29.7.05

goccia di sudore

e giù la voglia di scrivere un post gioioso. in un blog ultimamente accasciato. che se arrestano l’attentatore islamico di londra a roma, mica male, vuol dire che aveva cambiato idea e dove redimersi se non nella città santa. che se il governatore della banca d’italia riceve telefonate notturne un tantinello affettuose dal banchiere raider, mica male, i rapporti distesi rendono meno gravoso il controllo e danno una mano all’economia nazionale. che se il berlusca assicura la sua ricanditura a premier, mica male, può essere che per una volta si vince a mani basse. che se per un giorno ci sono quaranta gradi, mica male, è l’estate che accampa i suoi diritti e noi allegri possiamo pure offrirle qualche goccia di sudore!

27.7.05

parto

prima o poi parto. che è tempo di recidere questo cordone ombelicale!

23.7.05

meglio pelè o maradona?

uno scatto in salita di pantani vale più di 77 tour targati armstrong. in ogni caso, chapeaux!

21.7.05

viandante

ma forse non c'è niente da capire!

19.7.05

citazioni maynardiane

"Nel lungo andare saremo tutti morti"


Parlando della forma più cruda della teoria quantitativa della moneta come valida solo a lungo termine egli osserva: "Ma questo lungo andare è una guida ingannatrice negli affari correnti. Nel lungo andare saremo tutti morti. Gli economisti si attribuiscono un compito troppo facile e troppo inutile se, in momenti tempestosi, possono dirci soltanto che, quando l'uragano sarà lontano, l'oceano tornerà tranquillo."

Al banchetto in suo onore per il ritiro dalla direzione della Royal Economic Society, 1945

"Vi porgo il saluto della Royal Economic Society, dell'economia e degli econisti che sono i depositari non della civiltà, ma della possibilità della civiltà.

e soprattutto...

"Il rischio nell'adottare la scelta apparentemente più audace è generalmente inferiore al rischio dell'inazione"
Tutte le citazioni sono riprese da "Vita di John M. Keynes" di Harrod (1951)

15.7.05

devozioni

ho superato il ponte sulla ferrovia. nelle cuffie airbag dei radiohead. sapevo che era un simbolo, ma non sapevo perchè era un simbolo. ho combattuto il caldo respirando affannosamente, da asmatico. dà sollievo a discapito dell'impressione nei passanti. percorso accidentato di una periferia ancora dura da venire. accoglienza freddina come da abitudine. sottili violenze psicologiche. uno schiaffo per scherzo. fuggo via per il contegno. un'ora di pensieri folli sulla strada che ora corre in un attimo. poi riappacificati via sms. non posso permettermi di perderti. non posso permettermi di perdermi.

5.7.05

pozzo che fissa il cielo

c'è luce in fondo al tunnel. pare di vederla. a meno che questa sia una notte buia e senza luna e lì in fondo una galleria iperilluminata!

1.7.05

extra time

ormai con te lontana le cose sono lasciate al suo corso. e non è che vadano peggio. procedono fluide. incommensurabili. incomprensibili. sono qui a scaricare la solitudine. voglio mapparla. che ora sono solo ed è facile. ma io ci provo pure quando sono in mezzo alla gente. in genere me ne esco con battute poco felici, e addosso la riprovazione gelida della bella compagnia. la mia solitudine, piacere! quella distanza dalle cose del mondo. quell’infinito malessere per le cose del mondo, che si riflettono sulla tua esistenza mediocre, inumana per certi aspetti, quali aspetti?, forse è così da secoli. tu lontana dicevo, a raccogliere capi d’accusa per inchiodare il tuo uomo o, chissà, a parti inverse, sei tu sotto torchio. mi dispiacerebbe, non credere! sei al contempo la persona che ho amato di più e quella per cui ho provato più pena. rinsecchita e inguaiata, mia cara, come avrei scommesso su una tua resurrezione. la tua qualità è l’ostinazione. zelante come nessuna, una volta individuato l’obiettivo, lo centravi, nulla da fare. è anche la tua rovina, però. se l’obiettivo è su una nuvola, poi cadi giù. ma magari ora è tutto passato. magari ora sei una donna felice, realizzata con un uomo grasso e ruttante accanto, quello che ci vuole per te, anche perché rutto&intelligenza convivono meravigliosamente. io non ruttavo al tuo cospetto, solo singulti, insomma rutti abortiti, con sobbalzo pettorale, accade quando mangi troppo velocemente ed io ingurgito tutto con una foga selvaggia. tradizione contadina. la prossima volta, se capita d’incontrarci, ti saluterò con trasporto, promesso e spero peserai il giusto.
la solitudine dicevo, qui, nella città che mi ha accolto (?) da quattro anni. lo stesso appartamento. le stesse tapparelle verdi su grigio. il palazzo di fronte è giallo con tapparelle arancioni. quanto tempo a fissarle, negli attimi di stand by. se uno potesse raccogliere tutti gli attimi sprecati, tutti gli attimi volati via a non pensare ad un tubo, metterebbe insieme parecchi mesi, che in una vita di lunghezza media, mica sono da buttare. poi dipende dalle persone. io farei meglio. si potrebbe chiedere a chi gestisce le COSE, di poter riutilizzare il tempo sprecato a fissare oggetti inanimati senza pensare ad un tubo, sì, potrebbe essere una buona rivendicazione, dopo tutto. termini la tua esistenza terrena, che so, a 61 anni, 7 mesi, e 231 giorni, un occhio a bordo campo, e “chi di dovere” alza la lavagna luminosa, e mostra un recupero di 8 mesi e 26 giorni. il pubblico si rianima. si alza in piedi ad incitare. è vero, sono gli ultimi 8 mesi e 26 giorni, cazzo!, ma la partita la si può ancora aggiustare.
e magari recuperare anche il tempo passato a scrivere post inutili, che la serata la si può ancora vivere!

sconcerto

ieri sera grande sconcerto. sul palco lei, urlante e spaccachitarre. peccato ci fossi solo io a guardarla. peccato per il mio naso!