28.7.13

vasco dossi

nel paese
un uomo convintamente libero
è un uomo fastidioso

24.7.13

oceano

lo chiamavano isolato
perché non andava mai troppo lontano da casa sua
vagava tutti i giorni tra il civico numero 10 ed il  numero 32
si siedeva sugli scalini dei negozi con le serrande abbassate
e quando aprivano, 
si alzava lentamente e si appoggiava al segnale dell'uscita veicoli, 
non sostare
oppure sul ciglio della strada guardava fisso l'altro marciapiede
fumando una sigaretta
e quando si decideva ad attraversare
spesso a metà tornava indietro
caracollava
era per lui come varcare un oceano

23.7.13

la belle é poc

continuiamo a spingere
per evitare di ricordare questi anni
come anni cinici e futili
ma tutto sommato divertenti
che sarebbe bastato un poco

20.7.13

probabili plagi

se ti senti solo
è probabile che non ci sia 
neanche tu

12.7.13

quello che il populismo non dice ma sente

laddove i governi autocratici e un pelo razzisti sparano sul nemico esterno 
per compattare il fronte interno,
i governi sensibili e democratici come il nostro massacrano di niente il fronte interno 
per compiacere le cancellerie straniere
...
(e lo diciamo da gente razzista che un poco ci sentiamo)

11.7.13

srebenica

sarebbe meglio non fosse
piuttosto che sia

così
come oggi è
la nostra srebrenica

nulla di morto né di vivente
in lei
può più abitare

sotto un cielo plumbeo
l'aria di piombo
mai nessuno
ha imparato
a mettersi nei polmoni

da lei fugge tutto
ciò che ha gambe
con le quali possa
e sappia dove
fuggire

da lei fugge tutto
anche ciò che da nessuna parte
se non sotto la terra nera
può fuggire

gli ortodossi fuggono
i nuovi come i vecchi
i musulmani fuggono
i vecchi come i nuovi

e chi in qualche modo
è rimasto vivo
andato via e poi tornato
neppure un inverno con l’estate
ha messo insieme
né un autunno
con la primavera
ma ha cercato
quanto prima
di andarsene da srebrenica

e quei cattolici
nostri vicini

e per loro srebrenica
per centinaia d'anni
è stata l'amata
e bellissima
sede principe
della loro buona
e nobile comunità

se ne sono andati da tempo

come se
nella loro saggezza avessero
saputo che sarebbe arrivato un tempo
in cui non ci sarebbe più stata
la buona srebrenica

ci dicono
da dieci anni ce lo dicono
che in bosnia
la guerra è finita

a noi spiegano
e inviano istruzioni scritte
che nel nostro paese
bosnia erzegovina
la guerra è finita
e che nessuno
deve più
guardare al passato

credono forse
davvero
che siamo vivi
noi che stiamo qui
e da questo luogo
parliamo così
come se davvero fossimo vivi.

davvero pensano che si chiami salute
davvero pensano che si chiami ragione
ciò che in noi è rimasto
della salute e della ragione di un tempo?

non vedono, non sentono forse
non sanno forse che noi,
quelli rimasti, siamo più morti di tutti
i nostri morti, e che qui oggi, con la loro voce,
la voce dei nostri morti, dalle loro gole,
gridiamo e con il loro grido - noi parliamo?

non ci permettete di
guardare al passato!
e noi non lo guardiamo, ma è lui a guardarci!

voi dite:
guardate al futuro!

ma noi, nessun
futuro in nessun luogo
riusciamo a vedere
né vediamo che lui
con un sol occhio
guardi noi
e neppure che ci veda
e che di noi si preoccupi

noi abbiamo un presente
che con occhio umano
non si può guardare

noi la stessa
aria di piombo
nella nostra srebrenica
che non c'è più
respiriamo con quelli
i cui occhi
le cui mani
le cui anime
del nostro sangue grondano

e solo loro
possono rallegrarsi
del vostro comandamento
di non guardare al passato

ma noi cos'altro oltre a lui abbiamo
che cos'altro
se non il passato
abbiamo da guardare?

davvero potete
dire a una madre
di non guardare il figlio?
davvero a una sorella potete
impartire l'ordine
di non guardare il fratello?

