31.3.08

via romachemagnanapoli

dopo giornate di fitte piogge di latticini, d'improvviso è spuntata primavera. banale scrivere che si apprezza meglio da viale nino manfredi, piuttosto che dalla vetrata postmoderna dell'ufficio. eppoi manonellamano, giù per il clivo di rocca savella, che bello sarebbe quell'attico, fermare quest'attimo. ho un nuovo progetto per il mio blog. tu hai un nuovo progetto per il tuo show. un giorno vivremo assieme, prima tocca scegliere la città. napoli, largo magnanapoli, roma. un colpo in testa a marco aurelio, l'uomo incappucciato sulla destra è il masaniello di roma, un savonarola ante litteram, dopo accurato controllo, cola di rienzo, che quando l'ignoranza si affianca all'amnesia, un vortice di oblio m'avvolge. al caffè fandango affiancheresti la cameriera padan-chiattona, tu smilza&terrona. io terrigno, tornerei volentieri a coltivar patate, a saper il mestiere. a villa torlonia, un casino di bambini colorati si rotolano sull'erba. il mussolini jazzista, in video, racconta dov'era la cucina. carlo levi ci ricorda dell'orologio, che tutto è già finito, l'intercity parte, via romachemagna, ma ovunque insieme!

23.3.08

pascquatica

l'avvento dell'esofagite da riflusso può cambiare di netto il corso di una giovane vita. se prima si trangugiavano liquidi ed altro a velocità ultrasoniche, poi un forte senso di costipazione intorno al petto costringe a ridurre i consumi, così finisci per dismettere le t-shirt degli iron maiden e per indossare camicie blu sotto anonime polo bianche. i locali fumosi restano quelli. con un sapore vecchio dello star assieme, le facce che cambiano luce ma non i contorni, acustica devastante, e nessun videotelefono a raccogliere pezzi d'esibizione. mentre la pioggia incessante ingrossa le acque del sabato e dei suoi affluenti, persino del fenestrelle lì di fianco. i timbri sulla mia mano pian piano l'umidità li scioglie. s'espande lo spettro del mio rimuginare. l'autoradio sulla nuova utilitaria mi sembra un'invenzione ragguardevole, perché le strade suonate cambiano di consistenza. dopo summonte, la provinciale conduce a capriglia, grottolella, exit music (for a film), altavilla, tufo, prata principato ultra, pratola e via d'immaginazione. come accrescere il capitale sociale? il trio di brooklyn prende il nome da un politico corrotto che fuggì col malloppo. qui non si fugge mai da questa terra, sarebbe meglio aspettare fuori la pioggia che cade, non ripararsene, lasciar bagnare il poco denaro che c'è, fino a confondere la valuta, l'idea che hai di me.

18.3.08

il progetto della finanza

giulio lavora in una banca d’affari. sedici ore al giorno, sette giorni a settimana. a luglio, gli è stato promesso, andrà a londra. per imparare a lavorare meglio. ieri la sua banca, la lehman brothers, ha perso il venti per cento del suo valore in borsa. io ho vomitato il piatto di cous cous assaporato alla tavola calda dietro l’angolo. la sua banca ingurgitava toxic waste, titoli dall’incerta composizione e ad altissimo rischio, per il 53,3% del valore del capitale. la crisi dei mutui contagia le banche d’affari, i fondi di private equity, il mercato immobiliare, la catena alimentare. se la bolla immobiliare dovesse scoppiare, mi piacerebbe comprare casa a roma, atripalda, lisbona, lipari. in ogni caso, gli spruzzi della bolla in disgregazione colpirebbero anche il mio incerto futuro contrattuale. rinuncerei subito alle case di roma, lisbona, lipari. per alan greenspan è la crisi più dolorosa dalla seconda guerra mondiale. il suo ex collega rivale, wim duisemberg, il primo presidente della BCE, fu rinvenuto esanime su un lettino gonfiabile, nel luglio 2005, in una piscina della sua villa francese, si dice crepato da un infarto. da tempo soffriva della depressione del pensionato. il sistema si autodistrugge, sempre. il mio coinquilino ha intrapreso la carriera universitaria. ieri ha intravisto posterina discutere la sua tesi di dottorato. sulla finanza di progetto. ne ha uno, dunque. basta attendere.

16.3.08

in morte di un lettore forte

Ctrl+X pagina di un romanzo
Ctrl+V schermo di un pc

14.3.08

il tricarico delle multinazionali

quando mi compri sai che
poi non mi mangi
quando mi butto al largo nuoti con me
è come dire a un cristo: "sanguina meno!"
guardo nel fieno e mi accorgo
che non ci sei
che non ci sei
che non ci sei
...
moltheni - tu


che tu sia indipendente in ogni cosa eccetto il mio amore, che già io son dipendente in tutto del mio datore. fino alla cena di team, a valle della riunione di updating, in cui si valuta la situazione as-is, chissà se mai un giorno verrà il to-be, ché il commitment del cliente è scarso, tipico nel p.a., dopodiché, esausto/frastornato, mi isolo intellettualmente e corro su campi scoscesi, pure la mia ubriachezza è diversa, roteo il bicchiere ripetutamente, il manager mi confessa che lui non sa un cazzo di niente ma non sembra, guai a specializzarsi, gli rispondo, allora diventerò colui che non sa un cazzo di niente meglio di te. è la mia sfida. la mia sfiga.

6.3.08

poi non se ne fa niente

il poeta è colui che ride delle cause del suo piangere e piange delle cause del suo ridere

case senza gente, gente senza case

al principio d’ogni mese, c’è tutto un flusso di spostamenti metropolitani legato al regolamento in denaro degli affitti in nero. padroncini micragnosi inforcano motocicli rombanti e si lanciano saettando lungo strade reseviscidedallapioggia. al loro passaggio spruzzi di pozzanghera si levano su pedoni stanchi, erbetta in cunetta, marciapiedi scorticati. glabri neo assunti o studenti fuoricorso parecchio barbuti attendono il 211, bestemmiando teatrali, non arriveranno mai in tempo a casa dai loro padroncini a pagare. così che oltre la pigione salata, si beccheranno l’ennesima, sonora cazziata.

4.3.08

guadando il (fiume) topino

la cosa più complicata è ascoltare
non a caso abbiamo due orecchie e una sola bocca

3.3.08

passando per il liechtenstein

ho un deposito di trentaseimila lire in una banca di vaduz. erano il contenuto del mio salvadanaio di viaggio che accidentalmente ruppi diversi anni fa nella città in cui eravamo di passaggio. mio papà s'incazzò tanto perché le monete si dispersero nell'auto, persino sotto i tappetini. così mi ordinò di raccoglierle prima di ripartire. un autoctono che passava per caso di là fu tanto gentile che volle aiutarmi. poi, mi bisbigliò che, se volevo, avrebbe potuto prendersi cura del piccolo malloppo. mi disse che quello era il suo lavoro. mi fidai e glielo lasciai. da allora ogni anno mi recapitano una ricevuta col timbro di quel paese remoto sulla quale sono indicati gli interessi nel frattempo maturati. allegata una cartolina coi saluti di franz, l'autoctono. per questo sarei un evasore!

29.2.08

anno bisestile

quattro anni fa questo luogo non esisteva

28.2.08

nei miei occhi

...ché non finisca come quell'amministratore delegato di provincia che accolla tutti i suoi insuccessi alla masnada pansindacalistica

24.2.08

lo scoppio che tutto tiene

c’è un temporale in arrivo,
c’è un temporale in arrivo,
senti l’elettricità,
c’è un temporale in arrivo sulla mia città,
porta novità, porta novità

jovanotti – temporale

cosa fai? (R: leggo/
introietto informazioni in esubero/
mi gongolo nell’autocompiacimento dell’over-information/
lascio che la mia sfera emotiva taccia
sotto il peso dell’ipertrofica sfera cognitiva)

l. – sms delle 17.09

cara irpinia, i tuoi figli hanno dovuto sempre combattere
e questo ha seminato nel loro sangue paura e diffidenza
ma adesso c’è bisogno di amare l’epoca stracciata in cui ci troviamo,
c’è bisogno di ricucirla giorno dopo giorno,
ora dopo ora.
è questa la rivoluzione a cui siamo chiamati...
adesso, cara irpinia, possiamo intrecciare le nostre debolezze
perché sono rimaste solo quelle,
adesso possiamo intrecciare le nostre paure
perché sono rimaste solo quelle.
quello che ci puoi dire tu, cara nostra terra,
e che possiamo disubbidire alle nostre debolezze e alle nostre paure.
eccola la nostra politica, l’abbiamo trovata,
è sul confine tra ciò che non vogliamo essere e ciò che possiamo essere.

