16.10.08

quello che avrei capito della paesologia

la paesologia è una forma di attenzione.
è uno sguardo lento, dilatato, verso queste creature
che per secoli sono rimaste identiche a se stesse
e ora sono in fuga dalla loro forma

la paesologia ha due fili:
uno di pietas e l’altro di necrofilia


franco arminio, da vento forte tra lacedonia e candela.
esercizi di paesologia



gli esercizi di paesologia, un vagabondaggio irrequieto, senza posa attraverso i nostri paesi arresi, chiusi nell’abitacolo della propria auto o trascinando passi pesanti in centri (dis)abitati è lo schiudersi al prossimo di un certo tipo antropologico sopravvissuto a secoli di chiusure e sottosviluppo. la comunità provvisoria, una forma di paesologia di gruppo, dunque in astratto non praticabile, tende a dissolvere lo spesso strato di desolazione da cui l’esercizio di paesologia nasce. grazie ad arminio, dunque, non si guarderà più questi paesi allo stesso modo. e chissà se ciò dipenderà dalla sua poesia civile o dalla sua azione comunitaria/politica. i presupposti della prima negherebbero gli effetti dell’altra. è una benedetta incoerenza per il futuro della nostra terra.

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