2.8.07

libere considerazioni dopo partecipazione alla fronda

Ho ritrovato ad Avellino esemplari perfetti di un certo tipo di intellettuale del Sud, intelligente, pessimista, che contempla se stesso e i suoi malanni come un capitolo della storia.
Guido Piovene, Viaggio in Italia

Nel minuscolo cortile di Palazzo Greco, ieri sera, si è discusso, dinanzi ad un pubblico minuto ma attento, del Viaggio Elettorale di De Sanctis, appena ripubblicato dalla locale casa editrice Mephite. Relatori il giornalista di Repubblica Napoli, Marco Lombardi, il “paesologo”, Franco Arminio, e l’ispiratore del ciclo di incontri agostani in Via Duomo di “La città visibile. Movimento di alternativa civile” (questo era il primo appuntamento) nonché curatore del libro, Prof. Toni Iermano. Poche note di ragguaglio sul testo: nel freddo gennaio del 1875, il Professor Francesco De Sanctis, già ministro della Pubblica Istruzione nei primi governi unitari di Cavour e Ricasoli e autore della celebre storia della letteratura italiana (del 1870), attraversa il collegio di Lacedonia, la sua terra (era nato a Morra) per raccogliere il consenso attorno alla sua candidatura al Parlamento. Sarà l’occasione per descrivere le condizioni di arretratezza materiale e civile che incontra sulla sua strada e che, proprio in quegli anni, ispireranno le analisi dei meridionalisti. Il testo è ancora attuale? A parere di Marco Lombardi (cui tocca l’introduzione dell’incontro e le lodi di rito), nonostante siano mutate molte delle condizioni ambientali del tempo, rimane un “divario civile” da colmare (poi, a dir il vero, si perde quando illustra le sue ultime “odissee politiche”). Per Franco Arminio, addirittura, sarebbe necessario invitare (o costringere, addirittura) i politici locali (ma non solo) a leggere un’ora di De Sanctis al giorno, perché applicando, oggi, solo un rigo di quello che lui scriveva (centotrentadue anni fa) si otterrebbe grande beneficio. Poi si lamenta (da ipocondriaco?) della scarsa attenzione che la stampa tributa a questi eventi (ma ora ci sono i bloggers); invoca di fermarsi tutti, di riaprire una “questione De Sanctis”, un “dibattito pubblico”, reading e “rivoluzioni toponomastiche”, ché è una vergogna che lui abiti in Via Caravaggio n.1 e non in Via De Sanctis, per dire. Iermano, per finire, parte dalla ricostruzione delle sue, oramai storiche, dimissioni dalla carica di assessore alla cultura nella città capoluogo (rivela come quella fatidica sera fu in grado, per la prima volta di raggiungere casa, a piedi, senza il solito codazzo di fastidiosi questuanti, e fu un’autentica Liberazione), per concludere sui mali della politica locale, ignorante, codina, trasformista, barbara che ritiene Grandi Opere non quelle letterarie (alla De Sanctis) ma piuttosto quelle cementizie, potenzialmente portatrici di nuova distruzione morale. Insomma, c’è poco da stare allegri. Non mancano gl’intellettuali, quello che manca è lo spirito costruttivo, la convinzione, pur se dissimulata, che si possa, alla fine (del tunnel), trasformare lo stato delle cose, il “siamo solo noi” compiaciuto e improduttivo, la considerazione, profondamente errata, di cominciare la rivoluzione redimendo la testa dell’Idra di Lerna (che, guarda caso, fa capo sempre al panzer di Nusco) e solo di seguito impegnandosi a dare un’interpretazione della società attuale (dei Giovani), da cui si dimostra (forse) l’insopportabile inclinazione a vivere una sorta di complesso di inferiorità nei confronti della politique politicienne, quando si fa politica, come rappresenta la signora del pubblico che interviene (non per porre domande sul libro) ma perché rotta dall’eterno interrogativo che tormenta gli autoctoni (resto o vado via?), coi gesti quotidiani, dal condominio, dal come si sorbisce il cappuccino, al bar sotto casa (il finale è enfatico).

2 commenti:

Anonimo ha detto...

ti dirò, a me franco arminio piace, per il fatto di dire le cose semplici e di non usare dietrologia; poi nei dibattiti di questo tipo è sintetico e non usa retorica e giri di parole.
e poi un pò è vero, almeno per la toponomastica potremmo impegnarci un pò di più..
Grazie per questo minireportage...
teoraventura

maynardo ha detto...

piace anche a me per quello che dici tu, a dir il vero. e, per quanto mi riguarda, ho intitolato il piccolo corridoio che dalla mia stanza porta in bagno via sabino cassese. a presto