28.10.06

chiuso per brutto

27.10.06

allude, elude, (poi, di nuovo) delude

milano:

alienazione da baraccone,

economia sullo sciacquone,

zanzariere negli alveari,

bande larghe invece dei focolari,

i-pod smisurati sapientemente maneggiati,

cinturoni griffati ben assestati,

e dietro culi con perizomi che salgono, prepotentemente, lungo spine dorsali,

ducati roboanti da strapaese,

in bicicletta persino col parapioggia,

altrimenti, le calate in metro,

smarrimenti da centro commerciale,

bibliotecari scorbutici,

per accessi centellinati,

pagine di monografie svolazzanti,

smercio di curriculum,

via toniolo senza i ragazzi,

dipartimenti senza ricercatori,

giardini zen alla campari,

un “martina” dolce accampa-scuse

salumi a montenapoleone,

vinicio capossela alla stazione,

“l’anteprima del corriere della sera è una boiata pazzesca”,

letizia irraggiungibile,

realizzazione viscida,

specchio caino,

meglio romolo&remo?,

meridionalismo alle colonne di san Lorenzo,

tram festaiolo non accoglie a bordo,

navigli prosciugati,

interisti snocciolano statistiche nell’M1,

svacco o smacco all’accademia di brera?,

palazzo marino sputa rudolph giuliani,

mentre a piazza duomo un commissario grassone inietta terrore,

san sempliciana tiene fuori i concertisti,

mentre un numero 7 milan-vestito corre spensierato,

nobildonne al parco sputtanano la pampanini in quanto ritoccata,

chi legge “chi” come fosse wittgenstein,

nino d’angelo in filodiffusione in stazione,

le mille gru rosso luccicanti per i grattacieli a venire di rogoredo,

di nuovo (ri)partenza!

22.10.06

enigmistica

smanacci a chi, probabilmente, spaccia,
c’è un gioco di parole,
non una distanza,
dietro i miei discorsi,
e forse un’idiosincrasia
per i gusti a metà come i miei,
i locali semivuoti,
i bicchieri macchiati,
i gesti solo accennati.
un tempo provavo repulsione per chi,
come nei documentari della national geographic,
si batte per la femmina.
la mia utopia prevedeva:
amore libero,
sentimenti da dividere,
sorrisi gratuiti.
ora, quasi lo stesso,
sebbene credi meno
a “revolution”,
palingenesi,
catarsi,
conversioni sulla via di damasco.
dunque,
i ritmi della mia logica,
ancorché confusi,
tengono botta,
si piegano nella lotta,
dialettica.
non odiarmi se non fino in fondo.
non negare altrimenti mi tocca ridere di scherno.
non cambiare prima che t’abbia conosciuto in largo.
abbracciami senza sostegno.
scrivo il tuo nome sul vetro appannato quest’autunno.
scampo la grafomania.
torna la stilografica.
domani corro a milano.
per non smettere di unire i punti della figura.
scommetto vien fuori la vita.

21.10.06

pomeriggi così

la mia bocca - moltheni*

*in automatico, parte l'età migliore. ma basta un colpo di mouse!

18.10.06

amenità

è una crasi: esistenzialé oh oh!

16.10.06

fiscal dilemma

o prodi o frodi!

13.10.06

buonismo (a corrente alterna)

mi alzo al mattino
con una nuova illusione,
prendo il 109
per la rivoluzione,
e sono soddisfatto
un poco saggio, un poco matto
penso che fra vent'anni
finiranno i miei affanni

