29.2.08

anno bisestile

quattro anni fa questo luogo non esisteva

28.2.08

nei miei occhi

...ché non finisca come quell'amministratore delegato di provincia che accolla tutti i suoi insuccessi alla masnada pansindacalistica

24.2.08

lo scoppio che tutto tiene

c’è un temporale in arrivo,
c’è un temporale in arrivo,
senti l’elettricità,
c’è un temporale in arrivo sulla mia città,
porta novità, porta novità

jovanotti – temporale

cosa fai? (R: leggo/
introietto informazioni in esubero/
mi gongolo nell’autocompiacimento dell’over-information/
lascio che la mia sfera emotiva taccia
sotto il peso dell’ipertrofica sfera cognitiva)

l. – sms delle 17.09

cara irpinia, i tuoi figli hanno dovuto sempre combattere
e questo ha seminato nel loro sangue paura e diffidenza
ma adesso c’è bisogno di amare l’epoca stracciata in cui ci troviamo,
c’è bisogno di ricucirla giorno dopo giorno,
ora dopo ora.
è questa la rivoluzione a cui siamo chiamati...
adesso, cara irpinia, possiamo intrecciare le nostre debolezze
perché sono rimaste solo quelle,
adesso possiamo intrecciare le nostre paure
perché sono rimaste solo quelle.
quello che ci puoi dire tu, cara nostra terra,
e che possiamo disubbidire alle nostre debolezze e alle nostre paure.
eccola la nostra politica, l’abbiamo trovata,
è sul confine tra ciò che non vogliamo essere e ciò che possiamo essere.

franco arminio – otto pagine e comunità provvisoria

strascico i piedi sul piazzale della partenza, due comignoli di mattoncini rossi sono i cardini di una bussola immaginaria, qui o lì? oggi non vorrei andar via, prima impugnerei la bacchetta magica per modificare lo spazio urbano, o almeno due o tre teste a caso. sarà perché le prime gemme verdi spuntano sui noccioli o che ai crocicchi delle strade si confabula animatamente sul futuro politico della provincia. è capitato anche a me. avvicinato da un bassista pronto a gettarsi nella mischia. dove già domani si arriverà alla conta decisiva. zio è ancora indeciso sul da farsi. dice che in queste occasioni si comunica a gesti ed è un problema di greggi. altrove di greggio, in ogni caso niente a che vedere con la democrazia. intanto mio padre teme che scoppi di precarietà, io che lui scoppi di colesterolo. ma oggi tutto si tiene, il sole tramonta di un rosso corallo, pure su questa terra calpestata. e provvisoria o meno, c’è una speranza sconfinata. poi per i reali cambiamenti si vedrà.

21.2.08

flatus vocis

si avvicina, inesorabile, il momento,
capitale nella vita di ogni uomo,
in cui si eredita il proprio pezzo di terra
su cui edificare
(o da mortificare)
la mia generazione è pronta
se necessario
(come le precedenti)
mortedificherà!

20.2.08

non è un paese per vecchi

hanno trombato ciriaco de mita
(e poco a poco soffocheranno i suoi figli)
lui prende subito la parola alla riunione di partito
deve tirarsi fuori un attimo prima che lo estromettano
(mi ribello) se prevale l'età sull'intelligenza
non starò con voi ma contro di voi
in effetti i tipici discorsi dei bambini e dei vecchi
quelli che di risposta ottengono una scrollata di spalle
un'occhiata di comprensione
capirà un giorno - avrebbe capito una volta

stasera gli ululati degli irpini della diaspora (ma non solo) son melodia
(e ora come si riposizionerà mio zio?)

19.2.08

ululato di un irpino della diaspora

aiuaaaaaaaaaaaaaarrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrgh!

