19.5.09

why dino preziosi is unfit to lead avellino

storicamente, uno dei problemi più caratteristici del capitalismo italiano è l’ossessione del controllo azionario. da un certo punto in poi, l’obiettivo prioritario degli imprenditori italiani sembra essere la conservazione ad ogni costo del controllo proprietario sulle aziende che hanno fondato e magari imposto sul mercato. a favore dei propri eredi. la maggior parte delle aziende che si quotano in borsa, cedono quote di minoranza e comunque evitano di ricorrere al mercato dei capitali se non all'interno di dolorosi programmi di ristrutturazione, pur di non diluire la quota di controllo. non a caso, spesso si definisce il nostro sistema economico, bancocentrico. ovvero eccessivamente dipendente dal credito delle banche, poco dai capitali dei prenditori di rischio. nei paesi in cui esiste un mercato dei capitali sviluppato, invece, arriva sempre un momento della vita dell’azienda in cui i potenziali vantaggi della crescita superano i benefici privati del controllo. e la famiglia lascia il posto al management. dunque, ricapitolando: in italia, più che altrove, sono alti i benefici privati del controllo. essi conferiscono agli imprenditori che ne godono, prestigio, visibilità, potere. ne soffrono la dimensione, la competitività delle imprese, il livello degli investimenti, la selezione del merito di chi le dirige, le aspettative dei portatori di interesse, dipendenti e clienti, primi tra tutti.

tuttavia, quasi la metà del prodotto interno lordo italiano è targato pubblica amministrazione. non solo amministrazioni centrali e locali ma anche aziende da queste direttamente controllate (le ex municipalizzate, per esempio) che, nello specifico, lavorano adoperando tecniche gestionali del tutto similari a quelle in uso presso le aziende private. tuttavia anche le aziende pubbliche italiane non brillano affatto per l’efficienza e per la qualità dei servizi garantiti all’utenza. in questo caso, invece che dalle banche, dipendono eccessivamente dalla politica, poco invece dalle politiche pubbliche delle quali dovrebbero farsi strumento. in maniera speculare a quanto accade nel “capitalismo all’italiana”, i benefici politici del controllo superano i potenziali vantaggi della crescita delle aziende pubbliche: ne risente la loro capacità di aprirsi alla concorrenza. in base alle regole dello spoils system, il top management delle aziende pubbliche è nominato direttamente dall'ente pubblico che ne detiene il controllo: in sostanza, è espressione delle forze politiche che appoggiano l'esecutivo. se non sono sbalzati fuori da avverse contingenze elettorali, i manager pubblici ne guadagnano in prestigio, visibilità, potere. possono giungere a candidarsi per le forze politiche cui, d’altra parte, legittimamente appartengono, senza però prima dimettersi dall’incarico. si assiste, dunque, all’esorbitare, nello spazio pubblico, di una saldatura di potere a scapito, più direttamente, dell'efficiente gestione di pubblici servizi, in definitiva, della qualità della democrazia.

4 commenti:

_gemini ha detto...

quindi nemmeno il PD di de luca altocalore no?

maynardo ha detto...

risulta che de luca abbia come titolo un M.B.A.?

_gemini ha detto...

ah sei vivo quindi.

maynardo ha detto...

grossomodo!