il mio barbiere
Il mio barbiere è un gradasso di paese come ce ne sono a decine, nel paese dei compromessi fatti pur di recedere dalle promesse. Il mio barbiere ha un’anima, rovinata da cento disgrazie, uno che la vita l’ha presa di faccia o che la vita ha preso di faccia lui. Il mio barbiere, a cinque anni, s’è sparato mentre giocava con la pistola del nonno. Sopravvissuto per miracolo, ha una pancia enorme per gli interventi che l’hanno ricucito. Il mio barbiere ha la quarta elementare perché gli piaceva “far commedia” ma sa far di conto, non ha bisogno di calcolatrici. Il mio barbiere impara il mestiere e va a lavorare a Torino dove il salone è magnifico, i signori sono ben vestiti, la paga è buona e lui, presto, primeggia. Il mio barbiere, a Torino, va a donne e scopre cos’è la vita, altro che qui. Il mio barbiere, però, poco dopo ritorna a casa per stare accanto alla madre malata e si mette in proprio. Il mio barbiere si sposa. Il mio barbiere ha la prima figlia ancora traumatizzata per le scosse del terremoto dell’80. Il mio barbiere ha la seconda figlia che ha fatto le medie con me, ma lui non lo sa. La seconda figlia del barbiere scappa di casa a sedici anni e rimane incinta. Il mio barbiere perde la moglie due anni fa. Il mio barbiere, intanto, s'era fatto un’amante, di molto più giovane, e subito va a convivere con lei. Fra qualche mese il mio barbiere si risposa. Otto mesi fa, la seconda figlia del barbiere viene lasciata dal compagno, è senza lavoro e mediamente disperata. Teme di perdere il bambino che ora ha sei anni. Il mio barbiere, ultimamente, ha il salone sempre vuoto. Il mio barbiere, unico caso nella sua categoria, mi racconta tutto questo con sguardo fiero e pacchi di dignità mentre sgrano gli occhi allo specchio, da me non vuole sapere nulla. Il mio barbiere mi smuove ogni volta. È mio fratello ma non per questo ho idea di come aiutarlo!
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