17.2.08

colazione a casale rocchi

stamattina il vento si è placato. gelida rimane l'aria. in strada i raggi del sole picchiano di traverso sulle lenti dei miei occhiali. i miei occhi finiscono per bruciare. svolto per via dei durantini. semino il sole, ora alle mie spalle, così mi pare. figure marginali si muovono sui marciapiedi. una vecchia bacucca trascina stanca un carrello da spesa vuoto. con le spalle la supero. il giornalaio discute animatamente dell'arbitraggio di ieri. torti e ragioni si fronteggiano in un campionato parallelo. via casale rocchi è a duecentocinquanta metri da casa. appena la imbocco, uno sfasciacarrozze si presenta alla mia destra, un caseggiato diruto alla sinistra. avanti, le case diventano basse, semplici. il viale è deserto. un edificio rosso si intravede al suo limite. è il casale di bonifica, grazie al quale qui l'uomo ha strappato terre coltivabili all'ansa dell'aniene. l'atmosfera rimane rurale. sul portale di una chiesa anonima, un foglietto indica gli orari delle messe e quelli del catechismo. è ora di messa ma è tutto sbarrato. un paio di donne ciarlano del tempo sull'uscio di casa. intorno è silenzio. al massimo persiane che si rialzano, un pianto di neonato. dal fianco della chiesa parte una stradina che dopo pochi metri perde l'asfalto e dà sui campi. mi avventuro perché voglio arrivare al fiume. saudade del sabato. di lì i campi si aprono a raggiera, delimitati dal corso d'acqua. mozzando il proprio respiro si sente il suo. paesaggio pasoliniano. campagna al cui orizzonte spuntano palazzoni alveari. da quei palazzi questi pezzi di verde saranno di sicuro invisibili, lo sguardo stretto da altre costruzioni, antenne e cipressi. sul ciglio del fiume ombre si muovono, poi si accorgono di me e si bloccano a fissarmi. mi rammento che da queste parti vive l'esclusione. desisto dal mio intento e torno indietro. i miei passi si appesantiscono. il vento torna forte e mi screpola la faccia.

15.2.08

chiudere gli occhi non ha mai cambiato niente

aspetterò il tuo arrivo fino a notte fonda

14.2.08

solitarialseggio

al voto di primavera mi presento da solo

12.2.08

gavetta

quando il tuo lavoro è tanto necessario quanto bistrattato

11.2.08

lo spin doctor della quinta

veltroni nel suo viaggio elettorale nell'italia delle centodieci città scelga centodieci location d'impatto, non ovunque edificanti: il sottoscala di un quartiere disumanizzato, l'ingresso della discarica contesa, la ciminiera della fabbrica in dismissione, la chiatta di un fiume in secca...

8.2.08

tornando per il focarone

e intorno ai falò che crepitano aleggia la speranza di una primavera civile

7.2.08

yes, we could

trascurando di essere perduti

6.2.08

pipistrelli

è in metro che si annidano i lettori forti
(anche di braccia)

5.2.08

difetto empatico sul posto di lavoro

mi presento male. loro mi si presentano peggio.

4.2.08

la neve a pietralata

diceveno che eventi meteo inconsuenti, non violenti, ci riappacificano col mondo!

3.2.08

soluzioni comuni incentivi

i comuni campani che rimpallano responsabilità sulla questione rifiuti perché commissariati, e dunque esautorati, a dir loro, di ogni potere sull'emergenza, dimenticano che una delle loro più gravi inerzie è il mancato adeguamento alla normativa nazionale, il decreto Ronchi*, sul finanziamento comunale della gestione rifiuti: l'applicazione della TIA (tariffa di igiene urbana) in luogo della TARSU (tassa sui rifiuti solidi urbani). ovvero, nei casi più esemplari, come ripartire il costo del servizio non in base a metodi presuntivi (superficie occupata e numeri componenti del nucleo familiare) ma sulla effettiva pesatura dei rifiuti indifferenziati prodotti dalla singola utenza domestica.


*poi abrogato per l'entrata in vigore del Codice dell'Ambiente. ad ogni modo l'obbligo di applicazione della tariffa resta, benché, nei fatti, sia addossato a costituende autorità d'ambito ottimale, partecipate dai comuni.

2.2.08

ottanta anni di ossessione de mita

polemicamente

io non so comunicare. ho i denti gialli. e niente da mangiare. non sono un parlatore, non un politico, né uno che scrive. ma uno che sommerso dai fatti del mondo, nell’era dell’informazione, smista sensazioni, e subisce, come tutti, l’inevitabile mutazione antropologica che ne consegue. colpito da una miriade di eventi distanti, sordo al fragore degli strilli di fronte. io invoco trasparenza perché mi semplifichi la fatica del comprendere. se pecco di chiarezza è perché io registro e non pubblico; io ricevo, raramente offro. io guardo fuori ed è una grande impressione. io manco ancora di ruolo. per poco. per sempre.