29.12.06

gerontoreality

di questo passo, saremo governati da politici costretti, dall'età, ad avere a cuore la propria salute piuttosto che quella del paese

28.12.06

modestia

non faccio per vantarmi ma oggi è una bellissima giornata.

gioacchino belli

25.12.06

via corvisieri, 54

vi entrai poppante, sapore di latte in bocca, spaurito, opportunamente scortato da padre premuroso, e mi parve di esser rinchiuso, prima del tempo, senza colpe, in una prigione per cui, paradosso, pagavo persino una pigione. due stanzette identiche, servizi minimi, spazi economizzati, di un bilocale claustrofobico, in una città immensa, verso un futuro enigmatico, a cui, in ogni caso, per non urtarlo, nemmeno chiedevo. primo coinquilino, omone di s.mango sul calore, ad un passo dalla laurea in economia, perennemente in casa, perennemente sul letto su cui, mangiava, beveva, leggeva, studiava, guardava la tv, fino a morir dal ridere, o a indignarsi, mentre attentati alle torri e successive guerre al terrore impazzavano per il mondo, e noi attoniti, nemmeno provavamo a ficcare il naso fuori dell'uscio. al massimo, si compravano lasagne già pronte quando i troppi piatti da lavare ci impedivano di cucinare. fino ad alzare la testa, perché la donna lasciata a casa s'insubordinava, a ragione?, fino a esiti disastrosi, ancora sulla pelle, e quelle mura a raccoglier singhiozzi col silenziatore e botte in testa di disperazione. alzare la testa fino a quella prima, indimenticabile, passeggiata nomentana- piazza del popolo, di sabato sera, a metter in moto la testa, affrontare di petto un ragionare sopito, eppoi di pennarello, stender giù pensieri, occultati in cartellina verde sopravvissuta a mille nascondigli. un primo anno vissuto meno pericolosamente non si può, in filo diretto (you&me) con te che poco dopo frantumasti ogni speranza, coll'estate che ci colava fra le gambe, ripetute cadute da calvari, bare fin troppo pesanti. dopodiché tornare a roma, cambiare il san.manghese con coinquilino adeguatamente selezionato e poi mai sostituito, fu leggero come respirare. come imparare a conoscere il quartiere. le maschere che lo popolano. il norcino, salumiere gentilissimo, dalle gag involontarie, e dai tic nascosti. il pizzaiolo uno, che prima romanaccio stretto poi, resosi conto della nostra provenienza, si trasforma in fuoriuscito napoletano, che storpia dialetti e cadenze e spera di tornare a napoli un'ultima volta e solo dopo morire. la pizzaiola numero due, meglio detta "'a vecchia", tartaruga dell'impacchettamento, e dei conti col resto, col cambio euro-lira, mentre file chilometriche scalciano dietro e lasciano il locale per disperazione. il pizzaiolo numero tre, il sardo, servile come pochi e corriere dello sport munito (e questo vi farà capire quante centinaia di pasti abbiamo coperto con una pizza da asporto). il giornalaio mario, che a chiedergli il sole 24 ore, ti induce ad acquistare allegati di mesi addietro, come se nulla fosse ma pure deve svuotare quella cazzo di edicola. il barista macedone di nome ales, guru immortale, e moglie italiana iperreale. il librario comunista, mezz'orbo, tradito dalla cina e chissà da quanti altri, che sempre teme la delazione altrui. e mill'altre facce di donne etiopi, vecchi fascisti, giovani immigrati e fruttivendoli stanziali di un mercatino che non c'è più per via dei lavori della metro. vado via ma tornerò. perché dai luoghi dell'anima non si parte, banale questa, ma il peggio deve ancora venire: un trasloco non fa primavera!

21.12.06

idioteque

vivo di commenti a chiamata
di vaniloqui convincenti
di supponenza incompresa
che faccio passare per autoironia
ci credi oppure no?

vivo di ricordi altrui
di soliloqui azzittiti
di scrollo-spalle teatrali
che faccio passare per sense of humour
ci credi oppure no?

sopravvivo di giorni a venire
di scritti dileggiati (al tuo cospetto)
di speranze future
che faccio passare per realismo
ci credi? oppure vattene!