franco arminio – otto pagine e comunità provvisoria

strascico i piedi sul piazzale della partenza, due comignoli di mattoncini rossi sono i cardini di una bussola immaginaria, qui o lì? oggi non vorrei andar via, prima impugnerei la bacchetta magica per modificare lo spazio urbano, o almeno due o tre teste a caso. sarà perché le prime gemme verdi spuntano sui noccioli o che ai crocicchi delle strade si confabula animatamente sul futuro politico della provincia. è capitato anche a me. avvicinato da un bassista pronto a gettarsi nella mischia. dove già domani si arriverà alla conta decisiva. zio è ancora indeciso sul da farsi. dice che in queste occasioni si comunica a gesti ed è un problema di greggi. altrove di greggio, in ogni caso niente a che vedere con la democrazia. intanto mio padre teme che scoppi di precarietà, io che lui scoppi di colesterolo. ma oggi tutto si tiene, il sole tramonta di un rosso corallo, pure su questa terra calpestata. e provvisoria o meno, c’è una speranza sconfinata. poi per i reali cambiamenti si vedrà.

21.2.08

flatus vocis

si avvicina, inesorabile, il momento,
capitale nella vita di ogni uomo,
in cui si eredita il proprio pezzo di terra
su cui edificare
(o da mortificare)
la mia generazione è pronta
se necessario
(come le precedenti)
mortedificherà!

20.2.08

non è un paese per vecchi

hanno trombato ciriaco de mita
(e poco a poco soffocheranno i suoi figli)
lui prende subito la parola alla riunione di partito
deve tirarsi fuori un attimo prima che lo estromettano
(mi ribello) se prevale l'età sull'intelligenza
non starò con voi ma contro di voi
in effetti i tipici discorsi dei bambini e dei vecchi
quelli che di risposta ottengono una scrollata di spalle
un'occhiata di comprensione
capirà un giorno - avrebbe capito una volta

stasera gli ululati degli irpini della diaspora (ma non solo) son melodia
(e ora come si riposizionerà mio zio?)

19.2.08

ululato di un irpino della diaspora

aiuaaaaaaaaaaaaaarrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrgh!

17.2.08

colazione a casale rocchi

stamattina il vento si è placato. gelida rimane l'aria. in strada i raggi del sole picchiano di traverso sulle lenti dei miei occhiali. i miei occhi finiscono per bruciare. svolto per via dei durantini. semino il sole, ora alle mie spalle, così mi pare. figure marginali si muovono sui marciapiedi. una vecchia bacucca trascina stanca un carrello da spesa vuoto. con le spalle la supero. il giornalaio discute animatamente dell'arbitraggio di ieri. torti e ragioni si fronteggiano in un campionato parallelo. via casale rocchi è a duecentocinquanta metri da casa. appena la imbocco, uno sfasciacarrozze si presenta alla mia destra, un caseggiato diruto alla sinistra. avanti, le case diventano basse, semplici. il viale è deserto. un edificio rosso si intravede al suo limite. è il casale di bonifica, grazie al quale qui l'uomo ha strappato terre coltivabili all'ansa dell'aniene. l'atmosfera rimane rurale. sul portale di una chiesa anonima, un foglietto indica gli orari delle messe e quelli del catechismo. è ora di messa ma è tutto sbarrato. un paio di donne ciarlano del tempo sull'uscio di casa. intorno è silenzio. al massimo persiane che si rialzano, un pianto di neonato. dal fianco della chiesa parte una stradina che dopo pochi metri perde l'asfalto e dà sui campi. mi avventuro perché voglio arrivare al fiume. saudade del sabato. di lì i campi si aprono a raggiera, delimitati dal corso d'acqua. mozzando il proprio respiro si sente il suo. paesaggio pasoliniano. campagna al cui orizzonte spuntano palazzoni alveari. da quei palazzi questi pezzi di verde saranno di sicuro invisibili, lo sguardo stretto da altre costruzioni, antenne e cipressi. sul ciglio del fiume ombre si muovono, poi si accorgono di me e si bloccano a fissarmi. mi rammento che da queste parti vive l'esclusione. desisto dal mio intento e torno indietro. i miei passi si appesantiscono. il vento torna forte e mi screpola la faccia.

15.2.08

chiudere gli occhi non ha mai cambiato niente

aspetterò il tuo arrivo fino a notte fonda

14.2.08

solitarialseggio

al voto di primavera mi presento da solo

12.2.08

gavetta

quando il tuo lavoro è tanto necessario quanto bistrattato

11.2.08

lo spin doctor della quinta

veltroni nel suo viaggio elettorale nell'italia delle centodieci città scelga centodieci location d'impatto, non ovunque edificanti: il sottoscala di un quartiere disumanizzato, l'ingresso della discarica contesa, la ciminiera della fabbrica in dismissione, la chiatta di un fiume in secca...

8.2.08

tornando per il focarone

e intorno ai falò che crepitano aleggia la speranza di una primavera civile

7.2.08

yes, we could

trascurando di essere perduti

6.2.08

pipistrelli

è in metro che si annidano i lettori forti
(anche di braccia)

5.2.08

difetto empatico sul posto di lavoro

mi presento male. loro mi si presentano peggio.

4.2.08

la neve a pietralata

diceveno che eventi meteo inconsuenti, non violenti, ci riappacificano col mondo!

3.2.08

soluzioni comuni incentivi

i comuni campani che rimpallano responsabilità sulla questione rifiuti perché commissariati, e dunque esautorati, a dir loro, di ogni potere sull'emergenza, dimenticano che una delle loro più gravi inerzie è il mancato adeguamento alla normativa nazionale, il decreto Ronchi*, sul finanziamento comunale della gestione rifiuti: l'applicazione della TIA (tariffa di igiene urbana) in luogo della TARSU (tassa sui rifiuti solidi urbani). ovvero, nei casi più esemplari, come ripartire il costo del servizio non in base a metodi presuntivi (superficie occupata e numeri componenti del nucleo familiare) ma sulla effettiva pesatura dei rifiuti indifferenziati prodotti dalla singola utenza domestica.


*poi abrogato per l'entrata in vigore del Codice dell'Ambiente. ad ogni modo l'obbligo di applicazione della tariffa resta, benché, nei fatti, sia addossato a costituende autorità d'ambito ottimale, partecipate dai comuni.

2.2.08

ottanta anni di ossessione de mita

polemicamente

io non so comunicare. ho i denti gialli. e niente da mangiare. non sono un parlatore, non un politico, né uno che scrive. ma uno che sommerso dai fatti del mondo, nell’era dell’informazione, smista sensazioni, e subisce, come tutti, l’inevitabile mutazione antropologica che ne consegue. colpito da una miriade di eventi distanti, sordo al fragore degli strilli di fronte. io invoco trasparenza perché mi semplifichi la fatica del comprendere. se pecco di chiarezza è perché io registro e non pubblico; io ricevo, raramente offro. io guardo fuori ed è una grande impressione. io manco ancora di ruolo. per poco. per sempre.

31.1.08

supertramp

l'uomo che si rifugia in natura per via della natura dell'uomo. veolia, multinazionale del trattamento dei rifiuti, si rifiuta di partecipare alla gara per la gestione del termovalorizzatore di acerra. se anche volessimo darci un taglio con 'sta sporca società, non siamo mica in america, intorno è contaminato, noialtri troppi, non troveremmo terra sufficiente per avventure nelle terre selvagge.

28.1.08

24.1.08

ode a prodi. di una estetica del Dimesso

voglio guardare negli occhi chi mi vota contro. è l’ultimo desiderio espresso da romano prodi quando capisce di aver perso la sua maggioranza e con essa, per la seconda volta, e definitivamente, il governo del paese. ma chi gli vota contro sfugge. divaga. e gli occhi li rotea a velocità strabiliante. mentre prodi li serra, li restringe, li socchiude, incorniciati come sono in una espressione di fissità, che tanti, troppi esperti di Immagine giudicano perdente. il suo è l’atteggiamento di chi seziona scrupolosamente la realtà prima di sanzionarla, di chi modera, soppesa le parole prima di spenderle, a costo di apparire incerto, afasico, inconcludente. di formazione è un economista, nell’arena zeppa di arringatori. modellizza e semplifica, il resto cavilla e complica. chi gli vota contro ha fatto la sua fortuna nell’altra italia, la più profonda, coi fuochi d’artificio lessicali, gli ammiccamenti clowneschi, il parlar difficile, azzeccagarbugliesco, "la chiacchiera estenuata e estenuante su un argomento di cui mai si dubita della rilevanza, e in cui emerge il retore più disinibito, spesse volte l’imbonitore", la chiacchiera che stupisce, istupidisce, non istruisce le masse. ché i più non debbono accedere alla verità. al massimo una verità dissimulata. tanto è vero che nei dibattiti le forze politiche strumentalizzano i Numeri, distorcono le evidenze. non ci si confronta su un terreno comune, oggettivamente delimitato, si tende a sottrarsene, a sviare. uno dei difetti della sinistra radicale è quello di lasciar soccombere, al suo legittimo diritto di “rivendicazionismo sociale”, quello più essenziale della chiarezza. d’altra parte si è costretti a giocare d’immaginazione quando si prefigura l’altro mondo. così mentre il discorso politico evoca soluzioni, illude che siano praticabili, dietro l’angolo, rivoluzionarie, “pronte al minuto”, nello stesso istante passa il messaggio che non si è disposti ad assumersi responsabilità di governo, che si preferisce rimanere fuori dal Sistema, dunque fieri della propria immaturità politica. percorsi che i più non sono in grado di seguire a prescindere dalle posizioni. di là l’eterno centro, a rimorchio della clamorosa retromarcia innescata dal papato di ratzinger: la sconfessione, inaccettabile, della chiesa conciliare che semplificava la dottrina. lo stesso paradosso lessicale degli “atei devoti” è culturalmente inaccessibile alle masse, benché sui media, sapientemente manipolati dalla conferenza episcopale, imperversino le loro elucubrazioni. della destra italiana, poi, non ne parliamo. la chiarezza delle intenzioni, al momento, è fuori della sua “portata umana”. ad oggi, le sue insegne si reggono solo grazie ad un macroscopico, e mai sanato, regime televisivo, propaganda, ottundimento delle coscienze. dunque, oggi con romano prodi si perdono, tutt’insieme, l’antiretorica, il pragmatismo, l’onestà, il coraggio e la fatica di governare un paese oggettivamente scombinato, socialmente anarchico, istituzionalmente debole, economicamente stremato. per avere in cambio la prospettiva, indubbiamente d’interesse generale, di schivare il referendum, di salvaguardare il partitino da cinquecentomila voti, di serrare le clientele in vista di una campagna elettorale permanente, in cui i discorsi sull’amore familiare rendono bene così come la vitalità di un paio di occhi che roteano. o la citazione, inaspettata, della più patetica delle poesie di neruda che entusiasma una platea che si ostina a ritenere d'animo semplice. maynardo

caduto

...non siamo mica all'osteria... il senato non approva. franco marini

per un'agonia diversa

avevamo invitato a non parlamentarizzare la crisi. era una scelta necessaria anche rispetto alle tante posizioni di queste ore, che hanno confermato che è venuta meno la maggioranza politica e numerica. per evitare un'inutile agonia ci troviamo oggi costretti a non rinnovare oggi la fiducia al governo prodi. giuseppe scalera

d'accordo con se stessi

voto no al governo per coerenza con la posizione di opposizione a sinistra assunta da sinistra critica dopo il protocollo sul welfare, la legge finanziaria, vicenza e le missioni militari. da quanto affermato dal presidente prodi non c'è ragione per cambiare posizione. il mio è un no alla fiducia per una questione di coerenza politica e morale. la crisi di questo governo è sociale e di credibilità. franco turigliatto

per qualche asl in più

mastella e barbato, per carità: salvate il soldato ryan, e cioè il povero cusumano, che rischia di morire nella trincea, avendo equivocato gli ordini del capo. magari fatevi dare cinque asl in più in campania... francesco cossiga

campanilismo

pezzo di merda! tommaso barbato rivolto a nuccio cusumano

disciplina di un partito (a tre): quando contarsi è facile

cusumano? chi vota come noi, come me e barbato, è nel partito. chi vota contro, è fuori dal partito. è evidente. clemente mastella

contesti

ci vuole ammazzare e lo rieleggono pure. contestatore solitario si avventa contro l'auto di prodi

la gastrite di bruto

nonostante le precarie condizioni di salute dovute ad un leggero malore, anche il nostro segretario clemente mastella, sta raggiungendo roma accompagnato da un medico. tommaso barbato

i guerrieri della parlamentarizzazione

quell'autentico guerriero che corrisponde al nome di romano prodi, ha deciso di andare al Senato a chiedere la fiducia. oliviero diliberto

23.1.08

60° anniversario Costituzione

o andiamo al voto o c'è la rivoluzione. troveremo le armi. umberto bossi

22.1.08

immobili altalene

non ho molta sicurezza nel mio lavoro, almeno non nel modo in cui dovrebbe essere... in italia uno è precario da giovane poi prende un posto sicuro e torna precario da pensionato come me. tommaso padoa schioppa

21.1.08

il mondo confuso. jimmy prodi

I Radiohead? Sono merda! Robert Plant

Perché quegli inutili festeggiamenti? chi festeggia una condanna 5 anni crea nell’opinione pubblica l’idea di essere abituato a sentenze e condanne! oppure l’idea che l’unica cosa che lo preoccupava fosse quella di doversi dimettere! Come si fa a non rendersi conto che l’immagine della Sicilia è, per forza di cose, legata al suo Governatore?
Gianfranco Micciché

Abbiamo sempre saputo che Cuffaro con la mafia non ha nulla a che fare, sono certo che in appello cadranno anche queste altre accuse che in primo grado si sono manifestate. Cuffaro aveva espresso con chiarezza l'intenzione di dimettersi se fosse stato condannato per mafia, ed avrebbe fatto bene, ma noi eravamo certi che non avesse nulla a che fare con la mafia ed io sono certo che in appello cadranno anche le altre accuse.
PierFerdinando Casini

Un basta che non riguarda i dettagli per quanto dolorosi e avvilenti di un'inchiesta giudiziaria faziosa e pregiudiziale, condotta con abuso di regole inquisitoriali, a partire dal ruolo inaudito e patologico delle intercettazioni. Un'inchiesta che si è presto trasformata in gogna mediatica, privazione della libertà personale di una mia familiare incensurata e sempre a disposizione dell'autorità penale.
Clemente Mastella

Io non lascio!
Alfonso Pecoraro Scanio

156 senatori con il centrodestra, 158 con il centrosinistra. Poi se ne è andato Turigliatto: 157 pari. Poi se ne sono andati tre mastelliani. Scendono a 154. Fisichella sta lì lì e sono 153. I diniani sono attestati su un granitico forse. Potrebbero scendere a 150. Nemmeno se Napolitano nomina 14 senatori a vita si salvano. Prodi a casa e fateci votare.
Francesco Storace

Quel rigore senza moviole l'avrei dato anch'io.
Cesare Gussoni

L'uscita dalla maggioranza dell'Udeur è da un punto di vista costituzionale irrilevante ai fini della sopravvivenza del governo. Secondo la Costituzione, il governo può essere rovesciato solo da un'apposita mozione di sfiducia, collettiva e non individuale. D'altronde l'uscita dalla maggioranza non comporta neanche il rimpasto di governo, perché l'Udeur al governo non ha più nessuno. Per presentare una mozione di sfiducia al Senato occorrerebbe un numero di firme che i senatori dell'Udeur, essendo tre, non hanno, e certamente non saranno né Forza Italia, né l'Udc, che ormai è a un passo dall'entrare nella maggioranza, né An a firmare detta mozione. "Il consiglio che posso dare al presidente del Consiglio Romano Prodi è 'resistere, resistere, resistere', e a tal fine nominare come ministro della Giustizia colui che ha inventato questo slogan, l'ex procuratore capo di Milano Francesco Saverio Borrelli.
Francesco Cossiga

Mi sfuggiva da tre giorni.
Romano Prodi

Mastico coca ogni giorno, al mattino e guardate come sto!
Hugo Chavez

In un sistema complesso e instabile, gesti piccoli e isolati producono conseguenze imprevedibili e sproporzionate. È il famoso battito d’ali di una farfalla che provoca un uragano.
Marcello Cini


20.1.08

prove tecniche di scrittura. dopo l'afonia

per le strade di roma erano giorni di gennaio, tra noi si scherzava filmandoci al bancomat. flusso umano scorreva di continuo sul corso del consumo. eppure c'era dell'altro che mi sfuggiva. perdevo parole di cui prima conoscevo sicuramente il significato, tanto per cominciare. e nel mezzo del fluire ininterrotto, assorbivo inerte mozzichi di conversazioni, scarti di luce, pezzi di immagini vincenti o pochissimo convincenti. veline al vento a braccetto di calciatori al tramonto. persino tu, naturalmente con un nuovo niente da dire. una casetta a piazza di pietra. il paradosso di un villaggio urbano disperso che si addensa al centro per compere, per poi scomparire.

