21.6.13

nel momento della scelta

il limite di cui qui si parla non riguarda la giustezza di questa o quella idea o teoria, bensì la distanza immutabile che rimane fra qualsiasi teoria, idea o opinione da una parte, e la realtà dall'altra. né sapere che la distanza esiste aiuta a conoscerla quando conoscerla importerebbe. nel momento presente - il momento della scelta e della decisione - non si sa mai nulla: si è quello che si è. si può sapere che non si sa, ma non che cosa sia quello che non si sa, e che importanza abbia. si erra per situazione. è infatti possibile evitare di violare le regole conosciute, ma gli errori fatali non li si conosce che dopo averli commessi. l'incertezza che è in lui e attorno a lui, l'uomo non può fare a meno d'ignorarla. in un certo senso, anzi, deve negarla: non per agire (come vogliono i pragmatisti), ma per essere, o meglio, perché egli è. quindi, la preoccupazione più sbagliata di tutte sarà quella di evitare l'errore: errore, infatti, apparirà tutto ciò che non s'accorda con un'idea o una dottrina preconcetta, quando invece si tratta di rispondere all'imprevisto in modo impensato e rischioso.


l'estate del 1914 - nicola chiaromonte

Nessun commento: