25.7.06

paura di volare

Il "Gigione - Jo Donatello Tour 2006" si sposta all'estero.
Sette tappe, oltralpe.
Arrivederci al 10 agosto.
ALLA GRANDE!!!

maynardo, in compenso, rimanda qui. che triste!

23.7.06

su flux... alla grande!

sonnecchiavo in disparte sul divano, tv mezz’accesa trasmetteva cosa gli pareva, cose estive, immagino, come gli sketch di alberto sordi in bianco e nero, eppoi montesano, verdone, grillo o la solita mina-con-totò. ma d’un tratto, un serpentone, in basso, colse la mia attenzione. ché scorrevano, uno dopo l’altro, nomi di paesucoli familiari, e si sa, per i nomi dei paesucoli familiari nutro una passione spropositata fin da infante, tanto da classificarli in speciali classifiche, continuamente aggiornate, in cui la spunta, al momento, paternopoli, seguita da roccabascerana, montaguto e savignano. prima alzo l’audio, poi mi stropiccio ben bene gli occhi cisposi, guadagnando il centro del divano, risalendo, con fatica, il corso del serpentone… tour gigione, jo donatello 2006.





“bene, bene, bene!… eccoci a viva la musica che ci vedono da tutto il mondo col satellite… un bacione a tutti: acchiappa tiè!… fra poco cominciamo con le dirette ma prima vi diamo il numero per i contatti… alla grande… mentre sotto compaiono le date dei grandi concerti di gigione e jo donatello per festeggiare tutti insieme nelle piazze… alla grande!… a proposito, domenica saremo a montefalcione per la festa della pizza, mentre lunedì a serra di pratola, sempre in provincia di avellino. mi raccomando, accorrete numerosi, alla grande… ecco la prima diretta… PPPPPPPPronto???… pronto amore, pronto amore???… sono antonietta da cervinara e vorrei ascoltare assiettit nzino a me da donatello, e la campagnola da gigione e fare un saluto a tutti quelli che mi conoscono… benissimo, alla grande, le faremo subito, perché il nostro padrone siete voi: il pubblico!… un’altra diretta!!!… PPPPPPPronto???? sakjdjahkzdkasjhzma, (disturbato)… PPPronto???…. mi raccomando, ci dovete sentire per televisione e parlare per telefono altrimenti non si sente niente…. allora, regia, siamo pronti, alla grande??…. PPPPronto????…. sì, gigione, sei troppo bravissimo, tu e jo donatello…. grazie, sei troppo brava, tu che ci ascolti sempre, vero???… sei, la nipote di antonio, che sei venuta al concerto a caivano??? sììììììì, alla grande!…allora vuoi fare qualche saluto, ascoltare qualche canzone che ti dedichiamo?… vorrei fare un salutino a mio cognato, mio suocero e a tutta flumeri e vorrei ascoltare mi piace il gelatino… ok, te la faccio ascoltare subito, e un saluto agli amici di flumeri… ora, stop con le dirette, e facciamo un assaggino di “mi piace il gelatino” e uno di “zi’ nicola” e poi devo fare un sacco di salutini, alla grande…. Vai, regia, vaiiiiii… e qual è il problema?

ti piace, ti piace, ti piace il gelatino?
al gusto di panna, pistacchio e cioccolato
ti piace, ti piace, ti piace il gelatino?
poi la fragolina la devi dare a me

gigione è inseparabile dal suo cappello. ne ha di tutti i colori: gialli, verdi, neri, rossi. Spesso li abbina sapientemente con la camicia o i pantaloni. Gigione ha una mimica straordinaria, è un animale da palcoscenico, mossa a destra, colpo a sinistra, ciondola la testa, dimena i fianchi. gigione alterna canzonette religiose a hit inzeppate di colpi sessuali & grugniti. gigione è il padre. jo donatello è il figlio. che avrebbe meritato sanremo, non solo il palco di candida ma poi, vai a capirli quelli là. jo donatello fa canzoni per i giovani o gli innamorati, talvolta sforna successi indimenticabili, talaltra toppa, ma d’altronde è figlio d’arte, il figlio di gigione. meglio qua.

sonnecchiavo sul divano e mi sono innamorato di gigione e jo donatello. subito ho preso il telefono e ho ordinato dieci cd dei nostri, in modo da averne in regalo un undicesimo. non ho avuto il coraggio di farmi passare in diretta, poiché sono timido, ma magari un giorno. infine, ho sbirciato in alto a destra, per memorizzare il canale televisivo dello spettacolo, sì, era proprio flux, non sarebbe potuto essere altrimenti, non esiste musica più indie di questa e infatti dopo è andato in onda andy milonakis!!!

17.7.06

maynardo VS irrilevanza = 1-2

mi sono chiuso a chiave nella cameretta del regredimento intellettuale. così perdo nozioni a velocità consistente, nel frattempo m'ammalo di patologie sconosciute, sintomi: debolezza e ottimismo. mi sveglio presto, tiro su la tapparella, e crollo di nuovo a letto. con il lenzuolo che mi fa da sciarpa. dopo un'ora, scatto come un grillo e colazione veloce dal barista polacco/serbo/macedone/ucraino, dovrei chiedergli da dove viene e troncarla lì. nel frattempo, tratteggio vacanze, posteggio a pagamento, assisto a concerti. mentre temo l'autobiografismo e l'irrilevanza. più il primo, a dir il vero, per il quale basterebbe non scriver più nulla, almeno fin quando sarà tornata l'ispirazione, o fino a quando l'avrò finalmente scovata. con l'irrilevanza, combatto da una vita ed è avversaria tosta, che muta continuamente, mica cazzi, e da una parte uno può dirsi sempre scontento ché batterla è arduo, dall'altro rallegrarsi ché l'avversario è complicato, abbiamo fatto del nostro meglio, durante la settimana stiamo lavorando duramente, abbiate pazienza, non esoneratemi!

13.7.06

bombardieri su beirut

i pgr si intonano allo stato d'animo
piccolo spazio pubblicità:
giovanni lindo ferretti venerdì sera è a summonte
(quasi) bombardieri su beirut
maynardo paranoico
i risultati non arrivano
è un luglio piovoso, un'estate elettrica
mentre
in messico sole e polvere
si diffonde il verbo di inadeepsleep
per circostanze metà avverse, metà favorevoli
do ragione a chi mi dà torto
(tuoni lontani)
poi riprendo consistenza e rivendico
mio, mio, mio
i risultati non arrivano
è un luglio piovoso, un'estate elettrica
...
mio, mio, mio!!!

11.7.06

non so copiare

poi, non ho frodato/copiato ché la "maestra" mi fissava minacciosa mentre i foglietti si trasformavano nelle mie mani sudaticce in mega-poster ingestibili, fruscianti, sguscianti. e mi son dato da fare da me. il tutto per tutto. e dopo tutto, non è andata così male. ma questo l'ho saputo sette ore dopo, quando già ero sulla strada di casa, nei pressi di caianiello, you know?, e devo ammetterlo, ho fatto il pugno (come esultanza) e la vicina di posto ignara mi ha offerto la sua occhiataccia migliore e forse la capisco, forse. perché sono piccole cose, queste. intanto ho fatto la mia prima telefonata al phone-center del pakistano. e nella notte mondiale, ho scarpinato i miei dieci chilometri, da casa a piazza venezia e ritorno, tra "mamme di zidane", inni storpiati, e una frase a mezza bocca, avrebbe meritato di più la francia, no?, ok, po po po ro po po po po - po po po ro po po po po po "!

9.7.06

evasione? sì, dopodomani!

attendo la finale con la stessa noncuranza con cui aspetto l’esame di domani
nessuno dei due risultati cambierà di una virgola l’esito davvero importante
che mi giocherò a partire da dopodomani,
con te che altrimenti scappi via.
ché sempre le cose si risolvono “dopodomani”.
la cosa mi diventa chiara
mentre
me ne sto spento sul divano,
la tv sintonizzata su AV,
allora mi scuoto,
e di salto triplo in salto triplo
mi dimeno in corridoio
spensierato
la bicicletta è da andrea
altrimenti m’avrebbe fatto gioco
l’ordine nella mia stanza è in subordine
ho mille foglietti da cui copiare
ho mille errori da evitare
basta che le cartuccelle sfilino bene dalla tasca
senza fruscii
e mani capaci di coprire quando opportuno
un giorno mi sarei sentito una merda
a frodare
a sudar freddo pur di mentire
onesto per ideale
ma ora è diverso:
le evasioni sono di per sé senza legge

cazzo, il faro luminoso:
scoperto!

8.7.06

invece dell'arbitrage pricing theory

appesantirsi su un’idea, aggrapparcisi, scandagliarla, imbeversene – che monotonia, che lavoro da forzato, da coscienzioso! la profondità è inseparabile dalla stupidità. posso ghermire un’idea al volo; perché soffermarcisi? se anche riuscissi a scorgerne le implicazioni ultime, non sarei avvantaggiato che sfiorandola, perché non c’è nulla da spiegare, e niente che si spiega. ogni idea è noiosa, ogni idea è superflua. il filosofo-aborto senza nervi (pesante creatura invischiata nella archeologia dei vocaboli) si nega le sorprese riservate a colui che scivola con allegria sulla futilità delle domande e delle risposte: il filosofo – vera talpa dello spirito – vive nei sotterranei dei problemi; non ha occhi per lo scintillio delle apparenze né per il balenante splendore della fatalità. volo da un’idea all’altra, non per profittarne come l’ape coi fiori ma per la necessità del divertimento, senza desiderio di prospezione e per il solo piacere delle ali.
emile cioran

7.7.06

matrimoni

ds e margherita resistono ad unirsi perché, sotto sotto, nessuno dei due apparati crede che l'altro sia un buon partito!

5.7.06

dead team walking

siamo belli e sporchi: è questa l'anomalia italiana?

emanuela audisio

2.7.06

italo - spagnola

io che, in questi cinque anni universitari, ho evitato l’erasmus colpevolmente, adducendo ragioni più o meno plausibili ma mai convincenti, incontrando te, “erasmus”, spagnola, murciana, in un primo momento inseparabile dalla tua amica timida, che poi si scopre aver il nome basco di saioa, e a questo punto impossibilitato a partire, visto che, fatto salvo il mio volere, sono vicino a laurearmi, sono partito restando a roma, diciotto giorni di quasi-erasmus, o meglio, un erasmus di riflesso.

allora ho guardato con occhi nuovi alla mensa, e ai personaggi curiosi che la popolano, al “pelo”, tanto simile a piero pelù, al cuoco ubriacone e sparlante, allo zoppo sparecchia tavole, ai quattro gatti, sempre uguali che vi mangiano mattina e sera, mentre starnazzano di calcio, esami e, solo se resta tempo, di donne. e forse guardavo con occhi nuovi in mensa, già prima che ti conoscessi, visto che è come se ci fossimo conosciuti in mensa, perché ci guardavamo…galeotto fu uno scarabocchio!

dopodiché l’aula studio, occasione di svago, pause spesse per un “solero”, per riempire le bottigliette d’acqua, per dire, allora, come sei fatto? oppure, almeno all’inizio, di politica&sesso: zapatero è moderno, aznar è corrotto, berlusconi-cosa-vuoi-che-ti-dica?, chi è il leader della sinistra?, beh, prodi, chi?, prodi, era alla commissione europea, cosa?, aspetta ti faccio vedere il ritratto che gli ho fatto sul mio quaderno. gli italiani sono metrosexual, look gay, pur eterosessuali, anche qui, cosa vuoi che ti dica? mi vesto male da una vita.

e la passeggiata, classica un tempo, la prima che feci, una volta a roma, solitario, nomentana - via venti settembre- quirinale – fino a piazza s.maria dei monti, per (ri)trovarsi meglio di quanto ci aspettassimo e non poter osare, per via di javi, il ragazzo di logrono, e le storie parallele che aleggiano senza pesare. sarebbe stato bello se ci fossimo conosciuti a settembre. sì, sarebbe stato bello ma “le cose succedono così!”. "mentre il cielo chiarisce per l’alba", non c’entra nulla hobbes, lascia stare i discorsi inutili. Sono “lelo”, scusami. e quando non mi capisci, è perché accentuo la cadenza, o ciancio sottovoce parole di troppo.

