31.5.05

20/12/2004

sovvertire la scala di valori familiare: il sonno è sacro. dormi che ti passa! rubare ore al sonno, nuovo paradigma. (sonno come metafora). forme velate di dissenso già se ne erano viste in passato, per la verità. ma si era confidato nella resipiscenza del principe. ora che la stagione delle speranze è sfiorita, occorre trarre il dado, pur nell'incertezza dei risultati. è probabile che prima dell'insonnia completa, si debba combattere con gli sbadigli!

29.5.05

scrivere - parte seconda

finché un giorno mi sposai, diciasettenne battutista, con lei che mi cercò e ti dico sposi, sì, sposi. non perchè lo fossimo ufficialmente, non perchè rispettassimo le formalità noiose di un matrimonio. non si conviveva. non si cenava insieme. i nostri genitori non si conoscevano. né io conoscevo i suoi, né lei i miei. però sposi, perchè il nostro era un vincolo, che, credevamo, fosse destinato a resistere. alcune coppie si consumano rapidamente. noi pensavamo di avere tutta la vita davanti. per tutto quello che non avremmo fatto subito, ci sarebbe stata un'altra occasione. per tutte le incomprensioni, era prossima la soluzione. naturalmente è finita. e, a distanza di tempo, mi dico, non poteva essere altrimenti. cazzo è finita molto male. e, dopo un po', mi son convinto, cazzo, non poteva essere altrimenti. così, mentre il dolore mi perforava, mi son trovato con un pennarello viola in pugno, e ho cominciato a scrivere. qualcosa di più rispetto ad un diario personale perchè non raccontavo quello che mi succedeva. un diario interiore. qualcosa simile al libro dell'inquietudine di pessoa, se solo non fosse pretenzioso il riferimento. dunque periodi marcatamente esistenzial-introspettivi. e tutto quello che raccoglievo, talora effettivamente di men che minimo valore, lo nascondevo. era qualcosa di cui avrei potuto disfarmene in quattro e quattr'otto qualora fosse stato necessario. non scrivo per vivere. vivo per scrivere. ma questo già l'hanno ripetuto in tanti prima di me. mi bastava che a lasciarmi non fossero gli unici lettori per i quali avevo iniziato quest'avventura, i miei vari io. che d'altronde non hanno tardato a venir meno. poi è venuto il blog. non la diretta prosecuzione di quello che facevo. tutt'altro. un esperimento a cielo aperto. senza grosse pretese. ma con un indubbio vantaggio, sul web le mie cose sono molto meglio nascoste!

FINE

28.5.05

analogia

avevo lasciato il blog a se stesso. come l'italia...

23.5.05

sul referendum

se credono che l'embrione sia già vita, perchè non festeggiare il giorno del concepimento invece che quello della nascita?

21.5.05

altro che rutelli...

i "de marghemita" (leggi ex DC) hanno di nuovo messo le i sotto i puntini della politica italiana. sbagliano ma bisogna riconoscere che il loro ragionamento risponde ad una logica ben precisa. a cui rispondere con un ragionamento più forte, che sia capace di convincere, e non con battute rancorose né con profezie suicide.
p.s. oggi mi sento particolarmente sulla notizia!

cartine da tornasole

sulla copertina dell'economist: se fossi sardo non farei rilevare l'errore...penserei di averla scampata, più che altro...