16.1.08

campane a morto dal campanile del centro

sandra lonardo in mastella, presidente del consiglio regionale della campania, è agli arresti domiciliari, in ceppaloni. le viene contestato il reato di concussione, art. 317 del codice penale, il più grave dei reati nella pubblica amministrazione, per aver concusso, tra l'altro, il governatore della campania, antonio bassolino. lo avrebbe costretto a ratificare la nomina di un alto dirigente dell'asl di benevento. è prassi ben consolidata, nel paese, che suddetto tipo di nomine sia a disposizione di questa o quella consorteria politica, a scapito del merito, dell'indipendenza, della trasparenza, con o senza intento criminoso. il provvedimento riguarda altre ventitre persone, tra cui diversi esponenti dell'udeur, due assessori regionali, un paio di sindaci, un prefetto, non ultimo il ministro di grazia e giustizia, compagno della lonardo, il quale ha annunciato, alla Camera, le dimissioni, respinte dal capo del governo. l'intero emiciclo, con poche eccezioni, ha espresso piena solidarietà al ministro dimissionario, evitando di soffermarsi sul merito delle accuse. qualcuno ha parlato di emergenza democratica. altri di sconsiderato attacco da parte della magistratura. a prescindere della tenuta dell'impianto accusatorio, siam convinti, e non da oggi, che la liquidazione politica dei tanti "sistema-mastella" sia una soluzione e non un dramma per il governo di questo sventurato paese. che quelli come noi non governano.

15.1.08

il papa cosa pensa dell'etica italiota?

non mantengo i segreti. spesso diffondo ciò che sottovoce mi è stato rivelato. d’altro canto tollero ogni sorta di meschinità, eccetto il falso, che sia manifesta pure all’avversario. a carte scoperte, ognuno giochi come vuole, credo. però le carte restano stracoperte. così che la trasparenza diventa la mia forma di resistenza.

8.1.08

il rientro dei supereroi campani restituisce il Benessere perduto: di una preghiera laica (e retorica)

noi che costruiremo un paese migliore
senza mondezza
con scientifica autorevolezza
dopo prove ripetute, sacrosanti errori, incuranti delle beffe
noi che pagheremo l’ultimo dei debiti della generazione peggiore
senza lamenti
schivi senza esser schiavi
dopo aver sofferto per la morte dei padri, rielaborato il lutto
noi che supereremo i paesi migliori
quelli senza immaginazione
con imprevedibile scatto d’orgoglio
dopo aver mondato le teste, sconfitto le bestie (e accantonato il resto)
noi che vivremo un paese felice
senza violenza
dopo esserci raccolti sull’ultimo ammazzato, dopo aver perdonato l’ultimo killer
per la superstizione si vedrà
noi quelli che tornano a casa
perché altrimenti sarebbe disertare
opporremo il più fermo dei rifiuti a bruciare il nostro futuro

5.1.08

mia moglie si Ttroga

domani è il grande giorno. si celebrano le elezioni per la presidenza di quartiere: l’evento dai più individuato come il caucus di pietralata. in mattinata gli otto vicinati che lo compongono, dal primo che confina col tiburtino, all’estremo opposto che s’affaccia sulla nomentana, si riuniranno in assemblea. ognuna di esse nominerà tre delegati che nel pomeriggio sceglieranno il gran capo dei prossimi due anni. si è a lungo dibattuto su dove effettuare l’assemblea generale. alla fine si è preferito un ritrovo che non scontenti nessuno. l’appuntamento è per le diciotto sotto le ali di una delle tante pompe di benzina che si ripetono, insistenti, lungo la strada. incerto è l’esito delle votazioni. il presidente uscente per regolamento non può ricandidarsi. in ogni caso tutti si dicono insoddisfatti del suo operato. a tutti, poi, salta all’occhio come si sono divise le generazioni. i vecchi, che vivono qui da trent’anni o più, vogliono spendere il resto della loro vita per accrescere la vivibilità del posto, hanno scelto di morire qui perché altrove non se la sentono. i giovani, invece, sono esausti. vogliono scappare e spenderebbero volentieri i risparmi di una vita (quella dei loro genitori, compresa la casa) per puntare a quartieri più centrali, verso la densità urbana. i primi considerano i secondi degli irriconoscenti, degli utopisti. i secondi si aggrappano ad un concetto di welfare generazionale, ben espresso dal loro opinion leader, pino. se la generazione che li ha preceduti ha munto da uno stato sociale incredibilmente generoso, che oggi, in bancarotta, chiude i rubinetti, è naturale che a compensare siano le finanze familiari. logica, non inconsapevole etica del bamboccione!

il caucus dell’iowa, d’altra parte (del mondo), ha visto la vittoria di barack hussein obama, nel campo democratico, e di mick huckabee, per i repubblicani. un negro e un telepredicatore per la nuova america. i tre milioni di abitanti di questo sperduto stato del midwest, grande mezz’italia, granaio d’america, 90% della popolazione bianca, ….biofuel, ………, (lunga vita ai pezzettini d’informazione premasticata!), secondo luogo comune son già finiti nel dimenticatoio per i prossimi quattro anni. i riflettori dei media sono ora puntati sul new hampshire. in realtà des moines (capitale dell’iowa) è una delle tappe del viaggio di sal paradise (jack kerouac) e dean moriarty (neal cassady), narrato nel celeberrimo on the road. milioni di lettori, i più sono ancora adolescenti, si imbatteranno, dunque, nell’iowa nei prossimi quattro anni. probabilmente, seguendo una parabola discendente, nei prossimi quaranta. che poi proprio a des moines ha sede il Des Moines Art Center, il museo che ospita uno dei dipinti più celebri di edward hopper: automat del 1927. avete presente? secondo i critici d’arte, una delle rappresentazioni più significative di alienazione urbana. quella che, con soluzioni opposte, i vecchi e i giovani vogliono combattere a pietralata. edward hopper è il pittore preferito di una mia amica, di nome mattina (non martina). me lo confessò un paio d’anni fa ad una mostra dei fumetti di andrea pazienza. incassai, sorridendole. ultimamente mi son reso conto che il mio pittore preferito è lo sconosciuto che ha eseguito i quadretti naif esposti in un alberghetto di orvieto, in cui soggiornammo, una notte, quindici anni fa. la televisione era ancora rassicurante, a quel tempo e i fondi sovrani non spaventavano i mercati finanziari.

3.1.08

29.12.07

ultimo post duemilasette

gran risultato rispetto agli anni scorsi: 2005 e 2006

1) cronosisma. kurt vonnegut **
2) hocus pocus. kurt vonnegut ***
3) i piccoli maestri. luigi meneghello *****
4) il dispatrio. luigi meneghello ***
5) fiori italiani. luigi meneghello ****
6) cuori e denari. giorgio ruffolo
7) lo specchio del diavolo. giorgio ruffolo
8) la versione di barney. morderai richler *****
9) una solitudine troppo rumorosa. bohumil hrabal ****
10) ho servito il re d’inghilterra. bohumil hrabal ***
11)
storia dell’economia. john kenneth galbraith
12) i segreti di parigi. corrado augias
13) i segreti di roma. corrado augias
14) la classe creativa spicca il volo. richard florida
15) lettere luterane. pierpaolo pasolini
16) scritti corsari. pierpaolo pasolini
17) le avventure di augie march. saul bellow *****
18) neve. maxence fermine *
19)
ghiaccio nove. kurt vonnegut ****
20) madre notte. kurt vonnegut *****
21) lisbona. fernardo pessoa
22)
un baule pieno di gente. antonio tabucchi
23) mi raccomando tutti vestiti bene. david sedaris *
24) l’italiano. sebastiano vassalli ***
25) lo scempio. toni iermano
26) una nuova vita. bernard malamud ***
27) un giorno questo dolore ti sarà utile. peter cameron ****
28) libera nos a malo. luigi meneghello *****
29) storia d’italia dal 1861 al 1997. denis mack smith
30) le sirene di titano. kurt vonnegut **
31) il lavoro culturale. luciano bianciardi ****
32) il grande tiratore. kurt vonnegut *****
33) siamo italiani. david bidussa
34) storia facile dell’economia dal medioevo ad oggi. carlo maria cipolla
35) viaggio in italia. guido piovene
36) la città. paolo perulli
37)
la vita agra. luciano bianciardi *****
38) la casta. sergio rizzo & gian antonio stella
39) irpiniagate. goffredo locatelli
40)
come parlare sporco e influenzare la gente. lenny bruce ***
41) la violenza invisibile. slavoj zizek
42)
storia controversa dell’inarrestabile fortuna del vino aglianico nel mondo. gaetano cappelli ***
43) il dono di humboldt. saul bellow ***
44) adulti con riserva. edmondo berselli
45) comica finale. kurt vonnegut **

