25.7.18

milestones

la chiusura delle miniere di zolfo
la retrocessione dell’avellino calcio in serie b dopo dieci lunghi anni
la ricostruzione del terremoto che non tappava i buchi ma costruiva male altrove
il termine della messa in onda della trasmissione giochi senza frontiere
l’implosione del partito socialista italiano
lo spostamento da piazza umberto I del mercato settimanale del giovedì
la lenta agonia di marco pantani
l’assenza per motivi di budget dei cantautori dal ferragosto avellinese
la trasformazione delle sagre del vino in wine festival
...
hanno scalfito le nostre pur deboli certezze

16.5.17

giovanni al coachella

la generazione dei miei nonni della precedente
aveva custodito i valori ma
per lo più
era rimasta impreparata di fronte a ciò
che alla precedente era del tutto mancato:
la libertà.

la generazione dei miei genitori
aveva voluto contestare i valori
quando in realtà ereditava dalla precedente la libertà
ma, poi
non aveva saputo venire a compromessi
con ciò che alla precedente era in gran parte mancato:
il benessere economico.

la nostra generazione
ha ereditato in buona misura:
valori, libertà, benessere
ma maneggia tutto con ansia
perché si sente afona
non perché non li conosca
ma perché
le manca il coraggio di trasmetterli
il linguaggio per interpretarli
in un futuro che verrà.

8.3.17

piazza augusto albini

noi che rimproveriamo ai nostri padri di aver imboccato la strada sbagliata
saremo rimbrottati dai nostri figli per essere stati fermi a consultare un'app
all’incrocio del possibile

17.12.16

roma stasera (2004-2016)

Serva e padrona al tempo stesso,
Roma è nata col potere e finirà solo con la fine del potere,
di uno qualunque dei poteri che fin dall'inizio
si sono annidati nelle sue viscere,
generando un organismo che da sempre
vive in simbiosi perfetta con il suo parassita,
e uccide chi cerca di curarla
Vite efferate di papi, pag. 262 - Dino Baldi - Quodlibet






7.6.16

lo sfalcio dei nostri sogni

il voto è la speranza che le cose cambino 
per tutti
...
perde di significato quando,
pur sforzandoci,
le nostre speranze si limitano
a cambiamenti che riguardano
solo noi stessi,
pochi intorno:
il ripiano delle buche sotto casa

3.6.16

via del fornetto

il leitmotiv era "non ci sono più le mezze stagioni"
e invece c'erano rimaste solo quelle
dodici mesi all'anno

19.5.16

via dei prati di papa

non si legge molto
perché si fa un gran fatica
per arrivare a comprendere 
a stento le domande

21.4.16

dopo ogni natale, a roma si vota

come si può avere un'idea di città
in un luogo che si narra
sia nato quasi tremila anni fa
da un omicidio tra fratelli
per una banale questione di confine?
...
(e non c'era niente tutt'intorno)

7.4.16

mentre si discuteva di "selling the dream"

il mondo sarebbe più felice se fosse abitato da persone figlie di incroci
di bastardi
generati e abitanti in una zona mista
invece che pienamente allineati ai geni delle due isole più popolose
quelli che pensano molto e non agiscono
e quelli che agiscono molto senza pensare
...
e lo dico dall'ultimo piano di un grattacielo di una isola della seconda specie

24.3.16

via dai partigiani (già via dei partigiani)

qualcosa è cambiato nella testa della gente,
forse per disinteresse, sicuramente per sfiducia,
quando lo spirito del tempo ha cominciato a sostenere
che a risolvere i problemi non fosse lo spirito di parte
la passione politica, la fede civile 
ma la tecnica, 
come se tutto si riducesse ad un rebus
di cui scovare la soluzione,
il segreto automatismo,
replicare buone pratiche come installare un software,
da lì ognuno ha atteso che le cose si risolvessero da sé
dato per assunto che le soluzioni esistono
senza metterci qualcosa di proprio
rimuovendo l'emotività fastidiosa del conflitto
così oltre all'ideologia, è svanita la misura di esser parte
restando la pretesa di avere a disposizione tutto
come sfondo del selfie del proprio ego
un'insostenibile leggerezza dell'avere
che ci fa ripetere
via, via, via dai partiti, dai gruppi, dalla massa
sono troppo grandi per valorizzare la personalità
ci inventiamo bozzoli per spingere via da noi
 l'angoscia di sentirsi uguali
nell'ora che tutto appiattisce, rende standard
standa



