28.3.07

cambio capitale






antefatto: 1, 2
foto da: 1, 2





26.3.07

diliberto dal billionaire

quasi calpesto
piccione spiaccicato
suo occhio mi fissa
come peone ben armato
su isola appostato
di video gioco domenicale
senza duecento lire di gettone
e di rimando
vado ad orda festosa (1, 2, 3, 4, 5, 6)
tra alcool e trucco
(dove
sconto la mia distanza per non aver fatto una passata di lucidalabbra)
perché
lì avrei avuto bisogno di piedi prepotenti
e armi contundenti!

23.3.07

luogo comune

soltanto nei due poli dell'unione umana, là dove non vi sono ancora o non vi sono più parole, nello sguardo e nell'abbraccio, può trovarsi la felicità, giacché lì soltanto esiste assolutezza, libertà, mistero e profonda assenza d'ogni riguardo. tutto quello che nei rapporti umani sta frammezzo quei due poli è debole e tiepido, è determinato, deciso e limitato da formalità e convenzioni borghesi. qui domina la parola. questo mezzo freddo e smorto, questo primo prodotto d'una civiltà mediocre, così estraneo alla calda e muta sfera della antura, tanto che si potrebbe affermare che già ogni parola è in se stessa un luogo comune.

thomas mann

22.3.07

avevo voglia di scrivere: m'è passata!

sopra la panca, sotto la luna
sceglie una capra la sua fortuna
ogni sua cellula può raccontare
quanto fa male farsi tosare

sotto la panca, sopra un gelato
muore un biscotto col cioccolato
forse si scioglie o forse rimane
forse lo mangia una coppia di rane

sopra una panca, sotto un inferno
peggio di andare da villa a salerno...

babalot, panca bestia


scrivo, inchiostro rosso, dietro brochure di convegno bell'e andato, dove accorsi convinto di trovare la strada su cui raccogliere molliche di pane che mi orientassero... ma subito, sulla destra, mi compare, dr. enfasi, che in pochi attimi allestisce solito palcoscenico di rampantismo militante e malinconico, "mondo fatto" e finito di businessman pronti allo sbrano, mica come nelle pubbliche amministrazioni dove si grattano i coglioni (come se poi le rappresentassi, come se poi veramente fossi il sindaco di trevico). mi confessa che è stato costretto alle dimissioni (?) da stage in multinazionale, per tesi pericolante, per prole frignante. vuole che l'accompagni all'84 (ma se passa il 36 fa lo stesso). e così m'accingo a spaccar il capello in quattro in quattro, ma con lui è fin troppo semplice, diciamo ragionare come tagliare tronco di quercia secolare. sospira: "sopraggiunge la primavera romana!", mentre una folata gelida mi strozza in gola l'acido che ho in corpo. s'illumina in volto. corre goffamente a raggiungere il 36. riesco solo a gridargli un generico "fammi sapere!". speriamo di no. allora, torno alla base. sorriso al mendicante. rumenomanovali alla finestra. mangio e bevo. scopro il blog di universitario perfettino irpino e me lo segno, perché un giorno aggiorni la lista. per informazioni, vorrei vivere a via degli appennini numero trenta. me lo ripeto da anni. io che batto il quartiere metro per metro, fino a sentirmelo stretto. quando mi dicono, butti tempo, sbotto subito e ribatto a denti stretti, quasi fossi sotto ricatto. ma in cuor mio, riconosco che rispetto al mio fancazzismo di questi giorni, il bodyguard di ettore andenna è un vero stakanovista.

20.3.07

l'ossessione dei numeri

sull'ultimo venerdìdirepubblica, giorgio bocca affermava che durante l'arco di un'intera vita un uomo medio legge circa quaranta libri, dunque perché affannarsi? a scrivere, intendo io. uno come lui, ad esempio, ne sforna uno all'anno, e non pare preoccuparsi del fatto che un "uomo medio" riuscirebbe a stento a finire la sua opera omnia, e rimarrebbe così totalmente digiuno della bellezza. comincio così perché mi rimproverano l'ossessione per i numeri, e io, m'irrigidisco, insomma mica vero? solo che poi, tornando indietro nel tempo, a scartabellare tra i ricordi, salta fuori il mitico quadernetto dove appuntavo i risultati delle partitelle sotto casa, gli infiniti due contro due, i tre contro tre, se proprio ci andava bene (vale a dire, quando tutte le madripremurose ci offrivano l'agognato permesso o qualche "prefabbricatense pacifico" si univa a noi) i quattro contro quattro. naturalmente, le squadre si cambiavano giorno per giorno, e così pur di competere e far di conto, ogni singolo era una squadra. ognuno di noi accumulava giorno dopo giorno vittorie, pareggi, o sconfitte, goal fatti, e goal subiti. di sera, altro che tv, stilavo serie infinite di classifiche, medie, statistiche, trend e la mattina seguente aggiornavo i compagni interessati. purtroppo, cazzo!, a fine stagione, a vincere fu proprio un "prefabbricatense pacifico", tal patrizio. e noi ci trinceravamo dietro il fatto che non giocasse con continuità, si allenasse di nascosto, sgomitasse sporco. la verità era che che uno corretto come lui non ne trovai più. intanto l'esperimento del quadernetto dei campioncini, dopo quell'estate, fu rapidamente accantonato.

