in un eccesso di foga ho aggiunto anche lo shinystat...per ora incrementato solo dalle mie visite....

i links

bastava leggere una paginetta in inglese per capire come aggiungere i links...mi son serviti cinque lunghi mesi...chissà fra un annetto verrà anche qualche post interessante...non è mai troppo tardi...
p.s. la lista è provvisoria

24.4.05

buon viaggio

avrei potuto telefonarti. o almeno messaggiarti. il testo già pronto. un sms del tipo: “sei già via?”. l’avevo appuntato ieri sera, a margine dell’ennesima serata noiosa. breve ma pregno. più che altro per stanarti e valutare attentamente la contromossa. ma poi, rileggendo la tua ultima mail ho preferito evitare. un qualcosa di definitivo vi aleggia. riparti senza un mio saluto. te ne cruccerai? fra un paio di mesi può darsi. ma a posteriori si possono dire tante cose. spesso mi affido al silenzio. lo uso come setaccio alla ricerca delle pietre buone. ma quanta terra…cazzo, quanta terra!

22.4.05

ballate per piccole iene

lo so, lo so che il mio amore
è una patologia
vorrei che mi uccidesse ora


non devo difendere la mia coerenza. posso recensire (nella mia testa) un disco come meglio credo. facendo a meno dei confronti, tralasciando tempo e spazio. per alcuni è fastidiosa la mia benevolenza per (quasi) tutti i “prodotti artistici”. non stronco mai nulla. sono piccolo in questo, per loro. io rispondo, dovrei conoscere a menadito tutte le opere della terra per esprimermi. sono sulla strada. momentaneamente mi astengo dal giudizio (circostanziato). in ogni caso la migliore canzone dell’ultimo cd degli afterhours è la numero quattro: ci sono molti modi.

18.4.05

amarezza

in una e mail ho gettato tutta l'amarezza per la tua sufficienza. dieci minuti prima non ero riuscito a parlartene. mi sento un po' codardo. ma, almeno, scaricato di un peso!

16.4.05

per un soffio

siamo lontani, distanti, mi parli e non mi senti. anzi, temo di non esser capace di parlarti davvero, in questa situazione (completamente rauco). cado spesso nella tentazione di citare pezzi di canzoni. il che mi espone alla critica (immeritata?) di “poco ispirato”. ma chi si può dire realmente ispirato tra questo manipolo di bloggers? ne leggo pochi, ne commento di meno. mi pare che l’onanismo intellettuale vi trova riparo. ma d’altronde questo mio scrivere non è onanistico? domande retoriche abbondano sul weblog degli stolti. per scacciare una frustrazione dissimulata. di un incontro ancora non metabolizzato. che rafforza la convinzione circa un esistere pieno di sgrammaticature, di evidenti errori d’ortografia, di battute fuori posto, di azioni mosse dal contingente (pensa agli italiani in Iraq). la scrittura, quella di qualità (non certo questa), spesso ci fa perdere il senso di questa evidenza. cazzo, quando dico che ti voglio bene non puoi rispondermi: “hai il naso sporco!”…e poi baciarmi con gli occhi ben aperti…

15.4.05

affronti ed etica

chissà perché m’irrigidisco così platealmente quando vedo che qualcosa non va. come ieri sera, ad esempio. di fronte all’amica idealizzata palesemente ubriaca. non perché io idealizzo donne astemie, per carità. ma quantomeno donne che tracannano insieme a me, tra risolini dementi e scambi di battute semiseri, fino a quando a prevalere sono i primi. se il confronto parte con un distacco, non solo non mi va di recuperare, ma preferisco che la serata si chiuda.

citazione

non serve a molto avere un mente complessa senza essere effettivamente un filosofo.

