10.7.13

di standard, poveri

prime pagine dei quotidiani di oggi:
titoli spazzatura!

9.7.13

rebibbia

la politica di tagli
non ha risparmiato l'estate

5.7.13

learning by doing

inutile sapere bene come fare
se hai dubbi sul cosa fare

4.7.13

fratelli mediterranei

chi si lamenta quotidianamente che sull'italia si è abbattuto, negli ultimi venticinque anni, un cataclisma politico, economico e sociale di gravità inaudita ed occupa, anche giustamente, il suo tempo a lambiccarsi sulle responsabilità interne dell'inerzia o degli sforzi vani per invertire la rotta, mette in secondo piano che lungo le coste del mare che bagna il belpaese per circa settemilaseicento chilometri, negli ultimi venticinque sono accaduti, grossomodo, i seguenti eventi (ordine alfabetico per paese):
  • albania: dissoluzione della repubblica popolare socialista di albania (1991-1992), rivolte di piazza del 1997 con intervento forze di sicurezza dell'ONU, diaspora albanese;
  • algeria: annullamento delle elezioni del 1991 vinte dal fronte islamico di salvezza nazionale e scoppio di una guerra civile tra fazioni dell'esercito regolare e gli integralisti del gruppo islamico armato (1991 - 1997, stimate 100.000 vittime); primavera araba (2010 – 2012);
  • croazia: guerra di indipendenza croata tra le forze croate che dichiarano l’indipendenza del paese nel 1991, e l’armata popolare jugoslava, a maggioranza serba (1991 – 1995), intervento onu;
  • egitto: rivoluzione egiziana a partire da gennaio del 2011 con rovesciamento del regime di hosni mubarak, emendamento della costituzione, elezioni presidenziali nel 2012 con vittoria dei fratelli musulmani, nuove proteste e destituzione del presidente democraticamente eletto da parte dell’esercito (luglio 2013);
  • grecia: bancarotta a partire del 2009 con pesanti conseguenze sulla stabilità del debito sovrano dei paesi dell’eurozona, numerosi piani di salvataggio finanziario, di esecutivi chiamati a gestirli, caduta della ricchezza nazionale e gravissime tensioni sociali;
  • israele: prima intifada (1987 – 1993), accordo di oslo per la risoluzione del conflitto arabo-israeliano e mutuo riconoscimento (1993), assassinio di rabin (1995), completo ritiro dalla striscia di gaza, seconda intifada (2000), seconda guerra del libano (2006), proteste di piazza (2011);
  • libano: assassinio di hariri e tensioni con la siria (2005), seconda guerra del libano (2006), conflitto interno contro le milizie hezbollah (2008);
  • libia: primavera araba sfocia in guerra civile con insorti del consiglio nazionale libico che entrano in armi contro le forze fedeli alla dittatura di gheddafi, intervento militare di alcuni stati appartenenti alla nato e alcuni paesi arabi a supporto del consiglio nazionale libico, uccisione di gheddafi e fine del regime;
  • marocco: primavera araba (2011 – 2012) e modifiche alla costituzione con aumento poteri esecutivo e parlamentare rispetto all’istituto monarchico;
  • spagna: attentato terroristico di madrid (2004), grave crisi economica e conseguenti forti tensioni sociali sfociate in proteste di piazza capeggiate dal movimento degli indignados (movimiento 15-M, acronimo che richiama l’inizio delle proteste, il 15 maggio 2011);
  • stato della palestina: prima intifada (1987 – 1993), accordo di oslo per la risoluzione del conflitto arabo-israeliano e mutuo riconoscimento (1993), completo ritiro dalla striscia di gaza, seconda intifada (2000);
  • siria: guerra civile in corso (iniziata nel 2011) tra le forze della coalizione nazionale siriana che si oppongono al governo del presidente bashar al assad, ad oggi si stimano più di 100.000 vittime e nessuna ipotesi di rapida risoluzione;
  • tunisia: il sacrificio di mohamed bouazizi, ventisettenne ambulante di sidi bouzid che si dà fuoco per protestare contro la crisi e muore dopo due settimane di agonia, dà avvio alla primavera araba (fine 2010), scoppia la rivoluzione dei gelsomini con rimozione del dittatore ben ali ed elezione della nuova assemblea costituente;
  • turchia: gravi tensioni con la minoranza curda, proteste nel corso del 2013 contro la rimozione di un parco pubblico (taksim gezi park), manifestazioni poi estesesi in tutto il paese per protestare contro la brutalità delle forze dell’ordine e per richiedere le dimissioni del governo di erdogan

… e la storia, ovunque, continua!

2.7.13

calabritto

ho trovato le mie passioni
scavando molto a fondo
sorgenti di cui spesso ho poi perso traccia
mentre il rabdomante indicava sempre un'altra parte

27.6.13

buddha bar

che poi dispiace più per il berlusconi uomo

26.6.13

chiedersi cos'è un uomo

gli artisti vogliono tutti i mondi possibili,
tranne quello che è loro imposto

andré malraux

21.6.13

nel momento della scelta

il limite di cui qui si parla non riguarda la giustezza di questa o quella idea o teoria, bensì la distanza immutabile che rimane fra qualsiasi teoria, idea o opinione da una parte, e la realtà dall'altra. né sapere che la distanza esiste aiuta a conoscerla quando conoscerla importerebbe. nel momento presente - il momento della scelta e della decisione - non si sa mai nulla: si è quello che si è. si può sapere che non si sa, ma non che cosa sia quello che non si sa, e che importanza abbia. si erra per situazione. è infatti possibile evitare di violare le regole conosciute, ma gli errori fatali non li si conosce che dopo averli commessi. l'incertezza che è in lui e attorno a lui, l'uomo non può fare a meno d'ignorarla. in un certo senso, anzi, deve negarla: non per agire (come vogliono i pragmatisti), ma per essere, o meglio, perché egli è. quindi, la preoccupazione più sbagliata di tutte sarà quella di evitare l'errore: errore, infatti, apparirà tutto ciò che non s'accorda con un'idea o una dottrina preconcetta, quando invece si tratta di rispondere all'imprevisto in modo impensato e rischioso.


l'estate del 1914 - nicola chiaromonte

19.6.13

ponte mammolo

e continuavo a vedere al posto dei tatuaggi
delle ferite di guerra

18.6.13

valle del cervaro

qui vince chi si fa giunco
non chi prova a diventare fiume

11.6.13

le visioni

quando subii un trauma, così brutto, che poi me ne feci una malattia"

10.6.13

roma liberata


7.6.13

burocrazie

è molto più facile governare senza progetti
e sminuzzando i fatti

6.6.13

su un tavolo da disegno

per iniziare a scrivere
ho bisogno di certe condizioni
della scrivania libera
e di poter guardare lontano
sarà perché ho cominciato
su un tavolo da disegno inclinato
in una mansarda con vista su monti particolarmente verdi
e ora che rubo parole
tra carta straccia e neo-anglicismi
ora che ho davanti facce stracche e sfiduciate
che sono il mio specchio più fedele
ora scrivo sempre delle solite tre idee
ossessive, variamente intonate
tre idee che attecchirono nel mio io
e che forse vale una vita interpretare


5.6.13

casal lumbroso

la nostra crisi si chiama
paura di diventare un paese marginale
quando non si è mai passati per il centro 

4.6.13

sulle smart cities

nessun passato architettonico è così pesante
come quello che grava sulle spalle degli italiani

per puntare all'intelligenza (smart)
bisogna prima che la città cresca
e cresca bene, in salute
ovvero che i suoi arti siano ben sviluppati
le consentano un movimento fluido
che sia pienamente accessibile
comunità di ricchi e di poveri
incontro di differenze
spazio di democrazia