20.12.06

tra due fuochi in una notte che si gela

scriverò tanto, mica bene, pertanto (che ultimamente utilizzo al posto del dunque, incluso com’è nel pacchetto “linguaggio tesi”) non è obbligatorio leggiate tutto. per venirvi incontro sottolineerò le parole chiave (key words) cosicché potrete quantomeno farvi un’idea di cosa si tratti. Scriverò tanto perché c’è tempo, e, nonostante sia in una posizione scomoda, in un eurostar che mi riporta a roma, dopo un paio di sponde in emilia, metà scrupolo metà piacere, nessuno accanto che mi scruti e dunque (lascio pertanto, per variare) vena libera. Nelle cuffie, giovanni allevi, pianista che non riesco a mandare giù, gli concedo l’ultima possibilità prima di scaricarlo, questa volta letteralmente, dall’ipod.

spagna ritorna, ottanta express ritarda, villa paganini passeggio canino, pioggia sottile, pensilina non ci bagna, leggermente fuorisede, come leggermente fuoritesta?, rubo penne, mangio rigatoni, imbrattare manifesti, vivi, divertiti & sii felice, pacco di fandonie, appartamentino delizioso: 22 mq, 800 €, intrattabili (pure i locatori), fiore in bocca farfallina, da come soffio vapore si direbbe che respiro con classe, mi son distratto un attimo…, le attenzioni che ti do, il calcolo delle intenzioni, il consenso, scema!, lavoro di ricerca o ricerca di lavoro, dopo fabio volo, passare a vonnegut come reimparare a leggere: detto per inciso, proprio non ce la faccio, sono arrivato alla traccia numero 5 di joy, jazzmatic, passo la mano, ciao giovanni, è stato bello (pure) non sintonizzarci!.. (passo a paolo conte: appunti di viaggio!).

aguzzando la vista in cerca di annunci immobiliari (cartacei), ad un passo dallo sfratto, li scovo in posti impensati. I miei preferiti sono affissi in ordine decrescente su: segnali stradali, tronchi d’albero, cassonetti della differenziata, e primo, non facilmente scalzabile, il banco del salumiere. Così, ora, ho imparato a riconoscere pure gli altri tipi di annunci. roma è letteralmente invasa, fateci caso (sempre se non avete meglio da fare), di annunci di ditte di traslochi, sgomberi o sgombri appiccicati sui cassonetti dell’immondizia mentre le saracinesche se le contendono i “saracinescari” o, più propriamente detti, “manutentori di serrande automatiche”. Una vera e propria guerra di annunci-adesivi colorati, tutti pressoché identici. Questo lo scrivo perché mi torna utile per il quello che voglio raccontarvi. Pure inadeepsleep è pubblicizzato come non mai. Non da me, però. Me ne sono accorto perché ultimamente su technorati recupero posizioni a velocità sorprendente e se continuassi così, tra cazzi e culi, insidierei grillobeppe. Succede che non-so-per-quale-diavoleria-viral-informatica molti dei miei post vengono spammati da blog neonati (sigh! per l’occasione) dagli indirizzi inequivocabili e talvolta felicemente evocativi*. Come guarire da siffatta notorietà malata? Chi ne sappia qualcosa, commenti. Lo faccia per l’onorabilità di… di… technorati!


ivan basso, depresso, ogni pomeriggio alle cinque, fissa la gente che passeggia, seduto su una panchina, nella piazza delle due torri, spacciandosi da manovale. Mentre io, spaccio tre pezzi da cinquanta euro visibilmente veri, però rifiutati dalla emittitrice automatica di biglietti alla stazione, come falsi al posto di polizia, ma non ci cascano, nemmeno loro come una volta. albert einstein, invece, si è reincarnato in capotreno gentile, annoiato dal quotidiano tran tran, ma in amore relativamente soddisfatto. Mentre io, relativizzo il mio annaspare a dispetto dell’altrui affondare!

Non ho un pubblico. Non mi somiglierebbe!


