30.9.06

la reazione dell'ordine

derelitti in lustrini, prole d'illustri padri, o figli di puttana di periferia, menti bacate di una generazione inacidita, insani ingollatori di alcool e pasticche blu, delinquenti in doppia fila e killer in erba, rovina-futuro e rovina-famiglie, ora son guai ché arriva l'ordine a imperare nelle strade della movida rafferma e a disperdere gli assembramenti sparuti. rigate dritto, casinisti, il manganello vi può punire: favorisca documenti, favorisca identità che è più oneroso per chi non ce l'ha. sirene spiegate accecanti: un auto della polizia, due, tre, quattro, cinque, un cellulare; un auto dei carabinieri, due, tre; un auto della guardia di finanza, due. e la polizia municipale, per non sfigurare. posti di blocco, ai quattro angoli. spezzeremo le reni ai bulli e requisiremo le canne ai polli. un attimo, in posa, faro abbagliante, foto di gruppo, una schedatura non nuoce. sui platani, cecchini appostati. sfila un carro armato, storditi, abbassiamo il capo. un sordo frastuono, i caccia in volo, v'incutono timore. siete assediati: arrendetevi!!!


allora, getto la pistola. occulto, nella campana, le sostanze e mi preparo all'ennesimo espatrio!

29.9.06

un luogo di qualcosa

filamenti di ragnatela aggrovigliano pensieri quando apro la portiera cigolante dell'Y10 malconcia, dal motore borbottante. allaccio le cinture mentre attendo che il cancello mi conceda la strada ed i cani, annoiati, liberino il selciato. allora disegno curve rapide, azzardo sorpassi inevitabili, suono il clacson per salutare passanti sconosciuti che puntualmente rispondono, educati. nessuno è mai morto ad un cimitero. alla ferrovia non partono treni. del semaforo giallo non curartene, accelera e passa. non ho l'autoradio, rubata un lustro addietro e mai sostituita per mantener viva la memoria. così mi tocca canticchiare assumendone tutte le tonalità. appiccicando parole nuove a motivi che non so, fino a zittirmi di botto, frenare di scatto, per consentire l'attraversamento ad un uomo che passeggia. nessuno è mai nato due volte alla stessa maniera. le statue di padre pio oltre la n°100 non elargiscono miracoli per difetto di produzione. del semaforo rosso constatane la necessità, destreggiati di collo, poi, sicuro, passa. saliscendi divertente e dossi gialli&neri che inibiscono velocità. strade deserte fin dopo le ventuno. trillo perché tu esca. cani con pedigree accompagnano pensionati a meditare. sosto sotto il salice. e sospiro, e sorrido a pensare ai posti per aspettare. silenzio tutt'intorno. mi segno l'incipit, forse buono. finalmente tu, saltellante. nessuno s'è mai salvato da solo. la piscina comunale ha i vetri appannati perenni. dunque, nulla da fare: da fuori non si riesce a scorgere il salto dal trampolino. del semaforo verde non approfittare, ringrazia chi di dovere e passa.

27.9.06

spiantato corteggi lolita!

serriamo la saracinesca su avellino e l'avellin-blogosfera, impennata di visite e scorpacciata di commenti, come mai più sarà, perché mai più ammiccherò al coup médiatique e magari, una volta per tutte, mi dedicherò al francese. lo giuro, vossignore, mai più! purtroppo debolezza d'animo & sangue giovane in terra hanno distorto il mio progetto. avrebbe dovuto essere censimento a sfondo ludico, votailblogghepiùbellissssssimochec'è, con tabellone a trentadue simil-torneo di tennis, otto teste di serie, una per categoria, e quattro partecipanti per ognuna. per giungere alla finalissima, obbligatorio tessere alleanze, qui dove il voto di scambio alligna, e non sempre è imputabile a de mita, mancino ed il resto della DC9. (quante e quante volte nominiamo codesti signori laddove non è necessario, portando acqua al loro mulino, sudditanza psicologica o sudditanza e basta?). qualora qualcuno di voi voglia riprendere l'idea è libero di succhiare la listona, copincollarla sul suo blog, e allestire divertente concorso a premio (il link obbligatorio). niente copyright: amo il francese!

se solo uno spiantato s'innamorasse di una lolita, partendo da qui, avellino avrebbe una speranza in più!

avvertenza: d'ora in poi, scrittura scriteriata!