3.6.13

l'arte della difesa

chi sa, non parla
chi non sa,  parla

27.5.13

'na cifra

roma, ore dodici di una domenica di maggio, insolitamente fredda,
piazza san pietro, folla di fedeli inneggia il nuovo papa,
lui venuto a guidare un pontificato di cambiamento,
loro giunti da tutto il mondo per una benedizione,
chi dalla cina, chi da terracina,
lo sguardo che scruta verso l’alto,
un continuo andirivieni
tra la cupola maestosa e la finestra più alta del palazzo,
il vento che muove le pieghe bianche della tenda,
chi vi scorge un’immagine di santità,
altri ricordano le sembianze di un papa del passato,
poi qualcuno stende dalla finestra un panno rosso porpora,
e finalmente il vicario di cristo si affaccia e saluta la piazza,
che gli risponde con un saluto fragoroso ma nel contempo misurato,
dopodiché si spande in quell’abbraccio un silenzio immenso,
tutti provano ad accordarsi ad un solo cuore
e quel cuore si apre alla parola di dio
roma, ore diciotto,
allo stadio olimpico, le due squadre di calcio della città
si contendono il titolo nazionale e l’accesso, per l’anno successivo,
 ad una competizione europea,
in breve, in un anno sportivo magro di soddisfazioni,
di progetti di ricostruzione traballanti, se non fallimentari,
l’opportunità di fregiarsi di una gloria postuma
altrimenti impensabile vista la qualità tecnica in campo,
l’evento si disputa in pomeridiana per mitigare il rischio
di zuffe tra le due tifoserie,
l’attesa in città è spasmodica da settimane,
il papa ha ricevuto le due squadre, 
esortandole alla testimonianza dei più alti valori sportivi,
eppure lo stadio in alcuni settori presenta degli spazi vuoti,
gli stadi che non sono accoglienti come quelli dell’europa che si vuole guadagnare,
ed infatti entrambe le società hanno progetti di costruirseli nuovi, in periferia,
dalle squadre dei campioni alle squadre dei geometri,
lontano da questo stadio che ha ospitato le olimpiadi ma sparuti trionfi calcistici locali,
la partita, per lunghi tratti tirata, termina uno a zero per i biancocelesti,
la città divisa in due prima dell’incontro,
continuerà a dividersi nelle lunghe analisi del post-gara,
in una inconciliabilità sportiva, umana, irreparabile
roma, ore ventidue,
al cinema barberini, sala centrale di una piazza centralissima,
intitolata ad una famiglia dell’aristocrazia cittadina,
file di giovani e meno giovani 
per assistere alla proiezione dell’ultimo film di sorrentino,
di cui la protagonista è proprio la città di roma,
uno sguardo felliniano sulla sua bellezza inesauribile ma estenuante,
la prima scena ritrae le maschere strafatte di una festa cafona di questi tempi,
viste la facce presenti in platea, non ci si può non riconoscere,
il protagonista è un vitellone ultrasessantenne
che approda piuttosto amareggiato alla fine della sua corsa,
la macchina da presa giudica e continuamente contrappone
le bellezze dell’urbe alla modestia morale di chi la abita,
all’uscita capannelli si interrogano sul senso ultimo del film,
alcuni ci vogliono riflettere su,
altri si dilungano in commenti frettolosi,
bello o brutto che si sia
la folla si sfrangia in mille giudizi estetici
roma, intera giornata di domenica
si vota per rinnovare l’assemblea capitolina e la carica di primo cittadino,
1667 candidati consiglieri per 48 scranni disponibili,
19 diversi candidati a sindaco,
cui si aggiungono 137 candidati al ruolo di presidente di municipio,
e 7090 aspiranti consiglieri municipali,
l’affluenza alla fine della giornata è scarsissima,
più bassa del 20% rispetto alle elezioni precedenti,
dopo una campagna elettorale deludente,
con piazze vuote le rare volte in cui i candidati 
hanno provato a misurarsi,
si riduce a ritmi sempre crescenti
il divario tra il numero dei rappresentanti
e quello dei rappresentati
pare avverarsi la profezia della post-democrazia
per cui, finalmente, uno vale uno
ed in fondo, ognuno va per conto suo

24.5.13

l'anno della tartuca

quando crolleranno le vocazioni a partecipare
ai palii, alle giostre, ai tornei,
alle infinite celebrazioni in costume
che ravvivano defunti centri storici
a memoria di glorie strapassate e spesso malintese
a favore di una qualsiasi iniziativa comune
in cui sia riscontrabile una traccia di futuro
quando tutto questo accadrà
potremmo considerarla una rivoluzione

23.5.13

casa sin gente, gente sin casa

non si deve tassare la casa
perché è bene sacro alla famiglia
tutti hanno il diritto di esserne proprietari
lasciando perdere un attimo la circostanza per cui
stona l'accento posto più sul bene materiale
che sul valore presunto di cui è contenitore
(la famiglia... para-enigma dell'italia odierna)
pochi hanno l'ardire di riconoscere
che è un bene soprattutto per
l'industria motore del miracolo italiano
l'edilizia
che ha stravolto il paesaggio e l'anima
ne ha modificato i connotati
edificando male e per sovrappiù
e nessun paese al mondo
tassa la polvere che si respira
i fantasmi che accuratamente scacciamo
(giusto che questa posizione sia espressa da un ex palazzinaro)

22.5.13

il ventennio di bim bum bam

pronunciare parole divisive era diventato tabù
tanto che si preferiva tacerle o dimenticarle
e tutto perché se n'era perso il significato
il valore del loro uso
strumento per unire ragionamenti e dunque umanità
erano vissute come arma contundente
per persone deboli
che riducevano volontariamente 
il numero di sensi utilizzabile
che si sentivano in grado di governare

21.5.13

nuvole rapide in un attimo che passerà

e dunque ritornò il tempo delle grandi nuvole bianche,
che ci riportavano alla mente certi pomeriggi passati nella nostra terra,
che noi le fissavamo in cerca di auspici favorevoli,
interrogandoci sul perché ci sentivamo sempre
primi tra i proletari
e ultimi tra i borghesi
sospettando che sarebbe stato meglio
vivere nel pieno di una qualsiasi classe

16.5.13

le basse dirigenze

in ambienti anodini, si fattura il tempo, nel senso di sospenderlo per incantesimo... e di più non si riesce a scrivere

14.5.13

carta letta

gli occhi dei candidati
sui manifesti languidi
sono intercambiabili

10.5.13

stop the train ovvero della società aperta

(macchinista della metro, in interfono, voce alterata)
...
si nun agevolate la chiusura delle porte
nun ripartimo

6.5.13

roma senza papa

nell'anno in cui il papa è stato sostituito 
senza essere morto
poi viene a mancare giulio andreotti

30.4.13

la sconfitta degli ex pc

questo blog va rifondato!