15.3.16

7.3.16

rue eur

per un’architettura pesantemente monumentale
che si mostra fiera per una grandezza di un passato lontano
quale peso ha l’uomo comune?
l’uomo che vuole farsi artefice del proprio futuro, uomo tra gli uomini,
 grande o minimo che sia
e che pertanto desidera una città sia costruita per sé
e non per l’idea che ne trarranno i posteri 
a partire da quanto possenti siano le mura erette
in queste strade: 
parate di carri-armati, navi felliniane, bolidi di formula uno, puttane
se ne ricorderà il rumore, l’effetto, 
il sogno di una notte unica ma mossa da passioni solitarie,
populismo che illude il popolo di avere, 
se rovista bene, se non nel presente, nel passato o, un giorno, nel futuro,
i numeri per salire su un piedistallo
poeti, artisti, eroi, santi, pensatori, scienziati, navigatori, trasmigratori
tutto ciò è l'eterno fascismo 
che tormenta singoli, gruppi e istituzioni
una forza prevaricante, liberticida
che è un'eterna sfiducia nella possibilità di costruire 
"senza nulla a pretendere"
un cittadino responsabile
...

aggiunta ad un post di qualche giorno fa

la fiducia si pone in una collocazione intermedia fra completa conoscenza e completa ignoranza:
"chi sa completamente non ha bisogno di fidarsi,
chi non sa affatto non può ragionevolmente fidarsi"

george simmel

uomini di quarzo

ci sentivamo statuine di porcellana
di finissima lavorazione
gradevolissime in bella posa
ma se c'era da metterci in movimento
le giunture fischiavano
e i nostri abbracci erano sempre collisioni
da cui ne uscivamo rotti in qualche scheggia

4.3.16

un limite alle app peggio

se non inventeranno un app per immaginare la tonalità del cielo
dalle fessure delle tapparelle
trasognati, abbracciati, per chi vuole, appena docciati
c'è sempre chi rimpiangerà quello che abbiamo perduto

1.3.16

cosa intendevo

le trincee della nostra generazione
sono foderate di egolatria e continue disattenzioni
...
e difatti non ricordo cosa intendevo scrivere

25.2.16

la paura di sapere di non sapere

non devi avere paura della tua intelligenza (come della tua ignoranza)
...
ciò che distingue un ignorante da un intelligente
è soltanto la paura

18.2.16

ritornando a casa

la modernità qui è venuta giù come un'alluvione. ha distrutto case, sfollato animali e uomini, scoperchiato la testa della gente. prima erano chiuse, sbarrate, solo occhi-lucernari come prova di una possibile comunicazione con il mondo. ed infatti più semplice gli risultava il contatto con la natura. poi l'alluvione e l'acqua, senza più direzioni, che girava in ogni dove. si restava attoniti dalla forza, dagli equilibri saltati, ché le distanze tra gli uomini, i rapporti tra le cose erano per tutti irrimediabilmente scombinati. non si trovava anima, tra le poche sparute rimaste che il vento non si fosse portato via, convinta che si potesse tornare come prima. ricostruire sì, forse, ma non sarebbe stato lo stesso. vivevano o morivano con questa ossessione, tornare indietro con il tempo, sapendo di non poterci mai riuscire. bramavano il potere di fermare il tempo. avevano dimenticato che l'alluvione sarebbe stata dimenticata, come altre già venute e abbattutesi con altrettanta violenza e poi scomparse oltre l'orizzonte della Storia. quello che rimaneva era sempre l'uomo presente ed il suo fiume. quando l'acqua riscendeva naturalmente nel suo alveo e scorreva, come sempre, da monte a valle. dal mare al mare.

16.2.16

uguali refrattari frattali

siamo frattali aleatori
di generazione in generazione

29.1.16

verdana 11

è il carattere non il talento
che guida verso la felicità

17.1.16

cose nemmeno poi tanto nuove

si dava molto peso all'andatura,
ai compagni di viaggio
trascurando la meta

13.11.15

il cairaniello d'oro

i migliori che erano fuori-riusciti nella vita
li premiavano d'estate in una crassa festa
quando i vicoli del paese undici mesi mezzo vuoto
si riempivano di schiamazzi e accenti i più diversi
il premio più ambito era la minzione d'onore
dedicato ai sognatori arditi che erano riusciti ad esaudire le loro aspirazioni
e a lasciarsi andare lontano, più lontano
con una processione scomposta li portavano sulla rupe più alta
quella che dominava la valle sottostante
quella che covava li siensi caposseliani
dal limite del burrone si protendeva un trampolino di legno
l'eroe paesano veniva accompagnato dalla gente in festa fin lì
poi un silenzio cadeva sulla folla, solo vento e latrati di cani dalla valle
tutti ad aspettare l'uomo decorato cominciare
a minzionare lontano, più lontano che poteva


12.9.15

avellino - lione: all'origine della raggia

gli anziani difendono il loro territorio
mentre i giovani difendono la loro identità, 
come qualcosa che rischia di essere irrimediabilmente perduta
o mai raggiunta

26.8.15

il peso di instagram

ci frega la serietà
l’illusione di lasciare qualcosa che rimane per qualcuno
perché siamo circondati da cose meravigliose che vengono da lontano
che hanno formato il nostro gusto, la nostra lacerante identità
e non ci troviamo con chi pensa che ora lo scopo sia di abbellire soprattutto se stessi
e farlo vedere 
comunicare
quanto siamo diventati belli
e perché lo siamo più degli altri

24.8.15

il giornalismo alle ortiche

filare di cantieri
concitati strali sul perché non hanno mai fine
che pur omettendo sempre la questione di qual è il loro fine
da ciò traggono i più nefasti presagi sulla nostra fine
l'europa e il mondo ci prestano soldi e ingegni per continuare a urticarci l'un con l'altro
(unica argomentazione: prima era meglio, domani non può essere)
armati fino ai denti
 della sola risorsa rinnovabile di cui disponiamo
la lingua avvelenata
nel buco del culo del mondo dove
l'invidia assurge a ragione
le maldicenze diventano fatti
le mischie alleanze
le opinioni personali dogmi irrinunciabili
il confronto perdurante sospetto
...

30.3.15

6.2.15

ore anfetaminiche


22.1.15

sportello al pubblico

quanto ti trovi davanti ad una persona
ti devi intercalare nei suoi problemi...
a che serve essere ignoranti?

2.1.15

nozze tripoline

ebola non s'è fermata a cristo

31.12.14

capodacqua

non so scrivere

28.11.14

la porta usb

non si parla mai di lavoro
solo di rapporti di lavoro

18.7.14

carpi

tra ozio e negozio
nego
ego
me stesso

3.7.14

difformi tempi


11.4.14

il cammino critico


9.4.14

i (new) public manager

potranno pure guadagnare dieci volte in meno
ma, al contempo, dovranno produrre dieci volte di più
dal che vien fuori che oggi come oggi
riescono nelle cose cento volte peggio

2.4.14

severino chirchegàrd

con un mezzo piede nella modernità
perché non mantengo memoria di chi ero
e uno e mezzo nell'insignificanza
perché raramente arrivo a precisare chi voglio essere

31.3.14

dannosi cortocircuiti

se non riesci a fare bene a te stesso
almeno fallo agli altri

il dio delle piccole cose

e il bene che ci ha disfatti
lo scorgi dallo specchietto retrovisore dell'autobus
guardando all'indietro
i tuoi genitori che sorridono in pace

25.3.14

l'ultimo giapponese della pubblica amministrazione

ci sentiamo accerchiati dai fratelli
e spariamo a vista pure agli uccelli

23.3.14

piazza vittorio

coi nostri sogni tanto incerti 
da puntare all'altezza di avidi insetti 
frastagliati come le coste del bangladesh
che scorgiamo sulla mappa di un fioraio sulla piazza
ridiamo con i ragazzi che giocano a cricket
decrittando giornali scritti come in sanscrito
ed una realtà in cui s'impone lo sciamanesimo

18.3.14

rottamazione

subito creare una realtà nuova,
la precedente è stata travolta...


