28.9.11

da quando fresta non gioca più

la rivoluzione copernicana delle pubbliche amministrazioni, nell’interpretazione paventata dal dirigente comunale, consisterebbe nella trasformazione dell’ente pubblico da erogatore generoso di servizi a tagliatore di costi, di posti e di pasti. è evidente che non crede nel nuovo imperativo e che a mal partito  subirebbe il cambiamento, come sempre ha fatto, con l’immobilità propria della sfinge egizia. si espone in questa disamina perché mi reputa un partigiano del taglio dei costi. evidentemente il mio lavoro non è altro che esercitarsi in un gioco di artifizi. io, se esiste un io, che poco prima ero rimasto sconcertato dalla scomparsa nel bar tabacchi delle schedine del totocalcio. con il vecchio barista che giurava che la ragione risalirebbe alla scomparsa definitiva della domenica.

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