les peureux anarchistes
a piazza san giovanni è gioco forza questione di inquadrature. ad ogni modo, all’appello della piazza del governo ha risposto il tele-elettore mediano, piuttosto anziano. il quale s’entusiasma più per lo stacchetto musicale di demo morselli che per i formulari ad uso deficienti proposti dal presidente. tengo a precisare che la mia non è una constatazione peregrina, per partito preso, costruita sulla base di una veloce lettura dei giornali quanto esperienza diretta: ero in piazza. vittima di un attentato tesomi dalla mia indole di flâneur. dunque, è inutile accapigliarsi sul numero dei manifestanti poiché, esclusi i presenti per ragioni di servizio, era in piazza anche chi non manifestava affatto. dopotutto, è banale ricordare che, persino alle funeste adunate del duce, a piazza venezia, accorressero anche incolpevoli passanti. calamitati, pur sempre, da uno dei crocevia principali della città. di fatto muti, l’effetto ovazione tramandato dai filmati d’epoca era gonfiato dall’istituto luce. la storia, grande o minima che sia, giusto o sbagliato che sia, non riserva alcuna pietà per queste anonime figure di passaggio.
p.s. non perché debba difendere qualsivoglia onorabilità, tuttavia, giusto per scrupolo diaristico, preciso di aver rapidamente abbandonato la piazza al minuto numero quindici del discorso del presidente allorché il nostro ha invitato la platea ad applaudire calorosamente il capo della protezione civile, guido bertolaso, non solo per i notori servigi resi alla nazione ma anche perché si trattava del giorno del suo compleanno.
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