25.2.14

piovaschi sparsi e brevi schiarite

parliamo tanto veloce, 
pensando di essere chiari
che ci vengono gli sfondoni...
potevamo morire di inadeguatezza e di paura,
ora non sappiamo più
neanche l'inadeguatezza

20.2.14

in mezzo ora

c'è un problema democratico
nel paese che scambia
le elezioni (e la rappresentanza in genere)
come un fine e non un mezzo
...
i grillini leggano la fine
o la certificazione della fine

17.2.14

noi siamo i giovani

tra le quarantotto riforme che segneranno il cammino 
del governo in pectore, 
una al mese, a passo di marcia,
in trionfo fino al duemiladiciotto,
(che toccherà ritoccare il riformato)
speriamo non ci sia un evergreen...
l'allargamento della banda

14.2.14

le mie montagne


nei panni di enrico


12.2.14

marrana degli scipioni

parte del nostro sconcerto esistenziale
deriva da una cosa che constatiamo fin da piccoli
gli alberi secolari, i pochi paesaggi incontaminati,
sono più recenti delle vestigia di antiche civiltà
che talvolta, improvvisamente, riappaiono dalla terra,
o sono l'eterno sfondo delle nostre vite,
come a dire che il nostro rapporto con la natura e gli spazi
è gravato dal peso di tante, troppe, epoche

quelli che da tufo a pratola serra ci andavano solo di domenica

il fatto è che sono lento, pachidermico a tratti. diagnosticarsi, senza timore di smentita, il difetto principale della propria personalità alla soglia dei 30+1 anni e quasi dieci anni di blog di autoanalisi, ha un sapore gradevole, una presa di coscienza serena e leggera. le cose le faccio, dopotutto. ma molto lentamente. questione di focalizzazione forse, come dicono in certi posti deprimenti. ovvero del bisogno pressante di dover sempre entrare con sicurezza nel contesto e solo poi, piano piano, far sgocciolare la diffidenza, per sciogliere in parte l'acqua molto fredda di cui siamo composti.

4.2.14

case rosse

i novantenni la indicano come la delegazione,
i sessantenni come la ripartizione,
i trentenni come il municipio,
chi ci lavora come "il terzo, il quarto, l'ex terzo, l'ex quarto ...",
i politici si riferiscono ad un generico territorio,
nessuno mai che dica "in comune"

3.2.14

grottolella

a volte arrivi a credere
che non torni per pacificarti con il passato
ma per ricaricarti di rabbia
e motivi per agire

31.1.14

le riforme costituzionali

la certezza di vivere nel paese più pazzo del mondo
precede la nostra pazzia o questa ne è intessuta?

27.1.14

hawthorne

the chilling implication of this film is not that the old values of hard work, family and community have fallen away, but that they were never really there to begin with. yet somehow the feeling that lingers after the last shot is the opposite of despair. if you listen to “nebraska” all the way through, you will come away with this thought: at the end of every hard-earned day, people find some reason to believe.

24.1.14

via di san teodoro

avere la solidità delle cose realizzabili

20.1.14

i numeri secondi

ho sentito nel tremore della tua voce
la nostra paura di stare al mondo
la solitudine di scoprirsi non più soli

15.1.14

la parola e le pose

parliamo per ignoranza

14.1.14

decision making


18.12.13

piazza della minerva

una tromba solista
risuona nella piazza deserta
non è un artista di strada
che ammicca ai passanti
ma è un tassista in sosta
che ripassa l'ultima lezione

10.12.13

montparnasse

la bellezza nasce dal riconoscimento
di quanto sia brutto e malvagio il mondo
per trarne sollievo
...
sarà per questo che ne abbiamo prodotta nei secoli
così tanta?

