31.10.07
28.10.07
prega al rialto
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24.10.07
scelte di vita ad un capolinea
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22.10.07
programmi della sera
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20.10.07
riforma delle procedure di bilancio: per obiettivi
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19.10.07
18.10.07
codici di geometria esistenziale
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16.10.07
lo spoglio e la profezia
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13.10.07
il pd. perché. l'inno
la ginnastica delle mie idee
è forse strano a dirsi
ma il mio pensiero unico sei tu!
niccolò fabi – la politica
sono italiano da più di cinquant’anni e
mi sono fatto l’idea che fra potere e società
non ci sia differenza alcuna di calibro etico.
elettori che considerano la furbizia una virtù
eleggeranno politici che sono il loro specchio fedele.
il qualunquismo è esattamente questo:
individuare nel Palazzo
un comodo e vistoso capro espiatorio.
michele serra – “la repubblica”
la verità è che, dove tutti sono responsabili,
ciascuno è responsabile per la parte che gli spetta,
in proporzione della sua capacità a fare il bene o fare il male
che ha realmente fatto o che non ha cercato di impedire.
un contadino sardo è anche lui responsabile per la sua quarantacinquemilionesima parte
di quanto avviene in Italia.
gaetano salvemini
1. L’arte politica riesce ad incidere realmente sulla vita delle persone quando nel bel mezzo di trasformazioni socio-economiche, spesso indipendenti dalla sua azione, cerca di orientarle, di incanalarle secondo percorsi alternativi sulla scelta dei quali dovrebbe esercitarsi il dibattito delle forze politiche. Esempio: posto che sia ineluttabile, in un prossimo futuro, se non già oggi, una società multirazziale, inutile che il partito x – conservatore continui a esaltare l’armonia sociale del superato Stato nazione, il partito y – progressista abbozzare l’elogio delle virtù delle “culture altre”; piuttosto affrontassero il problema di quale pacchetto di politiche di integrazione offrire. Nonostante sembri una distinzione sottile, il più grosso difetto della politica (italiana) è che si limita alla tessitura dell’ovvio, il futuro non le interessa né l’analisi dell’impatto che le sue decisioni possono avere sul Paese. Naturalmente il mio ragionamento presuppone un paio di postulati. Uno: la politica non è il motore immobile della realtà, se pure è piuttosto vorace in questo paese resta uno degli attori in campo di un sistema; tra l’altro se debole, come è oggi, la sua azione è influenzata da forze economiche, lobbystiche, criminali. Due: la politica solo quando è liberata dallo sfinimento delle polemiche da bar, può diventare ragionamento previsivo, quand’è di buona levatura, persino profetico: prefigura la realtà che sta arrivando e s’ingegna a trovare modi per cui il bene pubblico sia accresciuto, il male minimizzato. La politica dunque, come dovrebbe essere, sta sempre sulla frontiera della battaglia intellettuale (per le idee nuove), e tra le forme di conoscenza è la più nobile perché le comprende tutte.
2. Eppure è tutto marcio. Un lamento continuo. Prodalzheimer, Mastellaereo, Pecoraro con i consulenti (per niente) al verde, Padoaschioppa dalle tasse bellissime alla chiamata against-bamboccio. L’ondata di antipolitica recentemente rilanciata dai media ha scatenato una fibrillazione popolare senza precedenti e i discorsi nella metro hanno raggiunto picchi di violenza verbale inauditi. Come se, tra l’altro, tutto fosse imputabile ai rom e a roma. A proposito di grillo occorre fare un salto di qualità. Benché è fisiologico credere che in un paese come l’italia tutto sia causa del ceto politico, è utile ricordare che tra il Palazzo e la collettività esiste un corposo soggetto intermedio, che raccoglie le direttive (in leggi) dall’esecutivo e gli dà sostanza, sottoforma di servizi (dei quali si lamenterebbe l’inefficienza). Ebbene l’amministrazione pubblica occupa qualche milione di persone e entrarvi a farne parte è il desiderio nascosto di molti (compreso il mio). Ci si lamenti, dunque, anche del fatto che abbiamo una amministrazione scadente, incapace, scarsamente proattiva. Certo, i meccanismi di cooptazione dei dirigenti l’invadenza della politica, le cordate, le clientele. Oltre al Palazzo (al singolare), esistono dunque una moltitudine di Palazzi (quelli della p.a.), all’interno dei quali (non solo in quelli, sia chiaro) vivacchia una umanità della più varia specie, da cui ogni cittadino ha il diritto di chiedere il resoconto, quando non soddisfatto, perché la responsabilità è sempre di uno, né di Dio né di nessuno.
