3.9.10

avellino - rocchetta sant'antonio

gerardo iannaccone era un ferroviere
viveva a castelvetere giù sul calore
buona educazione di spirito cristiano
ed un locomotore sotto mano
di buona famiglia giovane e sposato
negli occhi si leggeva: molto complessato
faceva quel mestiere forse per l'amore
di viaggiare sul locomotore
seppure complessato il cuore gli piangeva
quando la sua gente andarsene vedeva
perché la gente scappa ancora non capiva
dall'alto della sua locomotiva
la gente che abbandona spesso il suo paesello
lasciando la sua falce in cambio di un martello
ricorda nei suoi occhi nel suo cuore errante
il misero guadagno di un bracciante
una tarda sera parte da montefalcione
doveva andare a rocchetta e dopo ritornare
pensa di non partire oppure senza fretta
di lasciare il treno a montemiletto
svela il suo grande piano all'altro macchinista
buono come lui ma meno utopista
parla delle città di genti emigrate
a varese oppure a vimercate
e l'altro macchinista capì il suo compagno
felice e soddisfatto del proprio guadagno
e con le parole cercava di calmarlo
fu una mano ad addormentarlo

versione di agapito malteni il ferroviere, rino gaetano

1 commento:

Anonimo ha detto...

Per musica non si deve intendere sonorità o melodia, ma quello stato in cui si trova a volte l'anima. Uno stato elementare, armonico con tutte le cose. Disinteressato, estraneo a ogni contingenza e, dunque, dialetticamente legato al segno.
A tal riguardo, Angelo Conti affermava: l'essenza della musica non è nei suoni, ma nel silenzio che segue i suoni e nel silenzio che precede i suoni che verranno.