8.3.10
5.3.10
il governo dei leopardi
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l'appiedato
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chiedi alla polverini
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28.2.10
sul piano strategico di avellino che tale non è

cerchiamo di fare ordine: ad agosto duemilanove, la giunta regionale pubblica sul burc (nome scorbutico del bollettino regionale campano) il disciplinare degli accordi di reciprocità: il nuovo strumento di programmazione integrata attraverso cui i sistemi comunali individuati dal piano territoriale regionale possono accedere ai finanziamenti del programma di attuazione regionale del fondo aree sottoutilizzate (in tutto, cinquecento milioni di euro). ora, il piano territoriale regionale, approvato definitivamente nel duemilaotto, e che rappresenta il quadro di riferimento regionale per la pianificazione territoriale, divide i cinquecentocinquantuno comuni campani in quarantacinque sistemi territoriali a diversa caratterizzazione (sistemi naturalistici, rurali-culturali, rurali-manufatturieri, urbani, urbani-industriali e costieri). il sistema urbano avellinese ricomprende oltre la città capoluogo, i comuni di atripalda, mercogliano e monteforte irpino. tuttavia, ai fini dell’accordo di reciprocità sono aggregati all’area urbana i comuni di aiello del sabato, cesinali, contrada, s. stefano del sole, sorbo serpico, manocalzati e montefredane: undici comuni per oltre centodiecimila abitanti: finalmente, una vera area urbana!
il documento pubblicato è lo studio di fattibilità del progetto territoriale per lo sviluppo sostenibile, in pratica l’atto con cui il sistema territoriale si candida a poter utilizzare i fondi messi a disposizione dalla regione nell’ambito della programmazione dei fondi fas (il progetto piu europa della città di avellino, invece, è finanziato con fondi comunitari fesr). è solo “il primo passo di un percorso programmatico più ampio e complesso in corso di definizione nell’ambito del piano strategico in corso di formazione”. tralasciando ogni commento sulla chiarezza del testo, non si capisce a che punto è il piano strategico e in che modo esso si lega all’accordo di reciprocità. pure se il documento definisce il sistema urbano intercomunale di avellino (il suia), il primo aspetto che salta agli occhi è che tutte le pagine del documento sono sottoscritte dal rappresentante capofila del partenariato istituzionale locale, il sindaco di avellino, dott. giuseppe galasso, onore a sua eccellenza.
il progetto persegue cinque macro-obiettivi: garantire una maggiore connessione ecologica tra territori a maggior valenza ambientale e paesaggistica, garantire un maggior grado di protezione ambientale contro il dissesto idro-geologico, valorizzare il patrimonio culturale locale, incrementare l’attrattività del territorio verso imprese e nuovi residenti, innovare, integrare, qualificare il sistema produttivo locale, infine, organizzare una comunicazione integrata per dare visibilità al territorio. gli assi di intervento proposti riguardano appunto il sistema produttivo, il sistema dell’inclusione sociale, il sistema ecologico ed il sistema della mobilità sostenibile. di seguito, una sintetica descrizione delle misure previste per poi passare velocemente ai commenti.
sistema produttivo: attraversa una profonda crisi industriale, che affonda le radici negli anni ottanta ed è di fatto amorfo per l’assenza di un carattere unitario, debole per la crisi del comparto auto, con un’imprenditoria poc’avvezza al rischio, dalle limitate capacità innovative. occorre al più presto finalizzare una strategia per la ridefinizione del sistema produttivo, probabilmente (non si chiarisce se è una decisione già presa o da prendere in relazione alla strategia da ridefinire) caratterizzandolo attraverso il potenziamento della logistica e incentivando l’insediamento di imprese tecnologiche (ad esempio spin off delle università di benevento e salerno, mai napoli). all’uopo, il documento lancia il sistema urbano telematico avellinese, il cablaggio con fibra ottica dell’intero territorio urbano (importo da finanziare di venti milioni di euro), il progetto numero uno per risorse ed effetto mediatico ma non quello portante. inoltre, si annuncia la realizzazione di un polo high tech all’ex mattatoio, un incubatore per nuove imprese, un pivot informativo, che raccolga brevetti e diffonda buone pratiche.
