18.12.13

piazza della minerva

una tromba solista
risuona nella piazza deserta
non è un artista di strada
che ammicca ai passanti
ma è un tassista in sosta
che ripassa l'ultima lezione

10.12.13

montparnasse

la bellezza nasce dal riconoscimento
di quanto sia brutto e malvagio il mondo
per trarne sollievo
...
sarà per questo che ne abbiamo prodotta nei secoli
così tanta?

27.11.13

via dell'impresa


26.11.13

cassano magnago

chi da una parte, chi dall'altra
tutti ad attendere
il colpo di grazia

22.11.13

tendenze svalutazionistiche

in politica economica
come nella vita di tutti i giorni
gli italiano hanno sempre preferito
svalutar(si)

18.11.13

san saba

di quanta solitudine è fatta
quest'ansia di verità?

15.11.13

via prenestina

quello che altrove è la modernità
qui si trasforma nell'eterna lotta sul limine
tra il "de iure condito" e il "de iure condendo"

13.11.13

ci stanno occidente

qual è la spiegazione di questa curiosa combinazione tra una disoccupazione permanente dell'11 per cento e una sensazione diffusa di relativa prosperità nella maggior parte della popolazione?

8.11.13

valle melaina

e i cinici di roma
la vita non li spazza
questa grotta è ancora nostra
ma come fanno le segretarie con i palmari 
a farsi sposare dai palazzinari?

7.11.13

putney

non si risolvono problemi 
si relativizzano

4.11.13

chianche scalo


31.10.13

avella

così torniamo
coi nostri occhi strabici
che sembrano disprezzo
e invece celano impotenza

30.10.13

the rise of generation I

individualistic
informal
interactive
informed
innovative

28.10.13

acilia

mentre visiti l'ennesimo bilocale da ristrutturare
assieme agenti immobiliari generalmente insensibili 
tra un mutuo dal tasso fosso
e varie variabilità esistenziali
pensi tra te e te
che è tutto vano

24.10.13

scuola "cutizzi"

se si escludono istanti prodigiosi e singoli
che il destino ci può donare,
l'amare il proprio lavoro
(che purtroppo è un privilegio di pochi)
costituisce la migliore approssimazione
concreta alla felicità sulla terra:
ma questa è una verità che non molti conoscono.

da "la chiave a stella", primo levi

scuola axenciàr

metà del tempo stare addosso al cliente
l'altra metà, fare il culo al partner ed ai colleghi

4.10.13

papa salva mondo


.

3.10.13

san nicola da tolentino

nella folla rifuggo meglio
da me stesso
con un cuore in testa
e un sogno in tasca
...

27.9.13

ignorare il sapere

se avessimo avuto altri maestri
avremmo avuto il diritto di sbagliare

25.9.13

lunghezzina

tutti siamo spiritualmente degli immigrati
walter lippmann



19.9.13

domicella

nel belpaese,
e non solo durante la crisi,
si è dogmaticamente normativi
mai positivi

umanesimo e soggetto

una qualsiasi storia intellettuale è fatta dalle idee
prima ancora che dagli intellettuali che le interpretano

18.9.13

beati i poveri perché di essi sarà il regno dei cieli

sempre in tema di identità
mi viene in mente che
il pensiero più vicino alla nostra sostanza
è il credere all'istruzione
ad una più equa redistribuzione del sapere
invece che del reddito
che tradisce un forte senso di colpa per la nostra, talvolta esibita, ignoranza
e l'idea, retaggio cattolico, del meglio vivere, o fingere di vivere, con poco

un uomo senza braccia può avere una pistola

noi siamo a caccia di un'identità
ma non perché l'abbiamo persa per strada
proprio non ne abbiamo mai avuta nessuna
...
una cosa è ricostruire
un'altra è immaginare cosa costruire
un'altra ancora è edificare

17.9.13

l'importanza di chiamarsi sabino

se sei atripaldese o amministrativista
è un atout fondamentale
se sei entrambi
ancora meglio