27.11.13

via dell'impresa


26.11.13

cassano magnago

chi da una parte, chi dall'altra
tutti ad attendere
il colpo di grazia

22.11.13

tendenze svalutazionistiche

in politica economica
come nella vita di tutti i giorni
gli italiano hanno sempre preferito
svalutar(si)

18.11.13

san saba

di quanta solitudine è fatta
quest'ansia di verità?

15.11.13

via prenestina

quello che altrove è la modernità
qui si trasforma nell'eterna lotta sul limine
tra il "de iure condito" e il "de iure condendo"

13.11.13

ci stanno occidente

qual è la spiegazione di questa curiosa combinazione tra una disoccupazione permanente dell'11 per cento e una sensazione diffusa di relativa prosperità nella maggior parte della popolazione?

8.11.13

valle melaina

e i cinici di roma
la vita non li spazza
questa grotta è ancora nostra
ma come fanno le segretarie con i palmari 
a farsi sposare dai palazzinari?

7.11.13

putney

non si risolvono problemi 
si relativizzano

4.11.13

chianche scalo


31.10.13

avella

così torniamo
coi nostri occhi strabici
che sembrano disprezzo
e invece celano impotenza

30.10.13

the rise of generation I

individualistic
informal
interactive
informed
innovative

28.10.13

acilia

mentre visiti l'ennesimo bilocale da ristrutturare
assieme agenti immobiliari generalmente insensibili 
tra un mutuo dal tasso fosso
e varie variabilità esistenziali
pensi tra te e te
che è tutto vano

24.10.13

scuola "cutizzi"

se si escludono istanti prodigiosi e singoli
che il destino ci può donare,
l'amare il proprio lavoro
(che purtroppo è un privilegio di pochi)
costituisce la migliore approssimazione
concreta alla felicità sulla terra:
ma questa è una verità che non molti conoscono.

da "la chiave a stella", primo levi

scuola axenciàr

metà del tempo stare addosso al cliente
l'altra metà, fare il culo al partner ed ai colleghi

4.10.13

papa salva mondo


.

3.10.13

san nicola da tolentino

nella folla rifuggo meglio
da me stesso
con un cuore in testa
e un sogno in tasca
...

27.9.13

ignorare il sapere

se avessimo avuto altri maestri
avremmo avuto il diritto di sbagliare

25.9.13

lunghezzina

tutti siamo spiritualmente degli immigrati
walter lippmann



19.9.13

domicella

nel belpaese,
e non solo durante la crisi,
si è dogmaticamente normativi
mai positivi

umanesimo e soggetto

una qualsiasi storia intellettuale è fatta dalle idee
prima ancora che dagli intellettuali che le interpretano

18.9.13

beati i poveri perché di essi sarà il regno dei cieli

sempre in tema di identità
mi viene in mente che
il pensiero più vicino alla nostra sostanza
è il credere all'istruzione
ad una più equa redistribuzione del sapere
invece che del reddito
che tradisce un forte senso di colpa per la nostra, talvolta esibita, ignoranza
e l'idea, retaggio cattolico, del meglio vivere, o fingere di vivere, con poco

un uomo senza braccia può avere una pistola

noi siamo a caccia di un'identità
ma non perché l'abbiamo persa per strada
proprio non ne abbiamo mai avuta nessuna
...
una cosa è ricostruire
un'altra è immaginare cosa costruire
un'altra ancora è edificare

17.9.13

l'importanza di chiamarsi sabino

se sei atripaldese o amministrativista
è un atout fondamentale
se sei entrambi
ancora meglio

11.9.13

amministrazione italia

nascosti da una selva di norme
che, al momento opportuno, si scagliano
solo per offendere o per confondere
raramente si annuncia una volontà
rarissime volte si è tanto tenaci
da poterla mettere in atto