e il mio esame che non va. e i tuoi che vanno alla grande

poi, finalmente, dodici ore assieme, nel giorno di italia-rep.ceca. a villa celimontana: un gran silenzio, solo donne e bambini e zanzare; urla strozzate, o abbiamo segnato o abbiamo subito un goal, cosa vuoi che cambi?, vorrei che la partita non finisse mai come la performance degli attori ed il fuoco in piscina. fino all’aventino, piazza dei cavalieri di malta: noi che ci aspettiamo solo un foro con vista vaticano e invece il portone è spalancato per un ricevimento e la cupola è maestosa, buona per una foto con i due carabinieri che si mettono, civettuoli, in posa. il ghetto ebraico: le birre nel locale del pianoforte e delle poltrone vintage, allora, meglio uscir fuori, la fontana è in restauro, non l’avremmo in ogni caso potuta vedere, il furgoncino la copre. e non ricordo cosa ci siamo detti, ma è evidente che tutto veniva fuori bene, sono quei momenti magici che ti ricaricano per mesi. piazza argentina: il rito dello scambio libri. baricco-saramago vs marquez-zafon. lieve scaramuccia perché ammetto di non amare marquez, ma sono idiota e dico le cose crude senza criterio. niente mostra di cartier-bresson che è tardi, gran rimpianto. scambio di battute con una anziana coppia inglese e riconoscere di saper utilizzare correntemente solo ventisette parole del perfido linguaggio. infine spaparanzati a s.luigi dei francesi e alla piazza della pietra, a contar le stelle, a lasciarle lì dove sono per non rovinare nemmeno un pezzo di cielo.

“mi piace tantissimo la tua dedicatoria al libro di baricco perché anche se non dice nulla di concreto, lo dice tutto con la tua forma di scrivere ed espresarti, proprio perché così lo capisce solo chi deve farlo”

“cosa significa cacciatorpediniere?”

un baleno, l’ultima settimana. ci vediamo di meno. i tuoi amici che poco a poco se ne vanno. julie è carina. tiffen di più. pierleone-non-so-cosa è banale, ma forse sbaglio io, di sicuro sbaglio io, a non dare chances alle persone, a non trovar vie di mezzo tra lo sproloquio e il mutismo. la serata di “despedida” a trastevere, mentre resto fuori dalla categoria degli amici, men che meno degli amanti e allora, “tu non sei in nessuna categoria… solo in quella di non si sa mai… e non provi a incazzarmi sempre, perché riusci!”. le colazioni dal barista capellone per le tue ultime formalità alle relazioni internazionali, sei con lei?, sì, diciamo di sì! e in regalo un vocabolario di spagnolo, sottolineate le parole che hai provato ad insegnarmi, magari mi ci metto ma sappi che dico troppo spesso magari.

il penultimo giorno, un attimo a villa torlonia, la casina delle civette, piccoli screzi, riconciliazioni. “sono triste e non ho voglia di partire”; chi parte ha sempre ragione, io resto perché si soffre meglio a restare. chissà ancora per quanto

ieri, ultimo giorno: pinocchio costa un occhio della testa, un saluto alla piazza della pietra per poi andare al drink alla cuccagna con frotte di erasmus che non so chi siano, né da dove vengano, ultimi regali mentre saltano fuori gli immancabili "verrò a trovarti", "sì, certo". lo scambio di rose sotto la statua di giordano bruno, la rosa calpestata, i petali di rosa soffiati nel tevere a ponte sisto; a piazza trilussa cantano bennato; girovaghi tra stradine oramai deserte ma calde. pantheon. tiffen multata per essersi bagnata un piede nella fontana di trevi. un abbraccio veloce davanti all’albergo di tuo padre, davanti a tuo padre. frasi spiaccicate, lacrime bandite. ormai è giorno. mai più notte!

“ciao roma, ti odio perché così faccio finta di non amarti, città che mi ha fatto più matura e più bambina, città bella e bugiarda… magari come io stessa!”

infinitamente grazie

hasta luego!