prega al rialto
uscito stracco dalla settimana consulenziale numero sette, alla maniera di trinità ho legato la mia branda all’ultimo vagone del convoglio metro verso rebibbia. più che intorpidito dal solleone battente, solo un gran mal di testa da impegni senza sosta né tanto frutto. a parte il tempo di un pasto primo-secondo alla “dea di roma”, perfino pres’in giro perché gran mangione, perché accantono l’idea di un semplice toast, della palestra fuori mano, di una gita lato tribordo a largo del golfo di gaeta. i tributaristi, gente senza scrupoli, razza italica per eccellenza, luogo comune li vuole amici degli evasori o evasori loro per primi. noialtri alla loro caccia, ci arrangiamo a modo nostro, siamo convinti della bontà del fine, scettici sul buon esito dell’azione. mentre fuori l’ufficio, un licenziato perugino inscena una protesta surreale, rumorosa, doverosa, contro quell’arraffastipendi dell’amministratore delegato, cui piace il mare, lo yacht, il potere. il nostro staff team group 24hsu24 di brain stormin’ alloggia, sotto chiave, il duplicato nelle mani della donna delle pulizie, al seminterrato, scenografia da obitorio, macchina senza caffè, caffè senza macchia. nel week end mi riprendo, prendo in mano letture, relazioni, contatti, vite. nel week end ricostituisco il senso del mio andare. il week end è stato. il treno è ripartito
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