27.2.11

sul napoletano errante

sento che esiste una forte relazione tra la tradizione napoletana e la tradizione ebraica: c'è una somiglianza tra i due popoli, hanno sofferto le conseguenze della guerra, hanno patito conquiste, epidemie, povertà e come conseguenza di questa vita hanno dovuto lasciare spesso le loro case, viaggiare in cerca di fortuna intorno al mondo. oggi trovi ebrei ovunque, proprio come trovi napoletani dappertutto... c'è (una) cultura che nasce dalla sofferenza, c'è la malinconia ma anche il sense of humour: io credo che chiunque abbia sofferto nella vita ne produca tanto per poter resistere alle avversità

noa, da repubblica di oggi

* il titolo del post è mio ma google documenta un altro blog che utilizza la stessa immagine proprio a riguardo di un'esibizione di noa: qui

26.2.11

via del casale galvani

pier paolo pasolini vive ancora in questa città

25.2.11

inspirare, ispirare

dovrei imparare a disegnare i volti di chi mi è accanto
su carta, riuscirei a fissare i pensieri che mi ispirano

foto da qui

22.2.11

grammar paradox

l'italiano per correggersi dovrebbe ripetere i verbi servili: potere e dovere

14.2.11

del buonismo (indistinto)

la benevolenza rivolta genericamente al prossimo, qualsiasi forma umana esso assuma, non è socialmente accettata quanto una passione d'amore, esclusiva, folle, che però non riesce a nascondere la sua carica di violenza per tutto ciò che la minaccia, per quanto le è estraneo. ciò perché fondamentalmente l'istinto dell'uomo è animale. l'animale si fa sociale solo in seguito e comunque non sempre o non del tutto.

la libertà è una parola nel vento

il liberalismo, come movimento di idee da cui originano in europa e poi si diffondono nel mondo le attuali forme di democrazia, si impone a partire dalla seconda metà del seicento, in inghilterra, grazie a pensatori come giovanni locke, con opere quali due trattati sul governo (1690), in cui si contesta l’assolutismo del monarca, i suoi pretesi diritti (divini) a governare, mentre quegli stessi diritti (naturali) si reclamano per tutti gli uomini (il popolo), in particolare per il ceto borghese: sostituire la vita di corte con il parlamento. l’esistenza di una forma di governo democratica garantisce la salvaguardia dei diritti fondamentali: di pensiero e parola ed espressione, di uguaglianza, di giustizia, di religione.

trecento e passa anni dopo, in italia, è urgente abbattere il governo attuale, e accantonare il suo capo, presunto alfiere delle libertà, proprio perché totalmente alieno da qualsiasi nozione di seconda mano di cultura liberale: possiede, nel paese, la quota più cospicua di ricchezza, circostanza che lo accomuna ad un monarca moderno, ed una buona fetta della sua ricchezza gli deriva da un impero mediatico (la televisione, cattiva maestra, potere disumanizzante e potenziale rischio per la democrazia è una tesi di un altro filosofo liberale, carlo popper) che utilizza, fin dal primo giorno della discesa in campo, per fini politici e dunque di censura dell’avversario.

infine ama riprodurre nelle sue regge la vita di corte, con giovani donne, gratificate da doni milionari, e talvolta da cariche pubbliche così come accadeva per i privilegi concessi ai nobili delle passate monarchie. dunque un passaggio dalla nobiltà di sangue alla nobiltà da fiction televisiva. dunque, benché ciò che pensa sulla giustizia sia indicativo della sua concezione della democrazia e le pendenze giudiziarie che incombono sul suo capo, qualunque ne sia l’esito, rivelatrici del suo rapporto per lo meno spregiudicato con la legge, ciò che lo dovrebbe condannare in perpetuo all’irrilevanza politica è l’assoluta incompatibilità della sua figura con il liberalismo.

un potere assoluto che invece di discendere da dio, proviene dalla tv.

12.2.11

la cura del sé

oggi è del tutto evidente che una questione bruciante consiste nel come il corpo e i suoi bisogni si accordano (in senso musicale) alla mente e ai suoi desideri. e le incertezze con cui nel passato si sono affrontati temi come questo rischiano di pesare come censura nei giorni a venire.

5.2.11

qualcosa per l'introversione

l'irpinia è piena di persone che corrono a secondigliano o scampia
per rifornirsi di sostanze che possano aiutarle
anche soltanto a chiacchierare
nel viaggio di ritorno