18.5.05

scrivere - parte prima

ho cominciato a scrivere che ero già bello e maturo. o meglio, se proprio la devo dire tutta, io già scrivevo a due, tre anni, come tutti i bambini d'altronde. scarabocchiavo pagine e pagine. la prima parola di senso compiuto che ho imparato a scrivere credo sia stata il mio nome, o mamma, o cose così. ma allora scrivevo per gli altri. scrivevo perché volevano che scrivessi. mi dicevano, guarda, questa è una d, la mano di mia madre che lentamente tracciava sul foglio quelle linee tondeggianti, ora provaci tu, e io ci provavo. ma non è che questo che intendo con scrittura. io parlo dello scrivere per me. quello l'ho imparato molto più tardi. sì, quello sfogo d'introspezione su carta di cui bene o male tutti si ammalano nell'adolescenza. ebbene, io no, io, almeno formalmente, il diario l'ho schivato. formalmente dico perchè io non avevo un diario scritto, ma uno orale. mi spiego. a quattordici, quindici anni impazzivo per le radio. il mio sogno era quello di aprire una radio libera su cui far girare quello che ci pareva. ma ero professionale, mica scherzi. m'informavo sul costo delle attrezzature, sui diritti siae (libera sì, ma nell'eventualità si volesse regolarizzare), sul costo delle frequenze e via discorrendo. voglio dire, io non ero uno di quelli che aspiravano a diventare d.j. per fare il figo, no, per carità. io volevo gestire una radio, viverci dentro ventiquattro ore su ventiquattro, riempire, magari, il palinsesto quando c'erano buchi, ma avrei lasciato spazio a tutti o quasi. cosa c'entra questa storia con il diario? beh, per un periodo, ho coltivato il sogno registrando su nastro la mia voce. qualche minuto al giorno di un programma radiofonico immaginario. argomento principale: la mia vita. tono di voce il più delle volte bassissimo, contenuti agghiaccianti. talvolta i miei racconti erano intervallati dalle hits del momento. di una monotonia devastante. dopo qualche mesetto abbandonai il progetto. troppo sperimentale. ma ho conservato i nastri fino a poco tempo fa. quando in uno scatto d'orgoglio li ho distrutti brutalmente...
continua!

mi ha bloccato un virus. soffro per amore.


14.5.05

rivoluzioni

in uzbekistan, integralisti wahabiti insorgono contro il presidente karimov, il cui nome, paradossalmente, è islam!

11.5.05

!

bearsi della propria mediocrità, credersi irremovibili, poi una scossa, certezze pericolanti, rinforzare l'impianto per non rinfocolare il rimpianto.

9.5.05

autobiografia

dirompente stupidità, quanto dolore vi ho curato?!?...o per davvero sono stupido?

7.5.05

sulla rinascita

...come lacerazione di quella fiducia a cui ci eravamo consegnati, il tradimento può segnare l'atto di nascita della nostra autonomia, con cui ci congediamo dalla beatitudine infantile che è tale perchè non conosce il male, l'aspetto sinistro che sempre si nasconde dietro il volto rassicurante degli uomini, delle situazioni, delle cose... umberto galimberti su D.

indubbiamente così è meglio espressa, ma resta una delle mie poche riflessioni (di peso) da tre anni a questa parte.

6.5.05

non ho capito

dopo bush, si riconferma anche blair (proprio i due che ne avevano raccontate di tutti i colori al mondo per dichiarare guerra all’Iraq). ma siamo sicuri che la politica estera sia decisiva per vincere le elezioni? naturalmente subito mi smentisce d’alema (mica cazzi), il quale, in un dibattito organizzato dalla sua fondazione, dice che difendere e diffondere la democrazia è la missione della sinistra (vedi anche intervista di oggi a repubblica). si può discutere sul ragionamento fatto da d’alema, ma siamo sicuri che questo sia un tema decisivo del programma per le elezioni del 2006 ? è proprio necessario che via sia sempre convergenza tra i (cosiddetti) riformisti e la (cosiddetta) sinistra pacifista? la diversità di vedute sulla politica estera preclude la formazione ed il funzionamento di un governo? avere un sistema bipolare (ma non ancora bipartitico) significa che tutte le forze di uno schieramento debbano essere d’accordo su tutto? no, no, non ho capito, spiegatemi, per favore, spiegatemi!

5.5.05

scelte

mi dicono che i maniaci dello shopping sono sempre indecisi su cosa acquistare. se ne avessero la possibilità svuoterebbero i negozi che frequentano. avrei bisogno di un paio di scarpe. ho cercato un paio che mi piacesse. nulla. forse sono troppo affezionato alle mie, oramai bucate. esausto ho ripiegato sulla feltrinelli. ho comprato ogni cosa è illuminata di foer. da leggere scalzo.

3.5.05

senso

ha un senso conversare amabilmente, appoggiati entrambi allo stipite delle due porte di questo bilocale, distanti quei cinque metri del corridoio su cui entrambe danno, come in un duello (in cui giocavo in casa), e poi seduti ai due angoli della tavola, e poi in metropolitana fermi ad aspettare la frase giusta...ha un senso questa empatia?

2.5.05

della (non) ispirazione mattutina

c'è chi ha delle aspettative sul mio conto. nel brevissimo, nel breve, nel medio, nel lungo periodo. c'è chi si aspetta che collabori per un buon esame. chi desidera conoscermi meglio. chi spera in un figlio "realizzato". chi in un uomo degno. cosa volete che vi dica, non aspettatevi nulla di straordinario...aspettate!