11.9.13

amministrazione italia

nascosti da una selva di norme
che, al momento opportuno, si scagliano
solo per offendere o per confondere
raramente si annuncia una volontà
rarissime volte si è tanto tenaci
da poterla mettere in atto

9.9.13

mutazione


4.9.13

educazione all'inverso

gli siamo grati come all'uomo
da cui tutto abbiamo disimparato

3.9.13

tristezza in diretta

tutti ripetono che manca il lavoro 
come occupazione e salari
nessuno precisa che è assente di più il lavoro 
come professionalità e rispetto di sé e degli altri

2.9.13

la valle del sabato sera

il nodo risiede tutto
nella cattiva interpretazione dello spazio
a causa dell'eccessivo peso di radici nel tempo

20.8.13

il paese (che) soffre


2.8.13

eseguendo la sentenza


28.7.13

vasco dossi

nel paese
un uomo convintamente libero
è un uomo fastidioso

24.7.13

oceano

lo chiamavano isolato
perché non andava mai troppo lontano da casa sua
vagava tutti i giorni tra il civico numero 10 ed il  numero 32
si siedeva sugli scalini dei negozi con le serrande abbassate
e quando aprivano, 
si alzava lentamente e si appoggiava al segnale dell'uscita veicoli, 
non sostare
oppure sul ciglio della strada guardava fisso l'altro marciapiede
fumando una sigaretta
e quando si decideva ad attraversare
spesso a metà tornava indietro
caracollava
era per lui come varcare un oceano

23.7.13

la belle é poc

continuiamo a spingere
per evitare di ricordare questi anni
come anni cinici e futili
ma tutto sommato divertenti
che sarebbe bastato un poco

20.7.13

probabili plagi

se ti senti solo
è probabile che non ci sia 
neanche tu

12.7.13

quello che il populismo non dice ma sente

laddove i governi autocratici e un pelo razzisti sparano sul nemico esterno 
per compattare il fronte interno,
i governi sensibili e democratici come il nostro massacrano di niente il fronte interno 
per compiacere le cancellerie straniere
...
(e lo diciamo da gente razzista che un poco ci sentiamo)

11.7.13

srebenica

sarebbe meglio non fosse
piuttosto che sia

così
come oggi è
la nostra srebrenica

nulla di morto né di vivente
in lei
può più abitare

sotto un cielo plumbeo
l'aria di piombo
mai nessuno
ha imparato
a mettersi nei polmoni

da lei fugge tutto
ciò che ha gambe
con le quali possa
e sappia dove
fuggire

da lei fugge tutto
anche ciò che da nessuna parte
se non sotto la terra nera
può fuggire

gli ortodossi fuggono
i nuovi come i vecchi
i musulmani fuggono
i vecchi come i nuovi

e chi in qualche modo
è rimasto vivo
andato via e poi tornato
neppure un inverno con l’estate
ha messo insieme
né un autunno
con la primavera
ma ha cercato
quanto prima
di andarsene da srebrenica

e quei cattolici
nostri vicini

e per loro srebrenica
per centinaia d'anni
è stata l'amata
e bellissima
sede principe
della loro buona
e nobile comunità

se ne sono andati da tempo

come se
nella loro saggezza avessero
saputo che sarebbe arrivato un tempo
in cui non ci sarebbe più stata
la buona srebrenica

ci dicono
da dieci anni ce lo dicono
che in bosnia
la guerra è finita

a noi spiegano
e inviano istruzioni scritte
che nel nostro paese
bosnia erzegovina
la guerra è finita
e che nessuno
deve più
guardare al passato

credono forse
davvero
che siamo vivi
noi che stiamo qui
e da questo luogo
parliamo così
come se davvero fossimo vivi.

davvero pensano che si chiami salute
davvero pensano che si chiami ragione
ciò che in noi è rimasto
della salute e della ragione di un tempo?

non vedono, non sentono forse
non sanno forse che noi,
quelli rimasti, siamo più morti di tutti
i nostri morti, e che qui oggi, con la loro voce,
la voce dei nostri morti, dalle loro gole,
gridiamo e con il loro grido - noi parliamo?