Herzog, Saul Bellow

12.4.05

buco nero

con riluttanza scrivo di me in questo blog. cosa che giustamente non tormenta il sonno di alcuno. tesi ufficiale: se questo è un luogo virtuale, ciò che conta sono i contenuti e non i contenitori, i vissuti e non i viventi (quest’ultima suona peggio). certo rileva sapere se uno è un settantacinquenne ferroviere (triestino) in pensione o un trentatreenne marinaio (svizzero) in settimana bianca, ma sono le esperienze che fanno gola agli ipotetici lettori (o meglio lo scambio delle stesse). forse incuriosisce anche conoscere le atmosfere che circondano i blogger di successo. ma per il resto, l’assoluta imponderabilità con cui ci si avvicina al mezzo fa sì che qui sbiadiscono molte delle categorie con cui si giudica la realtà. contemporaneamente assume vitale importanza il messaggio che si vuole trasmettere. la forma in cui lo si trasmette. paradossale contrappasso rispetto alla realtà, no?
confessione: all’inizio di questo post, ero convinto di voler scrivere tutt’altro. poi seguendo il pensiero accidentato sono giunto a quest’ovvia riflessione. dalla quale si traggono due conclusioni contraddittorie:

a) cazzo, non sono padrone del mezzo,

b) se sono passato alla fase mi-chiedo-cosa-sia-un-blog-e-perché-abbia-deciso-di-aprirne-uno, forse è iniziata la mia presa di coscienza sull’enorme spazio in cui mi sono cacciato.

10.4.05

un anno di...

st. e di un’illusione passeggera che però in questi giorni si rinnova, di matrimoni di alcuni cugini evanescenti (che quasi non si spiega la menzione), di g.l. e dello studio commerciale, degli ultimi quattro esami, delle europee e delle comunali (primi segnali di una nuova stagione politica), di incidenti d’auto non gravi (giusto per capire come è fatta una constatazione amichevole), della defaillance che ancora brucia, del ritorno di c. imprevisto e sorprendente (e proprio per questo occasionale), delle olimpiadi e dello spirito poco olimpico, dell’ennesima estate buttata al vento, del consolidarsi di un’amicizia altrove inimmaginabile, della scrittura della tesina (poi ingrossatasi fino alle 156 pagine), della riconferma di bush, della scomparsa di arafat, dei libri che ho letto, dei dischi che ho ascoltato e dei film che ho visto, della scoperta dei blog (grazie ad un articolo di un settimanale su underbreath, che naturalmente ringrazio), dell’apertura di inadeepsleep (senza alcuna velleità, se non altro per via delle capacità), della laurea di primo livello (e dello splendido contorno se ci pensi), dello tsunami disastroso, dello scadere del duemilaquattro e l’avvio del duemilacinque, della morte del padre di e., dell’inizio del postgraduate, del giorno in cui ho creduto che avrei smesso di badare alle date (e di segnarmele diligentemente), di s. e dell’assoluta stramberia di certe donne, della morte di papapaolino e dello sfacelo mediatico intorno (di cui c’è poco da meravigliarsi, visto da quanto tempo lo si stava preparando), dei giudizi affrettati che aspirano a scrivere la storia mentre la si fa, delle regionali (e del berlusconismo declinante – subito un giudizio affrettato?), delle improvvise crisi e degli inaspettati sorrisi, dei motti di spirito. insomma dei miei ventun'anni che stasera saluto per ricominciare (almeno sulla carta).*
*il tutto è in rigoroso ordine cronologico.

le mie carte...

sono nello scaffale centrale, sotto altre scartoffie, nascoste nel quaderno di diritto del lavoro...

5.4.05

regionali 05' - parte seconda

...ben oltre le aspettative del post precedente...euforia...

1.4.05

regionali 05'

firmerei per un 10 a 4...

28.3.05

obiettivi

non ho nessuno da rincorrere (idea nefasta che mi ha paralizzato!). nondimeno devo correre. a perdifiato, per giunta.

