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pascquatica
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18.3.08
il progetto della finanza
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16.3.08
in morte di un lettore forte
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14.3.08
il tricarico delle multinazionali
che tu sia indipendente in ogni cosa eccetto il mio amore, che già io son dipendente in tutto del mio datore. fino alla cena di team, a valle della riunione di updating, in cui si valuta la situazione as-is, chissà se mai un giorno verrà il to-be, ché il commitment del cliente è scarso, tipico nel p.a., dopodiché, esausto/frastornato, mi isolo intellettualmente e corro su campi scoscesi, pure la mia ubriachezza è diversa, roteo il bicchiere ripetutamente, il manager mi confessa che lui non sa un cazzo di niente ma non sembra, guai a specializzarsi, gli rispondo, allora diventerò colui che non sa un cazzo di niente meglio di te. è la mia sfida. la mia sfiga.
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6.3.08
poi non se ne fa niente
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case senza gente, gente senza case
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4.3.08
guadando il (fiume) topino
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3.3.08
passando per il liechtenstein
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29.2.08
anno bisestile
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28.2.08
nei miei occhi
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24.2.08
lo scoppio che tutto tiene
c’è un temporale in arrivo,
senti l’elettricità,
c’è un temporale in arrivo sulla mia città,
porta novità, porta novità
jovanotti – temporale
cosa fai? (R: leggo/
introietto informazioni in esubero/
mi gongolo nell’autocompiacimento dell’over-information/
lascio che la mia sfera emotiva taccia
sotto il peso dell’ipertrofica sfera cognitiva)
l. – sms delle 17.09
cara irpinia, i tuoi figli hanno dovuto sempre combattere
e questo ha seminato nel loro sangue paura e diffidenza
ma adesso c’è bisogno di amare l’epoca stracciata in cui ci troviamo,
c’è bisogno di ricucirla giorno dopo giorno,
ora dopo ora.
è questa la rivoluzione a cui siamo chiamati...
adesso, cara irpinia, possiamo intrecciare le nostre debolezze
perché sono rimaste solo quelle,
adesso possiamo intrecciare le nostre paure
perché sono rimaste solo quelle.
quello che ci puoi dire tu, cara nostra terra,
e che possiamo disubbidire alle nostre debolezze e alle nostre paure.
eccola la nostra politica, l’abbiamo trovata,
è sul confine tra ciò che non vogliamo essere e ciò che possiamo essere.
franco arminio – otto pagine e comunità provvisoria
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21.2.08
flatus vocis
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20.2.08
non è un paese per vecchi
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19.2.08
ululato di un irpino della diaspora
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17.2.08
colazione a casale rocchi
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15.2.08
chiudere gli occhi non ha mai cambiato niente
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14.2.08
solitarialseggio
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12.2.08
gavetta
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11.2.08
lo spin doctor della quinta
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8.2.08
tornando per il focarone
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7.2.08
6.2.08
pipistrelli
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5.2.08
difetto empatico sul posto di lavoro
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4.2.08
la neve a pietralata
diceveno che eventi meteo inconsuenti, non violenti, ci riappacificano col mondo!
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3.2.08
soluzioni comuni incentivi
*poi abrogato per l'entrata in vigore del Codice dell'Ambiente. ad ogni modo l'obbligo di applicazione della tariffa resta, benché, nei fatti, sia addossato a costituende autorità d'ambito ottimale, partecipate dai comuni.
