30.10.05

inadeepsleep

alle volte ‘sta città ha il sapore di un anestetico!

29.10.05

panni sporchi

tappo occlude i pensieri che pure desiderano uscire dalla testa. ingorgo da collo di bottiglia, più in là la strada è libera, credimi. il ponte obbliga a ritornare giù, quanto i panni sporchi ammucchiati nella busta conad. in bilico come certi personaggi d'autore, ma con minor spessore, vaglio attentamente le strategie future. pianifico senza know how. d'altronde qualcosa non va in un studente che non studia, in un finto blogger che non scrive, in un amico che non si confida, in un amante che non ama.

27.10.05

scritto male

parla! dici quello che hai da dire. è l’unico modo che hai per portare il mondo dalla tua. il modo che hai. Il mondo che ancora non hai. cazzo c’ho? un cazzo da dire. per anni solo parole scivolose che mai ho gestito. discorsi velleitari mai compiuti. anni in cui non è che si dicesse molto. come avrei potuto ben razzolare? dimmi tu. tu che peschi le risposte dalla sacca che porti a tracolla. tu che presti orecchie a chi te ne fa richiesta. sempre ossequiente. mai sopra le righe. nel 2027 ci manderemo gli auguri per natale? sorrideremo degli ingrippi di oggi? avremo finalmente qualcosa di sensato da dire? parla!

devo lustrare il mio nome. parto dalla m di maynardo.

25.10.05

bipolaristi, altroché!

non esistono più le mezze stagioni
perché per la "gente" è una noia
distinguere l'autunno dall'inverno
e la primavera dall'estate!

23.10.05

per fare il blogger

occorre documentarsi,
cimentarsi,
commentarsi (l'un l'altro),
cementarsi (come intarsi?)

e

NON SCRIVERE MAI UN POST COME QUESTO!

20.10.05

parabola ad uso e consumo personale

crispino partì per il mare, sotto un'acqua furiosa. camminò per chilometri e negli occhi aveva lei. lei ed il mare. dietro una curva scorse la spiaggia, grigia e solitaria. finalmente si fermò, cadde in ginocchio, fradicio di pioggia, con le gambe che gli dolevano e bisbiglio: "ti amo!". il mare continuava con il suo moto. ma la pioggia cessò di cadere.

19.10.05

l'amore pensato

uscire fuori da qui dove tutto scivola addosso senza imparare. per l'ispirazione serve angoscia colante. colla che tiene insieme i pezzi. sfiancati da prove non necessarie, da esami inutili, cosa resta? il tuo sguardo ignaro e la mia lacrima abortita. il bacio mai dato. l'amore pensato.

17.10.05

4'299'277

mancavo solo io...

16.10.05

primarie

a un minuto dalla sveglia, mi getto in strada a caccia di un giornale. e tu non sei qui. e tu non chiami. e tu chissà dove diavolo sei infognata. l’aria fresca mi rinfranca e ogni passo è una trovata. scontata. più cani che padroni, miracolo della domenica mattina e coppie di anziani che s’affrettano, un tempo si sarebbe detto per la messa, ma oggi niente è più sicuro. ruini affonda! il giornale sputa notizie ingombranti. follini si autosfratta dall’UDC, ingrato pierferdi e ci resta quel “qualcuno pensa che berlusconi sia il candidato migliore. io no.” scagliato in faccia al re visibilmente disorientato, sul punto di cadere. noi, invece, pensiamo che il re sia ineleggibile. a prescindere. il virus dei polli sbarca in europa. la pollimonite colpisce i più deboli, bambini ed anziani. no alla ressa alle farmacie. il vaccino che in ogni caso non ti salva basta per tutti. in iraq si vota la costituzione. solo quattro i morti per gli attacchi della guerriglia. contro i quaranta delle scorse elezioni. evidentemente esportiamo contabilità imputridita oltre la democrazia. e intanto tu non ci sei. tu non telefoni ancora. e tu chissà dove sei ingabbiata. nel giorno delle primarie. per una sfortunata concorrenza di eventi, diserto il seggio e me ne duole, non sai quanto. così faccio il gioco del re. e i miei oppositori-interni salgono sull’aventino a fare cagnara. purtroppo da studentello fuori sede, ho dimenticato di cambiare lista elettorale. ma costringo parenti prossimi a non mancare. per contrappasso passerò la notte ad attendere le prime proiezioni (ci saranno mai? sì, ci sono sempre!). una conta più delle altre. la partecipazione. un milione e dispari: vaticinio o solo speranza? e tu, domani, ci sarai? e tu quando mai mi hai cercato? e tu, se davvero inguaiata, ci sarà un motivo! che mi ero proposto nella notte insonne (e per questo folle) di districare, una buona volta, la matassa. buttare giù il muro di afasia. afasia. afasia. però avrei bisogno di fare affidamento sulle orecchie degli interlocutori, più che sul loro buon cuore. e nella mia capacità di annientare questa voce che talvolta prorompe da dentro, forte e chiara, senza risposta e che chiede: cosa voglio?…cosa voglio?…io voglio…