sistema dell’inclusione sociale: caratterizzato dall’assenza di spazi aggregativi, dal dissesto idrogeologico (!) e dal continuo abbandono del territorio delle attività tradizionali (es. artigianato). si propone la costruzione di un “villaggio sociale” al ex mercatone (sì, la nostra è proprio una città di ex) nel quale “ricomprendere tutte le istanze sociali presenti anzitutto nel contesto del territorio comunale di avellino” (vade retro, emarginato di santo stefano del sole!). il villaggio diventi inoltre un luogo di discussione delle politiche sociali, addirittura uno scrupoloso osservatorio che analizzi l’andamento delle politiche pubbliche in materia (in raccordo, sempre, con le università di salerno e di benevento) ed intervenga a sollievo della povertà urbana anche in sinergia con la caritas e altri enti religiosi (!).
sistema ecologico: il progetto mira alla caratterizzazione del suia come una città produttiva sostenibile, dunque accanto alle iniziative per il rilancio o il decollo di attività produttive nei campi dell’innovazione tecnologica e del potenziamento logistico, sono previste azioni di riqualificazione ambientale e di valorizzazione turistica del patrimonio culturale e naturalistico. in particolare, viene descritta la fattibilità della rete ecologica territoriale attraverso il recupero dei corridoi fluviali del sabato e del torrente fenestrelle. si riannodino le aree a naturalità diffusa con la città attraverso la mobilità lenta, le sempiterne piste pedonali e ciclabili. si limiti il consumo di suolo, se possibile.
sistema della mobilità sostenibile: la struttura trasportistica del sistema urbano si regge quasi esclusivamente sulla rete stradale per l’assenza di collegamenti significativi su ferro. “in un quadro di interventi di lungo periodo, si pone, a livello regionale, la necessità di potenziare collegamenti su ferro verso benevento e salerno (non napoli, forse per evitare pericolose infezioni) e la chiusura della maglia autostradale di contenimento (?). di fatto, si rilancia, ma non con l’accordo di reciprocità, il progetto dell’anas che raccorda le tratte autostradali roma-napoli con la napoli-canosa e la salerno-avellino. si suggerisce poi il raddoppio della variante, prevedendo un doppio percorso. ma il progetto richiede direttamente il finanziamento per il secondo lotto della metropolitana leggera (da sette milioni di euro) per raggiungere monteforte a ovest e atripalda ad est e per la realizzazione di un parcheggio di interscambio sempre a monteforte.
in sintesi, l’accordo di reciprocità prevede dodici interventi per un finanziamento complessivo di cinquantasei milioni di euro, cofinanziati al dieci per cento dagli enti locali. il meccanismo introdotto dalla regione campania innesca una competizione tra i sistemi urbani, città in nuce, per l’accesso ai finanziamenti per lo sviluppo territoriale. ciò che manca al progetto del suia è un grave difetto di governance: il partenariato istituzionale locale (la sommatoria dei sindaci, capeggiati dal sindaco di avellino, città in cui si concentra la quasi totalità degli interventi) si riunisce per individuare, alla bell’e meglio, un insieme di azioni mai condivise con nessun altro attore locale né discusse pubblicamente, e non istituzionalizza una procedura di decisione pubblica trasparente che trattando dello sviluppo territoriale dell’intera area, recepisca i suoi fabbisogni. il paradosso che ne scaturisce è che in questo modo, nessuno, sia sindaco o professore di tuttologia può ergersi a decisore pubblico e sancire che è la banda larga ciò di cui abbiamo bisogno per connetterci alla modernità così come nessun qualunquista da bar dello sport potrà mai strologare sulle astruserie con cui ci rubano i soldi (è tutto pubblico!). occorre un investimento di ben altro tenore (e ben altre capacità di leadership, altro che laurea in capofila) per fare di avellino e dintorni una vera città che sappia affrontare i gravi problemi di competitività che la attanagliano, che solo una vera città può affrontare.
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16.2.10
lo spazio della repubblica
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9.2.10
gli uomini del forse
…cara barbara, non sono sicuro che questi uomini di sinistra del "forse" siano migliori di quelli del "sì", e di quelli del "no". però sono la mia cultura, la mia biografia, la mia storia, hanno qualcosa del vecchio (e mai morto) spirito azionista. provarci sempre, non cedere mai. senza paura di fare. senza paura di sbagliare. un abbraccio dal tuo papà.