* per rendersi conto di quali blog fantasmagorici parlo, bisogna far i conti con le bizze di technorati che tre volte su quattro risponde così:
No links
Sorry!
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14.12.06

bellettristica: letteratura (narcisista) di poco conto

plano su un tappeto di foglie di platano, con cui, un tempo, mi nascondevo innalzando nuvole. Nella mia testa rimbomba un assurdo silenzio rallentato, mentre allento i cordoni della borsa e mi pago un taxi per guadagnarmi una sorpresa. Mi sfogo così ché gli “hai rotto il cazzo!” lasciano il tempo che trovano, i congiuntivi li ho lasciati a casa, la casa che distrae, rimanendone, a breve, privo. S.Lorenzo sarebbe l’ideale, giri l’angolo e sei tra la gente. Ma se potessi permettermi di acquistarne una, sarei disposto pure a trasferirmi a monterotondo, o a montefredane, ovunque mi dessero una anima meno ammaccata. Eppure, non si direbbe per come fischietto la mattina motivetti spensierati, ipod rilanciati, camminando borioso tra i pedoni tristi e i guardoni assonnati. Non si direbbe per come sfido il giorno con energia da tempo dimenticata, respiro godurioso, saltello gioioso. Non si direbbe se si tenesse conto solo del conto telefonate, dei consumi gratuiti, dei sorrisi stampati. Non si direbbe perché, in fondo non è: solo un momento giù, tocco il fondo, occhi spalancati, e ritorno su. Mi capita, nonostante tu non ci crederai, quando temo di non meritarti più. E, ancor più triste, non perché sei speciale, unica, adorabile, o cose così, ma perché sono io tanto comune, banale, disprezzabile. Il tuo commento non arriva. Il tuo mento è segnato. Il mio lamento è cortocircuitato. Ecce bombo, per chi ne capisce!

11.12.06

un anno dopo il post del primo anniversario (uno più uno uguale due)

2005: perché, solo dopo un mese dalla scoperta della blogosfera, ho aperto inadeepsleeep, non sapendo niente di niente. non avrei potuto restare lettore silente?...
2006: perché, solo dopo un anno e qualche mese dalla apertura di inadeepsleep, la blogosfera, per come la conoscevo io, è scomparsa, tra blog sepolti, moribondi e farneticanti, ed io, senza alcun desiderio di scovare novità?


2005: cosa sono i feed, gli rss e compagnia bella? che poi un’idea ce l’ho pure ma proprio non mi va di approfondire. sai quando l’ignoranza alligna…
2006: questa la ribadisco!


2005: come personalizzare il template, non riempiendolo di bannerini del cazzo, semplicemente, ora che è natale, come cambiare lo sfondo blu con il rosso?
2006: come elemosinare ai misteriosi templa(ta)ri la modifica del mio sfondo? Perché, pur avendone già uno in .gif, la conversione in html spaventa più dell’uomo nero?

2005: perché ho scritto almeno metà dei miei post? un giorno verranno riscoperti dalla critica come le commedie sexy della fenech?
2006: perché ho scritto almeno metà dei miei post? un giorno verranno riconosciuti dai lettori come le cose di me che scrivo?

2005: a cosa servono gli archivi?
2006: a cosa servono gli armadi?

2005: visto che ho riempito il blog di giochi di parole mal riusciti, di farneticazioni bell’e buone, una spruzzata di politica, pochissima musica&letteratura e niente sesso, in quale categoria è inseribile il blog, per forza in altro&varie?
2006: leggendomi, sapreste tentare un mio identikit* ?
*a questa, rispondano esclusivamente i lettori di lungo corso

2005: perché lo shinystat provoca dipendenza?
2006: perché lo shinystat induce catatonia?


2005: perché, prima che inserissi lo shinystat, erano passati di qui solo sventurati utenti di blogger.com da nonsodovequalepaese, cliccando sulla finestra ultimi post pubblicati e quante frazioni di secondo hanno impiegato per chiudere la pagina?
2006: perché un mio commentare per cento¢o blog, mille&mille post, solo con un punto, e l’aggiunta del solito indirizzo, che rimanderebbe al mio post più recente, semplicemente intitolato, “IL MIO PUNTO DI VISTA”, sarebbe guardato con sospetto?

2005: se è meglio blogger.com o splinder?
2006: se è meglio Jessica o Tatiana?

2005: perché, talvolta, un/a blogger, di un certo seguito, pubblica un finto post d’addio, riceve una vagonata di commenti imploranti il ritorno, che poi effettivamente viene tra le lacrime di giubilo dei lettori affezionati. Insomma non è mariomeroleggiante tutto questo?
2006: dài, non scherzare, veramente non torni più?


2005: che tipi di incontri, apparizioni, epifanie si possono avere ai blograduni…
2006: questa la ribadisco!