14.10.05

cinque minuti nella tua testa

e improvvisamente mi sono fermato
a pensare quante esistenze sto perdendo
se davvero, in questo tempo, una sola ci è data

11.10.05

avellino come un'altra...o quasi!

provo a scrivere della mia città. chissà se poi esiste davvero? se è solo nella mia testa ed in quella dei miei non illustri concittadini. premessa necessaria: abito ad un paesino a qualche chilometro di distanza ma come non dirsi avellinese? dopodiché se quello che viene è soltanto una noiosa sequela di cazzate, dipende da me, mica dal fatto che non sono un autoctono.

città terremotata ma fu la provincia a piangere i morti. e pure le etichette ingialliscono col tempo. resta il corso principale – groviera, un palazzo mancante ogni quattro, a non disperdere la memoria, oramai venticinquennale. e sparsi prefabbricati pesanti. amianto a cena. per celare gli scempi della ricostruzione, occasione gettata al vento, o quasi, di sicuro si vive in case meno traballanti. montevergine continua a proteggere la nostra isola felice. eppure infiltrazioni camorristiche sono evidenti, racket e attività commerciali aperte con denari di dubbia provenienza. in ogni caso sarebbe falso affermare che la città sforni nidiate di malavitosi, mancano i presupposti. spiantati, sì, a bizzeffe, ma d’altronde, cresciuti con queste prospettive, come potrebbe essere altrimenti? e poi, forse, è così pure a nuoro o a taranto, e mica ne fanno una questione di campanile. realtà di provincia profonda!

la politica avellinese è al contempo più facile e più difficile da spiegare rispetto al quadro nazionale. più facile perché non esistono gli sconquassi di una coalizione: il centrodestra. solo qualche volenteroso a reggere le insegne sul campo di battaglia, in nome di un ipotetico principio di alternanza democratica; per il resto personaggi privi di spessore, incapaci di sovvertire un sistema di potere auto-perpetuantesi. più difficile perché non esiste un vero centro-sinistra. esistono De Mita (ex presidente del Consiglio) e Mancino (ex presidente del Senato) e subalterni contro Opposizione al governo. e sottolineo le ex cariche dei due, perché, qui, il discorso politico è talmente antidiluviano che la contrapposizione ex DC-ex PCI è attualissima come il rimpianto e la deferenza per il tempo che fu. i DS starnazzanti si battono contro lo strapotere dei popolari, lampante in tutti i palazzi di governo, enti pubblici, televisioni e giornali. ma criticare il “vecchio” con gli stessi dirigenti di venti anni fa deprime. e tutto il gioco politico si riduce alle crisi minacciate dai consiglieri/assessori DS al comune, guidato da un Margherita, e alle imminenti dimissioni degli assessori Margherita alla provincia, governata dalla De Simone, DS. guardiamo avanti!

e l’immondizia che s’ammassa ai bordi delle strade, quando l’emergenza si fa grossa. quando tutti cominciano ad alzare la voce, caro bassolino, non ti voto più! interi paesi in rivolta dietro la fascia tricolore del sindaco, ché nessuno vuole discariche, né CdR, né termovalorizzatori a fare scempio delle bellezze naturalistiche. e quando queste non ci sono, a devastare i campi di patate. i nostri rifiuti costretti ad emigrare in germania, come i nostri zii. e vedrai che non torneranno! intanto differenziamo quel poco che basta a uniformare la coscienza mentre un poco più in là le ecocamorre contano i milioni, che, loro sì, sanno come riciclare. eppure, lo sento, è questo l’affare su cui puntare. finanziatemi, che ci punto!

