29.10.10

tutto a post

sono l’inquilino in abito grigio che spalanca premuroso la porta dell’ascensore agli anziani vicini che chiedono se ancora studio e si meravigliano del lavoro, perché tanto giovane mentre nello specchio sfavilla un ciuffo di capelli bianchi. sono il passante dall’andatura stracca che solleva polvere e foglie secche lungo il percorso che conduce alla fermata metro più periferica del mondo, tra capannoni di meccanici sfaccendati e merli che si posano placidi sulle carcasse delle automobili di fronte. sono l’impiegato tipo che attraversa sicuro il corridoio asettico dell’ufficio verso la stanza del capo a raccogliere i complimenti per un anno nel complesso andato male ma nel quale vanno premiati i meritevoli. sono ostaggio di una libertà incondizionata nell’evo dell’irresponsabilità assoluta in cui finisci per pensare che la morale sia salva se quando stai spezzando la vita di chi ti sta accanto, hai la grazia di compatirlo.

28.10.10

lo sfascio delle finanze

lo spirito di un popolo, il suo livello culturale, la sua struttura sociale, i possibili fatti della sua politica, tutto questo e altro ancora è scritto nella sua storia fiscale.

joseph alois schumpeter

23.10.10

il silenzio che contiene?

mai ero stato tante volte accostato alla poesia
come da quando non scrivo più

7.10.10

babel tiburtina

spargo i miei sogni dal ponte della stazione
oltre la grata del non toccare pericolo di morte
di fianco gente indaffarata che scruta il domani
cadono giù sul rapido taranto ancona
giungeranno in ritardo sul cambio desideri
l’altoparlante si scuserà per il disagio arrecato
alla gente indaffarata sorpresa sputando sentenze

1.10.10

vita promesse (non) mantenute

tanta fatica
per tutto