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2.2.08
polemicamente
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31.1.08
supertramp
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28.1.08
24.1.08
ode a prodi. di una estetica del Dimesso
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caduto
...non siamo mica all'osteria... il senato non approva. franco marini
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per un'agonia diversa
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d'accordo con se stessi
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per qualche asl in più
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campanilismo
pezzo di merda! tommaso barbato rivolto a nuccio cusumano
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disciplina di un partito (a tre): quando contarsi è facile
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contesti
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la gastrite di bruto
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i guerrieri della parlamentarizzazione
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23.1.08
60° anniversario Costituzione
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22.1.08
immobili altalene
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21.1.08
il mondo confuso. jimmy prodi
Perché quegli inutili festeggiamenti? chi festeggia una condanna 5 anni crea nell’opinione pubblica l’idea di essere abituato a sentenze e condanne! oppure l’idea che l’unica cosa che lo preoccupava fosse quella di doversi dimettere! Come si fa a non rendersi conto che l’immagine della Sicilia è, per forza di cose, legata al suo Governatore? Gianfranco Micciché
Abbiamo sempre saputo che Cuffaro con la mafia non ha nulla a che fare, sono certo che in appello cadranno anche queste altre accuse che in primo grado si sono manifestate. Cuffaro aveva espresso con chiarezza l'intenzione di dimettersi se fosse stato condannato per mafia, ed avrebbe fatto bene, ma noi eravamo certi che non avesse nulla a che fare con la mafia ed io sono certo che in appello cadranno anche le altre accuse. PierFerdinando Casini
Un basta che non riguarda i dettagli per quanto dolorosi e avvilenti di un'inchiesta giudiziaria faziosa e pregiudiziale, condotta con abuso di regole inquisitoriali, a partire dal ruolo inaudito e patologico delle intercettazioni. Un'inchiesta che si è presto trasformata in gogna mediatica, privazione della libertà personale di una mia familiare incensurata e sempre a disposizione dell'autorità penale. Clemente Mastella
Io non lascio! Alfonso Pecoraro Scanio
156 senatori con il centrodestra, 158 con il centrosinistra. Poi se ne è andato Turigliatto: 157 pari. Poi se ne sono andati tre mastelliani. Scendono a 154. Fisichella sta lì lì e sono 153. I diniani sono attestati su un granitico forse. Potrebbero scendere a 150. Nemmeno se Napolitano nomina 14 senatori a vita si salvano. Prodi a casa e fateci votare. Francesco Storace
Quel rigore senza moviole l'avrei dato anch'io. Cesare Gussoni
L'uscita dalla maggioranza dell'Udeur è da un punto di vista costituzionale irrilevante ai fini della sopravvivenza del governo. Secondo la Costituzione, il governo può essere rovesciato solo da un'apposita mozione di sfiducia, collettiva e non individuale. D'altronde l'uscita dalla maggioranza non comporta neanche il rimpasto di governo, perché l'Udeur al governo non ha più nessuno. Per presentare una mozione di sfiducia al Senato occorrerebbe un numero di firme che i senatori dell'Udeur, essendo tre, non hanno, e certamente non saranno né Forza Italia, né l'Udc, che ormai è a un passo dall'entrare nella maggioranza, né An a firmare detta mozione. "Il consiglio che posso dare al presidente del Consiglio Romano Prodi è 'resistere, resistere, resistere', e a tal fine nominare come ministro della Giustizia colui che ha inventato questo slogan, l'ex procuratore capo di Milano Francesco Saverio Borrelli. Francesco Cossiga
Mi sfuggiva da tre giorni. Romano Prodi
Mastico coca ogni giorno, al mattino e guardate come sto! Hugo Chavez
In un sistema complesso e instabile, gesti piccoli e isolati producono conseguenze imprevedibili e sproporzionate. È il famoso battito d’ali di una farfalla che provoca un uragano. Marcello Cini
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20.1.08
prove tecniche di scrittura. dopo l'afonia
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18.1.08
17.1.08
16.1.08
campane a morto dal campanile del centro
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15.1.08
il papa cosa pensa dell'etica italiota?
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8.1.08
il rientro dei supereroi campani restituisce il Benessere perduto: di una preghiera laica (e retorica)
senza mondezza
con scientifica autorevolezza
dopo prove ripetute, sacrosanti errori, incuranti delle beffe
noi che pagheremo l’ultimo dei debiti della generazione peggiore
senza lamenti
schivi senza esser schiavi
dopo aver sofferto per la morte dei padri, rielaborato il lutto
noi che supereremo i paesi migliori
quelli senza immaginazione
con imprevedibile scatto d’orgoglio
dopo aver mondato le teste, sconfitto le bestie (e accantonato il resto)
noi che vivremo un paese felice
senza violenza
dopo esserci raccolti sull’ultimo ammazzato, dopo aver perdonato l’ultimo killer
per la superstizione si vedrà