3. Finora non si è ancora nominato il PD, la ragione per cui il post nasce. Dico subito che domani andrò, entusiasticamente, a votarlo. Ci sono mille ragioni per criticarne i primi passi. Inutile, ad esempio, eleggere il segretario, prim’ancora che l’assemblea costituente abbia deciso quale contenitore di idee, di riferimenti culturali, semplicemente quale tipo di struttura, andrà a dirigere. Inutili assemblee così pletoriche. Ma rimane il senso di sfida, di speranza. Un partito post ideologico, aperto, a rete, come è diventata la società. Voterò per la Bindi, per nessuna particolare ragione se non fosse che ha tenuto in piedi una competizione nata morta per contingenze governative. Poi il filosofo Mazzarella, perché il resto dei candidati è proiezione di una vecchia politica che avrebbe fatto bene a ritirarsi, e che trasforma, da queste parti, la battaglia per il nuovo partito, nell’ennesima battaglia di retroguardia.
ARCADE FIRE - WAKE UP
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2.10.07
candidati assemblea costituente regionale (?) per il PD, campania 2, collegio 11
ASSEMBLEA REGIONALE (disponibili 13 seggi)
CAMPANIA DEMOCRATICA per TINO IANNUZZI
1) Enza Ambrosone, capogruppo margherita comune di avellino
2) Ettore Iacovacci, guardalinee
3) Vanda Grassi, sindaco di montefalcione
4) Michele Iannicelli, presidente alto calore servizi s.p.a.
5) Vera Trasente, vicesindaco montefredane
6) Alberico Villani, sindaco di altavilla irpina
7) Rita Petruzziello, rappresentante sindacale uil
8) Guido d'Avanzo, capogruppo margherita comune di avellino (staffetta)
9) Maria Cerullo, referente sinistra giovanile per firme referendum
10) Sergio Barbaro, non questo, capogruppo ds comune di avellino
11) Olimpia Rusolo, fondatrice circolo "CHIESA&POLITICA"
12) Massimiliano Carullo, vicesindaco mercogliano
13) Enza Preziosi, responsabile Cpo Uil
I RIFORMISTI CORAGGIOSI per SANDRO DE FRANCISCIS
1) Andrea Forgione, promotore apd
2) Antonietta Calvano, responsabile URP ?
3) Giuseppe Trunfio, assessore villamaina
4) Mario di Rienzo, volto nuovo ?
5) Angela Storti, nessun risultato
6) Amedeo d'Amato, autore di documento sulla Democrazia
7) Antonietta d'Agostino, nessun risultato
8) Angelo Oliveto, signore
9) Claudia Donatiello, coraggiosa
un Nuovo Inizio per la Campania per Salvatore Piccolo
1) Coppola Rosa, poetessa?
2) Aliberti Vittorio, risultati dubbi
3) Cioffi Raffaella, uil??
4) Fasolino Aniello, consigliere comunale di sarno?
5) Gaeta Giovanna, architetto
6) Aliberti Filiberto, iscritto al club juventus doc - alessandro del piero
7) Maratea Franca, zero risultati
8) Coppola Alessandro Santolo, zero risultati
9) Bergamo Maria, risultati dubbi
I DEMOCRATICI per EUGENIO MAZZARELLA
1) Francesco Todisco, assessore comune di avellino
2) Rosanna Rebulla, esperta pari opportunità
3) Luca Iandolo, consigliere comune avellino
4) Vincenza Falasca, volto nuovo ?
5) Michele Palladino, consigliere comunale avellino
6) Lucia Bardesiato, collaboratrice per la redazione rapporto fillea cgil
7) Mario dello Russo, delegato UILTuCS
8) Esterina di Meo, autrice della tesi di laurea: "il soggetto. la persona"
9) Guglielmo Greco, volto nuovo ?
10) Rosa Macchione, volto nuovo ?
11) Roberto Lettieri, ?
12) Ester di Cillo, zero risultati
13) Giovanni Vesce, medico chirurgo ?
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1.10.07
continua - assemblea nazionale
I RIFORMISTI CORAGGIOSI per Walter Veltroni, blog di riferimento
1) Franco Maselli, ex presidente della provincia, promotore di democraticamente insieme
2) Rita Caronia, volto nuovo
3) Giuseppe di Iorio, da ultime verifiche, responsabile interno Comune di Montemiletto
4) Michela Stoccuto, zero risultati
5) Alfonso Iacobucci, geometra premiato
Con Veltroni, AMBIENTE, INNOVAZIONE, LAVORO
1) Wanda Dovetto, zero risultati
2) Antonio Di Pietro, milioni di risultati ma sull'omonimo
3) Daniela Barbieri, blogger ?
4) Luigi Frusciante, professore universitario
5) Antonella Rocco, cantante?
6) Francesco Miccichè, regista?
I DEMOCRATICI per Enrico Letta
1) Raffaello De Stefano, ex presidente alto calore avellino
2) Rita Maio, dirigente scolastico against tunnel
3) Angelo Spica, consigliere comunale avellino
4) Rosanna Rebulla, ex assessore comune avellino, esperta pari opportunità
5) Pasquale de Guglielmo, geometra webmaster
6) Filomena Montanile, prof. associato scienze della formazione università di salerno
DEMOCRATICI DAVVERO per Rosy Bindi
1) Rosa Martino, direttore A.S.L.
2) Domenico Tucci, professore
3) Annunziata Lombardi, professoressa
4) Luca Cecere, avvocato
5) Giuliana Luongo, dipendente A.S.L.
6) Massimo Balzano, giovane avvocato
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collegio numero 11, campania 2, avellino, liste pd, politica&web, foglio di lavoro aperto
ASSEMBLEA NAZIONALE (6 posti disponibili)
CAMPANIA DEMOCRATICA per Walter Veltroni
1)Vincenzo De Luca, assessore regionale lavori pubblici
2)Fiorella De Vizia, volto nuovo (?)
3)Giuseppe Galasso, sindaco di avellino
4)Angelina Aldorasi, dirigente scolastico liceo classico europe P.Colletta
5)Mario Matarazzo, dirigente scolastico scuola media
6)Antonella Ciarcia, consigliere comunale venticano, volto nuovo
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30.9.07
ascensorofobia
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29.9.07
abbagli(anti). note lunari di un pendolo in carne e ossa
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24.9.07
spallata al governo d'autunno: si ritorni all'urne
firma appello "campagna birmania" su birmaniademocratica.org
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23.9.07
io voto te tu voti me le idee seguon da sé
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22.9.07
bloggers: disgraziati macchiati di pixels
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21.9.07
diario di un vagabondaggio
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15.9.07
sul lavoro culturale
Quanti ce n’erano rimasti, allora come ora, di sottotenentini di vent’anni, in Cirenaica, in Russia, in Grecia? Tanti. Erano morti insieme ai loro soldati, ed erano morti senza riuscire nemmeno, prima, a capirsi con i loro soldati, perché i contadini non avevano studiato né la cultura fascista né la letteratura, né la storia, niente insomma. Erano analfabeti. Ragazzi di vent’anni come noi, ma lontani da noi in ogni momento, tranne che nella sorte delle marce, dei turni di vedetta, degli scontri di pattuglie. Solo le bombe dei mortai greci, o le catiusce dei russi, o i carri armati inglesi ci facevano uguali. Perché?
Perché c’era voluta la guerra a farci capire che esistono due Italie? Da una parte l’Italia dei contadini, quelli che lavorano, e poi fanno le guerre; e dall’altra l’Italia del signor generale, del vescovo, del federale. E noi cosa stiamo a farci? Dobbiamo scegliere, o di qua o di là. Noi abbiamo studiato, diceva Marcello, ma quel che abbiamo imparato non servirà a niente, se non ci aiuta a capire le ragioni dei contadini; se non ci aiuta ad evitare di doverceli portare dietro un’altra volta, domani, e morire insieme senza nemmeno esserci guardati in faccia, senza mai esserci capiti.
Per questo, in mezzo a noi che volevamo, come si è già spiegato, una cultura moderna e spregiudicata, Marcello insisteva a dire che niente è moderno e spregiudicato se non lascia davvero dietro di sé i pregiudizi e i residui di maggior peso, se non tiene conto di questa fondamentale esperienza dei giorni nostri, e che la cultura non ha senso se non aiuta a capire gli altri, a soccorrere gli altri, ad evitare il male.
da il Lavoro culturale, Luciano Bianciardi
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13.9.07
eterodossie in terra d'utopia. pietralata d'annata
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11.9.07
back to eurome
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7.9.07
6.9.07
disinnescare de mita ad uomo
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3.9.07
là costa / locuste / lacoste / la casta
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31.8.07
avellino nell'età dei metalli
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29.8.07
scritto sulla tolleranza che spenga diffidenza
In seguito a questa critica, nelle Ricerche filosofiche Wittgenstein elabora una nuova teoria del linguaggio e dei rapporti fra il linguaggio e il mondo che esso descrive. Non esiste un solo tipo di linguaggio, dice Wittgenstein, ma “innumerevoli: innumerevoli tipi differenti di impiego di tutto ciò che chiamiamo “segni”, “parole”, “proposizioni”.
da La ricchezza delle idee. Alessandro Roncaglia
Un diffuso senso di sfinimento si spande prima che mi prenda il desiderio di buttare giù qualcosa. Forse mi lascio convincere, o istupidire, dal solito motto “ora o mai più”, come se poi scrivere fosse dominare l’attimo che viene, e non, come leggevo da qualche parte, essere da esso posseduto, e tutto per via dell’infinitesimo ma decisivo istante che trascorre tra il momento in cui compiamo una azione e quello in cui ne diventiamo consapevoli. Ed effettivamente qui arriva prima la scrittura e poi il pensiero. Intanto si succedono giornate in cui i benefici della socialità si contrappongono ai danni permanenti di passati isolamenti, come ricorda la vita agra dell’intellettuale di monteforte, che così quando incontra per strada chi immagina possa ascoltarlo, si lancia in infinite divagazioni, perifrasi, continue citazioni che spaventano l’interlocutore fino a costringere quest’ultimo alla fuga. Probabilmente avremmo dovuto meglio vigilare sulle sue idiosincrasie, su come metteva assieme i pomeriggi. Condivideremo, se non oggi domani, il suo fallimento. Ciò che rovina questa terra, a tratti confusa, a tratti disperata, è l’atavica diffidenza della sua gente. Gli avi ci hanno tramandato un inarrivabile gusto nel diffondere maldicenze sul vicino di cortile e una ostinata incapacità a comprendere le sue ragioni. Le due deficienze combinate sottraggono ampi spazi di discussione, di socialità, di solidarietà. Ora poi che il mondo stesso è diventato il cortile di casa, per quanto si sono accorciate le distanze, (lì dove potenzialmente sono mescolabili le differenze), questa diffidenza è il peggior passaporto del nostro carattere. Chi, qui come altrove, si sforza, ad ogni modo, di preservare l’identità dimentica troppo spesso che questa è composta anche di tratti oscuri, sorpassati, inadeguati ad un ideale felice di umanità. Il progresso civile sfida continuamente le vecchie credenze, dei tenaci conservatorismi; le sue battaglie si giocano certo su temi contingenti, ma la sua conquista finale è la completa liberazione dell’uomo. Chi può dare una mano?
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27.8.07
copia, incolla & scopiazza
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24.8.07
via federico cassitto, economista
finge così completamente
che arriva a fingere che è piacere
il piacere che davvero sente
Fernando Pessoa, riadattato
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21.8.07
pallottole sul campo coni (ispirano)
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17.8.07
la fame che avevamo
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14.8.07
spara juri spara
una certezza che scivola
di mano
il destino di un vip – samuele bersani
saltabeccando per feste di piazza
pare che una bionda poderosa ci insegua
fingendo distrazione
ha stivaloni bianchi e phard abbondante
(il phard abbonda sulla maschera delle biondone)
lo spettacolo di stasera dà le spalle alla stazione
(da cui i viaggiatori sono estromessi
e pure i treni mal sopportati)
e si rivolge alla chiesa di san francesco, borgo (?) ferrovia
accogliamo i dispersi/disperati più nel chiuso del sagrato
che alla luce della piazza
ché poi la gente sai che deduce, sai che racconta
otto chioschi di co.co.pro. ben riforniti vendono birra asciutta
tenuta fredda con lastroni di ghiaccio in bacinelle azzurre
l’abilità nella contrattazione spunta sconti sostanziosi
(necessario interloquire in dialetto stretto)
da un gruppo di individui si stacca una giovane donna in sorriso
mi viene incontro ma è oscurata dalla luci della ribalta
la riconosco solo quando è ad un palmo
quando tutto è già cambiato
e i colori intorno si sfaldano
ci disperdiamo e ci ricomponiamo secondo percorsi dei più vari
e le sorelle a spasso ci preannunciano con largo anticipo
lo spettacolo (di samuele bersani) comincia alle 21e42
ché il cronometraggio è la mania recente
il mostro del precariato alla media francesco tedesco
l’eloquio ironico del cantautore spezza il ritmo del concerto
ma piano piano convince il pubblico,
qui afflitto da secoli di diffidenza,
a partecipare da par suo
BATTETE LE MANI! INSOMMA FATE QUEL CHE VOLETE!
ci sta bene la seconda
…quello che vogliamo
racconta che nessuno lo ha riconosciuto nel pomeriggio in città, girovago
forse non sa che qui si usa solo la caccia all’assessore
sì, è quello del diluvio universale, del pezzo della pausini,
delle tettine di quand’ero giovane
internet crea dipendenza
l’umiltà è meglio
studio aperto cattiva (informazione)
chiude acclamato
meritato
la bolsa karaoketa c’infogna col confronto con michelezarrillo
atterriamo sui platani malati di vita
sciami di parcabatine sfilano tra giovani rampanti di periferia
soltanto i matrimoni misti potranno risollevare avellino
quando nasceranno finalmente dei bimbi a colori
(il concerto è terminato alle 23e22)
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13.8.07
6.8.07
il giovane e il mare (back to 2002)
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3.8.07
le proposte culturali dei GIOVANI per AVELLINO 2008
1) l'ECOTUNNEL: un lungo serpentone colorato che attraversi una delle arterie principali della città, in cui esporre oggettistica di design e moda ricavata dai rifiuti. Giovani creativi utilizzando scarti industriali realizzano, per lo più artigianalmente, prodotti piacevoli, finanche "alla moda" come borse , vestiti o oggetti di arredo. L'ecodesign è divenuto, in breve tempo, la frontiera alla quale anche molte aziende del settore oggi puntano. Per saperne di più, qui;
2) Drive In Cupo di mezza estate: lì dove decine di giovani coppiette ogni sera si scambiano dolci effusioni, nell'ampio parcheggio dello stadio Partenio, proiezione trisettimanale di films, la cui visione, data una certa disposizione delle auto, è possibile da bordo, senza di fatto che sia intralciato lo scambio d'affetto di cui sopra;
3) MUSICASTELLO: programma di musica classica, jazz, rock, pop, a giorni o settimane alterne, nell'unica arena della città, piazza castello, antistante il teatro Gesualdo (possibili anche rappresentazioni teatrali all'aperto) nonché prossimo al Conservatorio Cimarosa;
4) AVELVINO IN BORGO: la festa del Vino, autentica ricchezza dell'Irpinia, che lustri a festa e riconnetta al tessuto urbano il centro storico, i suoi vicoli: ché paradossalmente tra musica popolare, balli, degustazioni enogastronomiche e tanto vino locale, a qualcuno possa tornare la memoria;
5) CHI RIDE FOTTE A CHI CHIAGNE: gigantografie in bianco e nero attaccate sui muri scrostati delle periferie dimenticate dei volti dei suoi abitanti, ritratti disperati, perplessi, depressi, di fianco gli amministratori, i politici, i potenti, naturalmente sorridenti, superbi, solari. Esempio di street art, alla maniera di quanto ha realizzato un giovane creativo francese nella striscia di gaza. L'effetto, vi assicuro, è dirompente!