non ci permettete di
guardare al passato!
e noi non lo guardiamo, ma è lui a guardarci!

voi dite:
guardate al futuro!

ma noi, nessun
futuro in nessun luogo
riusciamo a vedere
né vediamo che lui
con un sol occhio
guardi noi
e neppure che ci veda
e che di noi si preoccupi

noi abbiamo un presente
che con occhio umano
non si può guardare

noi la stessa
aria di piombo
nella nostra srebrenica
che non c'è più
respiriamo con quelli
i cui occhi
le cui mani
le cui anime
del nostro sangue grondano

e solo loro
possono rallegrarsi
del vostro comandamento
di non guardare al passato

ma noi cos'altro oltre a lui abbiamo
che cos'altro
se non il passato
abbiamo da guardare?

davvero potete
dire a una madre
di non guardare il figlio?
davvero a una sorella potete
impartire l'ordine
di non guardare il fratello?

prendeteci gli occhi
ma più non insegnateci, non inviateci più
tali consigli, istruzioni e ordini!

forse davvero, come voi dite,
la guerra è finita! ma per noi, nella nostra srebrenica,
la guerra è finita appena un poco, e noi stessi, di giorno,
ci inganniamo che è così, che è finita davvero!
ma, d’estate e d'inverno - e così da diciassette anni! - i giorni sono troppo brevi, e lunghe, troppo lunghe le notti.

al primo annuncio del crepuscolo, noi i nostri portoni
col ferro rinserriamo, che non venga e non entri
colui che allora venne ed entrò, e tutto ciò che di nostro
amato e caro era - separò dalla vita!

proprio lui, oggi, veglia sulla pace a srebrenica!

come può dormire una madre di srebrenica?
appena chiude gli occhi, ecco la guerra alla porta, ecco
quel secondo in cui vide, sotto il coltello cetnico, separarsi
dal corpo la testa di suo figlio! solo qualche volta, fra mille
jasin mormorati nell’insonnia, ne ha pietà il buon dio! w
quando il sonno sugli occhi le posa, lei, in sogno, continua
a riunire la testa al corpo del figlio insepolto!

come possiamo vivere nel presente?
come possiamo non guardare al passato?

c'è una sorella nostra, non è con noi, eppur è viva!
in una tomba ha trasformato una casa, qui a sarajevo,
finestre non apre, non osa guardare fuori, e ancor meno
uscire in strada! quattro figli ha perso! se per strada un
ragazzo o una ragazza incontrasse, e le apparisse
somigliante a uno dei suoi figli - il cuore le scoppierebbe, in
quattrocento pezzi!

è questa la pace?
è così che finisce la guerra?

quando tacciono
le armi di ferro
e fino al cielo grida
il cuore materno?

quando il criminale
cambia la camicia
e con la nuova addosso
sotto le nostre case
e le nostre finestre
nella nostra srebrenica
veglia sulla nostra pace?

per voi il vostro è trascorso
ma per noi
il nostro passato
non è per nulla passato!

né passerà
né può passare
fintanto che il cielo plumbeo
la nostra srebrenica
di argento ricopre.

fintanto che sotto il suo
cielo di piombo
l'aria plumbea
e plumbee
d'aria boccate
respiriamo e inghiottiamo
con quelli che hanno sì
cambiato la camicia
ma che il cuore sotto la camicia
e nel cuore l'odio
non hanno cambiato
né pensano di cambiare

per voi il vostro è trascorso
ma per noi
il nostro passato non è passato!

non fateci ritornare
non fateci ritornare
in questa fatta
di piombo
srebrenica

piuttosto
per un istante almeno
guardate dov'è che
nelle vostre anime
nei libri
si è perso un granello
di verità e giustizia

se nel vostro cuore
un solo granello
di giustizia e verità
trovate

del bene e d'argento
l'argentea e buona
srebrenica
la bella -
a srebrenica restituite!

un briciolo di giustizia
e un granello di verità
trovate!

srebrenica -
a srebrenica restituite!

e noi
con l’aiuto di Dio
chi viva chi morta
subito ci ritorneremo

possano
con l'aiuto di Dio
riunirsi e placarsi
tutte
di tutti i tempi
le anime di Srebrenica

e
così le nostre anime
afflitte e morte

con le anime vive
di tutti i nostri morti.

di Abdulah Sidran, da qui

10.7.13

di standard, poveri

prime pagine dei quotidiani di oggi:
titoli spazzatura!

