24.8.07

via federico cassitto, economista

il poeta è un fingitore
finge così completamente
che arriva a fingere che è piacere
il piacere che davvero sente

Fernando Pessoa, riadattato


le stagioni portano con sé ribaltamenti di predisposizioni, rivoluzioni nell'indole, aggiunta inaspettata di caratteri e anche peggio. nel mezzo di continui cortocircuiti di esperienze: reali, virtuali, oniriche. il sottoscritto, lo scimunito in carrozza (quest’ultima degnamente rappresentata dall’utilitaria cigolante quindicenne) che quasi provocava un crash di inaudite proporzioni a montefalcione, si riabilita a ritmo delle ripetute discese a valle a caccia di cibo, giornali, eventi paranormali, durante l’assenza benedetta dei genitori. ventate di ottimismo oltremodo refrigeranti a dispetto delle temperature da eterno mezzogiorno lo illudono di un domani finalmente degno (se ci mette impegno), o quantomeno non fosco a prescindere. dopo tutto, ultimamente, è capace di attraversare al buio ampi passaggi complicati, resistere impassibile dinanzi l’assalto di noie assillanti, affrontare senza contraccolpi lunghe giornate di non amore. roghi nei pensieri non si propagano per l’asciutto di ampie zone di ignoranza, dove inutile fatica sarebbe il rimboschimento forzato. cosicché si prendono le decisioni che servono. futuro non si traduce illusione. e parigi varrebbe bene non solo una messa ma un intero mese di Passione.

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