noi quelli che tornano a casa
perché altrimenti sarebbe disertare
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5.1.08
mia moglie si Ttroga
il caucus dell’iowa, d’altra parte (del mondo), ha visto la vittoria di barack hussein obama, nel campo democratico, e di mick huckabee, per i repubblicani. un negro e un telepredicatore per la nuova america. i tre milioni di abitanti di questo sperduto stato del midwest, grande mezz’italia, granaio d’america, 90% della popolazione bianca, ….biofuel, ………, (lunga vita ai pezzettini d’informazione premasticata!), secondo luogo comune son già finiti nel dimenticatoio per i prossimi quattro anni. i riflettori dei media sono ora puntati sul new hampshire. in realtà des moines (capitale dell’iowa) è una delle tappe del viaggio di sal paradise (jack kerouac) e dean moriarty (neal cassady), narrato nel celeberrimo on the road. milioni di lettori, i più sono ancora adolescenti, si imbatteranno, dunque, nell’iowa nei prossimi quattro anni. probabilmente, seguendo una parabola discendente, nei prossimi quaranta. che poi proprio a des moines ha sede il Des Moines Art Center, il museo che ospita uno dei dipinti più celebri di edward hopper: automat del 1927. avete presente? secondo i critici d’arte, una delle rappresentazioni più significative di alienazione urbana. quella che, con soluzioni opposte, i vecchi e i giovani vogliono combattere a pietralata. edward hopper è il pittore preferito di una mia amica, di nome mattina (non martina). me lo confessò un paio d’anni fa ad una mostra dei fumetti di andrea pazienza. incassai, sorridendole. ultimamente mi son reso conto che il mio pittore preferito è lo sconosciuto che ha eseguito i quadretti naif esposti in un alberghetto di orvieto, in cui soggiornammo, una notte, quindici anni fa. la televisione era ancora rassicurante, a quel tempo e i fondi sovrani non spaventavano i mercati finanziari.
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3.1.08
29.12.07
ultimo post duemilasette
1) cronosisma. kurt vonnegut **
2) hocus pocus. kurt vonnegut ***
3) i piccoli maestri. luigi meneghello *****
4) il dispatrio. luigi meneghello ***
5) fiori italiani. luigi meneghello ****
6) cuori e denari. giorgio ruffolo
7) lo specchio del diavolo. giorgio ruffolo
8) la versione di barney. morderai richler *****
9) una solitudine troppo rumorosa. bohumil hrabal ****
10) ho servito il re d’inghilterra. bohumil hrabal ***
11) storia dell’economia. john kenneth galbraith
12) i segreti di parigi. corrado augias
13) i segreti di roma. corrado augias
14) la classe creativa spicca il volo. richard florida
15) lettere luterane. pierpaolo pasolini
16) scritti corsari. pierpaolo pasolini
17) le avventure di augie march. saul bellow *****
18) neve. maxence fermine *
19) ghiaccio nove. kurt vonnegut ****
20) madre notte. kurt vonnegut *****
21) lisbona. fernardo pessoa
22) un baule pieno di gente. antonio tabucchi
23) mi raccomando tutti vestiti bene. david sedaris *
24) l’italiano. sebastiano vassalli ***
25) lo scempio. toni iermano
26) una nuova vita. bernard malamud ***
27) un giorno questo dolore ti sarà utile. peter cameron ****
28) libera nos a malo. luigi meneghello *****
29) storia d’italia dal 1861 al 1997. denis mack smith
30) le sirene di titano. kurt vonnegut **
31) il lavoro culturale. luciano bianciardi ****
32) il grande tiratore. kurt vonnegut *****
33) siamo italiani. david bidussa
34) storia facile dell’economia dal medioevo ad oggi. carlo maria cipolla
35) viaggio in italia. guido piovene
36) la città. paolo perulli
37) la vita agra. luciano bianciardi *****
38) la casta. sergio rizzo & gian antonio stella
39) irpiniagate. goffredo locatelli
40) come parlare sporco e influenzare la gente. lenny bruce ***
41) la violenza invisibile. slavoj zizek
42) storia controversa dell’inarrestabile fortuna del vino aglianico nel mondo. gaetano cappelli ***
43) il dono di humboldt. saul bellow ***
44) adulti con riserva. edmondo berselli
45) comica finale. kurt vonnegut **
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25.12.07
quel gran popolo di zii
Zio frank è un grassone con occhiali spessi, è uno di quelli che fuma poco ma è come se fumassero sempre. Lo vedo quattro, cinque volte l’anno, giusto le feste comandate e un paio di blitz domenicali, e per lo più lo pizzico che dorme. Dorme, mi dicono, perché stanco morto di lavoro. Zio frank è un imprenditore della città. è un uomo che si è costruito da solo. più precisamente: il padre ha avviato l’attività, il fratello l’ha mezza dissestata e lui, per ora, è quello rimasto in piedi. Quando non dorme mi chiama, storpiando il nome, come mi chiamava mio nonno o mi dice che uno come me gli tornerebbe comodo a lavoro. Ma strane alchimie familiari mi hanno sempre tenuto lontano dall’accarezzare quest’ipotesi. Zio frank tartaglia e si esprime con difficoltà. Se non è in abbiocco, si entusiasma per le pubblicità del suo marchio che straripano sulle tv locali. Ha vissuto per la sua fabbrichetta e i suoi figli, ma presumo che un po’ sia riuscito anche a godersela. Ma lui non è pago e rilancia di continuo. Nella sua ansia, tanto tipica in ogni ascesa imprenditoriale, c’è come l’assillo, il tormento che la vittoria non sia completa, che un arbitro vile fischi il fallo e gli porti via il giochino. crede che gli italiani siano un popolo di merda. è la mia maschera imprenditorial-afasica.