e io ci sto, rino gaetano


ultimamente, sfodero sorrisi disarmanti, gentili non saprei, in genere, non trovo piacevole inquadrarmi. a piazza santa emerenziana, il picchetto d’azione giovani m’irrita enormemente. accolgo il volantino senza sbuffi. leggo i loro diciotto no consecutivi e dico sì all’accartocciamento successivo, neo-con-vinto. sono attratto dall'odore delle librerie; sono distrutto dalla chimica delle distillerie; sono stordito dalla soffocante concitazione delle ferro-tramvie. se tutti dessimo seguito al nostro proposito di non tornare giù, qui, non sarebbero disponibili piste per ognuno. allora, anche i vaffanculo reciproci si svaluterebbero. la testata subita dalla corea, al mondiale del ’66, fu ben dolorosa dell’attuale, e di quella di zizou, benché sia incline a non dar peso alla cosa. non scrivo liriche in aula studio ché l’atmosfera mi comprime, ma c’è chi vi riesce e magari sfonda, anche me, però, ché non s’è mai visto esaudito il sogno di uno già arrivato. largo agli affamati. ai sostenuti. agli scienziati. invece, il mio professore non conosce una acca del mio argomento di tesi. lo afferma con orgoglio spaventevole. ho carta bianca. retorica stanca. teoria che sfianca. sono alla disperata ricerca di un maestro che sia convinto di non esserlo. sono alla costante ricerca di un altro io che mi sfugge. ma che credo sia qui intorno!

richiesta d'aiuto: avrei un file gif (o jpeg?) da trasformare in html (sarebbe il nuovo template), chi può aiutarmi??? controra sei esonerata, grazie comunque!!!

9.10.06

econommiato

Le mattonelle arancioni, quattro esagoni oblunghi che imprigionano regolarmente un quadrato, formano una figura per niente fantasia, che resiste al tempo della mia vecchia casa. Lustri fa, componevano un campo da calcio immaginario che mi serviva per un subbuteo povero, figurine panini invece di omini di plastica, pallina di stagnola, porte di carta ed estremi difensori che difendevano la rete con un ripiego di carta opportunamente congegnato. Non era raro assistere ai cinque a quattro mentre gli zero a zero puntualmente preannunciavano il sopraggiungere della noia, il momento di cambiare aria. L’appartamento ora è locato al peggio offerente, per via di una innata incuria per gli affari, tipica della mia famiglia e che ci tiene a debita distanza dall’accumulazione. In ogni caso, non trovo giusto che i frutti rivenienti da un appartamento dignitoso di provincia non ripaghino il fitto di una stanzetta uso studente della capitale. Non intravedo l’opera di alcuna mano invisibile nel progressivo alleggerimento del mio portafogli. Gradirei smarcarmi dal mercato, oziando nel monopolio, offrendomi di ospitare, come già dicevo, un inceneritore nel mio giardino. Mi accollerei pure la gestione, niente catenacci, full-time garantito; sottrarrei ai miei vicini l’argomento delle esternalità negative, remunerandoli opportunamente, al margine dei loro costi, testando la validità dell’ennesimo postulato di teoria economica. Oppure, abbatterei questi due capannoni che deprimono lo spazio urbano; lascerei metri per una piazza, dotata di monumento astruso, incomprensibile ai contemporanei, amatissimo dai posteri; sostengo l’utilità delle decisioni collettive persino sulle minuzie, ché il colore del palazzo di fronte mi riguarda oltremodo mentre democraticamente tralascio di impicciarmi del privato nell’intimità imbarazzata di un ascensore. contagiato, come è evidente, da un irrefrenabile desiderio di fare, di far cambiare, altro che lasciar fare, lasciar passare…passerà!?!

7.10.06

diritto al rifiuto: c'è chi dice no!

il vento non spazza cumulinembi di spazzatura

domani, di straforo, conduco due sacchetti fuori regione

la rassegna stampa di mario barisano passa al digitale terrestre

suo pezzo forte: nuova rubrica a luci rosse

"sulle zoccole, ricchiuni, pottane" che infestano la città

munitevi di decoder

munitevi di tritarifiuti

5.10.06

nuovomondo

(ho)
spalancato gli occhi,
inalato responsabilità,
calibrato le orecchie,
strofinato i polpastrelli.
schioccato la lingua,
assaporato venustà,
allacciato le scarpe,
rovistato sogni,
impugnatone uno:
imboccato una strada.


(buona fortuna)


starò attento!

3.10.06

paese dei balocchi