25.9.06

in circolo: l'av-blogosfera

are you one of the beautiful people
is my name on the list
wanna be of the beautiful people
wanna feel like i'm missed

hey you with the walkie talkie
i know my clothes are not right
i wish i had my own walkie talkie
that reached to god every night

everyone needs to be somebody
everyone needs to find someone who cares
but i don't know if you know what i mean
'cause i'm never on your list

Guest list - Eels

Non è un post come un altro. credo sia stato concepito per via dell’energia che sprigiona la galleria di monteforte quando, una volta superatala, in auto o in bus, protendi il capo a scorgere una valle né industriosa, né sempre verde come dicono, semplicemente tua, per destino o chissà cosa, e che dunque ti costringe, periodicamente, a farci i conti, se torneranno lo deciderà la vita, ma, in fondo, tu speri che la tua terra non si metta di traverso.

Un professore del liceo, quintessenzialmente irpino, fu odiatissimo per ogni sua mossa, tranne forse quando s’avventurò in una intelligente digressione sulla finitezza degli esseri umani, rimasticatura di chissà quale lettura: quanto siamo insignificanti noi che discorriamo della Commedia a chi ci osserva dalla sommità di montevergine? E, incalzante, quanto conta l’ambiente umano/cittadino nella formazione di un uomo? un ragazzo che calcia una palla contro un prefabbricato potrà non incontrarsi mai con uno che scorazza spensierato per villa borghese. Verità, forse, banali. Ma orribili. È come se dicesse, credete di distinguervi, voialtri? Finirete per assomigliarmi più di quanto pensiate; d’altra parte io, i led zeppelin, li ascoltavo già trenta anni fa; fuggii a varese, ma, non so come, ritornai, a imbolsire, rancoroso, sotto scacco, sotto lo sguardo irridente di chi s’eleva dalle brutture della città, e dalla sommità di montevergine può permettersi di condurre i suoi occhi altrove.

Non credo che i mali della città siano diversi da quelli che attanagliano altri capoluoghi di provincia meridionali. Non credo che questo sia un motivo valido per restare indifferenti. L’altro ieri notte, un diciannovenne è morto per un colpo di pistola, nel bel mezzo di una rissa tra bande, nella via più affollata della città. Ieri sera, quella stessa strada, era deserta. Si accusa: il sindaco, le forze dell’ordine, il bullismo, l’alcool, la cocaina, la progressiva “napoletanizzazione” della città, l’orario di chiusura dei locali, il circuito di video sorveglianza, finanche, il sistema educativo dei genitori! Variamente declinata dagli “addetti a parlare”, l’elencazione delle cause della tragedia, mi porta a dire che avellino sarebbe infelice malgrado la vittima, il sindaco, le forze dell’ordine, il bullismo, l’alcool, la cocaina, la progressiva “napoletanizzazione”, i locali e compagnia cantando. Ciò che manca all’analisi è la risposta ad un interrogativo molto più ostico: cosa deve o può offrire la città a chi vuol viverci, in termini di occasioni di lavoro, servizi, infrastrutture, svago? In soldoni, opportunità. Una città dinamica fornisce opportunità di crescita sociale a tutti i suoi potenziali abitanti. Se la politica locale langue, è perché nessun uomo/partito possiede una visione d’insieme dell’idea di città del futuro. Paradossalmente, potremmo persino organizzarci come città a tema delle risse di quartiere, del bullismo gratuito, del guanto di sfida lanciato ad ogni angolo, con regole certe, assistenza medica immediata e pistole proibite. Attireremmo fior fior di giovinastri dalla penisola e dal mondo. In men che non si dica, aumenterebbero ricchezza e benessere. Finalmente avremmo una identità riconosciuta e ben precisa. Un bene comune da difendere e di cui essere orgogliosi, dal sindaco all’ultimo dei rissaioli di capocastello. Non vi piace come idea? Bene! ne avete di alternative?