Zio micheal è uno smilzo atletico, sempre in bici. Bancario agronomo o viceversa è andato in pensione prima del tempo per trasformarsi in cicloamatore. Zucchetto nero in testa, percorre più di cento chilometri al giorno. Partecipa, quando può, anche alle gare. ma il suo carattere si riempie con il resto. Zio micheal è un grande interprete dell’italico dissenso, beppegrilleggia da una vita, decisamente da prima che beppe grillo cominciasse, la lista delle sue idiosincrasie è sterminata, il suo repertorio multiforme. Il suo spettacolo prevede sempre un tono di voce esasperatamente alto, invettive e turpiloqui, sapiente recupero di vecchi lemmi dialettali della bassa valle del sabato, scenico linguaggio del corpo. La politica e gli italici costumi sono il suo cruccio. Si professa anarchico e sparla di tutti i politici, berlusconi in primis. Non vota da quarant’anni ma dubito che sia vero. È un taccagno e si fa gran vanto di non dover nulla a questo stato sconsiderato. Però mette a frutto la sua esperienza lavorativa giocando in borsa. Guida un jaguar. Zio micheal recita a tavola il suo pezzo di provocazione. Ma sotto lo spesso cerone gli leggo una spessa scorza di solitudine. Crede che gli italiani siano un popolo di merda. È la mia maschera mattoide.
L’italia gran popolo!
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18.12.07
manifesto degli antideclinisti. contro il new yorker e i dercoliani
i primi passanti osservano beffardi l’uomo coraggioso che si è messo in opera, poi leggono irridenti le sue parole, la crociata contro la merda dei piccioni, subito la eleggono.
Tra di loro è un gran parlare, un gran (ri)dire, poi rimbeccarsi o formulare congetture.
il Sig. 1 ipotizza che il trentenne barboso abbia agito stanco delle lamentele della suocera.
il Sig. 2 ipotizza che il trentenne barboso abbia agito in vista del rinnovo della carica di amministratore del condominio.
il Sig. 3 ipotizza che il trentenne barboso abbia agito perché amico fraterno del rappresentante delle soluzioni chimiche antipiccione
il Sig. 4 ascolta ad orecchie spalancate ogn’ipotesi e di lì a poco riporterà tutto al trentenne barboso.
che così si persuaderà di essere circondato da vicini cani, contro cui battersi ad occhiate, maldicenze e scambio di (s)favori, come la chiusura anticipata dell’ascensore.
così i piccioni continuano a moltiplicarsi e quando atterrano sulla piazza, oramai vuota, formano geometrie curiose che gli uomini dietro le finestre scrutano irranciditi.
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17.12.07
fotografia di un paese mezzo moderno
(prima che scoppi la rivoluzione sannita)
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16.12.07
raucedine
dal buio antro in basso fumi incompatibili
dopo i passi in tondo a vuoto
interrogo la mia nemesi
si tratta di un compenso
o di una punizione
per la dissipazione delle ore?
o forse perché mi sottraggo alle leggi correnti
di consumo pure consapevole
critico
ok, scappo al centro
mi compro una cravatta a righe
vado ad equilibrare
risparmi antisociali
ma per i silenzi non do la parola
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10.12.07
la famigerata banda dei comestaibeneetumoltobenegraziedopodichéignorarsi
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30.11.07
28.11.07
scartabellare mappe cognitive
dalla parte del clamore
che fanno le cose inanimate
quando l'uomo è voltato
ecco la mia vita di lavoro
e di antipatica sapienza
te la cedo volentieri
non fa proprio per me
io preferisco così
io preferisco così
io preferisco così
...
fugo dilemmi contrattuali, mi assumono o mi mettono in fuga?, ma almeno ne guadagno in mimica, finalmente decontratta, dopodiché al lavoro si tratta di mappare i bacini idrografici della penisola, così ne approfitto, in una finestra a margine, per tracciare su google map una linea orizzontale che dia un'interpretazione eterodossa dello sviluppo urbanistico di avellino, c'è che se la mansione affidatami non mi diverte, trovo sempre modi per occuparmi in quello che so fare meglio, aprire cantieri che poi è indifferente se li chiudi o meno, non a caso sono un keynesiano
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27.11.07
ora sì che è giunta l'ora della riscossione
andare a spada tratta, banda di timidi,
di incoscienti, di indebitati, di disperati.
niente scoramenti, andiamo, andiamo a lavorare,
andare camminare lavorare,
il vino contro il petrolio,
grande vittoria, grande vittoria, grandissima vittoria.
andare camminare lavorare,
il meridione rugge, il nord non ha salite,
niente paura, di qua c'è la discesa,
andare camminare lavorare,
rapide fughe rapide fughe rapide fughe
andare camminare lavorare – piero ciampi
un sonno ristoratore a digiuno fortifica. all’appuntamento all’enoteca col superiore spendo di necessità sorrisi caimani. garbatella è giallorossa, prima, forse, era pericolosa, un tassinaro non voleva accompagnarci il mio barbiere, tanti anni fa, ora no, ora è cool. petrucciani in sottofondo. più in là, uscito sfiancato dal palazzo di cristallo, oramai deserto, barcollo, l’aria è statica, i sbuffi di vapore dalla mia bocca rendono l’atmosfera onirica. sotto il porticato di una chiesa, giovani poveri si preparano per la notte. in metro, c’è chi ride sguaiata, chi rimpiange il futuro, io, per me, m’accontenterei di dormire. disteso su un cellophane. teso sul vuoto. ma non un vuoto qualsiasi. pietralata m’accoglie discreta, sono le undici, a casa tutti rinchiusi, in un monastero sarebbe diverso? o in una pensione primonovecentesca? almeno la padrona di casa sarebbe deliziosamente indiscreta, ficcanaso, il rumore delle sue stoviglie mi terrebbe sveglio, mentre qui, c’è tanto silenzio da trasformarsi in un fischio. una bottiglia di birra mezza piena cade, col suo contenuto, in una scarpa. il wireless è imballato. caduta senza rete. mancano persino i bicchieri di carta. la catasta di piatti&pentole non lascia spazio al rubinetto. la tv lancia la sigla di chiusura del tg1, cambio d’immagine, la sigla d’apertura di porta a porta, l’argomento del giorno riguarda i savoia e la loro richiesta di risarcimento all’italia. spengo. la mia vita surreale rilanciata alla tivvù sotto altre forme. vivo nel posto giusto. vado a dormire prima che le certezze svaniscano.
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25.11.07
bodysnatchers
it is the 21st century
you can fight like a dog
and they brought me to my knees...
bodysnatchers - radiohead
non mi fermo più a scrutare il volto della gente, sì, lo studio della mimica ultimamente mi lascia indifferente. a pensarci bene è la cosa peggiore mi sia capitata da quando ho cominciato a lavorare. insieme ad una leggera assuefazione alla caffeina. senza la quale oramai m’addormento in piedi ad orari prima improponibili. assente in parte lo stress. per quello ci sono quarant’anni di tempo. la stazione tiburtina di domenica esala odori forti, i “soggiogati ai forzati seigiornipersei” si godono la giornata di libertà. che colore tenue ha questa libertà! tale e quale alla mia. stretta in una morsa da nuvole quasi bruxellesi. tu viaggi da bologna coll’intercity plus 507 proveniente da torino e diretto a reggio calabria. il vagone è il numero otto. mi siedo ad aspettarti. una spagnola mi chiede dove si obliterano i biglietti. mi alzo in automatico, smanacciando per mostrarle come nei paraggi non veda macchinette gialle. poi scompare. un trentenne si siede al mio fianco e comincia a parlare al telefono, col vivavoce, colla ragazza. un secondo trentenne mi chiede spazio e si siede all'altro mio fianco cominciando a fumare. mucchi di famiglie napoletane, allargate, carichi di valigie e imprecazioni, mi scorrono davanti. l’altoparlante metallico annuncia che il treno corre con cinque minuti di ritardo. aggiungere meno a meno. una donna rugosa attraversa i binari, furtiva. parte il regionale per pescara. sopraggiungi tu. il vagone otto casca proprio davanti la mia panchina. ma la porta è l’altra. avanzi incerta. incapaci come siamo a ricreare il pathos. ti stringo. deperisci come avanza l’amore. giochiamo alle voci da bambini. resta. no, sali tu! l’orologio sulle nostre teste scatta implacabile ad ogni secondo con uno strappo che impercettibilmente sembra lo faccia oscillare all'indietro. magari fosse così. il capotreno fischia. risali soltanto tu. dietro i vetri oscurati la tua sagoma si fa indistinta. il treno, i binari, i muri della stazione, il cielo partono in orizzontale. una coppia all'imbocco della scala mobile m'ostruisce la strada. mi sentono arrivare e mi fanno passare. li supero in progressione. io scappo. sull'aventino.
