19.7.09

dissoluzioni

per rilanciare il blog, forse muoio

16.7.09

il picco della produzione

la svestizione del flexmanager è parecchio lenta, rilassate le membra, disperde le tossine di ipercompetitività e mentre accatasta i colletti bianchi appiccicosi sulla montagnola di panni sporchi pensa a come l’indomani affronterà il lavoro che ha lasciato inevaso, che non è poi la fine del mondo se anche quest’anno non verrà la promozione, l’aumento, che viaggia in taxi ogni tanto e discute quotidianamente con gente che lo prende tutti i giorni, che dal vetro del taxi ha visto il colosseo, un barbiere che tosava le aiuole, le cupole indorate, un bambino affamato davanti l’edificio della FAO, un ex gondoliere bulgaro dall’andatura sbilenca. si crede certo, come quel tale, che l’intelligenza sia vicina ai testicoli, e se sei pelato, o a rischio di diventarlo, tanto meglio

15.7.09

la cometa sul forte

pick up militari rientrano alla base dalla ronda di (fuori) quartiere e chiazze di luce emergono dagli antri delle case in cui sono rinchiusi innumerevoli esseri umani. ai balconi, pochi coraggiosi scialano per un alito di fresco. immancabili, da lontano, giungono spari artificiali, chiacchiere, miagolii, il fruscio del traffico che scorre. il messaggio è tutto, in una sovrapproduzione di senso. in sua assenza, ci si danna l'anima per molto meno.

14.7.09

dar es salaam

non scrivo più perché dal cassetto sono scomparse le biro adatte, quelle con l'inchiostro a gel, capirlo è costato mille incomprensioni con cartolai annoiati. i miei occhi acquosi bramano le vacanze, i tetti di parigi, un asso nella manica. sguscio via dall'ufficio senza più guizzi, quasi atomo. tanta è la strada da fare. non mi iscrivo più al partito democratico: vado in africa!

9.7.09

rationality isn’t enough

“Who is man? Is he a rational animal? If he is, then the goals can ultimately be achieved. If he is not, then there is little point in making the effort. All the evidence of history suggests that man is indeed a rational animal but with a near infinite capacity for folly. His history seems largely a halting, but persistent, effort to raise his reason above his animality. He draws blueprints for utopia, but never quite gets it built. In the end he plugs away obstinately with the only building material really ever at hand: his own part-comic, part-tragic, part-cussed, but part-glorious nature.”

Robert Strange McNamara (June 9, 1916 – July 6, 2009): qui, qui & qui

7.7.09

l'osso e la colpa

scarno, dall’osso dell’appennino da cui discendono le mie genti, strappate a brandelli, alcuni brandelli ancora attaccati, manca il gusto a sorprendermi né mi sorprende troppo il gusto altrui, arrivo a capire che è una questione di culture, sfumature, ma è la mia che mi sfugge, non si lascia narrare, perché ciò che in essa si trasmette sono i silenzi, impenetrabili, non in tutto simili. mi pare d’intuire che in alcuni, quelli ispirati, ricerchiamo la pace con la terra che attraverso gli uomini non ci riesce di scovare, momenti densi in cui sentiamo come un’intesa intima con il paesaggio attorno, che infatti mai smettiamo di scrutare, perché lo troviamo ogni volta diverso da come lo ricordavamo mentre spesso ci annoiano i volti delle persone perché li troviamo uguali a mille altri, nei tic, negli zigomi, nell’ovale, somiglianze che i vicini stentano ad ammettere. così fatichiamo ad accomodarci nel mondo per come è diventato, fluido, rapido, pavido. che spalanca infinite opportunità di incontro cui presentare ruoli contraddittori. la diagnosi della nostra malattia, della nostra generazione di passaggio, è sintetizzabile nell’illusione di poter cambiare il mondo, vorticosamente assieme ad esso, senza essere disposti a concedergli neanche un millimetro.