2005: se mai, un giorno, ad avellino&provincia si organizzerà un blograduno a cui io potrò mancare, qualora invitato, per un improvviso contrattempo?
2006: messo in pratica. Tra l’altro, tra noi anonimibloggeravellinesi, ultimamente ci si rassicura sul fatto che non siano previsti altri raduni a breve

2005: perché, generalmente, le blogstar sono trentenni di milano?
2006: perché le blogstar trentenni di milano hanno messo su persino una
casa editrice e pubblicano raccolte di post, o, pardon, romanzi di formazione, che, però, contano, inevitabilmente, lo stesso identico numero di pagine?… c’è un problema allo stabilimento di grafica di Pioltello?

2005: perché c’è chi posta rigorosamente da lunedì a venerdì, ad orario fisso, insomma perché esistono blogger con il cartellino?
2006: in questa non mi riconosco più.

2005: perché sono tanto poche le donne che mi leggono. forse che devo inserire una foto promozionale?
2006: perché, solo una foto promozionale avrebbe fatto decollare inadeepsleeep?…(certo, la foto di un altro!)

2005: o fare una campagna di commenti acquisti in tutti quei siti, tardo adolescenziali, in cui scrivono, sOnO mOLto CArinA e amo la MuSiKa?
2006: Perché la campagna suddetta non è riuscita?

2005: se, una volta entrato tra i primi mille di blogitalia e i primi trecentomila di technorati, devo considerare il bicchiere mezzo pieno o mezzo vuoto e di conseguenza licenziare maynardo e passare a milton…
2006: Perché persino i ghost writers sono tartassati dalla finanziaria?

2005: una volta per tutte, dove rispondere ad un commento, sul proprio o sull’altrui blog?
2006: perché i blogger di successo che eliminano i commenti con la scusa delle folle insultanti, non chiudono il blog e cominciano a scrivere sui muri di casa?

2005: se, quando e soprattutto a chi, tra quelli che mi sono accanto, dire dell’esistenza di inadeepsleep?
2006: se, quando e soprattutto a chi, tra quelli che mi sono accanto, non dire dell’esistenza di inadeepsleep?

2005: se la small verdana va bene come formato (lo chiedo in particolare a sury e abgely): non vorrei accecarvi…
2006: perché la mia stilografica perde inchiostro?


2005: vale la pena continuare?
2006: vale la pena ripetermi?

9.12.06

testa china

scusa, Signore,
se bussiamo alla porta
del tuo cuore...
siamo noi...
scusa Signore
se chiediamo
mendicanti dell'amore
un ristoro da te.

così la foglia quando è stanca
cade giù
ma poi la terra ha una vita
sempre in più
così la gente quando è stanca
vuole te
e tu Signore hai una vita
sempre in più
sempre in più

7.12.06

un buon compromesso

perché questi pensieri?
non è la solitudine
vago, dentro una possibile soluzione
forse l’ingratitudine
sofferta
prima di subirla
presente nei pensieri
il tuo sguardo spento
effetto dissolvimento

cosa m’aspetto?
un buon compromesso
tra
l’ognuno per sé
e
il tutti per me

perché questi pensieri?
non è la stupidaggine
svitato, per una inutile empatia
forse l’inettitudine
subita
prima di soffrirla
la tua voce sorda
tonalità tradimento