Dell’ambiente nefasto se ne dolgono i blogger, tutti giovani, pronti ad invertire rotta invece che battere in ritirata (partendo), se solo raggiungessero la “massa critica”. I più avvertiti tra di essi, per lo più giornalisti, comprendono che il mezzo si presta alla condivisione. Di opposizione a ciò che, qui, non funziona. Si incontrano e si promettono mutua solidarietà, nonostante le diverse opinioni. Nascono blog collettivi d’informazione che non decollano perché nessuno si prende, fino in fondo, la briga (o responsabilità) di correre dando le spalle alla melma corrente. O, peggio, il lusso di perdere “voice” in favore di personale più convincente. Nessun timore. Sono solo blog mica oracoli. Non è mai lo strumento a trasformarti in violinista!

Qualora si tornasse a ipotizzare palingenesi bloggaiole, si consideri la blogosfera tutta, ovvero la città per come è fatta, e, se ispirati, per come si vuole che sia!



GIORNALISTUCOLI

SPIANTATI

EMINGRATI

OPPOSTORI

PERQUALCHESEGGIOINPIU'

ULTRAS
PARCABATINI

LOLITE


P.s.
Avrebbe voluto essere un mezzo concorso, prima che l’umore precipitasse. Avrebbe avuto questo incipit:

d’estate, si sa, è tempo di premi letterari da strapaese, quelli con sindaci premianti, oratori zoppicanti, fascia tricolore bene in vista, e vecchie incartapecorite in prima fila a sonnecchiare, si scuotono per un applauso e poi di nuovo s’appioppano. con lo scrittorucolo mediagliato che ringrazia distratto, incespicando sui congiuntivi, è lui o una controfigura?, ancora intorpidito dalla lasagna ingurgitata in tutta fretta all’osteria da peppino…


il premio finale sarebbe stato link obbligatorio sul blog dei partecipanti!

22.9.06

le palle negli occhi

solo gli uomini dotati di una forte autostima possono permettersi il dono dell'umiltà


m'insegna un uomo che produce, detestabile dai più, perché nelle sue orbite luccicano $, la lezione del merito, vali se rischi impegno (addizionale), quando senza boria, umile o sembroumileeh?, ti sussura, lo ripeta, anch'io alla bocconi... magari non vali un cazzo davvero, come sembra, ma anch'io, come te, quel giorno alla bocconi, mai avrei detto che.


mentre in un angolo, donna poster scuoteva la testa.


ora siamo due contaminazioni ad uno!

20.9.06

la storia di una poster

c'era una volta uno studente strambo, magari nemmeno tanto, avvezzo al sollazzo, che si ritraeva dal mezzo, sebbene talvolta non rifiutasse il piedistallo. quel giovine incerto, sui modi e le idee, s'invaghiva troppo spesso di studentesse "molto di buono", belle, poco vistose, (PERDO LETTORI SULL') acqua&sapone, almeno se erano meschine lo mascheravano bene. come arma di seduzione lanciava insistentemente sguardi incuriositi, forse stralunati che forse passavano per folli. ma le conquiste non mancarono perché era epoca benevola. fino alla scoperta della donna poster. che superò tutte le altre per splendore&alterigia. tanto da assurgere ad immagine pubblicitaria di un prodotto scadente&sordido. (PRIMA CONTAMINAZIONE). la donna poster per altre qualità prima che fisiche presto s'elevò dalla condizione di studentessa e arrivò a (s)cavalcare la cattedra. (SECONDA CONTAMINAZIONE). e un bel giorno ricevette lo studentello strambo che mai s'era pronunciato ma troppo spesso s'era manifestato. lei gli sorrise e con piacere ricordò. lui si morse la lingua e dolorosamente rivangò. in quel preciso istante si condensò tutta la loro breve storia. dopodiché lui s'evolse. lei rimase di plastica. su un poster.