prendeteci gli occhi
ma più non insegnateci, non inviateci più
tali consigli, istruzioni e ordini!

forse davvero, come voi dite,
la guerra è finita! ma per noi, nella nostra srebrenica,
la guerra è finita appena un poco, e noi stessi, di giorno,
ci inganniamo che è così, che è finita davvero!
ma, d’estate e d'inverno - e così da diciassette anni! - i giorni sono troppo brevi, e lunghe, troppo lunghe le notti.

al primo annuncio del crepuscolo, noi i nostri portoni
col ferro rinserriamo, che non venga e non entri
colui che allora venne ed entrò, e tutto ciò che di nostro
amato e caro era - separò dalla vita!

proprio lui, oggi, veglia sulla pace a srebrenica!

come può dormire una madre di srebrenica?
appena chiude gli occhi, ecco la guerra alla porta, ecco
quel secondo in cui vide, sotto il coltello cetnico, separarsi
dal corpo la testa di suo figlio! solo qualche volta, fra mille
jasin mormorati nell’insonnia, ne ha pietà il buon dio! w
quando il sonno sugli occhi le posa, lei, in sogno, continua
a riunire la testa al corpo del figlio insepolto!

come possiamo vivere nel presente?
come possiamo non guardare al passato?

c'è una sorella nostra, non è con noi, eppur è viva!
in una tomba ha trasformato una casa, qui a sarajevo,
finestre non apre, non osa guardare fuori, e ancor meno
uscire in strada! quattro figli ha perso! se per strada un
ragazzo o una ragazza incontrasse, e le apparisse
somigliante a uno dei suoi figli - il cuore le scoppierebbe, in
quattrocento pezzi!

è questa la pace?
è così che finisce la guerra?

quando tacciono
le armi di ferro
e fino al cielo grida
il cuore materno?

quando il criminale
cambia la camicia
e con la nuova addosso
sotto le nostre case
e le nostre finestre
nella nostra srebrenica
veglia sulla nostra pace?

per voi il vostro è trascorso
ma per noi
il nostro passato
non è per nulla passato!

né passerà
né può passare
fintanto che il cielo plumbeo
la nostra srebrenica
di argento ricopre.

fintanto che sotto il suo
cielo di piombo
l'aria plumbea
e plumbee
d'aria boccate
respiriamo e inghiottiamo
con quelli che hanno sì
cambiato la camicia
ma che il cuore sotto la camicia
e nel cuore l'odio
non hanno cambiato
né pensano di cambiare

per voi il vostro è trascorso
ma per noi
il nostro passato non è passato!

non fateci ritornare
non fateci ritornare
in questa fatta
di piombo
srebrenica

piuttosto
per un istante almeno
guardate dov'è che
nelle vostre anime
nei libri
si è perso un granello
di verità e giustizia

se nel vostro cuore
un solo granello
di giustizia e verità
trovate

del bene e d'argento
l'argentea e buona
srebrenica
la bella -
a srebrenica restituite!

un briciolo di giustizia
e un granello di verità
trovate!

srebrenica -
a srebrenica restituite!

e noi
con l’aiuto di Dio
chi viva chi morta
subito ci ritorneremo

possano
con l'aiuto di Dio
riunirsi e placarsi
tutte
di tutti i tempi
le anime di Srebrenica

e
così le nostre anime
afflitte e morte

con le anime vive
di tutti i nostri morti.

di Abdulah Sidran, da qui

10.7.13

di standard, poveri

prime pagine dei quotidiani di oggi:
titoli spazzatura!