25.12.07

quel gran popolo di zii

Zio john è un omaccione grande e grosso, di forza prodigiosa. Di lui conservo sempre l’immagine: baffi da crucco & camicione a fiori, col dobermann al guinzaglio. Col quale ruzzava, mangiava, parlava, dormiva. Poi, un giorno, il cane impazzì e cominciò a mordergli un paio di figli. Furono costretti a dividerli e da allora mio zio non fu più lo stesso. Si consolò con un pezzo di terra abbandonato che con pazienza recuperò all’agricoltura. Andavi a trovarlo, e riemergeva tra gli sterpi, i rovi, mezzo scorticato, nero di uno sporco impasto di sangue sudore e terra. Anno dopo anno spuntarono prima gli ortaggi, poi i frutti, infine crebbe la vite, di conseguenza il suo vino per cui si spertica in lodi infinite. Perché zio john è convinto di avere sempre ragione, o meglio, che ciò che lui faccia sia il meglio in circolazione. Effettivamente il suo entusiasmo è dirompente, la sua carica impetuosa; se investe una persona delle sue attenzioni è pronto persino all’estremo sacrificio. Zio john è nato e vissuto in libia fin quando gheddafi cacciò gli italiani. è un tipico esemplare di fascista rivoluzionario della prima ora, proletario, combattente, e delle regole di vita dell’epoca capitalista non ha mai saputo che farsene. crede che gli italiani siano un popolo di merda. È la mia maschera vitalistica.

Zio frank è un grassone con occhiali spessi, è uno di quelli che fuma poco ma è come se fumassero sempre. Lo vedo quattro, cinque volte l’anno, giusto le feste comandate e un paio di blitz domenicali, e per lo più lo pizzico che dorme. Dorme, mi dicono, perché stanco morto di lavoro. Zio frank è un imprenditore della città. è un uomo che si è costruito da solo. più precisamente: il padre ha avviato l’attività, il fratello l’ha mezza dissestata e lui, per ora, è quello rimasto in piedi. Quando non dorme mi chiama, storpiando il nome, come mi chiamava mio nonno o mi dice che uno come me gli tornerebbe comodo a lavoro. Ma strane alchimie familiari mi hanno sempre tenuto lontano dall’accarezzare quest’ipotesi. Zio frank tartaglia e si esprime con difficoltà. Se non è in abbiocco, si entusiasma per le pubblicità del suo marchio che straripano sulle tv locali. Ha vissuto per la sua fabbrichetta e i suoi figli, ma presumo che un po’ sia riuscito anche a godersela. Ma lui non è pago e rilancia di continuo. Nella sua ansia, tanto tipica in ogni ascesa imprenditoriale, c’è come l’assillo, il tormento che la vittoria non sia completa, che un arbitro vile fischi il fallo e gli porti via il giochino. crede che gli italiani siano un popolo di merda. è la mia maschera imprenditorial-afasica.

Zio micheal è uno smilzo atletico, sempre in bici. Bancario agronomo o viceversa è andato in pensione prima del tempo per trasformarsi in cicloamatore. Zucchetto nero in testa, percorre più di cento chilometri al giorno. Partecipa, quando può, anche alle gare. ma il suo carattere si riempie con il resto. Zio micheal è un grande interprete dell’italico dissenso, beppegrilleggia da una vita, decisamente da prima che beppe grillo cominciasse, la lista delle sue idiosincrasie è sterminata, il suo repertorio multiforme. Il suo spettacolo prevede sempre un tono di voce esasperatamente alto, invettive e turpiloqui, sapiente recupero di vecchi lemmi dialettali della bassa valle del sabato, scenico linguaggio del corpo. La politica e gli italici costumi sono il suo cruccio. Si professa anarchico e sparla di tutti i politici, berlusconi in primis. Non vota da quarant’anni ma dubito che sia vero. È un taccagno e si fa gran vanto di non dover nulla a questo stato sconsiderato. Però mette a frutto la sua esperienza lavorativa giocando in borsa. Guida un jaguar. Zio micheal recita a tavola il suo pezzo di provocazione. Ma sotto lo spesso cerone gli leggo una spessa scorza di solitudine. Crede che gli italiani siano un popolo di merda. È la mia maschera mattoide.

L’italia gran popolo!

18.12.07

manifesto degli antideclinisti. contro il new yorker e i dercoliani

stormi di inselvatichiti piccioni infestano la piazza senza mettere in pericolo il monumento equestre che non abbiamo. un trentenne barboso appiccica al portone manifestini da lui manoscritti, inchiostro blu, in cui invita gli inquilini a rivoltarsi contro l’inarrestabile riproduzione del “topo con le ali”. lamenta il dilagare dello Sporco, paventa l’imminenza della Malattia. nuove tecniche di sterminio sono disponibili al mercato, non più i punteruoli ai balconi, ma soluzioni chimiche, finali, rigorosamente selettive.
i primi passanti osservano beffardi l’uomo coraggioso che si è messo in opera, poi leggono irridenti le sue parole, la crociata contro la merda dei piccioni, subito la eleggono.
Tra di loro è un gran parlare, un gran (ri)dire, poi rimbeccarsi o formulare congetture.
il Sig. 1 ipotizza che il trentenne barboso abbia agito stanco delle lamentele della suocera.
il Sig. 2 ipotizza che il trentenne barboso abbia agito in vista del rinnovo della carica di amministratore del condominio.
il Sig. 3 ipotizza che il trentenne barboso abbia agito perché amico fraterno del rappresentante delle soluzioni chimiche antipiccione
il Sig. 4 ascolta ad orecchie spalancate ogn’ipotesi e di lì a poco riporterà tutto al trentenne barboso.
che così si persuaderà di essere circondato da vicini cani, contro cui battersi ad occhiate, maldicenze e scambio di (s)favori, come la chiusura anticipata dell’ascensore.
così i piccioni continuano a moltiplicarsi e quando atterrano sulla piazza, oramai vuota, formano geometrie curiose che gli uomini dietro le finestre scrutano irranciditi.

17.12.07

fotografia di un paese mezzo moderno

nel pagellone finale, avellino raggranella quattrocentoquattro punti che gli valgono l’ottantasettesimo posto in coabitazione dell’altra città montagnosa enna, e della vicina salerno. perdute dieci posizioni rispetto allo scorso anno, quando ne recuperò otto, dunque quasi pari e patta. dei sei indicatori che alimentano il pagellone, (ciascuno dei quali ha sei sottoindicatori) – tenore di vita, affari&lavoro, servizi ambientali&salute, ordine pubblico, popolazione, tempo libero - avellino è rispettivamente novantaseiesima, ottantunesima, ottantaduesima, ventunesima, ottantatreesima, novantaquattresima. si dirà: mica male rispetto alle altre città campane. peccato, per il sentire medio, che le classifiche sportive delle squadre cittadine non siano computate. per una possibile rivoluzione urbana il nostro benchmark sia l’irrealizzabile.