cosa m’aspetto?
un buon compromesso
tra
l’ognuno per sé
e
il tutti per me

un buon compromesso
tra
l’ognuno per sé
e
il tutti per me

5.12.06

il bloggeramante di nome john

Il mio amico mahmoud (ahmadinejad per i nemici) mi ha confessato che nei ritagli di tempo della sua estenuante attività politica segue le mie avventure di blogger e così si è appassionato a tutto ciò che gravita intorno alla blogosfera (ma, evidentemente, non ai tanto mediatizzati blog dem-iraniani che sono off-limits anche per lui e sui quali, nelle nostre conversazioni telefoniche, non faccio parola per non urtarlo). Ultimamente, mi ha invitato a lasciar perdere, una volta e per tutte, le mie infinite tresche amorose e mettere, finalmente, la testa apposto, in un’unica mossa: sposare una blogger. Senza giri di parole, mi ha spiegato che impelagarsi in prolungate ed incerte storie d’amore con donne “reali” dalla dubbia sensibilità e dalla sicura suscettibilità mi impedisce di affermare con pienezza le mie (indubbie, per lui) qualità. Perdersi in languorosi giochi di sguardi, svanire (e spesso, se occorre, svenire) per complicate tattiche di seduzione, persino il voltarsi continuamente ad ogni rumor di tacchi, condurre in contemporanea, a perenne rischio e pericolo, storie doppie e triple, mi distoglierebbe dal raggiungimento di qualsivoglia speranza di realizzazione personale. Puntare su una blogger, ha continuato, dopo una adeguata scrematura virtuale, che ovviamente terrebbe conto dei parametri soliti, tra cui, solo per citar quelli che terminano in “ezza”, abbiamo bellezza, compiutezza e sicurezza, minimizzerebbe i rischi di perdita di tempo e, giocando di mistero, frasi mozze, presenza fisica smaterializzata, corrispondenza d’amorosi sensi resa virtuale, avrebbe maggiori probabilità di successo. Al che ho ribadito a mahmoud come, attualmente, non mi possa lamentare e di come vada fiero di conquiste, mezzi apprezzamenti e promesse di futuri appuntamenti. Ma lui insiste, meglio una blogger. Comprenderebbe il tuo animo gentile, valorizzerebbe il tuo senso civile. Poi, a dir il vero, la conversazione s’è dovuta interrompere ché mahmoud aveva un’udienza al Consiglio per il discernimento ma, oramai, m’aveva infilato un pulcino nell’orecchio. E ora, penso e ripenso a come raccogliere informazioni utili (età, inclinazioni sessuali, misure-taglie-circonferenze, pensieri-opere&omissioni, indirizzi mail-messanger-postali di casa e casa al mare) sulle blogger che leggo da sempre. Poi, come il governo, chissà a gennaio, passerò alla fase due. Mi spenderò in commenti adulanti e chattate scintillanti. Quando il numero delle preferite si restringerà, passerò allo scambio epistolare spinto. Allo scambio foto e allo scambio (strumentale) di passioni letterarie. Infine, mi giocherò tutte le mie carte fino a quando l’eletta capitolerà, cotta d’amore. Allora, dovrò sposarla, con mahmoud testimone… ma, ora, non voglio correre troppo avanti, meglio di no.

p.s. se qualcuna volesse anticipare i miei passi, si faccia avanti!

4.12.06

dalla prima lettera di maynardo ai suoi ladri

Caro ladro,

nulla hai potuto sottrarre dalla mia umile stanzetta di fuorisede, né i libercoli, né le bottiglie vuote (a rendere), né le matite spuntate, né le sedie luigi XIV; hai lasciato qui finanche la “bicicletta archeologica”. così hai solo fatto confusione seminando paia di calzini sul pavimento polveroso. Mi spiace per te, mio caro ladro, ma per il momento offro poco e produco di meno e, ti avverto, che per forma, ora, sarò costretto a chiudere a chiave la porta. Qualora volessi coronare le tue sortite con un successo, devi tener pazienza, attendere le stagioni che verranno e, vedrai, saranno tue (parte del)le ricchezze di cui mi contornerò.



Per sempre io



maynardo

2.12.06

in bocca al lupo, crepa! storie intorno all'avellino calcio, dal 1990 ad oggi

1.Fu una stagione maledetta per il ruolo di portiere. Tra infortuni e prestazioni scadenti non riuscivamo ad individuare un titolare affidabile. Poi, per un colpo di fortuna al calcio mercato, credemmo di aver risolto i nostri problemi. Arrivò un ex-campione d’italia, stella del calcio sul viale del tramonto, sul nostro cammino già negli anni della serie A e più volte trafitto, come da quella imparabile punizione di ramon diaz, dopo la quale lui allarga le braccia, sconsolato. Arrivò claudio garella. Il partenio ribolliva d’attesa e quando uscì dal tunnel per il riscaldamento, un coro ritmato dei più anziani si alzò: “GA-GA-GARELLIK, GA-GA-GARELLIK, GA-GA-GARELLIK”. Fui il primo bambino della curva nord ad esserne contagiato e di fantasia cominciai a volare assieme al portiere supereroe. Il campione orgoglioso alzò il suo sguardo verso lo spicchio della nord dove eravamo e ci salutò riconoscente. Poi, si attardò in ripetuti esercizi di riscaldamento mentre noi lo ammiravamo, estasiati. Un attimo dopo il fischio di inizio, alla prima palla che scivolava innocua verso le retrovie, il nostro coro si rianimò, ma Garellik, pur non toppando il rinvio, al tocco colla sfera, si contrasse innaturalmente e s’accasciò a terra. I più avvertiti subito riconobbero il principio di uno stiramento mentre il nostro coro divenne di incitamento (misto a derisione): “GA-GA-GARELLIK, GA-GA-GARELLIK, GA-GA-GARELLIK”. Durò solo pochi istanti, ma per sempre indelebili, la avventura in biancoverde del portierone supereroe di nome GARELLIK.

2.tra i bimbi dell’epoca l’intimazione “per chi tifi?” precedeva spesso il “come ti chiami?” e l’ammissione della propria fede calcistica riassumeva in sé una certa predisposizione di stare al mondo, di scegliere miti, amici, giochi e virtù. Per i bambini di provincia come noi, la scelta era complicata dal fatto che il “tempo-dell’avellino-in-serie-A” fosse ancora vicino e alcuni di noi, me compreso, avessero persino assistito (per lo più dormendo) a partite della massima serie. I più moderati, decidevano di avere due squadre, una per la serie A , e dunque le prime della classe, le solite juve, inter e milan, più raramente il Napoli (o il Piacenza), e in secondo ordine l’avellino. I puristi come me ne facevano una questione di principio e avendo scelto di soffrire per l’avellino, finivano per odiare sommamente i moderati e così preferivano persino i juventini più sfegatati, quantomeno coerenti. Le battaglie dialettiche tra i “politeisti” e noi “monoteisti” si protrassero per tutta l’infanzia e non condussero ad un compromesso. Ci indisponeva soprattutto come i politeisti salissero, indisturbati, sul carro del vincitore, nei rari momenti felici della squadra. Vedere tanti juventinavellinesi, interistavellinesi e milanistavellinesi allo stadio, gioire con noi, lo ammetto, un poco ci infastidiva. E nel momento dell’esultanza, avevamo persino imparato a distinguere chi abbracciare tra chi penava assieme a noi anche nei pomeriggi più noiosi, ad assistere ad “avellino-turris”.

3.ho seguito le partite da tutti i settori del partenio. dalla curva sud, tra gli ultras organizzati, megafono-muniti e talvolta a tutto interessati fuorché al gioco. mentre ai lati (destro e sinistro) della curva si esibivano personaggi memorabili, che ululavano ad ogni tocco avversario e si sgolavano in imprecazioni incomprensibili, nei rari momenti di silenzio, avvertibili pure in tribuna. Dai distinti, di nome ma non di fatto. Dalla terminio del professore di chimica e della tribuna stampa. Dalla montevergine del presidente, degli arraffoni e dei portoghesi maneggioni. Ma i veri tifosi dell’avellino si annidano nello spicchio destro della curva nord (quello che declina verso la montevergine). Lì potevi trovare intellettuali in pensione e operai in cassa integrazione, tutti accomunati dalla identica passione per il calcio. Lì potevi apprezzare la babele di cadenze di cui è fatto il dialetto irpino, riconoscere il pratolano, il solofrano, l’arianese, il baianese. Lì s’imbastivano infinite discussioni sulle scelte tattiche delle allenatore, sulle qualità tecniche dei calciatori, sulle prestazioni sessuali dei procuratori. Storie che si rinnovavano settimana dopo settimana fino a comporre una nuova stagione. Amici che si incontravano dopo anni. Anni che passavano e si diventava amici. Retrocessioni, spettacoli indecorosi, vittorie striminzite e sempre quel grido dopo un goal, o persino, quando in difficoltà, ad un calcio d’angolo, che saliva prepotente al petto dei tifosi: “LU-PI, LU-PI, LU-PI, U-I, U-I, U-I”.

