18.5.05

scrivere - parte prima

ho cominciato a scrivere che ero già bello e maturo. o meglio, se proprio la devo dire tutta, io già scrivevo a due, tre anni, come tutti i bambini d'altronde. scarabocchiavo pagine e pagine. la prima parola di senso compiuto che ho imparato a scrivere credo sia stata il mio nome, o mamma, o cose così. ma allora scrivevo per gli altri. scrivevo perché volevano che scrivessi. mi dicevano, guarda, questa è una d, la mano di mia madre che lentamente tracciava sul foglio quelle linee tondeggianti, ora provaci tu, e io ci provavo. ma non è che questo che intendo con scrittura. io parlo dello scrivere per me. quello l'ho imparato molto più tardi. sì, quello sfogo d'introspezione su carta di cui bene o male tutti si ammalano nell'adolescenza. ebbene, io no, io, almeno formalmente, il diario l'ho schivato. formalmente dico perchè io non avevo un diario scritto, ma uno orale. mi spiego. a quattordici, quindici anni impazzivo per le radio. il mio sogno era quello di aprire una radio libera su cui far girare quello che ci pareva. ma ero professionale, mica scherzi. m'informavo sul costo delle attrezzature, sui diritti siae (libera sì, ma nell'eventualità si volesse regolarizzare), sul costo delle frequenze e via discorrendo. voglio dire, io non ero uno di quelli che aspiravano a diventare d.j. per fare il figo, no, per carità. io volevo gestire una radio, viverci dentro ventiquattro ore su ventiquattro, riempire, magari, il palinsesto quando c'erano buchi, ma avrei lasciato spazio a tutti o quasi. cosa c'entra questa storia con il diario? beh, per un periodo, ho coltivato il sogno registrando su nastro la mia voce. qualche minuto al giorno di un programma radiofonico immaginario. argomento principale: la mia vita. tono di voce il più delle volte bassissimo, contenuti agghiaccianti. talvolta i miei racconti erano intervallati dalle hits del momento. di una monotonia devastante. dopo qualche mesetto abbandonai il progetto. troppo sperimentale. ma ho conservato i nastri fino a poco tempo fa. quando in uno scatto d'orgoglio li ho distrutti brutalmente...
continua!

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