(prima che scoppi la rivoluzione sannita)

16.12.07

raucedine

alba di gelo prende alla gola
dal buio antro in basso fumi incompatibili
dopo i passi in tondo a vuoto
interrogo la mia nemesi
si tratta di un compenso
o di una punizione
per la dissipazione delle ore?
o forse perché mi sottraggo alle leggi correnti
di consumo pure consapevole
critico
ok, scappo al centro
mi compro una cravatta a righe
vado ad equilibrare
risparmi antisociali
ma per i silenzi non do la parola

10.12.07

la famigerata banda dei comestaibeneetumoltobenegraziedopodichéignorarsi

impoltigliati nel traffico egoisti sociali come noi finiscono per parlare/pensare di/al denaro. delle poche manciate di euro al mese che mancano per la felicità. in realtà faccio della sociologia. per quanto mi riguarda, mica corrisponde al vero. ritenevo fosse giunto il tempo di una pausa prolungata dal blog, ché il poco da dire rattrappisce la coscienza se di continuo espresso, val bene un estemporaneo scrivere di niente ma non sempre, altrimenti finisco per smarrire ogni riferimento contingente. mi ripromettevo di concludere le mille letture appese al chiodo. ritornare con un post chilometrico/chimerico sul piano strategico di una città immaginaria di nome Hirpinia, rete di “storie comuni” oramai esangui, ma l’individuazione della dimensione spazio-temporale di riferimento mi ha esautorato. logica vuole che una visione per un’area urbana depressa sia condivisa da più attori, ché l’epoca, si sa, è complessa assai. invece, mi ritrovo ritaglio umano, bolla d’aspirazione senza scopo né mordente, in tessuto sociale contrassegnato da deboli connessioni, smorte forme di aggregazione, inanimati simulacri dei processi di coesione che furono…

30.11.07


28.11.07

scartabellare mappe cognitive

portami oltre il vedere
dalla parte del clamore
che fanno le cose inanimate
quando l'uomo è voltato
ecco la mia vita di lavoro
e di antipatica sapienza
te la cedo volentieri
non fa proprio per me
io preferisco così
io preferisco così
io preferisco così
...
preferisco così, max gazzé


fugo dilemmi contrattuali, mi assumono o mi mettono in fuga?, ma almeno ne guadagno in mimica, finalmente decontratta, dopodiché al lavoro si tratta di mappare i bacini idrografici della penisola, così ne approfitto, in una finestra a margine, per tracciare su google map una linea orizzontale che dia un'interpretazione eterodossa dello sviluppo urbanistico di avellino, c'è che se la mansione affidatami non mi diverte, trovo sempre modi per occuparmi in quello che so fare meglio, aprire cantieri che poi è indifferente se li chiudi o meno, non a caso sono un keynesiano

27.11.07

ora sì che è giunta l'ora della riscossione

andare camminare lavorare,
andare a spada tratta, banda di timidi,
di incoscienti, di indebitati, di disperati.
niente scoramenti, andiamo, andiamo a lavorare,
andare camminare lavorare,
il vino contro il petrolio,
grande vittoria, grande vittoria, grandissima vittoria.
andare camminare lavorare,
il meridione rugge, il nord non ha salite,
niente paura, di qua c'è la discesa,
andare camminare lavorare,
rapide fughe rapide fughe rapide fughe

andare camminare lavorare – piero ciampi



un sonno ristoratore a digiuno fortifica. all’appuntamento all’enoteca col superiore spendo di necessità sorrisi caimani. garbatella è giallorossa, prima, forse, era pericolosa, un tassinaro non voleva accompagnarci il mio barbiere, tanti anni fa, ora no, ora è cool. petrucciani in sottofondo. più in là, uscito sfiancato dal palazzo di cristallo, oramai deserto, barcollo, l’aria è statica, i sbuffi di vapore dalla mia bocca rendono l’atmosfera onirica. sotto il porticato di una chiesa, giovani poveri si preparano per la notte. in metro, c’è chi ride sguaiata, chi rimpiange il futuro, io, per me, m’accontenterei di dormire. disteso su un cellophane. teso sul vuoto. ma non un vuoto qualsiasi. pietralata m’accoglie discreta, sono le undici, a casa tutti rinchiusi, in un monastero sarebbe diverso? o in una pensione primonovecentesca? almeno la padrona di casa sarebbe deliziosamente indiscreta, ficcanaso, il rumore delle sue stoviglie mi terrebbe sveglio, mentre qui, c’è tanto silenzio da trasformarsi in un fischio. una bottiglia di birra mezza piena cade, col suo contenuto, in una scarpa. il wireless è imballato. caduta senza rete. mancano persino i bicchieri di carta. la catasta di piatti&pentole non lascia spazio al rubinetto. la tv lancia la sigla di chiusura del tg1, cambio d’immagine, la sigla d’apertura di porta a porta, l’argomento del giorno riguarda i savoia e la loro richiesta di risarcimento all’italia. spengo. la mia vita surreale rilanciata alla tivvù sotto altre forme. vivo nel posto giusto. vado a dormire prima che le certezze svaniscano.

25.11.07

bodysnatchers

it is the 21st century
it is the 21st century
you can fight like a dog
and they brought me to my knees...

bodysnatchers - radiohead

non mi fermo più a scrutare il volto della gente, sì, lo studio della mimica ultimamente mi lascia indifferente. a pensarci bene è la cosa peggiore mi sia capitata da quando ho cominciato a lavorare. insieme ad una leggera assuefazione alla caffeina. senza la quale oramai m’addormento in piedi ad orari prima improponibili. assente in parte lo stress. per quello ci sono quarant’anni di tempo. la stazione tiburtina di domenica esala odori forti, i “soggiogati ai forzati seigiornipersei” si godono la giornata di libertà. che colore tenue ha questa libertà! tale e quale alla mia. stretta in una morsa da nuvole quasi bruxellesi. tu viaggi da bologna coll’intercity plus 507 proveniente da torino e diretto a reggio calabria. il vagone è il numero otto. mi siedo ad aspettarti. una spagnola mi chiede dove si obliterano i biglietti. mi alzo in automatico, smanacciando per mostrarle come nei paraggi non veda macchinette gialle. poi scompare. un trentenne si siede al mio fianco e comincia a parlare al telefono, col vivavoce, colla ragazza. un secondo trentenne mi chiede spazio e si siede all'altro mio fianco cominciando a fumare. mucchi di famiglie napoletane, allargate, carichi di valigie e imprecazioni, mi scorrono davanti. l’altoparlante metallico annuncia che il treno corre con cinque minuti di ritardo. aggiungere meno a meno. una donna rugosa attraversa i binari, furtiva. parte il regionale per pescara. sopraggiungi tu. il vagone otto casca proprio davanti la mia panchina. ma la porta è l’altra. avanzi incerta. incapaci come siamo a ricreare il pathos. ti stringo. deperisci come avanza l’amore. giochiamo alle voci da bambini. resta. no, sali tu! l’orologio sulle nostre teste scatta implacabile ad ogni secondo con uno strappo che impercettibilmente sembra lo faccia oscillare all'indietro. magari fosse così. il capotreno fischia. risali soltanto tu. dietro i vetri oscurati la tua sagoma si fa indistinta. il treno, i binari, i muri della stazione, il cielo partono in orizzontale. una coppia all'imbocco della scala mobile m'ostruisce la strada. mi sentono arrivare e mi fanno passare. li supero in progressione. io scappo. sull'aventino.

22.11.07

19.11.07

mostri

nasce il popolo delle libertà
dal predellino di un'auto blu
via i parrucconi per i trapianti
fermi una firma al gazebo
patetica eterogenesi dei fini
di una decade di ombra
da sant'angelo dei lombardi
sarebbe troppa grazia
se di mezzo c'è questo
in ogni caso, auguri!

15.11.07

autoironia di un samaritano metropolitano

c’è una vecchia storiella che racconta di un operaio sospettato di rubare:
ogni sera, quando lascia la fabbrica, la carriola che spinge davanti a sé
subisce un’accurata ispezione.
i guardiani non trovano niente.
è sempre vuota.
alla fine la verità viene fuori:
ciò che l’operaio ruba sono le carriole…

Slavoj Zizek, incipit de La violenza Invisibile


affastello sul comodino volumi, anche smilzi per carità, di cui leggo soltanto le prime pagine, o altrimenti, tutti d’un fiato, eccetto le ultime dieci, per un vezzo che costa caro solo alla statistica anobii, ma lascia un senso di sospensione, un lampo di sregolatezza nell’ingranaggio di minutaggi nel quale si è trasformata la mia vita.

a volte, sui mezzi pubblici, penso di essere un ammutinato; succede quando sfondo con rapidi movimenti il muro di diffidenza,
l’atteggiamento blasé che sbianca gli animi delle megalopoli: cedo il posto alla vecchina, lascio il reggimano alla ragazza, fornisco indicazioni stradali ai rumeni dai capelli di cenere e dalle mani nodose. d’un tratto una donna di mezz’eta, scalpitante già in partenza, erompe in imprecazioni da vignetta col teschio, soltanto per un rallentamento del traffico causa lavori, rompendo un incanto: l’umanità di un buono è in fretta oscurata dall’intolleranza di un nevrotico. colpa dei tempi o sua soltanto?