4.del presidente sibilia si ricordano gag irresistibili come l’intenzione di acquistare il fuoriclasse “Amalgama” e infinite altre. Il vulcanico patron fece e disfece la squadra infinite volte, silurò tecnici, minacciò ritiri, esortò nuovi imprenditori locali a venirgli in soccorso. Noto per la sua vena spilorcia allestiva l’organico con pacchi di giocatori di seconda fascia che poi, prontamente rivendeva appena mostravano valore. Memorabile fu la sua disputa con il bomber luiso, cui aveva promesso un auto nuova al quindicesimo goal in campionato. Tanto che alla agognata segnatura, il toro di sora esultò sotto lo sguardo del commendatore simulando la conduzione di una spider. Si narra che sibilia in tribuna, imperturbabile, mormorò ai suoi: “sì, c’o cazz che t’accatto!”. Inconfondibile per la sua voce roca, ogni lunedì, nel suo studio, era sommerso dai microfoni dei giornalisti locali che accorrevano per le sue abituali dichiarazioni del dopo gara. Eternamente scontento, persino delle più larghe vittorie, imprecava in un dialetto strettissimo, contro l’inadeguatezza del lavoro dell’allenatore, le capacità dei suoi calciatori (cui era solito imputare capigliature bizzarre e condotte stravaganti), si lamentava dei sacrifici finanziari sopportati per gestire la società, perennemente attaccato al fumo delle sue sigarette. E, sua assoluta particolarità, si riferiva ai tesserati dell’u.s. avellino senza mai nominarli, dunque, autentico fiume in piena, conciava male, senza giochi di parole, i suoi giocatori, indicandoli semplicemente come, ò stoppér, ò centrattacco, ò sette, l’ala sinistra, ò centromediano, dopodiché toccava ai cronisti decriptare allorché lui prorompeva nel più geniale dei tormentoni: “io rico ‘na cosa e vuje ne riciti n’ata, io rico ‘na cosa e vuje ne riciti n’ata…”, sopraffatto dall’incomunicabilità.

5.e ci sarebbe l’intenzione di arrivare fino a undici, di questo undici per undici, e lasciarvi poi la sfilza di nomi, dei calciatori selezionati (dei campionati dal 1990 al 2006) tra cui potreste scegliere la vostra formazione preferita. ma il tempo corre. Avrei detto del male ultras che, ogni volta, mi corrode. Dei fattacci di avellino-napoli e quell’urlo subumano che seguì l’ingresso dei celerini dopo le devastazioni dei teppisti: mai come allora sono stato certo della mia animalità. Degli allenatori dimenticati, russo, aldo cerantola, morinini, bruno bolchi, ammazzalorso, geretto, sonzogni, il più grande, tale mancano che arrivò a campionato in corso, con dichiarazioni roboanti, da emulo di zeman (che pure avemmo), e si beccò tre sconfitte consecutive prima di lasciare la barca più alla deriva di come l’aveva trovata. Degli striscioni scomparsi: i rebels, i new bush, i green station, i musi duri fino a savignano biancoverde. Scriverei di omar scafuro, il capo cordata più sfrontato, con un progetto pluriennale stile-manchester utd, peccato non avesse i soldi, solo la faccia. dei calciatori stranieri più strabilianti, provinati e subito scartati. Di leandro, il sosia di ronaldo o di cabrera, il sosia di Gabriel omar batistuta. Di bembuana, lo sfortunato attaccante di colore dai quattro goal e dai ventisette legni colpiti, all’incontrario sarebbe andato di filato in nazionale. Delle polemiche sterili delle trasmissioni del lunedì con opinionisti dai maglioni discutibili e dall’eloquio claudicante, unico diversivo la telefonata del tifoso di monteforte. Scriverei e scriverei ma non mi pagano e devo andare. Sempre e comunque, forza lupi e forza avellino: the yellow submarine!


Portieri
1
Claudio Garella (’90-’91)
Marco Landucci (’94-’95)
Carmine Amato (’90-’92)
Andrea Armellini (’01-’02)
Giordano Negretti (’92-’94)
Domenico Cecere (’02-?)
Luigi Sassanelli (’97-’00)
Gianni Marco Sansonetti (’00-’01)
Pasquale Visconti (’92-’93 ; ‘98/’00)
Salvatore Soviero (’97-’98)
Stefano Visi (’95-’96
terzino destro
2
luca bocchino (94-95; 96-98)
davide de filippis (97-99)
ruggero radice (96-97)
rocco de marco (91-95)
paolo cozzi (95-96)
gennaro sardo (03-04)
antonio sconziano (92-93)
fabrizio boccaccini (01-02)
gaetano vastola (02-05)
emilio abeni (97-99)
francesco carbone (00-01)
terzino sinistro
3
antonio carannante (94-95)
emiliano maddè (99-00)
massimo de martis (98-00)
vincenzo silvestri (00-02)
domenico colletto (91-92; 95-96)
vincenzo moretti (95-96; 03-?)
igor bertoncelli (98-99)
vittorio tosto (95-96)
fabio di sauro (02-03)
giovanni fasce (97-98)
andrea quaresmini (99-01)
Libero
6
Francesco Nocera (‘94-‘96)
stefano trinchera (‘98-‘00)
Alessandro Turone (‘96-‘97)
Massimo Piscedda (‘90-‘92)
giovanni bucaro (‘00-‘03)
simone paolo puleo (‘00-?)
Giuseppe Fornaciari (‘94-‘96)
giovanni ignoffo (‘00-‘03)
andrea masiello (‘05-‘06)
leo criaco (‘04-‘06)
Francesco bellucci (‘95-‘96)

Stopper
4
Roberto Miggiano (90-93)
Giuseppe di meo (97-99)
Gianluca Franchini (90-92)
Carmelo Parpiglia (90-92)
Riccardo corallo (00-02)
Roberto Carannante (92-95)
matteo contini (03-04)
Aniello Parisi (91-94)
Alessio d’andrea (03-?)
Gaetano calàcampana (00 -01)
tiziano carnevali (03-04)

Mediano
5
Serge Aristide Mhinseia diè (01-03)
Costanzo Celestini (90-92)
Marco Andreotti (99-00)
Antonio Marasco (91-96)
Vincenzo Riccio (92-94; 04-?)
daniele cinelli (00-04)
Massimiliano pisciotta (00-03)
Augusto Gentilini (90-92)
Dario Levanto (91-93)
Michele melonascina (97-98)
Emiliano de iuliis (94-97)

Regista
8
Giuseppe anaclerio (97-99)
Lorenzo Battaglia (90-92)
Francesco Fonte (90-95)
Fabrizio fioretti (94-96)
aldo dolcetti (98-99)
Fabio Pecchia (91-93)
giovanni stroppa (03-04)
angelo Alessio (97-98)
ivan tisci (03-04)
Roberto de zerbi (00-01)
Gaetano caridi (00-01)

ala destra

7

ivano della morte (95-96)

fabio carsetti (92-94)

michele fini (01-02)

antonio rizzolo (98-99)

marco capparella (02-04)

antonio bitetti (97-99)

fabio lupo (94-95)

giovanni rosamilia (01-02)

mirko pagliarini (98-99)

ronaldo vanin (04-04)

davide tedoldi (01-02)

ala sinistra

11

giuseppe castiglione (95-98)

carmine esposito (94-96)

emanuele matzuzzi (97-98)

fabrizio catelli (92-93)

salvatore marra (02-039

francesco millesi (03-06)

enrico maria amore (98-99)

giuseppe morfù (02-03)

maurizio rizzioli (99-00)

marco lo pinto (96-97)

fabio voltattorni (90-91; 92-93)


mezza punta
10
eddy keve bembuana (01-02)
antonio criniti (95-96; 97-98)
Salvatore Bertuccelli (91-94)
andrea cecchini (96-98)
Giuseppe mascara (00-01)
fabio moscelli (99-00)
walter piccioni (94-95; 98-00)
Fiorenzo D’ainzara (96-97)
nassim mendil (00-01)
pasquale minuti (94-95)
Alessio bifini (01-02)

Centrattacco
9
Enio Bonaldi (91-92)
Salvatore Fresta (92-95; 96-97; 01-02)
Massimiliano fanesi (97-99)
Raffaele Biancolino (03-?)
stefano ghirardello (04-05)
Pasquale Luiso (96-96)
fabrizio provitali (94-95)
luigi molino (02-03)
paolo zirafa (98-00)
firmino elia (97-98)
jonathan vidallé (00-01)

1.12.06

quanti finali... ma da quali esordi?

l'improvvisa riapparizione di sciupatiello padre e sciupatiello figlio (ingigantitosi ulteriormente in questi pochi anni) alle poste di atripalda e cioè dei vecchi gestori tuttofare del red hot, riporta ai tempi che furono del pub triste (nei pressi del tribunale), buono per le serate fallimentari, che attraeva clienti bizzosi, per via della serie di lampadine fulminate. fino alla sua inevitabile chiusura. alla nostra separazione. fino, insomma, a tante altre cose.


l'inavvertita sparizione del laptop, dimenticato sul bus air, in un giorno troppo intenso da farne lettera, diviene presto caccia a tesoro, con telefonate di piacere invece che piacere di telefonare, intimazioni e altolà, amministratori, autisti, figlie e scioperi. magari, accendendolo, mi hanno trafugato il segreto del blog, oppure è l'ennesimo gioco di paranoia: non tutti hanno tempo per scherzare con pulcinella.


il momento buono per scrivere è quando si è incerti se ciò che si ricorda sia realmente accaduto o è solo frutto dell'immaginazione. gianni clerici