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2.8.07
libere considerazioni dopo partecipazione alla fronda
Guido Piovene, Viaggio in Italia
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1.8.07
ad un passo dall'assunzione, capitombolo! pateticamente reagisce. ogni conforto lo sconforta
temo che se non mi aggrappo strenuamente con la punta della biro al foglio possa venir sbalzato di colpo in orbite lontane o peggio sprofondare nei pressi degli abissi, del nocciolo duro, magmatico, che risiede, dicono, al centro esatto della terra, tenendola insieme tutta. la comunicazione arriva dritta, capo&collo, nonostante l’attesa durasse da lungo termine e avesse paralizzato ogn’altra utile attività, congelato ogni ulteriore decisione sull’aspetto da assumere da qui a dopodomani. ora, un leggerissimo cerchio alla testa lascia deragliare liberamente i pensieri. un'eco e come se il destino si fosse ripresentato alla porta di casa, chiedendo insistentemente istruzioni sul da farsi. e io barricato dentro, incapace di affrontarlo, che attendo il momento giusto per presentarmi all’uscio, e dignitoso affrontare il suo sguardo.
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31.7.07
la crisi stagionale nel mercato delle badanti ucraine: dove investire!
da Piccola posta, di Steno (1955)
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26.7.07
piangere sull'epo versata
Peggio di noi non si può stare,
credimi!
L’alta marea ci porterà via,
contaci!
….
Seven! SEVEN!
È il numero degli alberi
Dio solo sa se questa città ha alberi
Canos – Verdena
Un lampo e m’accorgo che l’ombra cala nella mia stanzetta tropicale, e mi precipito alla finestra, e scorgo che la prima nuvolaglia del mese s’appresta a coprire finalmente il solleone. Nuvolaglia passeggera. Se giusto un attimo dopo i raggi m’accecano e sono costretto a distogliere lo sguardo, “la capa gira”, sbalzo di pressione, come un sacco tracollo sul letto. Sul comodino, fogli di giornale spandono il proprio odore di stampato, devo costringermi a scrivere, penso, o non imparerò mai a farlo. Ritorno a stamattina, quando ipnotizzato dalle immagini, quasi mi commuovevo alla visione delle prodezze di robybaggio, chissà se per immedesimazione. Ché ieri sera, a calcetto, ho segnato in rovesciata il goal della vita, cross lentissimo dalla sinistra, io in fuorigioco da mezz’ora, capisco che è la volta buona per provare, mi distendo a terra ad attenderlo, ne vien fuori un destro all’angolino, portiere sgomento, avversari e non basiti, degna esultanza stile “marcelo salas”. Non capiterà più. Di sport in sport, finisco col teleincollarmi alla cronaca di bulbarelli e cassani del tour de france. Mai stato un ciclista all’altezza, ne sono uno spettatore appassionato fin dai successi di indurain, accoppiata “giro&tour”. È il giorno dell’esclusione di Rasmussen, capoclassifica, non per l’ennesimo caso di positività, ma per aver nascosto alla sua squadra dove si allenava. Già ammonito dalla sua federazione e dall’UCI, per essersi sottratto, prima dell’inizio del Tour, a dei controlli antidoping, gli organizzatori della corsa hanno fatto pressioni sulla sua squadra perché si decidesse ad allontanarlo. A svelare l’errore del corridore danese è servita la testimonianza di Davide Cassani, che lo aveva visto allenarsi in Italia, sulla Marmolada (e non in Messico come aveva dichiarato). In telecronaca Cassani, ex corridore, sembra mortificato per l’accaduto e accenna ad una telefonata (con un fil di voce) di Rasmussen, ad esclusione consumata, che l’avrebbe fatto piangere. Spera che un giorno possano tornare a guardarsi negli occhi, a testa alta, senza rancore. La sua voce è alterata. Il quadro è devastante. La regia della tv francese s’attarda sui campi di girasole che voltano le spalle alla corsa dalla quale manca il giallo del primato. Non riesco a distogliere lo sguardo dal disfacimento. Peggio di noi non si può stare, credimi!