14.11.07

chesterton

la sorpresa è la sola riflessione possibile

13.11.07

senza risposta

di quando pensi che invece di metterti in rete avresti potuto imparare a lavorare la maglia

1.11.07

bernabucciana

metro b, roma

viaggiatore: ahò, mayna', che fai 'sto uichend?
maynardo: ncazzo!

31.10.07

reti&sbarre

Ciao Renato senz’altro non ti ricorderai di me son passati molti anni ma sono quel volontario che ti ha portato dal carcere al palazzo di giustizia e che abbiamo fatto 2 chiacchiere niente d’eccezionale ma mi son fatto 2 risate per la tua allegria poi quando hai detto al questurino di girarti dalla parte opposta così avresti aperto la porta scorrevole per poter guadagnare la libertà ma era solo una battuta la tua non avresti fatto 2 metri,fuori c’era l’esarcito che aspettava una tua mossa per farti saltare il cervello hahahaha dai la metto sul ridere che è meglio.Io ho vissyto la mia infanzia a QUARTO OGGIARO che tu ben conosci e la COMASINA ho conosciuto molti tuoi amici come il WLADY,GEGE’,WUAPPETTO,LO SMILZO ecc. non sò se te li ricorderai ma io me li ricordo sì ora molta gente non cè più perchè la loro strada si è fermata o per colpa di un colpo di pistola oppure chiusi in un carcere come te,ma posso dirti che questa gente ti adoravano come un dio,per loro eri un’esempio (sbagliato x me)di liberta e trasgressione di quei tempi,sapere che ora con l’avvento della tecnologia sia del pc o telefonini tu sarai meno isolato spero che questo sia un’inizio anche solo leggendoti di un’amicizia,caro RENE’resisti vedrai che prima o poi uscirai da lì con le tue gambe e nò disteso come molti vorrebbero vedere hai resistito tutto questo tempo sì sempre positivo come lo sei sempre ti faccio solo un’in bocca al lupo ciao da SNOOPY
commento rilasciato sul blog di vallanzasca

cutolo ha avuto un figlio; vallanzasca ha aperto un blog

28.10.07

prega al rialto

uscito stracco dalla settimana consulenziale numero sette, alla maniera di trinità ho legato la mia branda all’ultimo vagone del convoglio metro verso rebibbia. più che intorpidito dal solleone battente, solo un gran mal di testa da impegni senza sosta né tanto frutto. a parte il tempo di un pasto primo-secondo alla “dea di roma”, perfino pres’in giro perché gran mangione, perché accantono l’idea di un semplice toast, della palestra fuori mano, di una gita lato tribordo a largo del golfo di gaeta. i tributaristi, gente senza scrupoli, razza italica per eccellenza, luogo comune li vuole amici degli evasori o evasori loro per primi. noialtri alla loro caccia, ci arrangiamo a modo nostro, siamo convinti della bontà del fine, scettici sul buon esito dell’azione. mentre fuori l’ufficio, un licenziato perugino inscena una protesta surreale, rumorosa, doverosa, contro quell’arraffastipendi dell’amministratore delegato, cui piace il mare, lo yacht, il potere. il nostro staff team group 24hsu24 di brain stormin’ alloggia, sotto chiave, il duplicato nelle mani della donna delle pulizie, al seminterrato, scenografia da obitorio, macchina senza caffè, caffè senza macchia. nel week end mi riprendo, prendo in mano letture, relazioni, contatti, vite. nel week end ricostituisco il senso del mio andare. il week end è stato. il treno è ripartito

24.10.07

scelte di vita ad un capolinea

un pensionato osserva sbigottito giovani donne in tuta sfogliare voracemente l'ultima uscita di muscle&fitness

22.10.07

programmi della sera

riprese sembianze civili stento a ritrovare il senso sociale, il tempo non mi sembra passare ed è perché lo dissipo con amore, esploro, anche dal satellite, pietralata, borgata pasoliniana, violenta perché senza centro, sette casette da sette lire tra palazzoni antisociali, muri perimetrali abnormali, spruzzi di immigrazione irregolare in mezzo a soldataglia regolarissima, fondo stradale rialzato, un casino altimetrico infiltrato dal teverone, scassi d’auto, discount, scontri culturali, ristoranti sguarniti, sgarri&sgherri, duecentoundici ritarda ancora, mentre il freddo si intensifica, i baveri provano a nascondere orecchie gelate, ma non piove, né nevica, solo le luci dei palazzi si comunicano segnali di distensione, quando germogliano tanti apparecchi televisivi quante sono le teste è inevitabile si generi il caso umano, quello seduto di spalle, parrucca rosso, voce metallica, lo sguardo di compatimento del conduttore non serve, lui abita a monti, e di sera va a teatro!

20.10.07

riforma delle procedure di bilancio: per obiettivi

la finanziaria, in palese contrasto col comma 3° dell'art. 81 della Costituzione, allega al bilancio (di cui mai si discute) nuove entrate e nuove spese. gli emendamenti alla finanziaria sono dunque variazioni di variazioni che logica vuole si elidano a vicenda. naturalmente non è così, ma sarebbe tanto meglio!

18.10.07

codici di geometria esistenziale

stormi di storni si stagliano su un tramonto romano
afferrarne il senso
perdersi

16.10.07

lo spoglio e la profezia

la proclamazione degli eletti alla costituente del PD campano si terrà, per forza di causa maggiore, a cuma

13.10.07

il pd. perché. l'inno

la politica (non) è (più)
la ginnastica delle mie idee
è forse strano a dirsi
ma il mio pensiero unico sei tu!

niccolò fabi – la politica

sono italiano da più di cinquant’anni e
mi sono fatto l’idea che fra potere e società
non ci sia differenza alcuna di calibro etico.
elettori che considerano la furbizia una virtù
eleggeranno politici che sono il loro specchio fedele.
il qualunquismo è esattamente questo:
individuare nel Palazzo
un comodo e vistoso capro espiatorio.

michele serra – “la repubblica”

la verità è che, dove tutti sono responsabili,
ciascuno è responsabile per la parte che gli spetta,
in proporzione della sua capacità a fare il bene o fare il male
che ha realmente fatto o che non ha cercato di impedire.
un contadino sardo è anche lui responsabile per la sua quarantacinquemilionesima parte
di quanto avviene in Italia.

gaetano salvemini




1. L’arte politica riesce ad incidere realmente sulla vita delle persone quando nel bel mezzo di trasformazioni socio-economiche, spesso indipendenti dalla sua azione, cerca di orientarle, di incanalarle secondo percorsi alternativi sulla scelta dei quali dovrebbe esercitarsi il dibattito delle forze politiche. Esempio: posto che sia ineluttabile, in un prossimo futuro, se non già oggi, una società multirazziale, inutile che il partito x – conservatore continui a esaltare l’armonia sociale del superato Stato nazione, il partito y – progressista abbozzare l’elogio delle virtù delle “culture altre”; piuttosto affrontassero il problema di quale pacchetto di politiche di integrazione offrire. Nonostante sembri una distinzione sottile, il più grosso difetto della politica (italiana) è che si limita alla tessitura dell’ovvio, il futuro non le interessa né l’analisi dell’impatto che le sue decisioni possono avere sul Paese. Naturalmente il mio ragionamento presuppone un paio di postulati. Uno: la politica non è il motore immobile della realtà, se pure è piuttosto vorace in questo paese resta uno degli attori in campo di un sistema; tra l’altro se debole, come è oggi, la sua azione è influenzata da forze economiche, lobbystiche, criminali. Due: la politica solo quando è liberata dallo sfinimento delle polemiche da bar, può diventare ragionamento previsivo, quand’è di buona levatura, persino profetico: prefigura la realtà che sta arrivando e s’ingegna a trovare modi per cui il bene pubblico sia accresciuto, il male minimizzato. La politica dunque, come dovrebbe essere, sta sempre sulla frontiera della battaglia intellettuale (per le idee nuove), e tra le forme di conoscenza è la più nobile perché le comprende tutte.

