17.12.16

roma stasera (2004-2016)

Serva e padrona al tempo stesso,
Roma è nata col potere e finirà solo con la fine del potere,
di uno qualunque dei poteri che fin dall'inizio
si sono annidati nelle sue viscere,
generando un organismo che da sempre
vive in simbiosi perfetta con il suo parassita,
e uccide chi cerca di curarla
Vite efferate di papi, pag. 262 - Dino Baldi - Quodlibet






7.6.16

lo sfalcio dei nostri sogni

il voto è la speranza che le cose cambino 
per tutti
...
perde di significato quando,
pur sforzandoci,
le nostre speranze si limitano
a cambiamenti che riguardano
solo noi stessi,
pochi intorno:
il ripiano delle buche sotto casa

3.6.16

via del fornetto

il leitmotiv era "non ci sono più le mezze stagioni"
e invece c'erano rimaste solo quelle
dodici mesi all'anno

19.5.16

via dei prati di papa

non si legge molto
perché si fa un gran fatica
per arrivare a comprendere 
a stento le domande

21.4.16

dopo ogni natale, a roma si vota

come si può avere un'idea di città
in un luogo che si narra
sia nato quasi tremila anni fa
da un omicidio tra fratelli
per una banale questione di confine?
...
(e non c'era niente tutt'intorno)

7.4.16

mentre si discuteva di "selling the dream"

il mondo sarebbe più felice se fosse abitato da persone figlie di incroci
di bastardi
generati e abitanti in una zona mista
invece che pienamente allineati ai geni delle due isole più popolose
quelli che pensano molto e non agiscono
e quelli che agiscono molto senza pensare
...
e lo dico dall'ultimo piano di un grattacielo di una isola della seconda specie

24.3.16

via dai partigiani (già via dei partigiani)

qualcosa è cambiato nella testa della gente,
forse per disinteresse, sicuramente per sfiducia,
quando lo spirito del tempo ha cominciato a sostenere
che a risolvere i problemi non fosse lo spirito di parte
la passione politica, la fede civile 
ma la tecnica, 
come se tutto si riducesse ad un rebus
di cui scovare la soluzione,
il segreto automatismo,
replicare buone pratiche come installare un software,
da lì ognuno ha atteso che le cose si risolvessero da sé
dato per assunto che le soluzioni esistono
senza metterci qualcosa di proprio
rimuovendo l'emotività fastidiosa del conflitto
così oltre all'ideologia, è svanita la misura di esser parte
restando la pretesa di avere a disposizione tutto
come sfondo del selfie del proprio ego
un'insostenibile leggerezza dell'avere
che ci fa ripetere
via, via, via dai partiti, dai gruppi, dalla massa
sono troppo grandi per valorizzare la personalità
ci inventiamo bozzoli per spingere via da noi
 l'angoscia di sentirsi uguali
nell'ora che tutto appiattisce, rende standard
standa



15.3.16

7.3.16

rue eur

per un’architettura pesantemente monumentale
che si mostra fiera per una grandezza di un passato lontano
quale peso ha l’uomo comune?
l’uomo che vuole farsi artefice del proprio futuro, uomo tra gli uomini,
 grande o minimo che sia
e che pertanto desidera una città sia costruita per sé
e non per l’idea che ne trarranno i posteri 
a partire da quanto possenti siano le mura erette
in queste strade: 
parate di carri-armati, navi felliniane, bolidi di formula uno, puttane
se ne ricorderà il rumore, l’effetto, 
il sogno di una notte unica ma mossa da passioni solitarie,
populismo che illude il popolo di avere, 
se rovista bene, se non nel presente, nel passato o, un giorno, nel futuro,
i numeri per salire su un piedistallo
poeti, artisti, eroi, santi, pensatori, scienziati, navigatori, trasmigratori
tutto ciò è l'eterno fascismo 
che tormenta singoli, gruppi e istituzioni
una forza prevaricante, liberticida
che è un'eterna sfiducia nella possibilità di costruire 
"senza nulla a pretendere"
un cittadino responsabile
...

aggiunta ad un post di qualche giorno fa

la fiducia si pone in una collocazione intermedia fra completa conoscenza e completa ignoranza:
"chi sa completamente non ha bisogno di fidarsi,
chi non sa affatto non può ragionevolmente fidarsi"

george simmel

uomini di quarzo

ci sentivamo statuine di porcellana
di finissima lavorazione
gradevolissime in bella posa
ma se c'era da metterci in movimento
le giunture fischiavano
e i nostri abbracci erano sempre collisioni
da cui ne uscivamo rotti in qualche scheggia

4.3.16

un limite alle app peggio

se non inventeranno un app per immaginare la tonalità del cielo
dalle fessure delle tapparelle
trasognati, abbracciati, per chi vuole, appena docciati
c'è sempre chi rimpiangerà quello che abbiamo perduto

1.3.16

cosa intendevo

le trincee della nostra generazione
sono foderate di egolatria e continue disattenzioni
...
e difatti non ricordo cosa intendevo scrivere

25.2.16

la paura di sapere di non sapere

non devi avere paura della tua intelligenza (come della tua ignoranza)
...
ciò che distingue un ignorante da un intelligente
è soltanto la paura

18.2.16

ritornando a casa

la modernità qui è venuta giù come un'alluvione. ha distrutto case, sfollato animali e uomini, scoperchiato la testa della gente. prima erano chiuse, sbarrate, solo occhi-lucernari come prova di una possibile comunicazione con il mondo. ed infatti più semplice gli risultava il contatto con la natura. poi l'alluvione e l'acqua, senza più direzioni, che girava in ogni dove. si restava attoniti dalla forza, dagli equilibri saltati, ché le distanze tra gli uomini, i rapporti tra le cose erano per tutti irrimediabilmente scombinati. non si trovava anima, tra le poche sparute rimaste che il vento non si fosse portato via, convinta che si potesse tornare come prima. ricostruire sì, forse, ma non sarebbe stato lo stesso. vivevano o morivano con questa ossessione, tornare indietro con il tempo, sapendo di non poterci mai riuscire. bramavano il potere di fermare il tempo. avevano dimenticato che l'alluvione sarebbe stata dimenticata, come altre già venute e abbattutesi con altrettanta violenza e poi scomparse oltre l'orizzonte della Storia. quello che rimaneva era sempre l'uomo presente ed il suo fiume. quando l'acqua riscendeva naturalmente nel suo alveo e scorreva, come sempre, da monte a valle. dal mare al mare.

16.2.16

uguali refrattari frattali

siamo frattali aleatori
di generazione in generazione

29.1.16

verdana 11

è il carattere non il talento
che guida verso la felicità

17.1.16

cose nemmeno poi tanto nuove

si dava molto peso all'andatura,
ai compagni di viaggio
trascurando la meta