2.9.12

santa lucia di tufo

così io resto in silenzio lì davanta al cimitero della misericordia, coi banchetti dei crisantemi e dei lumini di cera, e quella lapide scolpita accanto al cancello: tutto è vanità tranne il sepolcro. "sei venuto a trovare il tuo povero nonno, eh?", mi dice la signora argia vedova fineschi. "te lo ricordi?" io non rispondo, faccio solo di sì con la testa. "e il tuo babbo te lo ricordi?" poverino, che bel giovanotto. non aveva nemmeno sessant'anni. ma era un testone, un po' come te, non si voleva mai far vedere".  l'ultima volta me l'ha ripetuto ancora, e dopo ha aggiunto: "ma tu, ti riguardi, lassù a torino, in altitalia? fa brutto tempo su in altitalia, vero? ti copri bene, almeno? fumi sempre? stacci attento, figliolo, tu hai visto tuo padre, hai visto come fa presto uno ad andarsene". io sono rimasto lì senza rispondere, e poi mi sono scordato di entrare in camposanto. sono tornato su col primo treno, il direttissimo delle due e un quarto.

luciano bianciardi

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