12.4.05

buco nero

con riluttanza scrivo di me in questo blog. cosa che giustamente non tormenta il sonno di alcuno. tesi ufficiale: se questo è un luogo virtuale, ciò che conta sono i contenuti e non i contenitori, i vissuti e non i viventi (quest’ultima suona peggio). certo rileva sapere se uno è un settantacinquenne ferroviere (triestino) in pensione o un trentatreenne marinaio (svizzero) in settimana bianca, ma sono le esperienze che fanno gola agli ipotetici lettori (o meglio lo scambio delle stesse). forse incuriosisce anche conoscere le atmosfere che circondano i blogger di successo. ma per il resto, l’assoluta imponderabilità con cui ci si avvicina al mezzo fa sì che qui sbiadiscono molte delle categorie con cui si giudica la realtà. contemporaneamente assume vitale importanza il messaggio che si vuole trasmettere. la forma in cui lo si trasmette. paradossale contrappasso rispetto alla realtà, no?
confessione: all’inizio di questo post, ero convinto di voler scrivere tutt’altro. poi seguendo il pensiero accidentato sono giunto a quest’ovvia riflessione. dalla quale si traggono due conclusioni contraddittorie:

a) cazzo, non sono padrone del mezzo,

b) se sono passato alla fase mi-chiedo-cosa-sia-un-blog-e-perché-abbia-deciso-di-aprirne-uno, forse è iniziata la mia presa di coscienza sull’enorme spazio in cui mi sono cacciato.

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