27.4.13

26.4.13

la misura della distanza

quanto parti da napoli devi calcolare un'ora e sei ad avellino

dividere e sommare i partigiani

le associazioni combattenti e reduci che hanno celebrato il sessantottesimo anniversario della liberazione a porta san paolo sono sei. non è stato invece possibile conoscere quanti sono i sopravvissuti di quel glorioso episodio della resistenza.

25.4.13

larghe pretese

la spinta ad accanirsi contro l'unica, presunta, autorità che regge le cose denota un sistema oramai gravemente infetto dai germi dell'autodistruzione.

24.4.13

dove abita l'arte

chi scrive un blog
non ambisce la fama letteraria
quanto fornire curiosi spunti
per le parole chiavi di google

23.4.13

lenzuolata

oggi alberto sordi per parlare di politica con giulio andreotti
interpreterebbe un autista di ncc

22.4.13

transizioni

roma non è stata distrutta in un giorno

19.4.13

questo è il paese che amo

come si rappresenta un'idea di paese
se se ne vuole fuggire o lo si disprezza?

17.4.13

viaggio per termini nella notte

nei corpi della gente
s'è incrostato tutto il disagio
di questi anni causato
essenzialmente
da un modo parecchio singolare
di rimandare il momento
di affrontare qualsiasi tipo di problema 

12.4.13

consulting skills

se altrove propongono soluzioni
noi vendiamo, quando ispirati, 
buoni spunti di riflessione

11.4.13

l'uomo che non portava gli orologi

...
fossi stato un po' più giovane
l'avrei distrutto con la fantasia
l'avrei stracciato con la fantasia

passare il tempo
concentrati su cose
di così tanto rilievo
che non hai i mezzi per smuoverle
disinteressandosi di sé
se non come passatempo

31.3.13

insieme


28.3.13

dello stato italiano


25.3.13

fratelli

vi siete mai chiesti perché l’italia non ha avuto, in tutta la sua storia – da roma ad oggi – una sola vera rivoluzione? la risposta – chiave che apre molte porte – è forse la storia d’italia in poche righe. gli italiani non sono parricidi; sono fratricidi. romolo e remo, ferruccio e maramaldo, mussolini e i socialisti, badoglio e graziani. “combatteremo – fece stampare quest’ultimo in un suo manifesto – fratelli contro fratelli”. favorito, non determinato, dalle circostanze, fu un grido del cuore, il grido di uno che – diventato chiaro a se stesso – finalmente si sfoghi. gli italiani sono l’unico popolo, credo, che abbiano, alla base della loro storia, o della loro leggenda, un fratricidio. ed è solo col parricidio, con l’uccisione del vecchio, che si inizia una rivoluzione. gli italiani vogliono darsi al padre, ed avere da lui, in cambio, il permesso di uccidere gli altri fratelli.

umberto saba

plaza del pueblo

narcotizzati in desolazione

21.3.13

solidali in bus

sul crinale 
tra l'essere
includenti o
inconcludenti

20.3.13

il merito e i bisogni

in metro
i suonatori che beccano più quattrini
sono i più bravi
non i più laceri

19.3.13

casaleggio spiegato ad un bambino

in un mondo in cui eliminarono lo spazio
venne il bisogno di una rete virtuale
in cui ridurre il tempo 
dello scambio delle informazioni ad un istante
e ciò rinnovò
un'ipotesi antica
e più volte, drammaticamente, smentita dalla storia
di un progresso umano indefinito
basato sulla conoscenza digitale, 
zero - uno,
che si legge sulla superficie di un pixel
un accesso al sapere finalmente libero
non gravato dai diritti di autore,
perché l'autore è una folla 
(anonymous)
di utenti
collegati tra di loro
da legami sociali 
densi debolmente
quanto può esserlo un'identità
che continuamente sfuma in qualcos'altro
tuttavia, a fronte dell'incapacità delle vecchie istituzioni
di governare questa terza rivoluzione industriale
di accompagnare l'uomo della strada
affiancandolo 
nel pesante impatto che essa ha avuto
di fronteggiare la crisi economica che ne è seguita
si rafforzò rapidamente che in rete,
lì dove oramai principalmente la gente comunicava
potesse essere riedificata anche la democrazia
essendo gli atti trasparenti
le deliberazioni partecipate
le azioni continuamente controllate
come tutte le idee di progresso cieco
il cui fine ultimo era ritenuto indiscutibile
da una minoranza auto - elettasi nel giusto
si trattava dell'affermarsi di una pericolosa 
deriva totalitaria
che di nuovo nella storia
post novecentesca
non può avere nulla

18.3.13

a sepponta

c'era neve nella piana del dragone
il tempo è passato inesorabilmente
e ci restano appiccicati solo i nomi
di battesimo
i nomi della sepponta
a saldare i fili con un passato
che non tornerà più uguale
rapido a disfarsi
come questa neve di marzo

14.3.13

accezioni diverse

una finestra su un abbraccio
che termina in una prigione
un uomo di bianco vestito
che benedice per una passione:
l'unico interesse è l'amore per il prossimo
se non sempre riesce,
è perché il prossimo
ci rende dimentichi del prima

13.3.13

mai fratelli

all'estero, da turisti di un giorno,
ci troviamo così bene, 
tutto ci sembra meraviglioso
perché ci piace guardare
le cose che funzionano
così come guardare
le cose che no
e parlare
...
è quando c'è da intervenire
che cominciano le lacerazioni

10.3.13

la nemesi di santa lucia

l'uomo che fu capace di sottrarre
 gli occhi agli italiani
alle fine diventò cieco

8.3.13

madonna di costantinopoli

ogni santo giorno che viene l'alba,
tra le lamiere delle nostre vite di (rin)corsa,
in un buco affacciato su treni che sferragliano,
su binari morti e banchine movimentate,
su condomini venuti su della più varia speculazione
ché difficilmente poi ci si mette d'accordo 
sui lavori di manutenzione ordinaria
qui dove cadevano a grappoli bombe delle forze alleate
e ne rimangono resti evidenti:
la piscina costruita nel cratere,
la musica americana che viene trasmessa
per accompagnare le lezioni di acquagym
qui, nel rumore assordante di una città caos
ogni santo giorno che viene l'alba
un gallo canta perché rivede la luce

24.2.13

testamento

in paesi induriti da silenzi sordi, la lingua del cuore è arnese recente e complicato all'uso. provo ad esprimere quanto da mesi voglio dirti a partire dal primo punto che è la consapevolezza di un'identità. noi siamo contadini perché crediamo dia dignità all'uomo la fatica, strappare dalla terra arida il frutto dopo lungo lavorio. da noi usa che chi le scansa, le fatiche, ritenendole superflue al proprio ed altrui benessere, è ritenuto inadatto a portare avanti il nome della famiglia in quanto primo e necessario legame attraverso il quale appartenere alla comunità larga degli uomini.

siamo contadini perché abbiamo assistito negli ultimi decenni al deperire spaventosamente rapido di una certa idea di lavoro per la famiglia a favore della solitaria realizzazione di sé, di un individualismo prepotente e sterile che desertifica i rapporti tra familiari e li sostituisce con una socialità d'accatto, dove si recita con una partecipazione emotiva dubbia.
le pressioni e spesso le oppressioni familiari le abbiamo combattute anche noi ma immaginavamo di poter costruire un avvenire prospero in cui le morbosità sarebbero state lavate via con la sconfitta dell'ignoranza. invece abbiamo buttato via le morbosità, i controlli e senza il dialogo che non avevamo mai sperimentato con una generazione diversa dalla nostra, ci siamo tenuti dentro proprio l'ignoranza. che è dura da sconfiggere con l'opera di una sola generazione, è stato una pura illusione crederlo, è una gramigna che infesta, una pianta che rinasce anche dopo che l'hai sradicata.
l'unica intelligenza che conta non è quella che si può ricavare dai libri, soprattutto i nostri che avevano finali già scritti, compendi di ideologie autoritarie, ma è quella relazionale che proviene non solo dal predicare la tolleranza in principio ma di scontarsi continuamente con le diversità del mondo non rimanendone paralizzati. sempre preservando uno spazio di condivisione dove progettare il domani perché mai in tempi stabili, di pensieri uniformi, si è espresso liberamente il genio dell'uomo.
devo ammettere che una certa idea di lavoro per qualcosa o qualcuno s'è smarrita perché è venuta meno proprio la materia prima, il lavoro, che noi ritenevamo oramai un diritto acquisito per la posterità a colpi di dure lotte. anzi, identificavamo il progresso ed il benessere che esso avrebbe certamente arrecato con la possibilità di lavorare sempre meno duramente, come un tempo liberato progressivamente dal lavoro alienato, con spazi crescenti all’amore delle arti, degli altri. invece, siamo rimasti prima stupiti, poi  atterriti da come i saperi professionali si disintegrassero all’impatto con l’organizzazione flessibile. resiste il principio che il lavoro rende l’uomo degno di se stesso e degli altri e che lavorare bene significa fare al meglio le cose.
siamo contadini perché il groviglio delle passioni umane, l'avidità nello scambio materiale o sentimentale, la superbia dell'essere, la cupidigia nell'accumulo, sono forze dell'umana tensione che non sappiamo riconoscere negli altri né interpretare noi stessi. se capita di esserne affetti, sono mosse da influenze che non sono nostre proprie. probabilmente provengono da fuori, dal contatto con l'esterno, con valori moderni che su questa nostra terra non si immagina come possano rendere frutto. da ciò discende la nostra timidezza o finta alterigia al contatto con gli altri. e poiché non capiamo, naturalmente non veniamo capiti e alimentiamo maldicenze, dicerie, congetture, paranoie che denotano esclusivamente una sincera, limpida ignoranza di come possano evolversi le umane vicende, di quali forze possa realmente celare un cuore.
siamo contadini, abbiamo vissuto sempre in case lontane l’una dall’altra ed il nostro orgoglio proveniva dal contatto quotidiano con la terra, con la natura, l’ordine eterno delle cose, l’amore delle bestie cui ci divideva soltanto la parola. da contadini inurbati soffriamo un pesante senso di colpa credendo di aver reciso per sempre il cordone ombelicale con le nostre radici, lasciandoci indietro solo rovina senza per giunta sapere come e con chi costruire la città, la buona politica, l’etica migliore, insomma la felicità. non dolertene mai, in tutte le epoche gli uomini hanno avuto buone ragioni per la più cupa disperazione. chi l’ha saputa affrontare e condurre avanti l’umanità, ha scelto con immensa cura ed amore cosa salvare del passato. io ti lascio quest’esperienza, fanne tesoro.
cosi si è congedato mio padre, lasciandomi per l’ennesima volta ad una delle stazioni di transito della mia vita. stavolta, mi consegnava il suo testamento spirituale. ed era ben più pesante di qualsiasi valigia.

19.2.13

le pietre del deserto

mi sveglio ogni mattina un po' prima dell'alba e cammino per quaranta minuti nel deserto, inspirandone l'aria secca e pulita, e ascoltando il silenzio. tutto, lì, assume giuste proporzioni. quando torno a casa, accendo la radio e sento un politico che pronuncia parole come "mai" o "per sempre" o "per l'eternità". allora so che le pietre del deserto stanno ridendo di lui.

amos oz

15.2.13

report politiche 2013

dei giochi che si facevano una volta, tra blogger, nerd o maniaci di qualche sorta: scegli una canzone pop che descriva il programma, gli uomini, l'innovatività, insomma la proposta degli schieramenti politici candidati alle elezioni 2013...

rivoluzione civile

scelta civica con monti



movimento cinque stelle



popolo della libertà



partito democratico




pavlov

l'effetto sui livelli occupazionali dell'indotto 
di una possibile chiusura di uno stabilimento produttivo 
(che abbia pur sempre un indotto) 
è sempre pari al numero dei livelli occupazionali dello stabilimento produttivo in chiusura
moltiplicato per 1,25

14.2.13

13.2.13

le basi morali di una società arretrata

in italia le cose non si risolvono insieme
semmai pattiziamente

6.2.13

racconti dalla terra degli orsi

"avellino è una città in cui non si guarda, si parla", scriveva guido piovene nei primi anni cinquanta, nel suo lungo viaggio nell'italia del dopoguerra, del boom socio-economico imminente...

1.2.13

roccabascerana

soffermarsi sull'aspetto letterale delle cose
lì dove il senso logico langue
e l'analfabetismo di ritorno avanza
può risultare suicida 

31.1.13

ostiense

col tempo si diventa irrimediabilmente stupidi e al contempo sicuri di sé. e ci si rinchiude in casa, l’unico dopolavoro possibile, di un lavoro impossibile, magmatico, devoti ad un immobile non di proprietà, su cui né si paga l’imu né si può evaderla né sarebbe mai un sollievo l’annunciata soppressione. e si sviluppano arzigogolati progetti di associazioni lontane nel tempo, nello spazio, nell’umanità. oppure si dipingono con gli acquarelli scatole di scarpe per farne trousse ché la cosa difficile è impastare i colori. viviamo momenti di forte crisi spazio – temporali, passaggi intergenerazionali, fratture emotive, privatissime politiche e politiche personali. è il tema incessante del blog. ma poiché il blog chissà se esiste e si può dire, a questo punto, coincida con l’anonimo estensore, si arriva a credere che vite discretamente comuni come questa servano solo a raggiungere tale consapevolezza, a consolidarla definitivamente ed una volta raggiunta bearsi della continua incertezza…

21.1.13

cinema eliseo



18.1.13

consorzio pubblico

un gran numero di pratiche da risolvere con un approccio finemente teorico

17.1.13

live (is) strong


10.1.13

agenda di campagna

i temi della campagna, elettorale:
- uguaglianza,
- bellezza,
- solidarietà,
- lavoro,
- rispetto / comunità.

27.12.12

2012: bilanci


via rapolla

dopotutto era meglio fissare una tendina bianco e verde attorno al cuore, coprendolo alla vista, come i silos di arredo urbano di corso vittorio emanuele. in maniera da far risaltare meno tante cose tra cui la circostanza che io e te non esistesse più. la lirica non ha mai abitato questa terra, un tempo ricca di selvaggina, l'epica si limita alla considerazione secondo cui i lupi, fieri abitanti della stessa, quella selvaggina la cacciavano. immedesimandoci in essi, lupi addomesticati li portiamo al guinzaglio al corso vittorio emanuele. zigzagando tra i silos d'estate, parandosi sotto in pieno inverno che a volte cadono dal cielo fiocchi di neve grande come pugni. bevendo per il solo gusto di perdersi nella sbornia così che gli spazi vengono coperti da sguardi parecchio ciechi nel breve, diciamo astigmatici. avevamo ignorato così tanti sintomi di chiusura nei rapporti che aprirsi un poco, confidare ad alta voce un episodio lontanamente intimo, sembrava quasi umano. un'illusione di epifania. riempiamo i nostri discorsi di tormentoni figli di tormenti evidenti. non diventeremo mai comici di zelig, anche se emigriamo a milano. lavorando nei mestieri creativi che solo una metropoli come milano può offrire. sebbene sia meglio oltralpe. supponiamo nuove teorie politiche che non potranno mai trasformarsi in pratiche perché ripudiamo i machiavellismi nella terra di machiavelli, anche se emigriamo a roma. lavorando nelle amministrazioni pubbliche che solo una capitale come roma può permettersi. sebbene vuoi mettere l'america...

tempi moderni

siamo vittime di un'accelerazione improvvisa della storia. mio nonno ha combattuto per avere della terra che potesse sfamare la famiglia. l'ha ottenuta, ne ha cavato frutto ma la famiglia poi ne è esplosa. mio padre ha combattuto per avere un'istruzione che lo liberasse dall'ignoranza. ha conseguito in una città lontana il titolo che l'attesta, ha riempito la casa di libri, idee ma di fronte all'accesso illimitato alla conoscenza ne è rimasto ammutolito. la nostra generazione sta combattendo per mantenere lo stesso livello di benessere dei propri genitori, per salvaguardare il concetto stesso di futuro. ce la faremo solo se saremo in grado di domare, come chi ci ha preceduti, le forze della modernità.

25.12.12

fate presta

auguro a tutti i carcerati una presta libertà 
e a tutti i malati una presta guarigione

23.12.12

frecciarossa

non aveva mai accarezzato nessuna
come faceva adesso, con dolcezza
con il suo nuovo smartphone

14.12.12

un posto nei pressi dell'ego

otto anni fa nasceva questo blog
che ha avuto tante vite
ma alla fine una soltanto
la mia

13.12.12

mosca

populismo è fingere di credere che
classe dirigente e gente comune
abbiano lo stesso potere,
la stessa capacità
di cambiare l'ordine delle cose

9.12.12

quirinale

coalizione a ripetere

29.11.12

islington

la paura ansiosa
atavica
che ci opprime
è di ramificare tanto in alto
da perdere il rispetto delle radici

23.11.12

conza della campania

i sogni della gente
erano già spirati via
da un lustro

20.11.12

gerusalemme (o gaza)

nessun cuore è intero
come un cuore spezzato

19.11.12

malindi

la democrazia è il governo delle leggi
e non degli uomini

luigi bobbio

17.11.12

st pancras

brancoliamo nel futuro

29.10.12

casal bernocchi


25.10.12

vaticano

era una compagnia teatrale
con un attore solo

23.10.12

torre maura

non eravamo egoisti
solo perché non sapevamo 
di desiderare qualcosa

18.10.12

reggio emilia

ribadiamo con forza che non possiamo mettere a posto i conti, senza mettere a posto la convivenza. non si può pensare di sostituire la politica con la corte dei conti.

