22.10.06

enigmistica

smanacci a chi, probabilmente, spaccia,
c’è un gioco di parole,
non una distanza,
dietro i miei discorsi,
e forse un’idiosincrasia
per i gusti a metà come i miei,
i locali semivuoti,
i bicchieri macchiati,
i gesti solo accennati.
un tempo provavo repulsione per chi,
come nei documentari della national geographic,
si batte per la femmina.
la mia utopia prevedeva:
amore libero,
sentimenti da dividere,
sorrisi gratuiti.
ora, quasi lo stesso,
sebbene credi meno
a “revolution”,
palingenesi,
catarsi,
conversioni sulla via di damasco.
dunque,
i ritmi della mia logica,
ancorché confusi,
tengono botta,
si piegano nella lotta,
dialettica.
non odiarmi se non fino in fondo.
non negare altrimenti mi tocca ridere di scherno.
non cambiare prima che t’abbia conosciuto in largo.
abbracciami senza sostegno.
scrivo il tuo nome sul vetro appannato quest’autunno.
scampo la grafomania.
torna la stilografica.
domani corro a milano.
per non smettere di unire i punti della figura.
scommetto vien fuori la vita.

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Beh, direi di sì...basta sentire le interviste...

Anonimo ha detto...

Uh.. quanto tempo era che n facevo un salto quì! =D

maynardo ha detto...

non ti saprei dire