28.4.09
24.4.09
jurassic park
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23.4.09
diverbi in metrò
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20.4.09
i conservatori
mille possibilità si affacciano in un habitus già segnato, sotto un cielo opaco di una primavera mai sbocciata, dalla biro del grafomane stilla un groviglio di linee frenetiche, sbilanciate emotivamente sulla città degli apparati, nel senso che manca spazio per i single, per i timidi, dove non esistono programmi plausibili da proporre, non esistono istituzioni credibili nelle quali attuarli, responsabilità degli uomini di limitata volontà, non è un pessimismo di maniera, è la maniera con cui siamo stati generati, parti di una generazione destabilizzata da un’emigrazione, da una modernizzazione, da una deviazione antropologica mai governate, poco discusse, distratti dalle beghe di contorno, dalla calate strane, dalle utilitarie fiammanti sulle autostrade soleggiate, dagli esecutivi transitori, dalle correnti di partito, dai tuareg metropolitani, dai bassi napoletani, dalle architetture moderniste, da certe idee progressiste
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7.4.09
19:48
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keynes e dopo keynes
solo per dire che negli ultimi tempi, tempi di crisi nera, la risorgenza planetaria di ciò che è comunemente ritenuto il nucleo di pensiero dell’economista britannico, john maynardo keynes, cui dobbiamo non solo l’eteronimo ma anche la certezza di non aver, a suo tempo, fallito corso di studi, ci causa un fastidioso effetto spiazzamento, di misura non inferiore a quello causato agli investimenti privati dall’applicazione delle politiche fiscali del nostro, così come obiettato dai suoi facinorosi avversari teorici, i monetaristi. il che ci ha impedito di cannonare i liberomercatisti di ieri, d’un tratto convertitisi in statolatri, sulla via del licenziamento senza bonus. e lo impediva, per onestà di pensiero, la ricetta fornita per uscire dalla crisi che, ci pare, non può prescindere da un ripensamento complessivo degli equilibri monetari mondiali, col dollaro, e non un paniere di monete, valuta mondiale di riserva, con la banca nazionale cinese a finanziare il persistente deficit della bilancia dei pagamenti statunitense, e con esso gli eccessi economici, energetici, e poco estetici del loro status, ora prossimo alla liquidazione, di unica superpotenza planetaria. dopodiché, john maynardo keynes deve il suo fascino ad una serie di elementi oggettivi – la teoria generale è probabilmente l’opera più influente della storia del pensiero economico dopo la ricchezza delle nazioni di adam smith – e di contorno - bloomsburiano , omosessuale, collezionista d’opere d’arte e di manoscritti antichi, appassionato di balletti russi (e con una ballerina finì per sposarsi) – che però si intrecciano al ruolo pubblico da lui rivestito al ministero del tesoro britannico, durante e dopo la prima guerra mondiale – fino alla conferenza di pace di parigi – durante la seconda guerra mondiale – fino al culmine degli accordi di bretton woods, oggi largamente citati. comprese come il dominio dell’impero britannico fosse giunto al tramonto e pretese di costruire la nuova architettura dell’ordine mondiale. alla sua scomparsa, le sue idee furono prima annacquate, dunque clamorosamente snaturate. dopo sessanta anni, poco male. il nuovo salvatore del mondo non può essere keynes. non può non avere la stessa lunghezza di veduta di keynes.
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6.4.09
3:33
il nostro satellite è in orbita,
trasmette le melodie dell'immortale inno rivoluzionario
alla gloria di Kim Jong Il
radio Pyongyang
quando la terra si gratta
per acquietarla
piantiamo dei fiori
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