il traffico peggiora quando c’è la pioggia e tutti si trasformano in guidatori stanchi, in guidatori funky, fanculo a tutti quanti. specie ad avellino, con tre vie, cinquantamila abitanti e centomila auto. fondo stradale dissestato e segnaletica orizzontale oramai svanita. ma i lavori di rifacimento si rinviano oltre, ché se chiudi una strada, scoppia il ’48. auto in doppia e in tripla fila e vigili urbani che multano i pedoni distratti. però, non quelli che per una strana abitudine attraversano sempre seguendo una linea obliqua, mai sulle strisce zebra, e resistono in strada, con arditi slalom tra le auto-paletti, anche per trenta, quaranta metri, indecisi sul marciapiede da attraccare. corsia preferenziale per gli autobus, trasformata in corsia di sorpasso, non importa quale sia il senso di marcia. indiani sioux ingaggiati dall’amministrazione comunale per educare gli automobilisti all’utilizzo delle frecce bidirezionali. nuova autostazione pronta ma inagibile per pastoie burocratiche, i vandali ne approfittano. insomma un macello. come la piazza!

e l’eterna questione dei palloni da calcio sgonfi o peggio bucati. costringono giovani numeri 10 a calibrare con maestria il tiro e a perdere tempo prezioso quando la palla s’incaglia sotto le 127. il tabaccaio che ci vendeva tre o quattro supersantos al giorno, alla modica cifra di £ 3'500, ora sverna in Brasile, e mai ci consigliò di spostarsi dal filo spinato. saracinesche che fanno da porta, sbang! quando è gol, e traversa immaginaria, variabile a seconda dell’altezza del portiere di turno. vincere, tre contro tre, trentasette a trentacinque, sedici gol e dieci assist, ti faceva sentire il nuovo anastopoulus. poi consolare gli avversari, dicendogli che l’avevano persa a centrocampo, era fair play. chi diventerà mai un campione, quello con la maglia taroccata dell’inter e le scarpette da tennis, o il chiattone dalla tecnica fina?

lo stadio partenio ha la sua legge. da ultimo ripetutamente violata. da scorribande avversarie. ultras che si difendono dalle diffide e criticano decreti. tifosi veri confidano nella cura colomba e in una pasqua tranquilla. palazzetto dello sport semivuoto, in cui la seria a di basket si alterna al saggio di ballo latino americano della scuola di Castellammare. e di fronte una piscina in costruzione, non olimpionica, forse nemmeno semi olimpionica, per il giustificato timore di fare qualcosa di lungimirante. campo coni, atletica in centro città, meeting annuale senza sponsor e per il resto jogging per gli appassionati o solo soprappeso. scuola tennis gestite dal figlioccio di galgani, affarista e da anni lontano dai campi. meglio il sosia di jim courier.

clima ostile incentiva attività ricreative al coperto. piove e le palestre spuntano come funghi. un’intera generazione prende confidenza con presse e bilancieri. misura il carico. puntella il fisico. e nello sforzo più estremo soffia via un pizzico d’anima. ci siamo passati anche noi, per carità, né ci placa passare per bacchettoni. è che fingersi ipersportivi, restando fermi, è un controsenso!

7.10.05

outsiderismi

oggi mi sento un outsider...come scalfarotto!

5.10.05

segreteria

sono momentaneamente assente. lasciate un messaggio dopo il segnale acustico.

silenzio.

silenzio.

silenzio.

beep!

2.10.05

impressioni d'ottobre

impressioni d'ottobre. sfogo su carta una certa gioia di vivere. e di scrivere. che, forse, viene dalle prime ore del giorno quando, in dormiveglia, scorrono nella mia mente post verbosi e immaginifici, mentre i post prandiali come questo, nascono loffi e destinati all'oblio. ma più che gioia di vivere, è fiducia nel giorno che verrà, fino ad ora oscurato da uno spesso strato di diffidenza, in cui siamo forgiati sin da bambini. il mondo è pieno zeppo di brutture e di bruti che le compiono, d'accordo; indignarsi, spesso, è d'obbligo, ma resistere alla vita è una forma di protesta folle!