Molti mi chiedono cosa ci resto a fare, al Tour. Ci resto per raccontare quello che succede tutti i giorni, esattamente come i colleghi che in una guerra raccontano i danni collaterali, e nessuno gli chiede di andarsene dall’Afghanistan o dall’Iraq se per sbaglio è stata centrata una scuola o un mercato. Credo che questo sia il nostro lavoro, non è tornandomene che cambierei la situazione (gravissima) del ciclismo.
Se ne sentono tante, in questi giorni. Una spassosa l’ho letta su un giornale francese: “Bisognerà smettere di fare del ciclismo una metafora della vita”. Padronissimi, ma perché? Forse che nella vita non ci sono imbroglioni che vincono a mani basse? Nella vita va sempre bene agli onesti? Nella vita la competizione è leale, senza trucchi, senza raccomandazioni, senza spinte chimiche o politiche, senza complicità diffuse? Questo ciclismo è perfetto, come metafora della vita. Infatti è malato, come può ammalarsi (o drogarsi) un amico o un parente. Proprio per questo ha bisogno di presenza (di attenzione, di vigilanza) e non di lontananza.
Secondo me, nel 2008 mezzo gruppo sarà disoccupato, e anche questo è un prezzo da pagare. Ecco perché non me ne vado e spero di esserci, a Brest, nel 2008. Perché il ciclismo pulito può essere, a seconda dei punti di vista, un’utopia, una speranza, un affare, una barzelletta, o più semplicemente molte cose da raccontare. Di una giornata come quella di ieri, tanto per dire, non ci si può lamentare.
Gianni Mura, su Repubblica di oggi
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25.7.07
spiattellare
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21.7.07
cosa vuoi fare da grande?
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18.7.07
inspiegabili rivelazioni
*martedì 17 luglio 2007, a margine del colloquio di lavoro in cui ho svelato di esser un blogger
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16.7.07
salvamme 'o munno
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15.7.07
resa dei conti
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14.7.07
(rovinoso) citazionismo
ennio flaiano
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13.7.07
il rischio del solipsismo in agguato dietro la lettura delle avventure di eroi solipsistici
recensione meridiano della repubblica, il corriere della sera, il giornale; ancora su bellow dal curatore della raccolta, guido fink, infine giuseppe genna
bozzetto del celebre ritrattista della new york review of books, david levine
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12.7.07
il partito che è partito
per ulteriori informazioni, rassegna stampa , iMille, rischio regole 1 e 2
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11.7.07
quando mi prendevano per massimo di prato
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10.7.07
ciò che i fans da tempo aspettavano
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9.7.07
contraddizione in termini
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8.7.07
nessuna spiegazione
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7.7.07
6.7.07
non alzo più commenti!
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5.7.07
analisi comparata di progetti di vita
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4.7.07
3.7.07
tra gru e nocciole
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