15.9.06

speranza di vita

sotto il temporale, guizzo gaio, come quel giorno del marzo duemilatre, me ne rammento ancora nonostante l’irrilevanza dell’episodio, forse perché ne guadagnai in auto-consapevolezza, o almeno così voglio che sia scritto. così pure oggi, m’inzuppo ben bene, e, tra l’altro, per via di allagamenti di attraversamenti, quasi arrivato, sono costretto a indietreggiare, inventarmi nuovi percorsi, un labirinto in un acquario, circumnavigare l’isolato, presentarmi completamente fradicio a casa, dove mi aspetta il nuovo coinquilino.

perché la padrona di casa si rimangia parole, opere e commissioni. così subisco un ventenne sivigliano, logorroico che dopo tre minuti dalla presentazione si spinge subito ad illustrarmi la storia della sua terra, le gesta della sua gente dai tartessiani fino al millequattrocentonovantadue a riconquista ultimata. allorquando, lo induco a bypassare la “moderna”, fuorviandolo con una pentola sul fuoco che non s’è mai materializzata, e, con malizia, gli chiedo lumi sul settantesimo anniversario della guerra civile, così da costringerlo a prender partito. senza timore, mi si para come nazionalista, popolare, cattolico, omofonico, quintodiottofratelli. però simpatico. forse perché, come alcuni degli spagnoli ai primi cimenti con l’italiano, quando si avventura in frasi sconnesse, ciondola il capo, barcolla paurosamente, biascica monosillabi da sembrare perennemente ubriaco.

non so cosa farò della mia vita. ultimamente mi blocco prima delle conclusioni. mi piacerebbe anticipare l’una o le altre. altrimenti vivere a lungo!

11.9.06

commandos 11-09

ah! le monde, m'incanta il mondo,
m'incatena!
ah! le monde, P.G.R.
new york washington



kabul kandahar jalalabad (djerba) mazar-i-sharif kunduz (mombasa) herat tora-bora bagram zabul (riyad) helmand uruzgan peshawar (instanbul) bassora nassiriyah baghdad (bali) kerbala najaf erbil hilla (madrid) kirkuk tikrit falluja (londra) haditha ramadi al-kut (sharm el sheikh) samarra arbil mosul gaza (amman) beirut...

8.9.06

anni ottanta *

* dopo cinque anni di assenza dalle scene discografiche (l’ultimo album di inediti, “Lu.Ca”, risale al 2001), LUCA CARBONI ritorna ad essere protagonista con la sua inconfondibile voce. prima con il singolo “MALINCONIA”, in radio dall’8 settembre, poi con il nuovo disco di inediti “LE BAND SI SCIOLGONO”, in uscita il 29 settembre... da www.carboni.it

7.9.06

i gatti del professore

aula numero nove, se non erro, aula bachelet. panic-attesa pre-esame. siamo in due. uomo e donna. ella mi assilla con tormentose elucubrazioni (sugli stati d'animo dei gatti del professore). arriva il ragazzo della donna. finalmente. rovisto, distrattamente, tra pagine insignificanti. giocoforza, poggio l'orecchio alla fitta conversazione della coppia:

donna: ieri sera, che ha fatto l'italia?
ragazzo della donna: ha perduto tre a uno!
donna: ai ai ai!!! donadoni non arriva a natale!
ragazzo della donna: (sorriso di circostanza)
donna: (ride sguaiatamente e fa notare il riuscito gioco di parole)

di lì a poco, insondabilmente, l'esame verrà spostato di una settimana!

3.9.06

luglio agosto (settembre)

luogo comune numero uno) il paese è piccolo: la gente mormora!

oggi, occupo il sedile numero cinque della spedizione “bus air” di duecento anime che è giunta, in leggero ritardo, a roma, alle venti e diciannove. come sanno i passeggeri abituali delle autolinee irpine, il sedile numero cinque corrisponde alla insopportabile postazione di piano terra dell’angolo salotto a quattro, con tavolino e occhi addosso dei passeggeri di fronte, davvero ad un palmo di naso, ginocchia inevitabilmente appiccicate. preparato all’evenienza da una prenotazione troppo anticipata, ho sperato, fino all’ultimo, nell’assenza altrui. svanita l’illusione, scruto di sottecchi compagni di viaggio e rispolvero i-pod d’antan. intanto, in moto: un vecchio disperato, steso, pancia in giù, su una panchina di piazza “tribunale”, ci sorride dal pozzo dei suoi sette anni d’età. poco oltre, “parcabatine” brindano assieme ai “contradarchini”. avellino – gallipoli, prima di campionato di c1, girone b, termina due a zero. passanti indossano camicie sgargianti in via d’estinzione. i compagni di viaggio, due donne di mezza età e un militare, sono costretti, dalla vicinanza coatta e dalla bassa velocità di percorrenza, ad imbastire una conversazione, presto rivelatasi raccapricciante. qua, la cosa buona è che non ci sono extracomunitari mentre a pavia… e non perché sono razzista! no, per carità, bisogna essere intolleranti quando opportuno! la mimica tradisce la mia insofferenza. la mia barba mi esclude. per coprire le dotte disquisizioni, il mio i-pod offre, tra gli urlanti, solo verdena e the afghan whigs: dove ho errato? un’idea, nel frattempo, m’illumina: il comune, galasso, padoaschioppa o chi per esso, in cambio del rispetto rigoroso delle norme del codice della strada & delle tavole della Legge, altrimenti schernite dagli automobilisti folli e dai cittadini a mezzo servizio, dovrebbe offrire gratuitamente un ricambio del parco auto. otterrebbe, tra l’altro, diminuzione emissione gas inquinanti, accrescimento del senso civico e, soprattutto, mai più fiat ritmo bianche a tormentare il nostro cammino. montevergine ispira i miei sogni! poi, arrivi te, amica di a., e mi distogli dai miei intenti, dai miei appunti in t9, dal post che ne sarebbe venuto ma almeno, la mia acclarata sociopatia s’accompagna ai tuoi scazzi e le tre ore scorrono rapidamente. almeno, al posto del militare fascista, c’è un viso-amico!

citazione numero uno) per superare l’insoddisfazione ed il malessere, avrebbe avuto bisogno di uno sforzo introspettivo molto più marcato. michel butor

non ho un guru che mi sappia indicare la strada. nella mia rotta, non esistono soste in una rada. estate terminata, chissà? non sono aduso a bilanci, sebbene mi desideri esperto di pubblica contabilità. lì dove alligna il malaffare, dipanerei intrecci perversi. comunque, proviamo: un viaggio che mi ha insegnato a viaggiare. nuovi personaggi da cui impari a convivere ovvero coesistere. poi, naturalmente, tu, al carcere borbonico, chi s’è avvicinato prima? nascosti dai più, un po’ per attitudine, ma non è mica una situazione di contrabbando. mi viene da scrivere, vedrai! poi, torno dietro, incerto sul da farsi, e, mi rendo conto sia meglio lasciare un “vedremo!”. grazie, intanto!

luogo comune numero due) alla sagra del vino, ci si ubriaca!

su radiorockitalia passa una versione dei “giardini di marzo” di luciano ligabue. camminavi al mio fianco ed a un tratto, dicesti, tu muori! il mio bilocale è vuoto. il coinquilino va a svernare in finlandia, da erasmus. trovare la sua stanza vuota dopo quattro anni provoca brivido temporaneo. poiché a gennaio la temibile “padrona” mi sfratterà, per occupare ella stessa l’appartamento, è probabile che la stanza resti libera fino ad allora. è probabile, dunque, che abbia a disposizione l’intera superficie della casa per festini, bagordi, simposi, ospitate et similia per quattro mesi. ad onor del vero, è pure probabile che, domani, la temibile “padrona” chiuda a chiave la stanza-bonus, confinandomi nello sconforto più totale. allora le spergiurerei, piangente, che non farei entrare, mai, nemmeno mia madre!

citazione numero due) non sono uno scrittore. sono una persona che scrive, è diverso. scrivere è la cosa che mi piace di più e che mi viene più facile. è una grande risorsa, è vero. ma non mi sento di dovermi ritemprare dalla fatica: il mio mestiere è meraviglioso, non mi affatica affatto. è un’enciclopedia di umanità: vivo in una comunità di due milioni e ottocentomila persone e qualunque cosa succede loro mi riguarda. è come se vivessi ogni giorno tutte queste vite, e d’altra parte la meraviglia dell’esistenza è questa: vivere non una sola vita ma molte, quelle che senti, quelle che leggi, quelle degli altri, quelle passate, quelle che inventi, quelle ci sono e quelle che non ci sono mai state. vivere molte vite, essere molte storie: è questa, alla fine, la mia grande passione. w.veltroni

settembre si farà!