12.8.06

ragazzo (triste) dei platani *

ragazzo triste dei platani, non fare il finto tinto, dimmi cosa acuisce le tue pene e tarpa i tuoi sogni? cosa ti calamita in questi fatidici quaranta metri di marciapiede stinto, tra locali scialbi e ressa insignificante? perché, poi, ti lamenti del “by night” avellinese, birra plastificata in mano, sguardo mesto, vecchiaia nei polsi, quando lo alimenti colla tua presenza? dove vagano i tuoi pensieri, qual è il luogo del tuo “altrove”, la lercia amsterdam monda dalle inibizioni o un posto al sole nel kenya dei safari, la gerusalemme liberata o le steppe mongole?

ragazza triste dei platani, non barare al trucco, dimmi cosa smunge il tuo viso e rende i tuoi passi pesanti? quale pregressa scienza ti indica quando è il momento di mostrare il profilo, smuovere la folla, sederti sul muretto basso quel tanto che basta, spingerti quasi in strada in pasto ad automobili vocianti e semi immobili, che sfilano rubando attimi altrui e sputando dai finestrini “c’è meno gente di ieri, più di domani!”? cosa solletica la tua fantasia, una catarsi orgiastica, o più piamente, la speranza di rinvenire nel muro gommoso di folla, finalmente, occhi freschi da spiare, poi, solo eventualmente, da sposare?

ragazzo triste dei platani, non eludere le risposte, dimmi cosa ispira il fumo delle tue sigarette, quale paternalistica immagine hai dell’autorità per cui occulti il fumo, minimizzi l’azzardo di una ubriachezza così da nasconderti nelle viottole laterali quando non è il più momento di farsi vedere? quale guru iperreale prendi a modello per i tuoi vestisti sgargianti, abbrozzanture gelatinose, acconciature solidificate? confessa: quale verità scorre nelle tue conversazioni giocose, o quale bugia, in un spettro che va dal pettegolezzo trito alla speculazione filosofica de noantri?

ragazza triste dei platani, va’ dritto al succo, non divagare, spiegami chi è in, chi out nella rafferma movida cittadina, perché il neo-locale fighetto riscuote successo solo per i primi due mesi per poi marcire nel dimenticatoio? viaggi e presagi? quando è il momento di oltrepassare i confini cittadini, quando estendere quelli mentali? sussurrami, infine, cosa succederà quando pure l’ultimo platano malato sarà sradicato e verrà il tempo di guardare in faccia la luna?

*lo spazio antistante il "bar platani" è un tipico luogo di ritrovo della gioventù avellinese

4 commenti:

Anonimo ha detto...

Carinissimo questo post. Ho trascorso ad Avellino 4 giorni (fino a venerdì) da mia cugina e quello che hai scritto è veramente funny. Per quanto riguarda il locale, che ora è IN e che tra qualche tempo andrà nel dimenticatoio, credo proprio sia il Guernica.cIaO

maynardo ha detto...

... sono molti di più i punti interrogativi a cui rispondere, ma è un inizio. grazie. saluti

Anonimo ha detto...

tu non sei un ragazzo triste dei platani?o sei un ragazzo triste del tribunale?o sei un ragazzo triste di via de conciliis?o non sei per niente triste?...scherzo...hai fatto un affresco grandioso della ben povera e artificiosa movida cittadina...molto meglio andar in giro per borghi e sagre, io sono una convinta sostenitrice della provincia irpina (in quanto bevitrice e mangiatrice)...però i platani e la frescura che danno a quel viale mi sono sempre piaciuti

maynardo ha detto...

molto meglio andare in giro per borghi e sagre, hai ragione, ma ai platani preferisco il centro storico, ultimamente, sempre più vuoto... non sono triste!