1.7.05

extra time

ormai con te lontana le cose sono lasciate al suo corso. e non è che vadano peggio. procedono fluide. incommensurabili. incomprensibili. sono qui a scaricare la solitudine. voglio mapparla. che ora sono solo ed è facile. ma io ci provo pure quando sono in mezzo alla gente. in genere me ne esco con battute poco felici, e addosso la riprovazione gelida della bella compagnia. la mia solitudine, piacere! quella distanza dalle cose del mondo. quell’infinito malessere per le cose del mondo, che si riflettono sulla tua esistenza mediocre, inumana per certi aspetti, quali aspetti?, forse è così da secoli. tu lontana dicevo, a raccogliere capi d’accusa per inchiodare il tuo uomo o, chissà, a parti inverse, sei tu sotto torchio. mi dispiacerebbe, non credere! sei al contempo la persona che ho amato di più e quella per cui ho provato più pena. rinsecchita e inguaiata, mia cara, come avrei scommesso su una tua resurrezione. la tua qualità è l’ostinazione. zelante come nessuna, una volta individuato l’obiettivo, lo centravi, nulla da fare. è anche la tua rovina, però. se l’obiettivo è su una nuvola, poi cadi giù. ma magari ora è tutto passato. magari ora sei una donna felice, realizzata con un uomo grasso e ruttante accanto, quello che ci vuole per te, anche perché rutto&intelligenza convivono meravigliosamente. io non ruttavo al tuo cospetto, solo singulti, insomma rutti abortiti, con sobbalzo pettorale, accade quando mangi troppo velocemente ed io ingurgito tutto con una foga selvaggia. tradizione contadina. la prossima volta, se capita d’incontrarci, ti saluterò con trasporto, promesso e spero peserai il giusto.
la solitudine dicevo, qui, nella città che mi ha accolto (?) da quattro anni. lo stesso appartamento. le stesse tapparelle verdi su grigio. il palazzo di fronte è giallo con tapparelle arancioni. quanto tempo a fissarle, negli attimi di stand by. se uno potesse raccogliere tutti gli attimi sprecati, tutti gli attimi volati via a non pensare ad un tubo, metterebbe insieme parecchi mesi, che in una vita di lunghezza media, mica sono da buttare. poi dipende dalle persone. io farei meglio. si potrebbe chiedere a chi gestisce le COSE, di poter riutilizzare il tempo sprecato a fissare oggetti inanimati senza pensare ad un tubo, sì, potrebbe essere una buona rivendicazione, dopo tutto. termini la tua esistenza terrena, che so, a 61 anni, 7 mesi, e 231 giorni, un occhio a bordo campo, e “chi di dovere” alza la lavagna luminosa, e mostra un recupero di 8 mesi e 26 giorni. il pubblico si rianima. si alza in piedi ad incitare. è vero, sono gli ultimi 8 mesi e 26 giorni, cazzo!, ma la partita la si può ancora aggiustare.
e magari recuperare anche il tempo passato a scrivere post inutili, che la serata la si può ancora vivere!

2 commenti:

Anonimo ha detto...

ricambio la visita e i complimenti. Tirati su e cerca di non avere troppo tempo di recupero... Alla fine delle partite si gioca a "melina" di solito...

Anonimo ha detto...

beh sarò pure una maniaca del magnifico lorenzo ..

Ma ribadisco

Quant’è bella giovinezza
che si fugge tuttavia..
Chi vuol esser lieto sia
di doman non c’è certezza.