8.2.06

da piccolo mi sarebbe piaciuto collezionare bandiere ma non sapevo dove trovarle

quello che mi lascia esterrefatto intorno alla questione delle vignette anti-islam non sono mica le minacce alla libertà di espressione o i ripetuti assalti alle ambasciate né tantomeno il tanto paventato scontro di civiltà... piuttosto non mi spiego l'enorme diffusione di bandiere danesi nei paesi arabi!

7 commenti:

@LLERTA ha detto...

dannazione, ho avuto la stessa riflessione ieri davanti al tiggi'.
Mi sono immaginato donnine talebane tutte imbacuccate che cuciono in fretta e furia le bandiere dei nemici danesi (ma in passato anche: ammerigani, israeliani e di tutti i filoammerigani e/o filosionisti etc etc) per poi darle ai mariti-padri-figli-fratelli che le bruciano appena scesi in strada. E mi e' venuto il nervoso (anche) per il lavoro di queste donnine che va in fumo (come il buon senso). Ecco, questo ho pensato prima di fare considerazioni (forse) piu' profonde sulla questione

@LLERTA ha detto...

ragazzo, mi sovviene che da piccolo (ere geologiche fa, alla luce degli ultimi eventi) io collezionavo le bandiere, o meglio, i tappi del succo di frutta (in bottiglino di vetro, la marca anche volendo non me la ricordo) in cui venivano rappresentate tutte le bandiere del mondo, anche di paesi mai piu' sentiti nominare al tiggi'. buon per loro.

maynardo ha detto...

buon allerta, siamo sulla stessa onda, o quasi, perché poi io non sono passato a fare considerazioni più profonde :) peraltro da piccolo anch'io collezionavo tappi, però normali tappi di plastica, credevo potessero venirmi utili per costruire un castello, o qualcosa del genere. poi però scoprii, con sommo dispiacere, che per quanta colla potessi utilizzare non riuscivo a far nulla. i trucchi di art attack erano ancora lontani da venire. per la bandiere m'accontentavo dell'atlante de agostini.

@LLERTA ha detto...

mah, non so se poi sono cosi' profonde. E' solo che ho pensato che giovedi ho visto una mostra di Vauro (presente?) con alcune vignette sul blasfemo andante e non mi pare di aver visto orde di papa-boys dare fuoco al Manifesto o a Linus. Poi ho pensato...vabbe' altre cose, ma te le risparmio va'.

Da noi quel tipo di tappi rigidi (tipo quelli della birra) si chiamano grette e si usavano per fare le gare di ciclotappo in epoche ancora piu' remote. Anche io comunque consultavo l'atlante De Agostini - quello in formato A3 - per le bandiere e altre facezie geografiche. E infine ringrazio Dio o chi per esso di non essere cresciuto con art attack.

maynardo ha detto...

ho presente vauro, eccome, non la sua mostra però, e, certo, ci sarebbe tanto da dire, l'epoca si presta. in ogni caso i papa-boys non sono accomunabili alle masse islamiche. i papa boys non esistono, bolla mediatica!

@LLERTA ha detto...

La mostra era al salone di Inedita di cui ho pure scritto qualcosa. Non ho voglia di dire (scrivere) nulla. Ho una vena che mi pulsa nella tempia e voglia di ibernarmi a letto.
(i papa-boys esistono! Sono fra noi, ma li vedi solo con occhiali speciali)

maynardo ha detto...

diciamo che i papa-boys li vedi solo con gli occhiali speciali mentre le masse islamiche pure senza... con il che sono lontano mille miglia da qualsiasi stupidaggine possano dire quelli che parlano di guerra di civiltà, sia ben chiaro!