9.7.13

rebibbia

la politica di tagli
non ha risparmiato l'estate

5.7.13

learning by doing

inutile sapere bene come fare
se hai dubbi sul cosa fare

4.7.13

fratelli mediterranei

chi si lamenta quotidianamente che sull'italia si è abbattuto, negli ultimi venticinque anni, un cataclisma politico, economico e sociale di gravità inaudita ed occupa, anche giustamente, il suo tempo a lambiccarsi sulle responsabilità interne dell'inerzia o degli sforzi vani per invertire la rotta, mette in secondo piano che lungo le coste del mare che bagna il belpaese per circa settemilaseicento chilometri, negli ultimi venticinque sono accaduti, grossomodo, i seguenti eventi (ordine alfabetico per paese):
  • albania: dissoluzione della repubblica popolare socialista di albania (1991-1992), rivolte di piazza del 1997 con intervento forze di sicurezza dell'ONU, diaspora albanese;
  • algeria: annullamento delle elezioni del 1991 vinte dal fronte islamico di salvezza nazionale e scoppio di una guerra civile tra fazioni dell'esercito regolare e gli integralisti del gruppo islamico armato (1991 - 1997, stimate 100.000 vittime); primavera araba (2010 – 2012);
  • croazia: guerra di indipendenza croata tra le forze croate che dichiarano l’indipendenza del paese nel 1991, e l’armata popolare jugoslava, a maggioranza serba (1991 – 1995), intervento onu;
  • egitto: rivoluzione egiziana a partire da gennaio del 2011 con rovesciamento del regime di hosni mubarak, emendamento della costituzione, elezioni presidenziali nel 2012 con vittoria dei fratelli musulmani, nuove proteste e destituzione del presidente democraticamente eletto da parte dell’esercito (luglio 2013);
  • grecia: bancarotta a partire del 2009 con pesanti conseguenze sulla stabilità del debito sovrano dei paesi dell’eurozona, numerosi piani di salvataggio finanziario, di esecutivi chiamati a gestirli, caduta della ricchezza nazionale e gravissime tensioni sociali;
  • israele: prima intifada (1987 – 1993), accordo di oslo per la risoluzione del conflitto arabo-israeliano e mutuo riconoscimento (1993), assassinio di rabin (1995), completo ritiro dalla striscia di gaza, seconda intifada (2000), seconda guerra del libano (2006), proteste di piazza (2011);
  • libano: assassinio di hariri e tensioni con la siria (2005), seconda guerra del libano (2006), conflitto interno contro le milizie hezbollah (2008);
  • libia: primavera araba sfocia in guerra civile con insorti del consiglio nazionale libico che entrano in armi contro le forze fedeli alla dittatura di gheddafi, intervento militare di alcuni stati appartenenti alla nato e alcuni paesi arabi a supporto del consiglio nazionale libico, uccisione di gheddafi e fine del regime;
  • marocco: primavera araba (2011 – 2012) e modifiche alla costituzione con aumento poteri esecutivo e parlamentare rispetto all’istituto monarchico;
  • spagna: attentato terroristico di madrid (2004), grave crisi economica e conseguenti forti tensioni sociali sfociate in proteste di piazza capeggiate dal movimento degli indignados (movimiento 15-M, acronimo che richiama l’inizio delle proteste, il 15 maggio 2011);
  • stato della palestina: prima intifada (1987 – 1993), accordo di oslo per la risoluzione del conflitto arabo-israeliano e mutuo riconoscimento (1993), completo ritiro dalla striscia di gaza, seconda intifada (2000);
  • siria: guerra civile in corso (iniziata nel 2011) tra le forze della coalizione nazionale siriana che si oppongono al governo del presidente bashar al assad, ad oggi si stimano più di 100.000 vittime e nessuna ipotesi di rapida risoluzione;
  • tunisia: il sacrificio di mohamed bouazizi, ventisettenne ambulante di sidi bouzid che si dà fuoco per protestare contro la crisi e muore dopo due settimane di agonia, dà avvio alla primavera araba (fine 2010), scoppia la rivoluzione dei gelsomini con rimozione del dittatore ben ali ed elezione della nuova assemblea costituente;
  • turchia: gravi tensioni con la minoranza curda, proteste nel corso del 2013 contro la rimozione di un parco pubblico (taksim gezi park), manifestazioni poi estesesi in tutto il paese per protestare contro la brutalità delle forze dell’ordine e per richiedere le dimissioni del governo di erdogan

