16.10.08

un tufo al cuore

con questa operazione 
eviteremo di creare inutili doppioni di opere pubbliche,
come nel caso dei mattatoi di avellino e atripalda, 
entrambi non utilizzati
luigi tuccia, "delegato" per il comune di atripalda  



con un protocollo di intesa siglato ieri l’altro, la provincia di avellino, il comune capoluogo e quattro dei comuni limitrofi (atripalda, monteforte, mercogliano ed aiello del sabato) si mettono in gioco per firmare un piano strategico per l’area urbana. un documento, s’auspicherebbe partecipato, che individui un percorso di amministrazione il quale mobilitando risorse materiali e umane, pubbliche e private, porti alla città sviluppo. e lo sviluppo, occorre ribadirlo, ha un’accezione oltreché economicista, principalmente sociale: dai servizi pubblici efficienti, all’occupazione, dalla lotta all’esclusione sociale, ai livelli d’istruzione e così via. in maniera strategica il direttore dei lavori, l’assessore donato pennetta ha rimarcato i mali che, dal suo punto di vista, attualmente affliggono l’area urbana così come disegnata e per la cura dei quali si rende necessaria un’azione sovracomunale ovvero pubblico/privata (?): la riqualificazione dei bacini del sabato e del fenestrelle e il rilancio dell’insediamento industriale di pianodardine. in generale, non sarebbe difficile elencare una serie di ritardi dell’amministrazione pubblica locale e degli altri attori sociali che impattano negativamente sul grado di competitività del territorio, che risente dopotutto dello stato di profonda crisi in cui versa l’intera area metropolitana di napoli. ragionare su temi così delicati appare in ogni caso macchinoso dal momento che gli unici soggetti coinvolti ad oggi sono gli amministratori già in carica. non si capisce quindi perché serva un piano strategico, ovvero uno strumento di amministrazione straordinario se poi non si innova la governance e restano protagonisti i consigli comunali (o peggio le giunte), senza che si individui alcun organismo/comitato/associazione (anche permanente, sicuramente aperto) di coordinamento e controllo del progetto. dunque noi tutti, di fatto, non parteciperemo al processo in cui si valuterà il merito delle proposte/azioni/visioni, nonostante i pur dieci/cento convegni in agenda. manca la trasparenza e non basterà per recuperare, stampare in centomila copie (tanti sono gli abitanti dell’area vasta) il documento finale. la cui ideazione, tra l’altro, secondo il sindaco galasso, ha tempi piuttosto brevi se è vero che “entro la fine del mandato consegneremo il nostro disegno complessivo per far diventare l’area urbana punto di riferimento per l’intera provincia”. et voilà!

* fonte, il mattino


per farsi qualche idea:

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