29.6.09

goffi spunti goffmaniani

il mio nascondiglio mi sottrae solamente alle feste patronali, alla morbosità dei legami viscerali. la libertà è altro, nello spazio pubblico che evapora. invece delle parole, ho centotre videoclip da condividere. il suono del pianoforte del piano di sopra, unica meraviglia. una rete è a maglie larghe, larghissime in un tipo di società che emargina i meriti di alcune solitudini.

17.6.09

quintiliani

l'esistenza della stazione quintiliani sulla linea b della metropolitana di roma spiega meglio di ogn'altro luogo (comune) il perché l'italia non è (ancora) un paese civile

14.6.09

la questione umorale

anzitutto la conta dei voti. al comune di avellino, settecentododici (712) candidati sugli ottocento (800) totali hanno raccolto alle amministrative di sabato e domenica scorsi, meno di cento preferenze, il gruzzolo di voti minimo per aspirare ad un posto da consigliere. ben quattrocentotrentratre (433) candidati hanno raccolto meno di quindici (15) preferenze, il consenso che si può metter insieme grazie ad un nucleo familiare numeroso ed una schiera minima di amici. gli ottantotto (88) candidati che hanno superato le cento (100) preferenze hanno complessivamente ottenuto ventimilanovecentosettanta (20.970) preferenze, i restanti settecentododici (712) solo dodicimilacinquecentosessantatre (12.463). la sconsiderata polverizzazione del voto, d’altra parte determinata dalle scelte delle forze politiche in sede di presentazione delle liste, ha punito particolarmente gli schieramenti del sindaco galasso e del centro sinistra alternativo di gengaro. premia l’azzardo di festa e la corsa solitaria di micera. l’accozzaglia di nomi e di anime diverse di cui si compone il centro destra cittadino guadagna una percentuale rilevante, soprattutto grazie a buoni risultati personali. non allo stesso modo si può dire del risultato conseguito dal candidato a sindaco, preziosi, probabilmente per la distanza con cui lo percepisce l’elettorato. ad ogni modo, il quadro che ne vien fuori è desolante. abbandonato ogni proposito di rinnovamento, non solo negli uomini ma pure nelle idee, le forze politiche cittadine si contorcono pietosamente su scelte passate scellerate, su rancori personali inestinguibili, su battaglie di potere (bassoliniani vs tutti ???, i bassoliniani, ripeto!) antidiluviane che fanno presagire future sventure, qualunque sia l’esito del ballottaggio. in aggiunta, abbiamo ora la controprova che le divisioni dell’elettorato sono il sintomo di una immaturità politica tale da rendere impraticabile ogni tentativo di change, anche solo delle coscienze. di questo passo avellino duemilaventi (2.020) non verrà prima di avellino duemilaquaranta (2.040)