9.7.13

rebibbia

la politica di tagli
non ha risparmiato l'estate

5.7.13

learning by doing

inutile sapere bene come fare
se hai dubbi sul cosa fare

4.7.13

fratelli mediterranei

chi si lamenta quotidianamente che sull'italia si è abbattuto, negli ultimi venticinque anni, un cataclisma politico, economico e sociale di gravità inaudita ed occupa, anche giustamente, il suo tempo a lambiccarsi sulle responsabilità interne dell'inerzia o degli sforzi vani per invertire la rotta, mette in secondo piano che lungo le coste del mare che bagna il belpaese per circa settemilaseicento chilometri, negli ultimi venticinque sono accaduti, grossomodo, i seguenti eventi (ordine alfabetico per paese):
  • albania: dissoluzione della repubblica popolare socialista di albania (1991-1992), rivolte di piazza del 1997 con intervento forze di sicurezza dell'ONU, diaspora albanese;
  • algeria: annullamento delle elezioni del 1991 vinte dal fronte islamico di salvezza nazionale e scoppio di una guerra civile tra fazioni dell'esercito regolare e gli integralisti del gruppo islamico armato (1991 - 1997, stimate 100.000 vittime); primavera araba (2010 – 2012);
  • croazia: guerra di indipendenza croata tra le forze croate che dichiarano l’indipendenza del paese nel 1991, e l’armata popolare jugoslava, a maggioranza serba (1991 – 1995), intervento onu;
  • egitto: rivoluzione egiziana a partire da gennaio del 2011 con rovesciamento del regime di hosni mubarak, emendamento della costituzione, elezioni presidenziali nel 2012 con vittoria dei fratelli musulmani, nuove proteste e destituzione del presidente democraticamente eletto da parte dell’esercito (luglio 2013);
  • grecia: bancarotta a partire del 2009 con pesanti conseguenze sulla stabilità del debito sovrano dei paesi dell’eurozona, numerosi piani di salvataggio finanziario, di esecutivi chiamati a gestirli, caduta della ricchezza nazionale e gravissime tensioni sociali;
  • israele: prima intifada (1987 – 1993), accordo di oslo per la risoluzione del conflitto arabo-israeliano e mutuo riconoscimento (1993), assassinio di rabin (1995), completo ritiro dalla striscia di gaza, seconda intifada (2000), seconda guerra del libano (2006), proteste di piazza (2011);
  • libano: assassinio di hariri e tensioni con la siria (2005), seconda guerra del libano (2006), conflitto interno contro le milizie hezbollah (2008);
  • libia: primavera araba sfocia in guerra civile con insorti del consiglio nazionale libico che entrano in armi contro le forze fedeli alla dittatura di gheddafi, intervento militare di alcuni stati appartenenti alla nato e alcuni paesi arabi a supporto del consiglio nazionale libico, uccisione di gheddafi e fine del regime;
  • marocco: primavera araba (2011 – 2012) e modifiche alla costituzione con aumento poteri esecutivo e parlamentare rispetto all’istituto monarchico;
  • spagna: attentato terroristico di madrid (2004), grave crisi economica e conseguenti forti tensioni sociali sfociate in proteste di piazza capeggiate dal movimento degli indignados (movimiento 15-M, acronimo che richiama l’inizio delle proteste, il 15 maggio 2011);
  • stato della palestina: prima intifada (1987 – 1993), accordo di oslo per la risoluzione del conflitto arabo-israeliano e mutuo riconoscimento (1993), completo ritiro dalla striscia di gaza, seconda intifada (2000);
  • siria: guerra civile in corso (iniziata nel 2011) tra le forze della coalizione nazionale siriana che si oppongono al governo del presidente bashar al assad, ad oggi si stimano più di 100.000 vittime e nessuna ipotesi di rapida risoluzione;
  • tunisia: il sacrificio di mohamed bouazizi, ventisettenne ambulante di sidi bouzid che si dà fuoco per protestare contro la crisi e muore dopo due settimane di agonia, dà avvio alla primavera araba (fine 2010), scoppia la rivoluzione dei gelsomini con rimozione del dittatore ben ali ed elezione della nuova assemblea costituente;
  • turchia: gravi tensioni con la minoranza curda, proteste nel corso del 2013 contro la rimozione di un parco pubblico (taksim gezi park), manifestazioni poi estesesi in tutto il paese per protestare contro la brutalità delle forze dell’ordine e per richiedere le dimissioni del governo di erdogan

… e la storia, ovunque, continua!

2.7.13

calabritto

ho trovato le mie passioni
scavando molto a fondo
sorgenti di cui spesso ho poi perso traccia
mentre il rabdomante indicava sempre un'altra parte