9.9.13

mutazione


4.9.13

educazione all'inverso

gli siamo grati come all'uomo
da cui tutto abbiamo disimparato

3.9.13

tristezza in diretta

tutti ripetono che manca il lavoro 
come occupazione e salari
nessuno precisa che è assente di più il lavoro 
come professionalità e rispetto di sé e degli altri

2.9.13

la valle del sabato sera

il nodo risiede tutto
nella cattiva interpretazione dello spazio
a causa dell'eccessivo peso di radici nel tempo

20.8.13

il paese (che) soffre


2.8.13

eseguendo la sentenza


28.7.13

vasco dossi

nel paese
un uomo convintamente libero
è un uomo fastidioso

24.7.13

oceano

lo chiamavano isolato
perché non andava mai troppo lontano da casa sua
vagava tutti i giorni tra il civico numero 10 ed il  numero 32
si siedeva sugli scalini dei negozi con le serrande abbassate
e quando aprivano, 
si alzava lentamente e si appoggiava al segnale dell'uscita veicoli, 
non sostare
oppure sul ciglio della strada guardava fisso l'altro marciapiede
fumando una sigaretta
e quando si decideva ad attraversare
spesso a metà tornava indietro
caracollava
era per lui come varcare un oceano

23.7.13

la belle é poc

continuiamo a spingere
per evitare di ricordare questi anni
come anni cinici e futili
ma tutto sommato divertenti
che sarebbe bastato un poco

20.7.13

probabili plagi

se ti senti solo
è probabile che non ci sia 
neanche tu

12.7.13

quello che il populismo non dice ma sente

laddove i governi autocratici e un pelo razzisti sparano sul nemico esterno 
per compattare il fronte interno,
i governi sensibili e democratici come il nostro massacrano di niente il fronte interno 
per compiacere le cancellerie straniere
...
(e lo diciamo da gente razzista che un poco ci sentiamo)

11.7.13

srebenica

sarebbe meglio non fosse
piuttosto che sia

così
come oggi è
la nostra srebrenica

nulla di morto né di vivente
in lei
può più abitare

sotto un cielo plumbeo
l'aria di piombo
mai nessuno
ha imparato
a mettersi nei polmoni

da lei fugge tutto
ciò che ha gambe
con le quali possa
e sappia dove
fuggire

da lei fugge tutto
anche ciò che da nessuna parte
se non sotto la terra nera
può fuggire

gli ortodossi fuggono
i nuovi come i vecchi
i musulmani fuggono
i vecchi come i nuovi

e chi in qualche modo
è rimasto vivo
andato via e poi tornato
neppure un inverno con l’estate
ha messo insieme
né un autunno
con la primavera
ma ha cercato
quanto prima
di andarsene da srebrenica

e quei cattolici
nostri vicini

e per loro srebrenica
per centinaia d'anni
è stata l'amata
e bellissima
sede principe
della loro buona
e nobile comunità

se ne sono andati da tempo

come se
nella loro saggezza avessero
saputo che sarebbe arrivato un tempo
in cui non ci sarebbe più stata
la buona srebrenica

ci dicono
da dieci anni ce lo dicono
che in bosnia
la guerra è finita

a noi spiegano
e inviano istruzioni scritte
che nel nostro paese
bosnia erzegovina
la guerra è finita
e che nessuno
deve più
guardare al passato

credono forse
davvero
che siamo vivi
noi che stiamo qui
e da questo luogo
parliamo così
come se davvero fossimo vivi.

davvero pensano che si chiami salute
davvero pensano che si chiami ragione
ciò che in noi è rimasto
della salute e della ragione di un tempo?

non vedono, non sentono forse
non sanno forse che noi,
quelli rimasti, siamo più morti di tutti
i nostri morti, e che qui oggi, con la loro voce,
la voce dei nostri morti, dalle loro gole,
gridiamo e con il loro grido - noi parliamo?

non ci permettete di
guardare al passato!
e noi non lo guardiamo, ma è lui a guardarci!

voi dite:
guardate al futuro!

