2.5.10

il giuramento di sambucuccio

di recente provo a scrollarmi di dosso cumuli biografici, dunque resta poco da raccontare perché in fondo il resto è troppo abnorme, anomalo, anormale. capita così di preservare una calma atarassica a dispetto di naufragi sentimentali, slavine relazionali, vuoti esistenziali, una vita senza ali, però a tratti, riemerge prepotente follia, a forma di vittimismo immotivato, cazzeggio ripetuto, lunghe tirate con argomentazioni ardite, sviluppate dove sono gli intellettuali. d’altra parte, l’unico elemento che distingue le nostre stanze, per il resto del tutto identiche, è la disposizione del pc portatile, stravolto sul letto o abbarbicato sul soffitto. leggere appesantisce quando farlo toglie spazio al mondo, di un mondo già ristretto all’open space di una società partecipata per intero dal ministero dell’economia e delle finanze, teatro di scorribande leghiste, posto di lavoro per figli di senatori in pensione, piuttosto antipatici perché vivono nell’imbarazzo una vita all’ombra di ciò che è stato. non gli opponiamo nessuna biografia, figli di nessuno se non di una regione che non conoscono perché lontana cento chilometri o poco più e quanto basta per ignorarla. reagisco ed il mio, per ora unico, acquisto critico diventa l’alta velocità roma-napoli. alcuni continuano a preferirle la panda gpl. meglio ancora se di colore verde.

Nessun commento: