19.1.07

barisano apra prima tivvù

Sarebbe meglio se mario barisano non disponesse di tutto il tempo che dice di avere per le sue intemerate, che fosse tutta una questione di mesi, di giorni, e poi, irrimediabilmente, la città, i suoi uomini, politica&istituzioni, consorterie di potere e poteri deboli, perfino lui stesso, lo sciamano mediatico di prima tivvù, alzasse bandiera bianca e si arrendesse al catafascio. Con una resa finale, incondizionata, purificatrice, le dimissioni degli over cinquanta, del “punto e a capo” definitivo. Perché, davvero, come barisano, ci simmo rutti ò cazzo delle mille diatribe e semplicemente dell’immondizia senza futuro e dei lavori bloccati al corso groviera. E tanto per cominciare, sarebbe meglio se mario barisano, primo tifoso dell’u.s. avellino, dalla storia altalenante, e dalla serie A difesa non solo per meriti sportivi (come sembra alludere quel Roberto Saviano, il cui romanzo-inchiesta è letto dal nostro durante la sua nuova trasmissione, a bocce ferme), evitasse di parlarne, nonostante i riflettori che le vittorie porteranno, le polemiche che seguiranno le inevitabili sconfitte, perché la città non è malata di calcio, ne è drogata, stordita, rintronata fino a non discernere più il male di tutto il resto. I successi della squadra non risolvono e, domanda delle domande, chi davvero non preferirebbe vivere in una città vivibile ma senza calcio? Dopodiché sarebbe meglio se mario barisano strepitasse, per una delle “sciagure più fortunate” che potessero capitarci: nessuno mai sostituirà i politici dinosauri, i funzionari corrotti o peggio corruttibili, i giornalistucoli arrendevoli, i maldicenti di professione, per cui fra dieci o vent’anni ad avellino si respirerà aria nuova, d’altra parte di generazioni peggiori difficile averne. Perché un partito, democratico o riformista, di centro di qui o centro di là, prima o poi sarà cosa fatta, una decisione che calerà dall’alto, fuori dai veti bizantini di de mita. E lo sgretolamento dei ds&margherita ingoierà il vescovo rosso, ed altri loschi figuri, persino i loro nipoti rampanti; d’altronde un ex presidente del senato non si gode già un tranquillo prepensionamento che gli impone il voto dell’astinenza (politica)? E ha ragione barisano nel rilevare che le polemiche politiche del tipo “pà partenza ra cammisa e cristo!” (n.d.r. per la spartizione delle vesti del Signore) siano inudibili alla gente comune e celino i veri problemi, su tutti, la qualità scadente dei servizi pubblici, tanto essenziale qui più di altrove, perché in una regione dove si sopravvaluta il compito della politica, la politica dovrebbe dar prova di maggiore efficienza, per non dire della moralità e della rettitudine nell’esecuzione suoi uffici. Un gioco adatto ai tenaci, insomma. Unica legge: far rispettare le leggi. E invece qui zero ma ancora per poco. allora se avellino cambierà pelle sarà per via di una mobilità regionale rivoluzionata, all’avanguardia, che nel consentire di raggiungere Napoli più velocemente spingerà molti napoletani a spostarsi in periferia (da noi) e non certo per il viadotto (?) variante-piazzetta perugini. Avellino si trasformerà per il mettersi in moto o l’inazione delle sue forze economiche e non certo per gli arricchimenti di oscuri mestieranti della politica che prima, da privati, arraffano i terreni, poi, da amministratori, li rendono edificabili per la stessa differenza che passa tra la produzione di ricchezza e passaggio di mano di ricchezza inerte. Si veda, ad esempio, cosa accade alla zona est di napoli (leggi nola) in impetuosa espansione, e persino renzo piano a disegnarle un “mercatone” a forma di vesuvio di sicuro successo, per il coraggio di imprenditori locali che pensano in grande perché in fondo è quello il loro mestiere. Mentre qui caterve di maldicenze sulla provenienza dei gestori degli esercizi commerciali di Corso Vittorio Emanuele (e dei loro denari), telecamere generosamente puntate sulle proteste dei commercianti contro questo o quel piano traffico, questo o quel “lavori in corso” e mai nessuno che si preoccupi di chi produce le cose, con quali mezzi e quali prospettive. Mai qualcuno che inserisca, così di sfuggita, nel suo discorso il nome, il punto di vista, l’interesse, di un imprenditore irpino che non sia un costruttore: il Preziosi dei giochi, forse? Paradossalmente persino la camorra da queste parti si astiene dal produrre e imbastisce attività di rimessa: munge denaro con il pizzo, l’usura, poi lo ricicla mentre col malaffare degli appalti a prezzi improponibilmente bassi arraffa le risorse pubbliche uccidendo il mercato. Dunque, il problema è come connettere la nostra città, e pure rapidamente, alle dinamiche dello sviluppo, che è regionale non localistico. Forse non sarà la politica, fatta da questi politici locali, a dirigere il cambiamento. Poco da fare, ne saranno travolti e non potranno che lasciare spazio alle generazioni che verranno dopo di loro, ben più attente ad una visione “glocal” e per questo “apolitica”, quelli “capaci di fare sistema”, al di là del bene e del male. Allora mario barisano, da uomo intelligente qual è, invece di smarrirsi a rincorrere le polemiche di bottega a cui pure non vorrebbe soccombere (andreotti vs tedeschi, ovvero barile vs pennetta non è che una delle tante guerre claniche di cui non interessa né il retroscena né l’esito), investa sul cambiamento. Apra la sua tv ai giovani, agli innovativi, ai dinamici, agli “sprovincializzati”, ai creativi, ai musicisti, agli artisti. A tutti coloro che possano scuotere con la forza di un’idea l’immobilismo culturale che blocca ogni cambiamento. Diventi talent scout fino a correre il rischio di scovare un altro mario barisano, di venticinque anni più giovane, e per questo voce persino più dirompente, in una città nata vecchia al di là delle biografie di ciascuno. Da uomo libero qual è, capisca che il momento di puntare sul futuro se del passato proprio non ci si può svincolare. Ma lo faccia subito. Viene a mancare il tempo che pure dice di avere a volontà e invece corre a tradimento. E se proprio ne sente la necessità, elencasse, una volta e per tutte, nomi, peste & corna dell’avellino bene che ha distrutto la città (bello il teorema forza centripeta/ forza centrifuga che ha svuotato il centro), per chiudere definitivamente con quello che è stato perché fra qualche attimo potrebbe non interessare più a nessuno e lasciar l’uditorio del tutto indifferente.

È il mio secondo pezzo su barisano, l’ennesimo su avellino. Un tempo, credevo non sarei stato in grado di scriverne uno. D’altronde mi costa per difetto di conoscenza e per eccesso di partecipazione emotiva. In mancanza di elementi nuovi, mi asterrò dal ritornarci. Se non per fare oltreché discettare: promesso!

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3 commenti:

Anonimo ha detto...

avellino è una città comandata dalla camorra. avercele di voci libere come questa è un lusso che forse non ci meritiamo nemmeno.

Anonimo ha detto...

Voce libera ??? b.m. è quello che è stato sgarbi per berlusconi... indovinate chi è il berlusconi di b.m. è Vi sarà chiaro che TUTTI i suoi interventi sono univocamente volti in una sola direzione. Aprite gli occhi.

maynardo ha detto...

visto che sei anonimo, potresti indicarci chi è il berlusconi di mariobarisano o almeno darci qualche indizio... d'altronde, non che non ci avessimo pensato pure noi... ma fino a prova contraria, preferiamo tener chiusi gli occhi, mettendoci la faccia!