25.1.07

laureandi

si sta come in attesa
sui ceci (con) le ginocchia

24.1.07

vorrei postare come gaetano

Vorrei postare come gaetan’amato
Vorrei ragionare come fa gaetan’amato
Aprire discussioni, riempire lo shinystat
E fare quello che fa gaetan’amato
Vorrei vestirmi come gaetan’amato
Vorrei convivere con gaetan’amato
Se fin da piccolo il mio mito era maradona,
con pantani ed edberg, adesso è solo Gaetan’amato

sono un blogger di paese
ma per quanto sia provinciale non sono mai
stato ad un blograduno
i link che mi sono rimasti non li disconosco
ma di loro quasi più nessuno scrive e resto solo
credici, mi dicono, credici e arriverai
a pubblicare su carta o in tivvù
fidati, mi dicono, fidati, ce la fai
ma io mi sento un panchinaro condannato allo stand by
mi stima tantissimo una collega blogger
i miei amici, e qualche amico degli amici
mi vuole bene questo pubblico di nicchia
ma io mi sento piccolo come una lenticchia

Vorrei postare come gaetan’amato
Vorrei ragionare come fa gaetan’amato
Aprire discussioni, riempire lo shinystat
E fare quello che fa gaetan’amato
Vorrei vestirmi come gaetan’amato
Vorrei convivere con gaetan’amato
Se fin da piccolo il mio mito era maradona,
con pantani ed edberg, adesso è solo Gaetan’amato

pesanti i tuoi attacchi quotidiani
contro camorra, diesse e demitiani,
mentre io mi accontento di barisano,
in un post che riceve solo il tuo battimano
purtroppo in cima alle classifiche non ci facciamo compagnia
la costruzione di un blog di successo è sempre un’alchimia di template e di testo
tu sei un gran maestro
ti dedico ‘sto post e spero tu ricambierai la cortesia

Vorrei postare come gaetan’amato
Vorrei ragionare come fa gaetan’amato
Aprire discussioni, riempire lo shinystat
E fare quello che fa gaetan’amato
Vorrei vestirmi come gaetan’amato
Vorrei convivere con gaetan’amato
Se fin da piccolo il mio mito era maradona,
con pantani ed edberg, adesso è solo Gaetan’amato

sono bravo a lasciare commenti
ma tu di più, ma tu di più
sono bravo ad aprir polemiche irritanti
sì, ma tu di più
ma quanto tempo e ancora, io dovrò darci dentro
quanto tempo e ancora mi viene da star male perché…
na na na na na na na na na na

Vorrei postare come gaetan’amato
Vorrei ragionare come fa gaetan’amato
Aprire discussioni, riempire lo shinystat
E fare quello che fa gaetan’amato
Vorrei vestirmi come gaetan’amato
Vorrei convivere con gaetan’amato
Se fin da piccolo il mio mito era maradona,
con pantani ed edberg, adesso è solo Gaetan’amato

purtroppo io non sono gaetan’amato

19.1.07

barisano apra prima tivvù

Sarebbe meglio se mario barisano non disponesse di tutto il tempo che dice di avere per le sue intemerate, che fosse tutta una questione di mesi, di giorni, e poi, irrimediabilmente, la città, i suoi uomini, politica&istituzioni, consorterie di potere e poteri deboli, perfino lui stesso, lo sciamano mediatico di prima tivvù, alzasse bandiera bianca e si arrendesse al catafascio. Con una resa finale, incondizionata, purificatrice, le dimissioni degli over cinquanta, del “punto e a capo” definitivo. Perché, davvero, come barisano, ci simmo rutti ò cazzo delle mille diatribe e semplicemente dell’immondizia senza futuro e dei lavori bloccati al corso groviera. E tanto per cominciare, sarebbe meglio se mario barisano, primo tifoso dell’u.s. avellino, dalla storia altalenante, e dalla serie A difesa non solo per meriti sportivi (come sembra alludere quel Roberto Saviano, il cui romanzo-inchiesta è letto dal nostro durante la sua nuova trasmissione, a bocce ferme), evitasse di parlarne, nonostante i riflettori che le vittorie porteranno, le polemiche che seguiranno le inevitabili sconfitte, perché la città non è malata di calcio, ne è drogata, stordita, rintronata fino a non discernere più il male di tutto il resto. I successi della squadra non risolvono e, domanda delle domande, chi davvero non preferirebbe vivere in una città vivibile ma senza calcio? Dopodiché sarebbe meglio se mario barisano strepitasse, per una delle “sciagure più fortunate” che potessero capitarci: nessuno mai sostituirà i politici dinosauri, i funzionari corrotti o peggio corruttibili, i giornalistucoli arrendevoli, i maldicenti di professione, per cui fra dieci o vent’anni ad avellino si respirerà aria nuova, d’altra parte di generazioni peggiori difficile averne. Perché un partito, democratico o riformista, di centro di qui o centro di là, prima o poi sarà cosa fatta, una decisione che calerà dall’alto, fuori dai veti bizantini di de mita. E lo sgretolamento dei ds&margherita ingoierà il vescovo rosso, ed altri loschi figuri, persino i loro nipoti rampanti; d’altronde un ex presidente del senato non si gode già un tranquillo prepensionamento che gli impone il voto dell’astinenza (politica)? E ha ragione barisano nel rilevare che le polemiche politiche del tipo “pà partenza ra cammisa e cristo!” (n.d.r. per la spartizione delle vesti del Signore) siano inudibili alla gente comune e celino i veri problemi, su tutti, la qualità scadente dei servizi pubblici, tanto essenziale qui più di altrove, perché in una regione dove si sopravvaluta il compito della politica, la politica dovrebbe dar prova di maggiore efficienza, per non dire della moralità e della rettitudine nell’esecuzione suoi uffici. Un gioco adatto ai tenaci, insomma. Unica legge: far rispettare le leggi. E invece qui zero ma ancora per poco. allora se avellino cambierà pelle sarà per via di una mobilità regionale rivoluzionata, all’avanguardia, che nel consentire di raggiungere Napoli più velocemente spingerà molti napoletani a spostarsi in periferia (da noi) e non certo per il viadotto (?) variante-piazzetta perugini. Avellino si trasformerà per il mettersi in moto o l’inazione delle sue forze economiche e non certo per gli arricchimenti di oscuri mestieranti della politica che prima, da privati, arraffano i terreni, poi, da amministratori, li rendono edificabili per la stessa differenza che passa tra la produzione di ricchezza e passaggio di mano di ricchezza inerte. Si veda, ad esempio, cosa accade alla zona est di napoli (leggi nola) in impetuosa espansione, e persino renzo piano a disegnarle un “mercatone” a forma di vesuvio di sicuro successo, per il coraggio di imprenditori locali che pensano in grande perché in fondo è quello il loro mestiere. Mentre qui caterve di maldicenze sulla provenienza dei gestori degli esercizi commerciali di Corso Vittorio Emanuele (e dei loro denari), telecamere generosamente puntate sulle proteste dei commercianti contro questo o quel piano traffico, questo o quel “lavori in corso” e mai nessuno che si preoccupi di chi produce le cose, con quali mezzi e quali prospettive. Mai qualcuno che inserisca, così di sfuggita, nel suo discorso il nome, il punto di vista, l’interesse, di un imprenditore irpino che non sia un costruttore: il Preziosi dei giochi, forse? Paradossalmente persino la camorra da queste parti si astiene dal produrre e imbastisce attività di rimessa: munge denaro con il pizzo, l’usura, poi lo ricicla mentre col malaffare degli appalti a prezzi improponibilmente bassi arraffa le risorse pubbliche uccidendo il mercato. Dunque, il problema è come connettere la nostra città, e pure rapidamente, alle dinamiche dello sviluppo, che è regionale non localistico. Forse non sarà la politica, fatta da questi politici locali, a dirigere il cambiamento. Poco da fare, ne saranno travolti e non potranno che lasciare spazio alle generazioni che verranno dopo di loro, ben più attente ad una visione “glocal” e per questo “apolitica”, quelli “capaci di fare sistema”, al di là del bene e del male. Allora mario barisano, da uomo intelligente qual è, invece di smarrirsi a rincorrere le polemiche di bottega a cui pure non vorrebbe soccombere (andreotti vs tedeschi, ovvero barile vs pennetta non è che una delle tante guerre claniche di cui non interessa né il retroscena né l’esito), investa sul cambiamento. Apra la sua tv ai giovani, agli innovativi, ai dinamici, agli “sprovincializzati”, ai creativi, ai musicisti, agli artisti. A tutti coloro che possano scuotere con la forza di un’idea l’immobilismo culturale che blocca ogni cambiamento. Diventi talent scout fino a correre il rischio di scovare un altro mario barisano, di venticinque anni più giovane, e per questo voce persino più dirompente, in una città nata vecchia al di là delle biografie di ciascuno. Da uomo libero qual è, capisca che il momento di puntare sul futuro se del passato proprio non ci si può svincolare. Ma lo faccia subito. Viene a mancare il tempo che pure dice di avere a volontà e invece corre a tradimento. E se proprio ne sente la necessità, elencasse, una volta e per tutte, nomi, peste & corna dell’avellino bene che ha distrutto la città (bello il teorema forza centripeta/ forza centrifuga che ha svuotato il centro), per chiudere definitivamente con quello che è stato perché fra qualche attimo potrebbe non interessare più a nessuno e lasciar l’uditorio del tutto indifferente.

È il mio secondo pezzo su barisano, l’ennesimo su avellino. Un tempo, credevo non sarei stato in grado di scriverne uno. D’altronde mi costa per difetto di conoscenza e per eccesso di partecipazione emotiva. In mancanza di elementi nuovi, mi asterrò dal ritornarci. Se non per fare oltreché discettare: promesso!