ma noi, nessun
futuro in nessun luogo
riusciamo a vedere
né vediamo che lui
con un sol occhio
guardi noi
e neppure che ci veda
e che di noi si preoccupi

noi abbiamo un presente
che con occhio umano
non si può guardare

noi la stessa
aria di piombo
nella nostra srebrenica
che non c'è più
respiriamo con quelli
i cui occhi
le cui mani
le cui anime
del nostro sangue grondano

e solo loro
possono rallegrarsi
del vostro comandamento
di non guardare al passato

ma noi cos'altro oltre a lui abbiamo
che cos'altro
se non il passato
abbiamo da guardare?

davvero potete
dire a una madre
di non guardare il figlio?
davvero a una sorella potete
impartire l'ordine
di non guardare il fratello?

prendeteci gli occhi
ma più non insegnateci, non inviateci più
tali consigli, istruzioni e ordini!

forse davvero, come voi dite,
la guerra è finita! ma per noi, nella nostra srebrenica,
la guerra è finita appena un poco, e noi stessi, di giorno,
ci inganniamo che è così, che è finita davvero!
ma, d’estate e d'inverno - e così da diciassette anni! - i giorni sono troppo brevi, e lunghe, troppo lunghe le notti.

al primo annuncio del crepuscolo, noi i nostri portoni
col ferro rinserriamo, che non venga e non entri
colui che allora venne ed entrò, e tutto ciò che di nostro
amato e caro era - separò dalla vita!

proprio lui, oggi, veglia sulla pace a srebrenica!

come può dormire una madre di srebrenica?
appena chiude gli occhi, ecco la guerra alla porta, ecco
quel secondo in cui vide, sotto il coltello cetnico, separarsi
dal corpo la testa di suo figlio! solo qualche volta, fra mille
jasin mormorati nell’insonnia, ne ha pietà il buon dio! w
quando il sonno sugli occhi le posa, lei, in sogno, continua
a riunire la testa al corpo del figlio insepolto!

come possiamo vivere nel presente?
come possiamo non guardare al passato?

c'è una sorella nostra, non è con noi, eppur è viva!
in una tomba ha trasformato una casa, qui a sarajevo,
finestre non apre, non osa guardare fuori, e ancor meno
uscire in strada! quattro figli ha perso! se per strada un
ragazzo o una ragazza incontrasse, e le apparisse
somigliante a uno dei suoi figli - il cuore le scoppierebbe, in
quattrocento pezzi!

è questa la pace?
è così che finisce la guerra?

quando tacciono
le armi di ferro
e fino al cielo grida
il cuore materno?

quando il criminale
cambia la camicia
e con la nuova addosso
sotto le nostre case
e le nostre finestre
nella nostra srebrenica
veglia sulla nostra pace?

per voi il vostro è trascorso
ma per noi
il nostro passato
non è per nulla passato!

né passerà
né può passare
fintanto che il cielo plumbeo
la nostra srebrenica
di argento ricopre.

fintanto che sotto il suo
cielo di piombo
l'aria plumbea
e plumbee
d'aria boccate
respiriamo e inghiottiamo
con quelli che hanno sì
cambiato la camicia
ma che il cuore sotto la camicia
e nel cuore l'odio
non hanno cambiato
né pensano di cambiare

per voi il vostro è trascorso
ma per noi
il nostro passato non è passato!

non fateci ritornare
non fateci ritornare
in questa fatta
di piombo
srebrenica

piuttosto
per un istante almeno
guardate dov'è che
nelle vostre anime
nei libri
si è perso un granello
di verità e giustizia

se nel vostro cuore
un solo granello
di giustizia e verità
trovate

del bene e d'argento
l'argentea e buona
srebrenica
la bella -
a srebrenica restituite!

un briciolo di giustizia
e un granello di verità
trovate!

srebrenica -
a srebrenica restituite!

e noi
con l’aiuto di Dio
chi viva chi morta
subito ci ritorneremo

possano
con l'aiuto di Dio
riunirsi e placarsi
tutte
di tutti i tempi
le anime di Srebrenica

e
così le nostre anime
afflitte e morte

con le anime vive
di tutti i nostri morti.

di Abdulah Sidran, da qui