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22.11.07
19.11.07
mostri
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15.11.07
autoironia di un samaritano metropolitano
ogni sera, quando lascia la fabbrica, la carriola che spinge davanti a sé
subisce un’accurata ispezione.
i guardiani non trovano niente.
è sempre vuota.
alla fine la verità viene fuori:
ciò che l’operaio ruba sono le carriole…
Slavoj Zizek, incipit de La violenza Invisibile
affastello sul comodino volumi, anche smilzi per carità, di cui leggo soltanto le prime pagine, o altrimenti, tutti d’un fiato, eccetto le ultime dieci, per un vezzo che costa caro solo alla statistica anobii, ma lascia un senso di sospensione, un lampo di sregolatezza nell’ingranaggio di minutaggi nel quale si è trasformata la mia vita.
a volte, sui mezzi pubblici, penso di essere un ammutinato; succede quando sfondo con rapidi movimenti il muro di diffidenza, l’atteggiamento blasé che sbianca gli animi delle megalopoli: cedo il posto alla vecchina, lascio il reggimano alla ragazza, fornisco indicazioni stradali ai rumeni dai capelli di cenere e dalle mani nodose. d’un tratto una donna di mezz’eta, scalpitante già in partenza, erompe in imprecazioni da vignetta col teschio, soltanto per un rallentamento del traffico causa lavori, rompendo un incanto: l’umanità di un buono è in fretta oscurata dall’intolleranza di un nevrotico. colpa dei tempi o sua soltanto?
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14.11.07
chesterton
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13.11.07
senza risposta
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8.11.07
1.11.07
31.10.07
reti&sbarre
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28.10.07
prega al rialto
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24.10.07
scelte di vita ad un capolinea
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22.10.07
programmi della sera
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20.10.07
riforma delle procedure di bilancio: per obiettivi
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19.10.07
18.10.07
codici di geometria esistenziale
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16.10.07
lo spoglio e la profezia
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13.10.07
il pd. perché. l'inno
la ginnastica delle mie idee
è forse strano a dirsi
ma il mio pensiero unico sei tu!
niccolò fabi – la politica
sono italiano da più di cinquant’anni e
mi sono fatto l’idea che fra potere e società
non ci sia differenza alcuna di calibro etico.
elettori che considerano la furbizia una virtù
eleggeranno politici che sono il loro specchio fedele.
il qualunquismo è esattamente questo:
individuare nel Palazzo
un comodo e vistoso capro espiatorio.
michele serra – “la repubblica”
la verità è che, dove tutti sono responsabili,
ciascuno è responsabile per la parte che gli spetta,
in proporzione della sua capacità a fare il bene o fare il male
che ha realmente fatto o che non ha cercato di impedire.
un contadino sardo è anche lui responsabile per la sua quarantacinquemilionesima parte
di quanto avviene in Italia.
