28.2.06

viaggio elettorale, parte seconda: PARTITO UMANISTA

Amatevi!... poi, votateci!


La sinistra, che raramente è di governo, o almeno una di esse, può, sia chiaro ai bondi-di-turno, anche non essere di matrice comunista, né union-prodiana, e magari stare in disparte, con orgoglio fuori dai poli, puntando, senza pretese, alla realizzazione in terra di una società in cui il valore centrale è l’essere umano. Questa sinistra, in Italia e nel mondo, è rappresentata dal Partito Umanista, costola del più ampio Movimento Umanista, nato in Argentina nel 1969, ispirato dagli scritti di Mario Luis Rodriguez Cobos, detto Silo, pensatore sudamericano, ideologo del Nuovo Umanesimo, idolatrato sia il suo Messaggio.
Fortemente radicato in Argentina ed in Cile, dove il partito Umanista si contraddistinse nell’opposizione alla dittatura Pinochet, il movimento aspira a trasformare la società attuale in multi-etnica, solidale, egualitaria, non violenta. In cui la partecipazione diretta delle persone sia effettiva e dove la comunicazione interpersonale spezzi (o spazzi) solitudini&individualismi. Naturalmente il movimento è critico, in economia, delle politiche neo-liberiste del Fondo Monetario Internazionale, degli Stati Uniti, e di chiunque tiene in piedi questo maledetto sistema che chiamiamo globalizzazione.
Allora ci si organizza, in più di cento paesi, in quattro continenti, l’oceania tiene a conservare la propria alterità, e ci si rimbocca le maniche. Ognuno ci metta del suo. Nel lavoro personale, la chiave della salvezza. Perché Falsa è la separazione tra vita personale e vita sociale. E dunque, Volontariato nei quartieri difficili. Istituzione di “Centri di Comunicazione Diretta”, per la risoluzione dei problemi del vicinato; di “Centri delle Culture”, per incontri multiculturali. Organizza, poi, “Campagne di appoggio Umano” nei paesi in via di sviluppo, che promuovono l’autorganizzazione dei popoli: v’insegniamo come si lavora, poi fate da soli; adozioni a distanza; progetti d’alfabetizzazione e altro ancora. Ricorda un opus dei laica, non bigotta come l'altra. Anzi rispettosa di ogni fede religiosa: “Ogni essere umano ha il pieno diritto di credere e di non credere nell’immortalità o nel sacro.” Con orecchie sempre aperte ai problemi del prossimo, alle “tematiche esistenziali”, come le chiamano: “Lo facciamo durante la prima parte della riunione settimanale (l’organizzazione si divide in gruppi di dieci/quindici persone). Si tratta di un’oretta in cui ci troviamo con gli altri per cercare di capire meglio cosa ci succede e di mettere un po’ di ordine nel caos della nostra vita. Cerchiamo di rafforzare le nostre qualità positive, di comunicare ad un livello profondo con gli altri, per chiarire i nostri progetti di vita e per riflettere insieme su cosa vogliamo veramente per noi e per chi ci sta accanto e su come possiamo scegliere davvero la direzione da dare alla nostra vita.” Dirompente, no? se solo immaginate D’alema e Fassino discutere di problemi di coppia…
Il Partito Umanista, in Italia a partire dal 1984, è guidato dall’aprile del duemilacinque da Mirella Larena, che definisce il suo partito, rivoluzionario, perché contrappone la cooperazione al profitto, la democrazia reale a quella formale, la multiculturalità all’uniformità. Poi chiarisce con forza: “il Partito Umanista ha interesse a prendere il potere politico e dunque a prepararsi per vincere le elezioni. C'interessa prendere il potere politico perché è importante e necessaria la trasformazione delle attuali istituzioni che opprimono l'essere umano e bloccano la sua evoluzione. Per fare questo è importante creare consenso e costruire un partito con un’ampia base sociale.” Magari, non già domani.
E in mezzo, un’infinità di posizioni di sinistra, prima fra tutte, un disegno legge per l’assunzione di una responsabilità versus-elettori, da parte degli eletti, campagna di beppegrilliana memoria. Eppoi, ancora, denuncia gli atti terroristici e la guerra al terrore; invoca il ritiro delle truppe italiane dall’Iraq, in ossequio all’art.11 della Cost.; stigmatizza la corsa al nucleare; difende il welfare europeo dai colpi della direttiva Bolkestein (quella dell’idraulico polacco, ora stravolta dal Parlamento europeo); è in prima linea nelle manifestazioni anti-TAV; alza la voce contro chi paventa una modifica alla legge 180 sull’aborto; deplora, infine, ma potremmo continuare, l’equiparazione tra droghe leggere e pesanti.
Insomma, per chiudere, esempio lampante di come essere partito minoritario, idealista e… felice!

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