graziano delrio, presidente Anci, Assemblea Nazionale 2012

17.10.12

aventino

se l’amministrazione non sa bene quanto spende, inutile accanirsi sulle persone scoperte corrotte, sgradevole arrovellarsi sui perversi meccanismi con cui viene distrutto denaro pubblico: i buoi sono già scappati dal recinto. certo chi ha sottratto per sé denaro pubblico, è un ladro, ovvio è il reato ed il suo perseguimento. così come se si favoriscono amici, parenti, compaesani, amanti nell’assegnazione degli appalti pubblici. ma uguale nocumento in termini di pubblica utilità è arrecato anche solo da un mancato controllo o inefficiente gestione / allocazione della spesa. dunque, oltre al quanto, occorre dotarsi di strumenti per conoscere il come si spende (output), per ottenere quali servizi, opere. solo allora potremmo dedicarci con profitto a discutere la sola questione per la cui soluzione è nata, dalle macerie oscurantiste e liberticide dell’assolutismo, la democrazia: perché, per raggiungere quale fine, dobbiamo spendere (outcome)? solamente dandoci la possibilità di rispondere a quest’ultima domanda, ricreeremo uno spazio praticabile per la politica e lasceremo giustamente ai tecnici il dilemma di come produrre gli stessi beni / servizi pubblici al minor costo possibile... e all’antipolitica voyeristica, rimarrebbe la guardia del recinto.

monteverde nuovo

la libertà è dietro l'angolo
ma cosa può venirtene di buono
se la verità è così lontana?

bob dylan

16.10.12

esquilino

dio ci scampi da quei paesi
in cui si sente eroe
chi si comporta secondo dovere

15.10.12

stoccolma

oggi a roma il traffico era di città normale
perché era attesa pioggia
e forse la gente ha preferito restare a casa
...
il che dimostra in parte il perché nei paesi del nord
tutto sia ordinato
da una parte la pioggia è normale
dall'altra la gente non può decidere di rimanersene a casa

12.10.12

trento

l'unico dolore che soffrirai
è la felicità che verrà meno

11.10.12

bratislava

era talmente ipocondriaco
che quando parlava molto
temeva di non dire tutta la verità

10.10.12

chicago

make no little plans,
for they have no magic to stir man's blood...
make big plans!
and high in hope and work!

daniel burnham

8.10.12

castel baronia

eravamo un punto in un posto
ora quel centro è vuoto, disperso
quel punto s'è diviso in quattro punti più piccoli
ognuno dei quali s'è spostato il più lontano possibile dagli altri
e quando guarda a quello che c'era prima
non riesce a ricordarsi della passata unità

...
e non credevamo ci si potesse dividere
così a fondo

5.10.12

san francisco

un giovane blogger segue l'aggiornamento delle prime pagine dei siti web d'informazione ogni istante
un manager rampante riallinea la propria strategia rispetto ad una sintesi degli avvenimenti del giorno
un documentarista geniale studia il suo prossimo lavoro prendendo spunto dall'evento dell'anno
uno storico paziente filtra dal caos dei fatti le cause e le collega alle trasformazioni del decennio 
uno scienziato sociale legge nelle mille trame della modernità, gli effetti che essa ha sull'umanità
un saggio riflette sul significato della vita e della morte e si compiace del mistero del tempo

4.10.12

chianchetelle

ci sentiamo talvolta soli
perché soltanto noi abbiamo imparato a dire certe cose
di cui è sconveniente discutere
con chi abbiamo lasciato dietro

2.10.12

correggio

questa è una terra che
i complimenti quando arrivano
sei necessariamente già morto
da un bel pezzo

1.10.12

campidoglio

quando si parlano i muri
è polvere quella che si alza

28.9.12

montemiletto

un paese della de - responsabilità a tutti i posti

26.9.12

via venti settembre

risparmiando i costi della politica
non si apre un asilo nido in più
non si compra la carta che manca nei tribunali
non si assiste meglio un malato
la democrazia è il sistema di regole
per decidere come spendere parte del tesoro del re
la sola circostanza di possedere un tesoro in comune
il dovere di preservarlo
la speranza di arricchirlo
ci tiene uniti
solo investendo tempo nella politica
migliorando il modo con cui discutiamo
cosa vogliamo fare con la ricchezza comune
di noi stessi, del futuro
possiamo combattere un tempo di crisi
in cui non sappiamo più 
perché abbiamo un percorso insieme
sragionare sullo sperpero di denaro pubblico
in quanto inazione per tessere vita pubblica
sospetta invidia per fortune immeritate
si trasforma in sperpero di denaro pubblico futuro