2. Eppure è tutto marcio. Un lamento continuo. Prodalzheimer, Mastellaereo, Pecoraro con i consulenti (per niente) al verde, Padoaschioppa dalle tasse bellissime alla chiamata against-bamboccio. L’ondata di antipolitica recentemente rilanciata dai media ha scatenato una fibrillazione popolare senza precedenti e i discorsi nella metro hanno raggiunto picchi di violenza verbale inauditi. Come se, tra l’altro, tutto fosse imputabile ai rom e a roma. A proposito di grillo occorre fare un salto di qualità. Benché è fisiologico credere che in un paese come l’italia tutto sia causa del ceto politico, è utile ricordare che tra il Palazzo e la collettività esiste un corposo soggetto intermedio, che raccoglie le direttive (in leggi) dall’esecutivo e gli dà sostanza, sottoforma di servizi (dei quali si lamenterebbe l’inefficienza). Ebbene l’amministrazione pubblica occupa qualche milione di persone e entrarvi a farne parte è il desiderio nascosto di molti (compreso il mio). Ci si lamenti, dunque, anche del fatto che abbiamo una amministrazione scadente, incapace, scarsamente proattiva. Certo, i meccanismi di cooptazione dei dirigenti l’invadenza della politica, le cordate, le clientele. Oltre al Palazzo (al singolare), esistono dunque una moltitudine di Palazzi (quelli della p.a.), all’interno dei quali (non solo in quelli, sia chiaro) vivacchia una umanità della più varia specie, da cui ogni cittadino ha il diritto di chiedere il resoconto, quando non soddisfatto, perché la responsabilità è sempre di uno, né di Dio né di nessuno.

3. Finora non si è ancora nominato il PD, la ragione per cui il post nasce. Dico subito che domani andrò, entusiasticamente, a votarlo. Ci sono mille ragioni per criticarne i primi passi. Inutile, ad esempio, eleggere il segretario, prim’ancora che l’assemblea costituente abbia deciso quale contenitore di idee, di riferimenti culturali, semplicemente quale tipo di struttura, andrà a dirigere. Inutili assemblee così pletoriche. Ma rimane il senso di sfida, di speranza. Un partito post ideologico, aperto, a rete, come è diventata la società. Voterò per la Bindi, per nessuna particolare ragione se non fosse che ha tenuto in piedi una competizione nata morta per contingenze governative. Poi il filosofo Mazzarella, perché il resto dei candidati è proiezione di una vecchia politica che avrebbe fatto bene a ritirarsi, e che trasforma, da queste parti, la battaglia per il nuovo partito, nell’ennesima battaglia di retroguardia.


ARCADE FIRE - WAKE UP

2.10.07

candidati assemblea costituente regionale (?) per il PD, campania 2, collegio 11

ASSEMBLEA REGIONALE (disponibili 13 seggi)

CAMPANIA DEMOCRATICA per TINO IANNUZZI

1) Enza Ambrosone, capogruppo margherita comune di avellino
2) Ettore Iacovacci, guardalinee
3) Vanda Grassi, sindaco di montefalcione
4) Michele Iannicelli, presidente alto calore servizi s.p.a.
5) Vera Trasente, vicesindaco montefredane
6) Alberico Villani, sindaco di altavilla irpina
7) Rita Petruzziello, rappresentante sindacale uil
8) Guido d'Avanzo, capogruppo margherita comune di avellino (staffetta)
9) Maria Cerullo, referente sinistra giovanile per firme referendum
10) Sergio Barbaro, non questo, capogruppo ds comune di avellino
11) Olimpia Rusolo, fondatrice circolo "CHIESA&POLITICA"
12) Massimiliano Carullo, vicesindaco mercogliano
13) Enza Preziosi, responsabile Cpo Uil

I RIFORMISTI CORAGGIOSI per SANDRO DE FRANCISCIS
1) Andrea Forgione, promotore apd
2) Antonietta Calvano, responsabile URP ?
3) Giuseppe Trunfio, assessore villamaina
4) Mario di Rienzo, volto nuovo ?
5) Angela Storti, nessun risultato
6) Amedeo d'Amato, autore di documento sulla Democrazia
7) Antonietta d'Agostino, nessun risultato
8) Angelo Oliveto, signore
9) Claudia Donatiello, coraggiosa

un Nuovo Inizio per la Campania per Salvatore Piccolo
1) Coppola Rosa, poetessa?
2) Aliberti Vittorio, risultati dubbi
3) Cioffi Raffaella, uil??
4) Fasolino Aniello, consigliere comunale di sarno?
5) Gaeta Giovanna, architetto
6) Aliberti Filiberto, iscritto al club juventus doc - alessandro del piero
7) Maratea Franca, zero risultati
8) Coppola Alessandro Santolo, zero risultati
9) Bergamo Maria, risultati dubbi

I DEMOCRATICI per EUGENIO MAZZARELLA
1) Francesco Todisco, assessore comune di avellino
2) Rosanna Rebulla, esperta pari opportunità
3) Luca Iandolo, consigliere comune avellino
4) Vincenza Falasca, volto nuovo ?
5) Michele Palladino, consigliere comunale avellino
6) Lucia Bardesiato, collaboratrice per la redazione rapporto fillea cgil
7) Mario dello Russo, delegato UILTuCS
8) Esterina di Meo, autrice della tesi di laurea: "il soggetto. la persona"
9) Guglielmo Greco, volto nuovo ?
10) Rosa Macchione, volto nuovo ?
11) Roberto Lettieri, ?
12) Ester di Cillo, zero risultati
13) Giovanni Vesce, medico chirurgo ?

1.10.07

continua - assemblea nazionale

I RIFORMISTI CORAGGIOSI per Walter Veltroni, blog di riferimento

1) Franco Maselli, ex presidente della provincia, promotore di
democraticamente insieme
2) Rita Caronia,
volto nuovo
3) Giuseppe di Iorio, da ultime verifiche, responsabile interno Comune di Montemiletto
4) Michela Stoccuto, zero risultati
5) Alfonso Iacobucci,
geometra premiato

Con Veltroni, AMBIENTE, INNOVAZIONE, LAVORO

1) Wanda Dovetto, zero risultati
2) Antonio Di Pietro, milioni di risultati ma sull'omonimo
3) Daniela Barbieri, blogger ?
4) Luigi Frusciante,
professore universitario
5) Antonella Rocco, cantante?
6) Francesco Miccichè,
regista?



I DEMOCRATICI per Enrico Letta
1) Raffaello De Stefano,
ex presidente alto calore avellino
2) Rita Maio,
dirigente scolastico against tunnel
3) Angelo Spica,
consigliere comunale avellino
4) Rosanna Rebulla, ex assessore comune avellino,
esperta pari opportunità
5) Pasquale de Guglielmo,
geometra webmaster
6) Filomena Montanile, prof. associato scienze della formazione università di salerno

DEMOCRATICI DAVVERO per Rosy Bindi
1) Rosa Martino,
direttore A.S.L.
2) Domenico Tucci, professore
3) Annunziata Lombardi, professoressa
4) Luca Cecere,
avvocato
5) Giuliana Luongo,
dipendente A.S.L.
6) Massimo Balzano, giovane avvocato

collegio numero 11, campania 2, avellino, liste pd, politica&web, foglio di lavoro aperto

chi è per il pd, fra un paio di settimane (il fatidico 14 ottobre) sarà chiamato ad esprimere la propria preferenza per l'elezione dell'assemblea costituente (nazionale e regionale). noialtri, si vota nella circoscrizione campania 2, al collegio numero 11, avellino. nonostante non si possa far di più (leggere alla voce partecipazione), un benché minimo contributo lo si vuole fornire. ecco, dunque, di seguito un elenco dei nominativi dei candidati, colle informazioni (talvolta stringate) che si è riusciti a ricavare con una semplice ricerca su google. ovviamente, può essere questa l'occasione per tutti gli interessati per aggiungere i contenuti che desiderano, di descrivere il pd che sognano. oppure di rimanere silenziosi

ASSEMBLEA NAZIONALE (6 posti disponibili)

CAMPANIA DEMOCRATICA per Walter Veltroni
1)Vincenzo De Luca,
assessore regionale lavori pubblici
2)Fiorella De Vizia,
volto nuovo (?)
3)Giuseppe Galasso, sindaco di avellino
4)Angelina Aldorasi, dirigente scolastico liceo classico europe P.Colletta
5)Mario Matarazzo, dirigente scolastico scuola media
6)Antonella Ciarcia, consigliere comunale venticano, volto nuovo