28.4.10

a maputo: l'umiltà

antefatto: qui e qui

perché diventa oggetto di polemica una decisione non ufficiale?

mentre s'attende la conferma ufficiale della decisione del nucleo di valutazione regionale sulla graduatoria dei progetti ammessi al finanziamento, comune e provincia s’attivano per reperire fondi alternativi per evitare che opere, per circa 140 milioni di euro, restino solo sulla carta. l’amministrazione sibilia e l'amministrazione galasso aspettano la nomina e l'insediamento della giunta caldoro per dare la caccia a nuovi finanziamenti europei. si punta a reperire le risorse necessarie per la realizzazione dei progetti accedendo ai fondi fas.

cinzia puopolo, articolista di: piano strategico, la lista dei progetti bocciati, su il mattino ed. avellino di oggi

gli accordi di reciprocità accedono a fondi fas

non per fare l'apologeta di me stesso, né per ostentare capacità divinatorie che non posseggo, è tuttavia un fatto che ho sempre avversato l'impostazione sottesa ai progetti presentati, ritenendoli inadeguati a garantire concrete occasioni di sviluppo per l'irpinia: proprio per questa ragione, avevo avanzato l'idea, a mio avviso autenticamente strategica, di enucleare una proposta che, per così dire, sconfinasse geograficamente dai limiti angusti della nostra provincia, che andasse oltre il sistema provinciale, individuando ed intervenendo su aree omogenee anche in un contesto extra-regionale, ed elaborando un progetto di sviluppo complessivo ed esigente per quel territorio

silvio sarno, presidente di confindustria avellino dal mattino ed. avellino di oggi

come può sconfinare una pianificazione territoriale?

mentre la proposta del comune di avellino risultava inconsistente con scarse ricadute economiche e occupazionali e, quindi, non rientrava nelle finalità dell'accordo di programma, il progetto della piattaforma logistica dev'essere recuperato perché riveste un'importanza strategica per lo sviluppo economico della provincia. ritengo che la giunta bassolino abbia compiuto, non inserendolo nei progetti finanziabili, un colpo di mano perché a presentarlo era stata un'amministrazione di centrodestra

pietro foglia, presidente asi e neo-consigliere regionale UDC dal mattino ed. avellino di oggi

ovvero

bassolino ha chiuso cinque anni di governo così come li ha condotti. nel modo peggiore. nemmeno in mozambico si fa la pianificazione degli interventi nell’ultimo mese di mandato, ed è legittimo sospettare che la distribuzione dei fondi ha privilegiato qualche amichetto. anche se qualcuno si offende, le delibere dell’ultimo dell’anno e dell’ultimo mese rispecchiano i sistemi di governo di gava e pomicino. per fortuna è finita un’epoca, se si vuole individuare un aspetto positivo di queste elezioni.

donato pennetta, coordinatore del piano strategico di avellino, PD, dal mattino ed. avellino di oggi

bassolino è contro la provincia o contro il comune?

21.4.10

desistenza

la società non è scalabile
e noi ci rompiamo i coglioni

18.4.10

furie di sé

è un rischio affogare nella foga di fare
senza prima fugare la voglia di fuggire

11.4.10

brindisi di montagna

ad edmondo berselli

rompicapo:
un paese spezzato
il cuore lo rappezza?

6.4.10

politica della personalità e politica delle idee

a sinistra c'è ancora chi imputa a walter veltroni, con un'argomentazione di tipo personalistico, la scelta, sbagliata, di anteporre le personalità (pantheon democratico) all'identità/ ideologia/ idee quando il centrosinistra con il trattino affogava le resistenti ragioni identitarie/ ideologiche/ ideali nella continua rissa tra le mille segreterie di partito. in realtà, dunque, tutto è cambiato per nulla cambiare: abbiamo definitivamente liquidato le personalità e le mille segreterie di partito; ciò che manca resta la proposta di una rinnovata identità/ ideologia/ idea(le).

5.4.10

il malepasso

e la cappa di nuvole grigie sospendeva ogni attesa di resurrezione, fra di noi si battagliava aspramente in nome di un paese che i più di noi stentavano a sentire proprio, a nulla serviva camminare sulla nuda terra scalzi, oppure rievocarne le passate grandezze, la verità è che ne venivamo di continuo sbalzati fuori, e, tuttavia, quanto di opprimente c'era restandoci aggrappati acquistava una sua luce soffusa allontanandosi, non perché i posti cui arriviamo siano ostili alla nostra integrazione ma perché ci siamo portati dietro una ferita infetta, un conto aperto con il passato, che è un passaggio di consegne tra generazioni incompiuto, allo stesso tempo tragico e immaturo.

1.4.10

senza i fatti

se rovisto nello scatolone disordinato dei ricordi, aiutato dal blog diario, negli ultimi aprile ritrovo solo disillusioni elettorali, possibili rivoluzioni civili trafitte sul nascere, dal popolaccio grullo che non capisce e che forse solo non si pone il problema ché la metà di esso o resta a casa o, nell’urna, è mosso da altre sfere (emotive). molto probabilmente sono io a non capire poiché il mio campione di osservazione è composto da amici delle elementari che figliano imperturbabili, chiusi nel quartiere popolare che mai hanno lasciato e amici delle superiori, emigrati oltre cortina, che si pongono come obiettivo una crescita personale infinita, scossi perché ancora non producono 740 all’altezza delle proprie incertezze. l’opinione che hanno del berlusconismo e dei suoi effetti non li divide di più della scelta che inconsciamente hanno compiuto, o stanno compiendo, riguardo la disponibilità ad accettare il nuovo modello di produzione, globale. nei fatti, chi rimane e chi si muove, secondo traiettorie che prescindono dai luoghi, da ogni legame con ciò che c’era prima, ignari di ciò che sarà. semplifico di molto il discorso se affermo che il problema nazionale non è berlusconi ma la modernità; quando mancano gli anticorpi necessari per affrontare la modernità, rischi di beccarti un’influenza di populismo illiberale, così sarà ricordato il ventennio 1990-2010. e hai voglia a sforzarsi di rintracciare le ragioni nei mali persistenti della penisola, controriformato senza riforma, con una amministrazione debole, una borghesia pavida, la massa codina, e via dicendo. sarebbe un tollerabile difetto vivere in un paese incapace di interrogare la sua lunghissima storia. quando qui invece, si aggiunge la grave responsabilità di non sapere sfidare il presente.