2.4.06

week end meneghino

in treno fino a milano, munito di faccia comune, un treno davvero speciale, solo donne uno e novanta – sessanta – novanta, torco innaturalmente il collo pur di osservarle ma sgusciano via tra firenze e modena. tre giorni a milano per la laurea (o diploma?) di a. all’accademia brera, atmosfera leggera, estrosi a schiera. laboratorio di scenografia, ciak numero uno, in mezzo a frotte di studenti che continuano a inventare. ma la discussione si rimanda quarto d’ora dopo quarto d’ora, ché il relatore-filosofo, dal nome Strano, tarda, e poi, non c’è colpo di scena, arriva e introduce (ieratico) la tesi, decantando la maturazione non solo intellettuale, ma pure ideologica (!!!) del candidato. il quale, emozionato, avvia la sua prolusione con un simpatico, Benissimo! nel frattempo m’intrattengo con due sue amiche, di cui una, bergamasca, di nome letizia, la quale m’incanta, timida com’è, e delicata. cerco di portarla dalla mia, tra sussurri ed evidente divario di accenti. e una volta chiusa la discussione, a. prende il massimo tra il giubilo dei convenuti irpini, m’invita allo spettacolo di marionette dell’accademia del giorno dopo. e il giorno dopo, dopo quelle cose che si fanno per festeggiare una laurea, cena, foto, ubriacatura, cazzeggio vario, districarsi tra parenti estranei e dopo quelle cose che si fanno perché a milano, puntatina al castello sforzesco, giro alla galleria, intrattenimento a piazza duomo, memoria a piazza fontana, corso accelerato di orientamento in metro, torniamo in accademia. a cercar letizia. che mi racconta come si costruisce una marionetta, dei maestri-artigiani che ancora le costruiscono, della famiglia colla di milano, del professore di sarzana, di bergamo o meglio zanica, del centro sociale pacì pacciana, delle sue biciclettate, di critical mass, dell’appartamento-comune del suo amico a tiburtina, del suo bel mondo. poi lo spettacolo inizia. un quartetto suona mozart. in scena, arlecchino, colombina, dott.balanzone, pierrot. un bel vedere. Ti è piaciuto, Sì, mi è piaciuto moltissimo, Ai tuoi amici non tanto, scalpitano, sbuffano, Boh, non so, perché si capisce se uno è interessato o meno, Certo, dice lei, sorridendomi. deve aver capito che ero interessato davvero come lo sono per il suo bel mondo. purtroppo devo andare, ché i programmi erano altri per il pomeriggio, ci lasciamo senza saperci lasciare, un venti minuti, di battute incerte. dice che a maggio verrà a roma, per il raduno critical mass e magari ci si vede. ma come? non le chiedo il numero di telefono, ché a. m’aveva detto che non ha cellulare (che gran cosa oggidì), allora punto su internet, pure questo scarsamente utilizzato. però strappo la mail, un bacio, una mezza promessa di reincontro, e andiamo via. poi nulla più. se non una serata all’alcatraz, una mattinata persa a sesto dietro un libro di debord, ed il ritorno a combattere di sguardi una che pure non desiste. allora desisto io, prendo la rivista di trenitalia e sorprendentemente in copertina c’è una marionetta. titolo cubitale, il genio e le teste di legno. leggo avidamente l’articolo, sul festival mozart delle marionette , su carlo colla, e allora mi convinco che debbo scriverle. anche solo per assecondare le circostanze…

1 commento:

Anonimo ha detto...

troppe contingenze favorevoli: scrivile.