19.3.07

segni inequivocabili dell'imminente fine del mondo

mio fratellocheèfigliounico, sul suo pc, ha messo come sfondo del desktop l'immagine dell'uomo più forte del mondo che solleva, fiero, un masso enorme, dopodiché, si può supporre, il buon uomo vada a bere la cosiddetta "bomba".


ultimamente, sconto gli effetti di scontri quotidiani con persone (me stesso per primo) che utilizzano l'intercalare "cazzo" continuamente, un po' come il verbo to do in inglese, o pure "fuck"!


perdo contezza delle cose fare; cercasi contessa pur di continuare!


ora è tutto sotto controllo!

12.3.07

pulizie pasquali

don eustachio, sacerdote della parrocchia di santa maria dei canadesi, ieri pomeriggio, ha bussato alla nostra porta. accompagnato dal chierichetto, dodicenne, sebastiano, stava compiendo il tradizionale giro quaresimale di benedizione. così maneggiava ispirato il suo aspersorio, irrigando d'acqua santa il nostro ambiente . ma una volta arrivato in cucina, s’è imbattuto in cumuli d’immondizia, in refoli di polvere. resosi conto dell’inutilità di quattro gocce, dico quattro, ha diluito il contenuto del suo secchiello nel mocho vileda di colore rosso, s’è rimboccato le maniche, e c’ha dato di straccio, aiutato dal fedele sebastiano. dopo un’oretta il nostro appartamentino era tirato a lucido come dio comanda!

8.3.07

le ultime parole...

maynardo ha detto...

...ora vado nella pagina dei modelli e combino un casino!

6.3.07

filosofo de 'sto cazzo

d'inerzia e non d'energia
allungo il passo,
a stento,
perdo tempo da tempo immemore,
anche se non sembra,
è l'immagine che mi frega,
nei limiti,
dei miei gangheri,
da cui esco volentieri,
perdendo l'orientamento,
così bussano alla mia porta,
toc toc!
e non mi trovano,
mentre,
col tom tom
cerco di rientrare a casa,
insomma,
è tutto un smarrirsi,
un cercarsi,
è tutto
uno sballato
gioco di coincidenze

5.3.07

w l'italia!

io non faccio politica... non l'ho mai fatta!
da un'intervista a sergio abramo, ex sindaco di catanzaro
in W l'Italia, raitre, domenica sera

mr. google, how are you? fine thanks, very fine! intanto, però mi escludi dalle tue liste. cosa diavolo ho fatto per meritarmelo? guarda che qui, prima di poco fa, arrivavano persone da ogni angolo del mondo, grazie alla tua mediazione magica. digitavano sulla barra della tua home page minimal, che so, mariobarisanofotte, e il mio indirizzo risultava primo fra i primi. così erano convogliati su inadeepsleep, fior fior di lettori ignari e ora, invece, solo bari. dunque, possiamo, mr. google, da gentiluomini quali siamo, arrivare ad un compromesso, accordarci su un prezzo, su uno scambio equo, reciproco, di spazio pubblicitario, prima che sia tardi, e le momentanee incomprensioni diventino irrimediabili chiusure. parliamone, mr google, non può farle male; d'altra parte, le porto visite, come tanti!

2.3.07

perso com'ero, resto!

l'amore disamorato mi doveva capitare. a spiegazzare certezze. a far eco ai miei silenzi. a riempire di dubbi tutto il labile del mondo. t'inseguo ad ostacoli e scanso i fossi e poi ci rinuncio e poi ci riprovo. perso com'ero, resto. di rado rassicurato dalle tue effusioni, perché a debita distanza. fino quasi alle lacrime che impazienti attendono di sgorgare, e sembrano solo voler affettare. sto male e per te pare indifferente curarmi. sto male per te e sarà difficile guarirmi.

schay may

e chissà se il mondo del pallone non sia tenuto in piedi dalla potente lobby del fantacalcio...