Precedenti:

17.1.07

riserve sulla FED

glenn hubbard parodiato (o è davvero lui?) per ragioni che non vi sto qui a dire


16.1.07

riforma delle riforme: qualità del dibattito

politico 1: allora, stasera sei liberalizzato?
politico 2: no, perdiana, con massimalista ho chiuso
solo bossi vola alto!

dove cazzo sei?

l'ora delle verità scomode
qui è sempre il tempo del perdono facile
scanso il disonore perché tutti corresponsabili
chiamo tutti dinanzi al boia
per mia colpa, mia colpa, mia grandissima colpa
e supplico il carnefice a sorridermi
che mi riceva con gli onori
riservati a lorsignori
sempre benevenuti
al gran hotel patibolo
cinico perché smosso da chi si copre di una doppia pelle
una, marginale, che va bene per il sesso
l'altra, di scorza dura, adatta al compromesso
mentre io ne ho una soltanto
che si macchia ad ogni eccesso
chiedo autenticità
ma suono fesso
chiodo fisso: progresso
ma neanche imbocco l'ingresso
ok
chiudo con le rime
da cui mi nascondo dal fantasma dei significati
era giusto un siparietto
senza spettatori né applausi
lettore di me medesimo
senza nome né cognome
come celarsi a se stesso
nemmeno la fatica di crearsi triple identità
naturaliter indossare la realtà
ignorandosi
perché a scavare anni interi
ci si è trovati
screziati
impalpabili
però se per caso sei qui intorno che ascolti,
dova cazzo sei?

14.1.07

giusto il tempo

mio fratello è figlio unico. e io di conseguenza, perché arrivo secondo. largo ai giovani o giovani al largo? galleggiare mai equivale ad emergere. qui si rimbrotta, si storce il naso, si china il capo, poi addirittura si teme, con angoscia, la dipartita dei padri, invece di invocarla a gran voce. ché i padri, si ritiene, tanto onorevoli furono in passato, hanno governato l'italia (o il cortile dietro casa), affermano, dopodiché non importa se bene o male, se per brevi periodi e in concorso con mill'altri. i padri che, guarda che ben di dio c'hanno messo a disposizione! eterna lotta di sopravvivenza. o commorienza. che è uno dei primi articoli del codice civile. forse uno dei più letti perché a tutti viene il ghiribizzo di tentare la lettura da capo a fondo, in un sol fiato, prima di alzare la bandiera (bianca o del colore che meglio si crede) sfiniti, esausti dalla complessità di tutte le cose. in fin dei conti, ci sono giovani e giovani, vecchi e vecchi. allora resto io e il mio tempo. quello degli altri (sacrificato al niente) non posso che compatirlo in nome della libertà di ciascuno.



fonti di ispirazione:

steve jobs

mio fratello & mio padre

larry page & sergey brin

giacomo leopardi

ciriaco de mita ( a rappresentanza di tutta la politicalgerontocrazia)

tony blair & david cameron

carmine losco

la mia immagine (sfocata) fra quindici anni

9.1.07

io&te: un semestre di zucchero a velo

cara l. (per lasciar intendere ma non proprio a tutti, voglio dire, a tutti escluso i disinteressati),
ti scrivono uomini-fegato e msnmaniaci, o meglio "monaci internettianensi" come si rischia di diventare tutti, prima o poi, bada bene a non tracciare la strada, tanto mica è difficile orientarsi da soli. ti scrivono: tirati su, scuotiti, amasolochit'amadipiù, come se fosse facile, una questione di vento. e ti scrivo anch'io perché, prova&riprova, è da giorni che cerco la traccia, mai qualcosa che veramente mi piaccia, e tra l'altro le ultime cose che leggo al suono delle parole privilegiano il Messaggio, e io, rimbrotto, semprivilegiato il primo per il secondo, a costo di perdermi gratuitamente. ma ora mi tocca:

MESSAGGIO

perché non mi sorreggi? smettila di tormentarti i capelli e i gioelli, non dire, no, no, no, a ritmi annoianti, se mi lasci in un angolo, ci resto e scavo. la prossima volta che mi dici stronzo, ti strozzo, poi vediamo, ti faccio vedere io cosa ti faccio, preferisci un sommergibile o un dirigibile? a telefono, sei smorfiosa e dal vivo non mi ricordo più. però prima o poi torno, prima o poi cambio, primo o poi si comincia davvero!

1.1.07

post it

ed ecco qua la libertà:
l'ultima frontiera,
ti fotte e non è vera
è combustibile
inesauribile
che giova la tua brama, ti ingrassa e non ti sfama

sei un parassita intellettuale
senza una mente originale
e tanto neanche questo saprà farti male

sei un parassita intellettuale
senza un tuo centro emozionale
e tanto non capisci ma è un dovere
dirti che quel che senti dentro non ti appartiene

succhi ancora i capezzoli di ogni dea odierna icona del potere?
nel tuo vuoto sei un mito
e hai ancora quella foto del tuo cazzo irrigidito?

sei un parassita intellettuale
senza una mente originale
e tanto neanche questo saprà farti male

sei un parassita intellettuale
senza un tuo centro emozionale
e tanto non capisci ma è un dovere
dirti che quel che senti dentro non ti appartiene

sei un parassita intellettuale
siamo allo stadio terminale
ma in fondo tutto questo è familiare

io ti conosco e riconosco,
fratello di un lungo carnevale

parassita intellettuale - giulio casale