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7.2.10
il tarlo dell'azionismo
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30.1.10
la sindrome di lapo
ribatto convinto ma senza frutto ad un capo che in realtà è già andato, vendutosi al suo superiore (quasi) estinto, per i suoi ripetuti voli d’icaro sulla pampa argentina, dovuti dall’assunzione smodata di peyote e polvere bianca, un infarto ai quaranta, salvato, per sua fortuna, per la punta dei capelli che non porta, non in quanto calvo, ma perché, formidabile benemerenza, ai suoi tempi fu l’iniziatore della moda della pelata, ancora prima della sparizione della fluente chioma di vialli gianluca. così la flessibilità del lavoro si tinge di mancanza assoluta di direzione e quando la barca affonda invale l’uso che i primi a scappare siano i nocchieri. tutto il resto dell’equipaggio finga di mantenere la rotta in attesa di nuovi ordini, per il buon nome della firm: lasciate stare che i suoi uomini possano talvolta comportarsi come se fossero nella lapio consulting, quel che resta siamo noi, siamo noi, che annuiamo assenti e in realtà siamo già andati.
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28.1.10
addio
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24.1.10
religione
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16.1.10
una crisi d'ispirazione si risolve sempre con l'autobiografia
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11.1.10
napoli per noi
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12.12.09
cinque anni di inadeepsleep
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4.12.09
cosa è circo mediatico e cosa no(stra)
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30.11.09
noi non ce ne andremo
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29.11.09
muji life
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27.11.09
pancia a terra
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26.11.09
25.11.09
buffet
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24.11.09
18.11.09
16.11.09
via del governo vecchio
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13.11.09
le ragioni del territorio
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11.11.09
villa borghese postprandiale
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9.11.09
grigio fuori chicago
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5.11.09
il crollo dei super bonus aziendali
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29.10.09
mammavellino
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20.10.09
sociologia spicciola
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13.10.09
le ragioni dell'intestino
di continuo ghermiti dai marosi della menzogna più spudorata, temiamo di perdere definitivamente il senno, la capacità di riconoscere il giusto dal cattivo, il gusto di ragionare nel paese che perciò è già dittatura. scomodi in situazioni che nella normalità non avrebbero dovuto essere, in discorsi che non ci sarebbero stati, in incontri che non sarebbero avvenuti. con un disfattismo che colora solo i nostri scritti, tra l’altro rarefatti come i pensieri, perché in pubblico ostentiamo disimpegno, perché il pubblico non è sempre adatto e quando lo è magari distratto da certi recenti e penosi contorcimenti dell’io. soffriamo poi perché siamo consapevoli che lo strazio di questi mesi non produce rivoluzioni perché alcune sofferenze sono soltanto esteriori.
p.s. è probabile che il tono dei miei post non cambi fino al giorno della caduta del regime di B.
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28.9.09
rue de rivoli
siamo un rivolo ininterrotto di sudore ma dentro secchi come certi deserti, in attesa di qualsiasi bus che ci conduca un pezzo di strada più in là, nello spazio pubblico che nessuno condivide, da cui nessuno s’aspetta frutto. siamo ripetitivi come gli aneddoti di pippo baudo, sociopatici in lenta riabilitazione, curati e curatori, smarrite storie e connessioni, morali della favola e pronte soluzioni. oppressi dall’inverno civile che non è una stagione, ma un quarto di secolo, il nostro, dapprincipio fino ad oggi, ad eccezione di alcune puntate di big. cui resistiamo serrandoci e così serrando ogni alternativa di resistenza. egolatri senza maestri. schiavi dell’epoca senza i mezzi adeguati per esserci, figuriamoci i fini. siamo in un cul de sac e la scrittura e i pensieri battono sempre sullo stesso argomento, non troviamo fuga, rimane la foga.
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23.9.09
il dovuto
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20.9.09
sguardo periferico
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19.7.09
16.7.09
il picco della produzione
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15.7.09
la cometa sul forte
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14.7.09
dar es salaam
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9.7.09
rationality isn’t enough
Robert Strange McNamara (June 9, 1916 – July 6, 2009): qui, qui & qui
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7.7.09
l'osso e la colpa
scarno, dall’osso dell’appennino da cui discendono le mie genti, strappate a brandelli, alcuni brandelli ancora attaccati, manca il gusto a sorprendermi né mi sorprende troppo il gusto altrui, arrivo a capire che è una questione di culture, sfumature, ma è la mia che mi sfugge, non si lascia narrare, perché ciò che in essa si trasmette sono i silenzi, impenetrabili, non in tutto simili. mi pare d’intuire che in alcuni, quelli ispirati, ricerchiamo la pace con la terra che attraverso gli uomini non ci riesce di scovare, momenti densi in cui sentiamo come un’intesa intima con il paesaggio attorno, che infatti mai smettiamo di scrutare, perché lo troviamo ogni volta diverso da come lo ricordavamo mentre spesso ci annoiano i volti delle persone perché li troviamo uguali a mille altri, nei tic, negli zigomi, nell’ovale, somiglianze che i vicini stentano ad ammettere. così fatichiamo ad accomodarci nel mondo per come è diventato, fluido, rapido, pavido. che spalanca infinite opportunità di incontro cui presentare ruoli contraddittori. la diagnosi della nostra malattia, della nostra generazione di passaggio, è sintetizzabile nell’illusione di poter cambiare il mondo, vorticosamente assieme ad esso, senza essere disposti a concedergli neanche un millimetro.