21.3.05

esercizio

Tre, due, uno…dolore…azione. Se ora ridessi, non scriverei. Non c’è nulla da fare. Soffro la mancanza di un vocabolario consistente che mi permetta di costruire pensieri sensati. Vago per la città in cerca di un progetto di vita, l’assenza del quale, periodicamente, mi provoca un leggero fastidio intercostale. Anche qualora trovassi un posto dignitoso, sarebbe interessante capire quanto ha inciso il fatto di essere nato come secondo. Nel frattempo un fitto scambio di e-mail lascia presagire futuri appuntamenti con una vecchia fiamma, così il mio cervello, invaghito, mi lascia (spero solo momentaneamente) e parte per una vacanza ristoratrice (al mare). Diversamente da qualche mese fa, rinuncio a fare riscontri con il mio passato recente. Dall’estate duemiladue con inaspettata dedizione segno su una agenda le date reputate di snodo in questa esistenza sfilacciata. Il crollo verticale dei giorni percepiti come clou, peraltro parallelo all’apertura del blog, può sancire l’apertura di una stagione nuova. Coincidente con la chiusura definitiva di una porta parecchio cigolante. Inerme mi affaccio alla blogosfera sprovvisto dei requisiti essenziali per un blog, non solo di successo, ma quantomeno di godibile lettura. Saltare di palo in frasca, disattivare il controllo ortografico, evitare di andare a capo quando il periodo è bello e concluso, sicuramente offrirà l’occasione per biasimare questo miserrimo post-tentativo. E poi la totale mancanza di argomenti, snervante, estenuante, deprimente. (E’ probabile che utilizzare i sinonimi suggeriti da word estenda le mie capacità scribacchine e naturalmente inganni sulle mie qualità). Affermare che attendo con ansia l’uscita dell’ultimo di coe e degli afterhours mi scoraggia come la vista di un pescatore (al laghetto artificiale) che lancia l’amo alla ricerca della trota guardinga. Ma poi mi dico: “è naturale che questo post non venga mai letto da alcuno”. Ho solo tentato di scrivere più del solito, per consolidare l’opinione oramai prevalente che, nonostante ci veda renitenti all’atto, invoca la chiusura (o quantomeno l’allontanamento temporaneo) da questo non-luogo a cui costantemente ritorno e la cui apertura ha, forse, segnato per sempre il mio incerto incedere.

12.3.05

non ci resta che piangere

Estate quasi 1500.
Caro Savonarola... Santissimo Savonarola,
quanto ci piaci a noi due! Scusa le volgarità eventuali. Santissimo, potresti lasciar vivere Vitellozzo, se puoi, eh... Savonarola, e che è, oh... diamoci una calmata, eh, oh... e che è? Qua pare che ogni cosa, ogni cosa uno non si può muovere che questo o quello, pure per te, oh. Noi siamo due personcine perbene che non facciamo male a nessuno, che non farebbero male nemmeno a una mosca, figuriamoci a un santone come te. Anzi, no, no, anzi, ciao. Noi ti salutiamo con la nostra faccia sotto i tuoi piedi, senza chiederti nemmeno di stare fermo, puoi muoverti quanto ti pare e piace e noi zitti sotto.
Scusa per il paragone tra la mosca e il frate, non volevamo minimamente offendere.
I tuoi peccatori di prima, con la faccia dove sappiamo, sempre zitti, sotto.

11.3.05

iDi(A)oZIe

i dazi proteggono l'industria tessile nazionale come un muro di sabbia contro lo tsunami.

3.3.05

pare che...

pare che (quasi) tutti registrino con sconcerto lo scadimento televisivo. pare, inoltre, che l'obiettivo principe di molti degli operatori tv più influenti sia quello di azzerare il livello qualitativo dei programmi così da indurre quella consistente fetta di telespettatori che non li sopportano a spegnere la tv. in cotal modo lo share delle trasmissionispazzatura (condotte dai suddetti professionisti influenti) aumenterà in proporzione grazie alla fedeltà dello zoccolo duro dei teledipendenti.

27.2.05

le sacre sinfonie del tempo

Le sento più vicine
le sacre sinfonie del tempo
con una idea:
che siamo esseri immortali
caduti nelle tenebre,
destinati a errare;
nei secoli dei secoli,
fino a completa guarigione.
Guardando l'orizzonte,
un'aria di infinito mi commuove;
anche se a volte,
le insidie di energie lunari,
specialmente al buio
mi fanno vivere nell'apparente inutilità
nella totale confusione. ...
Che siamo angeli caduti in terra dall'eterno
senza più memoria:
per secoli, per secoli,
fino a completa guarigione.

26.2.05

corriera della sera

non è il complesso lavorìo del motore, a noi profani della meccanica inspiegabile, che fa muovere questo prodigioso bestione della tecnica, metri&metri per svariate tonnellate di carico. è lo spiegarsi irremovibile di settantacinque volontà che desiderano accorciare il fastidio dell'ennesimo ritorno. ore sospese tra lampeggianti avversi, drappeggi di nuvole e paesi addormentati che scorrono. poi magari fanno tutto meno che dormire ma non è l'indaffarato susseguirsi delle loro attività a farli svegli quando la mia immaginazione li vuole dormienti. durante il viaggio una sola luce resta infaticabilmente accesa. è quella della destinazione finale: è casa mia. ancora qualche chilometro più in là.