gaetano salvemini
1. L’arte politica riesce ad incidere realmente sulla vita delle persone quando nel bel mezzo di trasformazioni socio-economiche, spesso indipendenti dalla sua azione, cerca di orientarle, di incanalarle secondo percorsi alternativi sulla scelta dei quali dovrebbe esercitarsi il dibattito delle forze politiche. Esempio: posto che sia ineluttabile, in un prossimo futuro, se non già oggi, una società multirazziale, inutile che il partito x – conservatore continui a esaltare l’armonia sociale del superato Stato nazione, il partito y – progressista abbozzare l’elogio delle virtù delle “culture altre”; piuttosto affrontassero il problema di quale pacchetto di politiche di integrazione offrire. Nonostante sembri una distinzione sottile, il più grosso difetto della politica (italiana) è che si limita alla tessitura dell’ovvio, il futuro non le interessa né l’analisi dell’impatto che le sue decisioni possono avere sul Paese. Naturalmente il mio ragionamento presuppone un paio di postulati. Uno: la politica non è il motore immobile della realtà, se pure è piuttosto vorace in questo paese resta uno degli attori in campo di un sistema; tra l’altro se debole, come è oggi, la sua azione è influenzata da forze economiche, lobbystiche, criminali. Due: la politica solo quando è liberata dallo sfinimento delle polemiche da bar, può diventare ragionamento previsivo, quand’è di buona levatura, persino profetico: prefigura la realtà che sta arrivando e s’ingegna a trovare modi per cui il bene pubblico sia accresciuto, il male minimizzato. La politica dunque, come dovrebbe essere, sta sempre sulla frontiera della battaglia intellettuale (per le idee nuove), e tra le forme di conoscenza è la più nobile perché le comprende tutte.
2. Eppure è tutto marcio. Un lamento continuo. Prodalzheimer, Mastellaereo, Pecoraro con i consulenti (per niente) al verde, Padoaschioppa dalle tasse bellissime alla chiamata against-bamboccio. L’ondata di antipolitica recentemente rilanciata dai media ha scatenato una fibrillazione popolare senza precedenti e i discorsi nella metro hanno raggiunto picchi di violenza verbale inauditi. Come se, tra l’altro, tutto fosse imputabile ai rom e a roma. A proposito di grillo occorre fare un salto di qualità. Benché è fisiologico credere che in un paese come l’italia tutto sia causa del ceto politico, è utile ricordare che tra il Palazzo e la collettività esiste un corposo soggetto intermedio, che raccoglie le direttive (in leggi) dall’esecutivo e gli dà sostanza, sottoforma di servizi (dei quali si lamenterebbe l’inefficienza). Ebbene l’amministrazione pubblica occupa qualche milione di persone e entrarvi a farne parte è il desiderio nascosto di molti (compreso il mio). Ci si lamenti, dunque, anche del fatto che abbiamo una amministrazione scadente, incapace, scarsamente proattiva. Certo, i meccanismi di cooptazione dei dirigenti l’invadenza della politica, le cordate, le clientele. Oltre al Palazzo (al singolare), esistono dunque una moltitudine di Palazzi (quelli della p.a.), all’interno dei quali (non solo in quelli, sia chiaro) vivacchia una umanità della più varia specie, da cui ogni cittadino ha il diritto di chiedere il resoconto, quando non soddisfatto, perché la responsabilità è sempre di uno, né di Dio né di nessuno.
3. Finora non si è ancora nominato il PD, la ragione per cui il post nasce. Dico subito che domani andrò, entusiasticamente, a votarlo. Ci sono mille ragioni per criticarne i primi passi. Inutile, ad esempio, eleggere il segretario, prim’ancora che l’assemblea costituente abbia deciso quale contenitore di idee, di riferimenti culturali, semplicemente quale tipo di struttura, andrà a dirigere. Inutili assemblee così pletoriche. Ma rimane il senso di sfida, di speranza. Un partito post ideologico, aperto, a rete, come è diventata la società. Voterò per la Bindi, per nessuna particolare ragione se non fosse che ha tenuto in piedi una competizione nata morta per contingenze governative. Poi il filosofo Mazzarella, perché il resto dei candidati è proiezione di una vecchia politica che avrebbe fatto bene a ritirarsi, e che trasforma, da queste parti, la battaglia per il nuovo partito, nell’ennesima battaglia di retroguardia.
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2.10.07
candidati assemblea costituente regionale (?) per il PD, campania 2, collegio 11
ASSEMBLEA REGIONALE (disponibili 13 seggi)
CAMPANIA DEMOCRATICA per TINO IANNUZZI
1) Enza Ambrosone, capogruppo margherita comune di avellino
2) Ettore Iacovacci, guardalinee
3) Vanda Grassi, sindaco di montefalcione
4) Michele Iannicelli, presidente alto calore servizi s.p.a.
