19.10.08

sahara

la letteratura esordiente indiana è di gran fattura perché narra le tumultuose trasformazioni in atto in quel paese. dunque si paga un ulteriore scotto del fatto che qui nulla accade e, nonostante quanto si dica, arduo è ritrarre il fisso. per raggiungere il bar sahara ci sono tre scalini da superare; danno su una pavimentazione orrenda, anni ’70 sulla quale si potrebbe pattinare. i vecchi malaticci e abietti del quartiere magari proprio allora qui si trasferirono. ora, furtivi, scendono in fila da una scorciatoia che costeggia il piccolo parco. discorrono della puntata al superenalotto. uno di essi intona un’aria con la sua voce malandata da baritono. ciò che si vede intorno è in gran parte merito loro. non avendo la forza di reagire, nessuno ha il diritto di fargliene una colpa. un'altra vecchia tromba, dalle pagine del giornale, esorta i risparmiatori ad approfittare della caduta dei corsi azionari e detta la sua regola aurea: “sii cauto quando gli altri sono avidi. sii avido quando gli altri sono cauti.” la applico subito alla feltrinelli, le librerie sono l’unico mercato in cui mi muovo con agio. spendo i miei 86 € in saggi ponderosi che difficilmente avrò tempo di chiudere. poi m’arrovello al brulicare delle migliaia di corpi sul corso del consumo. quanta violenza infliggiamo al prossimo quando si decide di agire? da piccolo ero buddista. poi, non so perché, m’affascinò una certa idea di rivoluzione.

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