21.2.05

benzina al verde

a quel tempo ero uso passeggiare per sentieri ombrosi di collina allorchè, mentre rimurginavo sui fatti miei, su come avrei risposto ai dubbi contingenti, intravidi un omino caracollare sulla mia destra tra cardi e spine. tra lo stupito e lo spaventato emisi un suono, più che altro per annunciargli la mia presenza, ma egli non si voltò. credetti non avesse sentito, perso come era. ma dopo un paio di passi, evidentemente si rese conto di me e con un scatto felino mi si parò davanti. e non faceva che ripetermi: "sa dirmi il distributore di benzina più vicino...ho l'auto ferma nella piazzola di sosta dell'autostrada".

16.2.05

a margine

piove: incipit soliloquio tipo. impantanato come sono nell'alveo dell'insignificanza. accumulo energie per futura rincorsa, eternamente procrastinata. nel frattempo m'attardo, rintanato nella blogosfera, i cui segreti meccanismi mi sfuggono: come cazzo si aggiungono i link?

14.2.05

personalità

uomini come il Papa hanno, loro malgrado, sempre un qualche tipo di influenza...

12.2.05

le invasioni barbariche

orde di neoprimitivi assalgono l'antica civiltà...
avrei intenzione di passare dalla parte degli assaliti!

Non so dei vostri buoni propositi
perchè non mi riguardano
esiste una sconfitta
pari al venire corroso
che non ho scelto io
ma è dell'epoca in cui vivo
....

10.2.05

scontrosità

un giorno mi son svegliato e non spiccicavo parola.
a chi mi chiedeva:"sei innamorato?", non ho risposto. a chi mi chiedeva:"che musica ascolti?", non ho risposto. a chi mi chiedeva:"cosa farai da grande?", non ho risposto. a chi mi chiedeva:"chi frequenti?", non ho risposto. a chi mi chiedeva:"perchè non parli?", inaspettatamente, ho risposto:"Vaffanculo!".

6.2.05

surrealtrip

Ho rotto le acque. Dolorosamente nasce il primo post autobiografico, in un blog che finora ha cercato di evitare qualsiasi riferimento diretto a persone o cose prossime al redattore (addirittura redattore ti fai chiamare?). Cambio di rotta. A rotta di collo verso il disvelamento di tutti i segreti più intimi di inadeepsleep. (Chi cazzo l’ha scelto questo nick del cazzo?). Eccomi (dai, andiamo al sodo che ho da fare). In pasto alla blogofera. Posto (sì, avrei da aggiungere pista, pesto, pasta, pustola…) che distorce e amplifica cose di piccolo conto perché in fondo inerenti alla vita (manuale di filosofia del barista, pag. 1349, ed. Caffè, $71). Sì sono io. Il figlio di X ed Y (anche le variabili?): coppia alquanto distinta nella piccola comunità. Lui è uno stimato…, lei una valente...Qui di seguito una breve sequenza di commenti raccolti in giro sul mio conto: Una conoscente: “Il blogger spesso l’ho incontrato mentre….o quando…”. Il barista sotto casa: “ E’ un amico di quelli e quegl’altri. Spocchiosi del cazzo”. L’informatico del paese: “Si crede blogger ma non è mai riuscito a scrivere un post di senso compiuto”…Il passante: “forse mi confondo. Aspetta, ma tu dici il biondo o il moro?… (vergogna!!). Insomma informazioni confuse lasciano sospettare che poco si sa, poco si conosce di inadeepsleep, tanto poco che l’assurda popolarità piovuta attorno ad un blog in realtà mai letto da alcuno conferma, quanto mai ce ne fosse bisogno, l’assoluta surrealtà della realtà….

4.2.05

giustificazioni

impegno denaro mai più recuperabile, perchè recuperi una vita d'impegno...che magari mi faccia guadagnare

2.2.05

all'avventura

mi rado dopo un mese e lascio mosca!
pur restando chiuso nel bagno di casa...