5) Vera Trasente, vicesindaco montefredane
6) Alberico Villani, sindaco di altavilla irpina
7) Rita Petruzziello, rappresentante sindacale uil
8) Guido d'Avanzo, capogruppo margherita comune di avellino (staffetta)
9) Maria Cerullo, referente sinistra giovanile per firme referendum
10) Sergio Barbaro, non questo, capogruppo ds comune di avellino
11) Olimpia Rusolo, fondatrice circolo "CHIESA&POLITICA"
12) Massimiliano Carullo, vicesindaco mercogliano
13) Enza Preziosi, responsabile Cpo Uil
I RIFORMISTI CORAGGIOSI per SANDRO DE FRANCISCIS
1) Andrea Forgione, promotore apd
2) Antonietta Calvano, responsabile URP ?
3) Giuseppe Trunfio, assessore villamaina
4) Mario di Rienzo, volto nuovo ?
5) Angela Storti, nessun risultato
6) Amedeo d'Amato, autore di documento sulla Democrazia
7) Antonietta d'Agostino, nessun risultato
8) Angelo Oliveto, signore
9) Claudia Donatiello, coraggiosa
un Nuovo Inizio per la Campania per Salvatore Piccolo
1) Coppola Rosa, poetessa?
2) Aliberti Vittorio, risultati dubbi
3) Cioffi Raffaella, uil??
4) Fasolino Aniello, consigliere comunale di sarno?
5) Gaeta Giovanna, architetto
6) Aliberti Filiberto, iscritto al club juventus doc - alessandro del piero
7) Maratea Franca, zero risultati
8) Coppola Alessandro Santolo, zero risultati
9) Bergamo Maria, risultati dubbi
I DEMOCRATICI per EUGENIO MAZZARELLA
1) Francesco Todisco, assessore comune di avellino
2) Rosanna Rebulla, esperta pari opportunità
3) Luca Iandolo, consigliere comune avellino
4) Vincenza Falasca, volto nuovo ?
5) Michele Palladino, consigliere comunale avellino
6) Lucia Bardesiato, collaboratrice per la redazione rapporto fillea cgil
7) Mario dello Russo, delegato UILTuCS
8) Esterina di Meo, autrice della tesi di laurea: "il soggetto. la persona"
9) Guglielmo Greco, volto nuovo ?
10) Rosa Macchione, volto nuovo ?
11) Roberto Lettieri, ?
12) Ester di Cillo, zero risultati
13) Giovanni Vesce, medico chirurgo ?
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1.10.07
continua - assemblea nazionale
I RIFORMISTI CORAGGIOSI per Walter Veltroni, blog di riferimento
1) Franco Maselli, ex presidente della provincia, promotore di democraticamente insieme
2) Rita Caronia, volto nuovo
3) Giuseppe di Iorio, da ultime verifiche, responsabile interno Comune di Montemiletto
4) Michela Stoccuto, zero risultati
5) Alfonso Iacobucci, geometra premiato
Con Veltroni, AMBIENTE, INNOVAZIONE, LAVORO
1) Wanda Dovetto, zero risultati
2) Antonio Di Pietro, milioni di risultati ma sull'omonimo
3) Daniela Barbieri, blogger ?
4) Luigi Frusciante, professore universitario
5) Antonella Rocco, cantante?
6) Francesco Miccichè, regista?
I DEMOCRATICI per Enrico Letta
1) Raffaello De Stefano, ex presidente alto calore avellino
2) Rita Maio, dirigente scolastico against tunnel
3) Angelo Spica, consigliere comunale avellino
4) Rosanna Rebulla, ex assessore comune avellino, esperta pari opportunità
5) Pasquale de Guglielmo, geometra webmaster
6) Filomena Montanile, prof. associato scienze della formazione università di salerno
DEMOCRATICI DAVVERO per Rosy Bindi
1) Rosa Martino, direttore A.S.L.
2) Domenico Tucci, professore
3) Annunziata Lombardi, professoressa
4) Luca Cecere, avvocato
5) Giuliana Luongo, dipendente A.S.L.
6) Massimo Balzano, giovane avvocato
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collegio numero 11, campania 2, avellino, liste pd, politica&web, foglio di lavoro aperto
ASSEMBLEA NAZIONALE (6 posti disponibili)
CAMPANIA DEMOCRATICA per Walter Veltroni
1)Vincenzo De Luca, assessore regionale lavori pubblici
2)Fiorella De Vizia, volto nuovo (?)
3)Giuseppe Galasso, sindaco di avellino
4)Angelina Aldorasi, dirigente scolastico liceo classico europe P.Colletta
5)Mario Matarazzo, dirigente scolastico scuola media
6)Antonella Ciarcia, consigliere comunale venticano, volto nuovo
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