… e la storia, ovunque, continua!

2.7.13

calabritto

ho trovato le mie passioni
scavando molto a fondo
sorgenti di cui spesso ho poi perso traccia
mentre il rabdomante indicava sempre un'altra parte

27.6.13

buddha bar

che poi dispiace più per il berlusconi uomo

26.6.13

chiedersi cos'è un uomo

gli artisti vogliono tutti i mondi possibili,
tranne quello che è loro imposto

andré malraux

21.6.13

nel momento della scelta

il limite di cui qui si parla non riguarda la giustezza di questa o quella idea o teoria, bensì la distanza immutabile che rimane fra qualsiasi teoria, idea o opinione da una parte, e la realtà dall'altra. né sapere che la distanza esiste aiuta a conoscerla quando conoscerla importerebbe. nel momento presente - il momento della scelta e della decisione - non si sa mai nulla: si è quello che si è. si può sapere che non si sa, ma non che cosa sia quello che non si sa, e che importanza abbia. si erra per situazione. è infatti possibile evitare di violare le regole conosciute, ma gli errori fatali non li si conosce che dopo averli commessi. l'incertezza che è in lui e attorno a lui, l'uomo non può fare a meno d'ignorarla. in un certo senso, anzi, deve negarla: non per agire (come vogliono i pragmatisti), ma per essere, o meglio, perché egli è. quindi, la preoccupazione più sbagliata di tutte sarà quella di evitare l'errore: errore, infatti, apparirà tutto ciò che non s'accorda con un'idea o una dottrina preconcetta, quando invece si tratta di rispondere all'imprevisto in modo impensato e rischioso.


l'estate del 1914 - nicola chiaromonte

19.6.13

ponte mammolo

e continuavo a vedere al posto dei tatuaggi
delle ferite di guerra

18.6.13

valle del cervaro

qui vince chi si fa giunco
non chi prova a diventare fiume

11.6.13

le visioni

quando subii un trauma, così brutto, che poi me ne feci una malattia"

10.6.13

roma liberata


7.6.13

burocrazie

è molto più facile governare senza progetti
e sminuzzando i fatti

6.6.13

su un tavolo da disegno

per iniziare a scrivere
ho bisogno di certe condizioni
della scrivania libera
e di poter guardare lontano
sarà perché ho cominciato
su un tavolo da disegno inclinato
in una mansarda con vista su monti particolarmente verdi
e ora che rubo parole
tra carta straccia e neo-anglicismi
ora che ho davanti facce stracche e sfiduciate
che sono il mio specchio più fedele
ora scrivo sempre delle solite tre idee
ossessive, variamente intonate
tre idee che attecchirono nel mio io
e che forse vale una vita interpretare


5.6.13

casal lumbroso

la nostra crisi si chiama
paura di diventare un paese marginale
quando non si è mai passati per il centro 

4.6.13

sulle smart cities

nessun passato architettonico è così pesante
come quello che grava sulle spalle degli italiani

per puntare all'intelligenza (smart)
bisogna prima che la città cresca
e cresca bene, in salute
ovvero che i suoi arti siano ben sviluppati
le consentano un movimento fluido
che sia pienamente accessibile
comunità di ricchi e di poveri
incontro di differenze
spazio di democrazia