8.6.08

miraggio roma nord est

imprevedibile benessere di passeggiare solitario. come adoro le piazze senza chiese. quelle con i palazzi delle arti e corporazioni. introvabili nella città. le formiche passeggiano sulle mie dita. non userò disinfestarmi. è troppo tardi. due migranti osservano attenti di là della frasca un probabile rifigio come due sposini una villetta a schiera. la mia cifra è osservare a palpebre spalancate. e soprassedere. la realtà, quasi sempre, mi innesca un moto di pietà. al contempo, sono intransigente con me stesso. dopotutto, dentro di me, non ho occhi che diano tanta luce. è così facile bombardare dove tutto è confuso, informe, caotico. poi il cielo scura, lontano i tuoni. in piazza sant’ignazio, il tempio della compagnia di gesù mi accoglie. un organo riempie le navate. m’accosto al tavolino delle cartoline. afferro due santini mentre una turista americana mi chiede se davvero deve lasciare venti centesimi come indica il cartello. le dico che non è necessario. fuori il cielo tiene. poi però il percorso del 61 è bloccato dal diluvio. anche l’umore volge al grigio. due puttane si riparano sotto un portone. telefono a napoli. per salvare i miei libri, mi spoglio e ne faccio fagotto. poi corro verso casa. azzoppato dalle pozzanghere. zuppo di vita. l'amore mi salverà (?)

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