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29.6.09
goffi spunti goffmaniani
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17.6.09
quintiliani
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14.6.09
la questione umorale
anzitutto la conta dei voti. al comune di avellino, settecentododici (712) candidati sugli ottocento (800) totali hanno raccolto alle amministrative di sabato e domenica scorsi, meno di cento preferenze, il gruzzolo di voti minimo per aspirare ad un posto da consigliere. ben quattrocentotrentratre (433) candidati hanno raccolto meno di quindici (15) preferenze, il consenso che si può metter insieme grazie ad un nucleo familiare numeroso ed una schiera minima di amici. gli ottantotto (88) candidati che hanno superato le cento (100) preferenze hanno complessivamente ottenuto ventimilanovecentosettanta (20.970) preferenze, i restanti settecentododici (712) solo dodicimilacinquecentosessantatre (12.463). la sconsiderata polverizzazione del voto, d’altra parte determinata dalle scelte delle forze politiche in sede di presentazione delle liste, ha punito particolarmente gli schieramenti del sindaco galasso e del centro sinistra alternativo di gengaro. premia l’azzardo di festa e la corsa solitaria di micera. l’accozzaglia di nomi e di anime diverse di cui si compone il centro destra cittadino guadagna una percentuale rilevante, soprattutto grazie a buoni risultati personali. non allo stesso modo si può dire del risultato conseguito dal candidato a sindaco, preziosi, probabilmente per la distanza con cui lo percepisce l’elettorato. ad ogni modo, il quadro che ne vien fuori è desolante. abbandonato ogni proposito di rinnovamento, non solo negli uomini ma pure nelle idee, le forze politiche cittadine si contorcono pietosamente su scelte passate scellerate, su rancori personali inestinguibili, su battaglie di potere (bassoliniani vs tutti ???, i bassoliniani, ripeto!) antidiluviane che fanno presagire future sventure, qualunque sia l’esito del ballottaggio. in aggiunta, abbiamo ora la controprova che le divisioni dell’elettorato sono il sintomo di una immaturità politica tale da rendere impraticabile ogni tentativo di change, anche solo delle coscienze. di questo passo avellino duemilaventi (2.020) non verrà prima di avellino duemilaquaranta (2.040)
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31.5.09
sputtanati e puttanieri
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24.5.09
invocazioni
giornalista blogger
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19.5.09
why dino preziosi is unfit to lead avellino
tuttavia, quasi la metà del prodotto interno lordo italiano è targato pubblica amministrazione. non solo amministrazioni centrali e locali ma anche aziende da queste direttamente controllate (le ex municipalizzate, per esempio) che, nello specifico, lavorano adoperando tecniche gestionali del tutto similari a quelle in uso presso le aziende private. tuttavia anche le aziende pubbliche italiane non brillano affatto per l’efficienza e per la qualità dei servizi garantiti all’utenza. in questo caso, invece che dalle banche, dipendono eccessivamente dalla politica, poco invece dalle politiche pubbliche delle quali dovrebbero farsi strumento. in maniera speculare a quanto accade nel “capitalismo all’italiana”, i benefici politici del controllo superano i potenziali vantaggi della crescita delle aziende pubbliche: ne risente la loro capacità di aprirsi alla concorrenza. in base alle regole dello spoils system, il top management delle aziende pubbliche è nominato direttamente dall'ente pubblico che ne detiene il controllo: in sostanza, è espressione delle forze politiche che appoggiano l'esecutivo. se non sono sbalzati fuori da avverse contingenze elettorali, i manager pubblici ne guadagnano in prestigio, visibilità, potere. possono giungere a candidarsi per le forze politiche cui, d’altra parte, legittimamente appartengono, senza però prima dimettersi dall’incarico. si assiste, dunque, all’esorbitare, nello spazio pubblico, di una saldatura di potere a scapito, più direttamente, dell'efficiente gestione di pubblici servizi, in definitiva, della qualità della democrazia.
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