mode e mutamenti e conversioni
Settimana storta, quella appena trascorsa. Comincia col fallimento del mio primo speed date; sapete quegli appuntamenti al buio, organizzati per single incalliti, in locali svuotati, che durano una manciata di minuti? giusto il tempo di un “ciao, come va?”, che già si (s)cambia, tanto da essere certi di non aver fatto brutta impressione così da guadagnarci in autostima. Il problema è il mio certificato da “single”. All’ingresso, un energumeno della security capisce che è contraffatto (effettivamente lo è: da mario, per la precisione) e mi butta, senza complimenti, fuori.
Giorni dopo, entusiasta dell’ultima moda tra noi giovani- universitari- romani- precari: il book-crossing, esco col mio bel libro, semi- nuovo, le correzioni di franzen, appena terminato, sottobraccio e fiducioso lo appongo sulla panchina, novanta gradi est, di piazza bologna, lato vasca senza fontana. Mi allontano, sicuro che un omologo, giovane- universitario- romano- precario, alla vista di quel dono insperato, corra di filato a casa, spulci nella sua risicata libreria (altrimenti, che razza di precario è?), scelga il libro da barattare e lo sistemi, diligente, sulla medesima panchina, come da “moda”, d’altronde. Dopo due ore, allora, ritorno alla mia panchina, gonfio di curiosità e… del libro quel poco che rimane è stato visibilmente devastato dalla furia distruttrice di un cane parecchio dentato.
Per non dire del car sharing. Che mi è costato l’ennesimo incidente. Dacché mi nasce il sospetto che non sia tagliato per la modernità. Che sia meglio, come diceva ieri giovanni lindo ferretti da ferrara, ritirarsi in un borgo appenninico. A cavalcare a pelo il proprio animale, sopraggiungere sul crinale un attimo prima dell’alba. Scontrare il sole (che poi è come dire, la creazione, giusto?) e stupirsene. Vivere della Parola. Che, col tempo, (ti) muta!
Giorni dopo, entusiasta dell’ultima moda tra noi giovani- universitari- romani- precari: il book-crossing, esco col mio bel libro, semi- nuovo, le correzioni di franzen, appena terminato, sottobraccio e fiducioso lo appongo sulla panchina, novanta gradi est, di piazza bologna, lato vasca senza fontana. Mi allontano, sicuro che un omologo, giovane- universitario- romano- precario, alla vista di quel dono insperato, corra di filato a casa, spulci nella sua risicata libreria (altrimenti, che razza di precario è?), scelga il libro da barattare e lo sistemi, diligente, sulla medesima panchina, come da “moda”, d’altronde. Dopo due ore, allora, ritorno alla mia panchina, gonfio di curiosità e… del libro quel poco che rimane è stato visibilmente devastato dalla furia distruttrice di un cane parecchio dentato.
Per non dire del car sharing. Che mi è costato l’ennesimo incidente. Dacché mi nasce il sospetto che non sia tagliato per la modernità. Che sia meglio, come diceva ieri giovanni lindo ferretti da ferrara, ritirarsi in un borgo appenninico. A cavalcare a pelo il proprio animale, sopraggiungere sul crinale un attimo prima dell’alba. Scontrare il sole (che poi è come dire, la creazione, giusto?) e stupirsene. Vivere della Parola. Che, col tempo, (ti) muta!
non sudo ma m’innamoro,
non mastico chewing gum,
non vado a panama,
non faccio il lord!
non mastico chewing gum,
non vado a panama,
non faccio il lord!
c.c.c.p., riadattati
2 commenti:
hai seguito lindo ferretti su "la 7"?
mi ha fatto ridere ;)
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